Marte : terzo pianeta personale







Lidia Fassio


La definizione più semplice che possiamo dare del pianeta Marte può essere "il guerriero che combatte per i principi del Sole" e questo perché Marte è il pianeta psicologicamente più vicino al Sole; infatti, dei tre pianeti personali, è quello che si mantiene in più stretto contatto di collaborazione perché ha il compito di rendere operativa l'energia del Luminare attraverso azioni finalizzate all'affermazione dell'Io nel mondo esterno, alla conquista di obiettivi e, infine, alla difesa personale. Il Sole ha un gran bisogno di intendersi con questo principio perché è l'unico che può mettere a frutto i suoi progetti con azioni dirette ed efficaci; è proprio Marte che conquisterà ciò che il Sole ha in testa ed è in questo modo il nostro IO cresce, si muove nell'ambiente e acquisisce un concetto di forza e di capacità di penetrare nel mondo.

Dopo la fase di discriminazione - legata al pianeta Mercurio - e quella di desiderio e di scelta - legata all'archetipo di Venere - Marte diventa l'elemento che può procedere alla conquista di ciò che prima era solo un pensiero; è Marte che mette il Sole in condizione di trasformare le INTENZIONI e il bisogno di AUTOREALIZZAZIONE in AZIONI ed è sempre Marte che fa da anello di congiunzione tra gli intenti del Se' (rappresentati da Plutone) e le mete dell'IO conscio.
Per questo i tre pianeti dell'energia maschile in un tema natale rappresentano la grande forza che si attiva dal nostro potenziale creativo interno (Plutone) per individuare una meta e uno scopo attraverso l'IO (Sole) e procedere con azioni coscienti e causative attraverso Marte, pianeta che rende concrete ed evidenti le manifestazioni dei primi due.

Marte è il pianeta che dovrà portarci a costruire il senso di "forza personale"; non vi è modo per un bambino di percepire la propria forza se non ha la possibilità di passare dal desiderio e dall'intenzione psichici ad un'azione finalizzata e concretizzata nel mondo. È proprio l'azione di Marte che offre la possibilità di collegare un atto motorio ai desideri e agli interessi, consentendo altresì l'emergere del senso di conquista.

Il campo della nostra vita dove incontriamo Marte è quello in cui sperimentiamo la voglia di agire, la potenza e la forza e proprio per questo è un punto importantissimo nel tema natale; è lì, che combatteremo le battaglie più grandi per cercare di portare a termine il progetto solare; è l'area della vita dove vivremo conflitti, sfide e battaglie per affermare le nostre idee, la nostra volontà e i nostri diritti per sentirci autonomi a pieno titolo; lì dovremo operare tutti quei tagli e quelle separazioni che sono parte integrante del nostro viaggio finalizzato a portare a termine quello che il SE' ha in serbo per il nostro IO.

Marte si trova in domicilio nelle tre case in cui siamo chiamati ad operare il taglio dal collettivo per avviarci verso l'affermazione della nostra individualità unica e speciale. In casa prima si fa carico del taglio del cordone ombelicale che permette la VITA FISICA indipendente; in casa ottava il taglio è psicologico e permette l'uscita dalla simbiosi con la madre grazie alla strutturazione di un IO che segnala la necessaria separazione, preludio alla nascita psicologica; in casa decima taglia con il nutrimento, il senso di protezione e di avvolgimento della famiglia, ma anche con i valori ricevuti al fine di poter strutturare dentro di noi la nostra personale "legge", quella che permette all'Io di reggersi sulle sue forze.

