Astrologia e psicologia







Daniela Grazioli


Da dove nasce quest'alleanza tra psicologia e astrologia? In un certo senso si perde nella notte dei tempi: ambedue, infatti, traggono origine dall'esigenza di trovare delle risposte a domande nate insieme all'uomo stesso: " Chi sono io?", "Chi è l'altro?", "Perché sono qui?"
Ogni epoca, civiltà e cultura, nel corso dei secoli, si è data le proprie risposte, ma sempre le risposte trovate dovevano dare un "senso" e un significato alla vita e alla presenza dell'uomo nell'universo. Privato di "senso", infatti, l'uomo è di-sperato, senza speranza. Anche noi cerchiamo le nostre risposte e dobbiamo trovare il "senso" del nostro essere qui.
A questo punto si rende necessaria una breve digressione storica per dimostrare l'utilità e l'adeguatezza dell'astrologia nella ricerca di tali risposte. Come si sa, nel mondo antico ci sono gli dei sul monte Olimpo che passano il tempo a litigare, amare, tradire, divertirsi, arrabbiarsi e ogni tanto intervengono nelle faccende degli uomini, parteggiando ora per gli uni, ora per gli altri.
Gli dei non sono buoni o cattivi, belli o brutti, ma l'uno e l'altro insieme: in loro il bene si confonde col male, la luce con l'ombra, non esiste la differenza perché, come dice Eraclito: "Il dio è giorno e notte, inverno estate, guerra e pace, sazietà e fame, e muta come il fuoco quando si mischia ai profumi odorosi, prendendo di volta in volta il loro aroma. "Sull'Olimpo, insomma, con grande naturalezza si mangiano i figli, si elimina il padre, si giace con la madre e la sorella e ancora di più. Poi, ci sono gli uomini che hanno le stesse passioni degli dei, tuttavia il braccio che uccide è armato da Marte; l'ira che acceca, scatenata da Zeus o Poseidone; l'amore che travolge, ispirato da Venere; la mano che ruba, guidata da Mercurio e così via.
Considerato da questo punto di vista, l'uomo non era molto padrone del proprio destino, ma neppure gli dei, così giocherelloni con le umane passioni, potevano fare tutto quello che volevano: anche loro, infatti, devono obbedire e sottostare ad Anankè, la Necessità, l'immutabile legge della Natura che tutto ordina.
In quest'ordine ognuno ha il suo posto ed il suo significato e, né gli dei, né gli uomini, possono infrangere la legge della Natura che tutto governa.
In questo mondo il tempo è circolare, ciclico, lo scopo di ogni ciclo è quello di compiersi, chiudere il cerchio: il fine di un ciclo coincide perciò con la sua fine e l'inizio del successivo.
Questo è l'ordine che ci hanno descritto l'astrologia, la mitologia, le cosmologie, le religioni e la filosofia del passato.
Poi, cambia tutto, quest'ordine si rompe: l'uomo fa progetti, inventa e costruisce tecniche che di volta, in volta cambiano, sottomettono, sconvolgono le leggi della Natura. Il tempo circolare, privo di direzione, diventa il tempo del futuro, del progresso, del quale non è più possibile scorgere né la fine, né il fine ultimo, poiché ora, questi dipendono dal progetto perseguito nel momento presente e si spostano di volta in volta, un poco più in là, lungo la linea retta del tempo futuro.
L'uomo perde così il suo posto nell'universo e con esso il "senso" della sua esistenza, che è costretto a cercare altrove: cambia la direzione, non più fuori, all'esterno, in un ordine precostituito diventato precario, ma all'interno, dentro di sé.
Le scienze del passato scompaiono, ora spetta alla psicologia, alla psicoanalisi e ad altre discipline il compito di restituire un "senso" ed un significato alla presenza dell'uomo nell'universo. Inizia un nuovo viaggio: scomparsi gli dei dell'Olimpo e gli eroi dei miti che davano vita e realtà alle immagini archetipe e agli istinti primari, prende forma il concetto di inconscio collettivo ed individuale, quale loro sede naturale. L'inconscio, interrogato con le parole della psicologia, che sono quelle della ragione che classifica, ordina e vuole comprendere i simboli che abitano i nostri sogni, vivono nell'arte ed esplodono nella follia, non sempre risponde.
Qui entra in gioco l'astrologia che studia l'uomo come la psicologia, ma si fonda su simboli che racchiudono in sé i molteplici, diversi, contraddittori e indefinibili "sensi" degli archetipi presenti nell'immaginario e nell'inconscio. Nell'uomo vive il simbolo e, se vogliamo che ci parli, lo dobbiamo interrogare con un linguaggio simbolico.
Una carta di nascita è una mappa simbolica delle potenzialità della psiche individuale, un modo per intraprendere il cammino della consapevolezza che porta alla realizzazione del sé, nel senso junghiano del termine, dove risiede il "senso" e il significato della vita di ciascuno, anche se "Per quanto tu cammini e percorra ogni strada, non potrai raggiungere i confini dell'anima, tanto è profondo il suo logos." (Eraclito)


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