Per questo, soprattutto le combinazioni dinamiche tra Sole - Marte sono estremamente delicate poiché rappresentano situazioni psichiche in cui un IO non sufficientemente strutturato fatica a mettersi in contatto con il suo braccio destro e questo porta a non sentire di avere una forza personale a cui attingere nei momenti di difficoltà; in questo caso, Marte sembra girare a vuoto perché non riceve né l'ispirazione né la luce del suo alleato per cui vi è una difficoltà nel collegare il senso di identità alla forza di penetrazione della stessa nel mondo. E' la situazione di un esecutore che non riesce a capire le direttive del capo poiché non ne intuisce lo scopo e non sa dove dirigere l'energia e l'azione.
Questa situazione ricorda quella di un RE che non ha strumenti per far comprendere al suo "campione" i suoi intenti per cui quest'ultimo non riesce a rendere efficace la conquista: questa impossibilità di comunicazione tra le due istanze del maschile crea un grandissimo sovraccarico di rabbia e di ostilità che scaturisce dal senso di impotenza e di frustrazione che l'IO prova.
Se Marte è molto stressato nel tema natale, con molte probabilità non ha direzione, combatte alla cieca - oppure non combatte affatto - perché non è ispirato dal suo RE- Sole-IO e non sa dove dirigere la sua energia, né individua facilmente gli obiettivi in cui impegnarsi attivamente, oppure sente di non avere la forza necessaria per ottenere ciò che vuole. In questi casi, purtroppo, l'individuo sperimenta la sensazione di disperdere tante energie senza che vi siano risultati accettabili, oppure il senso di impotenza totale.
Questa difficile combinazione psicologica ha sicuramente origini lontane che risalgono all'infanzia allorché l'incontro con l'energia maschile è stata vissuta come distruttiva, imprevedibile ed irrazionale per cui ci si è dissociati dall'uso della forza perché il modello è stato inaccettabile; la dissociazione produce una scissione tra queste due energie che sono indispensabili l'una all'altra per cui il risultato è che il senso di forza si è scollegato dall'IO.
Da adulti questo causa un senso di frustrazione ogni volta che il Re chiama il suo campione, perché non è mai sicuro di trovarlo e non è mai sicuro che questo sappia con quale intensità affrontare il problema che ha di fronte.
Marte Sole in quadratura o in opposizione produce soggetti che tendono a non essere sicuri delle loro capacità e della loro forza e questa è la ragione per cui a volte restano assolutamente impotenti e pietrificati di fronte ad un'aggressione ed altre volte finiscono per usare una forza del tutto spropositata per la situazione che stanno gestendo.
Il senso di forza personale si ottiene solamente allorché si è sicuri delle proprie risposte e si ha la certezza intima di poter affrontare qualunque situazione la vita ci proponga.
Gli aspetti dinamici invece non permettono all'individuo di sentirsi a pieno titolo detentore di questo potere e di questa forza, per cui, ci si sente esattamente come quando si era piccoli impotenti di fronte ad una persona che non dava alcun modo di costruire un proprio senso di difesa personale.
L'energia marziana si struttura proprio incominciando ad affermare la propria volontà in contrapposizione con un'altra volontà che però deve essere giusta ed equilibrata e deve permettere di lasciar comprendere quali sono le regole che governano un rapporto: con quadrature Sole e Marte spesso non vi sono regole chiare, anzi spesso queste regole sono poste da qualcuno che si arroga il diritto di fare il bello ed il cattivo tempo solo in virtù del fatto che è grande e che quindi può dominare il bambino che non ha alcuna possibilità di ribellarsi. Se il bambino non può prevedere le reazioni degli adulti e se percepisce che l'adulto non è corretto nei suoi confronti, si sentirà sempre "piccolo" in balia degli altri e del mondo.
Questo produce un grandissimo senso di rabbia che va a stiparsi nella psiche in attesa di poter essere esternata; a volte si accumula al di fuori dell'egida dell'Io per poi scattare in situazioni del tutto imprevedibili, quasi a risarcire anni ed anni di blocchi, di paure e di impotenza.
Se il Sole non riesce a collegarsi con il suo guerriero, anche se questo ha forza e capacità personali di lotta e di conquista, non saprà comunque orientarsi e, oltre ad avere l'impressione interna di girare a vuoto, sarà anche accompagnato da uno strisciante senso di impotenza e di disvalore che potrà innescare atteggiamenti compensatori, mai positivi.

Di tutti i pianeti, Marte è il più complesso in assoluto, perché ha un rapporto diretto con il corpo e lavora in diretta connessione con il sistema libico - che è il centro del nostro sistema emotivo; Marte è il miglior conduttore di emozioni perché simbolicamente rappresenta il sangue - che, da un punto di vista psicosomatico- è l'equivalente delle emozioni tant'è che il verbo "emozionare" significa letteralmente "agire sul sangue" per cui, tutto ciò che si muove nel sistema libico, viene direttamente convogliato dal sangue nelle varie aree del nostro corpo preposte ad evidenziarle.
Quando siamo molto arrabbiati, il sangue arriva in modo abbondante alle nostre mani, quasi a predisporci a difenderci, magari sferrando un pugno (è interessante il fatto che nel comune modo di parlare, in queste situazioni noi diciamo : "mi prudono le mani"); se invece siamo impauriti, il sangue va direttamente in maniera corposa nelle gambe, pronto dunque a favorire la fuga; il fatto è che scende verso gli arti inferiori e noi abbiamo la sensazione del "brivido nella schiena".
È proprio Marte che fa sì che ogni emozione vada ad agire direttamente sul sangue preparando il corpo al tipo di risposta più appropriato.
Oggi che si conosce in modo chiaro il funzionamento dei "neuropeptidi" si può comprendere molto meglio di un tempo questo sofisticato meccanismo di relazione tra i contenuti emessi sotto forma di sostanze chimiche dal sistema limbico e il loro trasferirsi attraverso il sangue in tutto il nostro corpo. I neuropeptidi che vengono considerati dalla sua scopritrice Candace Pert delle vere e proprie "molecole di emozioni", sono sostanze chimiche che il nostro cervello secerne a seconda del tipo di umore e di emozione che stiamo sperimentando; queste sostanze - convogliate in circolo dal nostro sangue - sono in grado di modificare sensibilmente l'atmosfera, ma anche i sistemi biologici tra cui il sistema immunitario e le cellule.
Oggi conosciamo decine di neuropeptidi relativi al controllo e all'espressione delle emozioni il che significa che a seconda di come reagiamo a certi avvenimenti il nostro cervello emette sostanze in linea con quel preciso stato d'animo e la cosa più sorprendente è che questi "farmaci" vengono pompati dal cervello direttamente nel sangue attraverso il quale fluttuano e navigano andando ad aderire alla superficie delle cellule in cui si sono posizionati degli specifici "recettori" predisposti ad accogliere la sostanza giusta; il tutto funziona esattamente come una chiave che entra solo nella sua serratura; in questo modo - che è molto sofisticato - le nostre cellule si modulano chimicamente sulla base delle nostre emozioni, esattamente come un'idea collettiva da origine ad una serie di reazioni che influenzeranno buona parte degli individui di una società.
Possiamo considerare questa modalità un vero e proprio sistema informativo che viaggia attraverso il sangue e che mette in comunicazione non solo i tre grandi sistemi del nostro corpo - Sistema nervoso, sistema immunitario e sistema endocrino - ma, soprattutto, unisce psiche e soma.

Possiamo dire un'altra cosa molto interessante di Marte che riguarda il suo sistema energetico, considerato pressoché universalmente come "attivo", mentre in realtà è "reattivo" (almeno nella prima parte della vita).
Non è un caso che uno dei miti greci più accreditati vuole Marte figlio di Era, ma non di Zeus, quindi, figlio di sola madre. Ares nel mito greco nasce per partenogenesi di Era, senza intervento maschile, e questo, da un punto di vista psicologico e simbolico sembra ricordarci che Marte, pur essendo un principio di affermazione atto a sostenere l'identità maschile nel mondo, è un pianeta che ha un'energia che possiamo definire "reattiva", nel senso che "viene agito" dall'inconscio e necessita di lungo tempo prima che impari ad "agire" secondo la volontà dell'IO. Questa è una definizione che può far rizzare i capelli alla comune visione di Marte che viene accreditato come un pianeta sempre con energia attiva e diretta: in realtà Marte non è diretto ma è impulsivo, il che significa che segue i dettami dell'impulso (inconscio) al di fuori della volontà e della legge dell'IO e deve, nel tempo, imparare ad essere diretto e ad agire, o meglio, a seguire i dettami della coscienza, conquista questa che può esserci solo solo dopo la sua fase Scorpione-casa ottava; a questo proposito è interessante il viaggio che descrive Alice Bailey nel suo libro "le fatiche di Ercole" che è un viaggio simbolico di tutti gli stadi attraverso cui Marte deve passare per evolversi e mettersi al servizio dell'IO.
Quando supera la fase scorpione/casa ottava Marte può cogliere i bisogni dell'Io e agire direttamente senza più reagire; solo allora non risponde più in modo compulsivo a Plutone come nella prima parte dello zodiaco, ma segue i dettami della coscienza che può vagliare, trattenere e controllare e, infine, padroneggiare gli istinti e le pulsioni e, questo, grazie all'intervento di Mercurio (esaltato in Scorpione).
Da quella fase in poi, se i processi sono avvenuti in modo completo, il Sole è in grado di conoscere e di gestire molto bene quello si muove all'interno (conosce cioè anche le intenzioni sotterranee) e Marte, di conseguenza, agisce in modo conscio preparandosi così ad affrontare la sua esaltazione in casa decima (Capricorno) - fase in cui in combinazione con Saturno ed Urano questa energia diventa una vera e propria forza di propulsione interna in grado di lavorare per un progetto ed una meta precisa. In pratica, è Mercurio a permettere che tra la spinta di Plutone e la reazione di Marte cominci ad esserci uno spazio di "riflessione" che consenta all'IO di discriminare, trattenere e infine agire. In effetti anche la terminologia che usiamo quando parliamo di Marte è indicativa: noi diciamo: "abbiamo reagito a ...."; "siamo stati provocati da ...."...e questo vuoi dire che non siamo "NOI", almeno non quella parte di "NOI" che si intende come " volontà cosciente" ; infatti, se pensiamo di essere provocati vuoi dire che non siamo ancora sufficientemente padroni di quello che si verifica all'interno; vuol dire che qualcuno, dall'esterno, riesce ad attivare comportamenti e reazioni che dovremmo invece attivare noi se e quando lo vogliamo.

Indubbiamente la rabbia è l'emozione marziana in assoluto più complessa, ma ve ne sono anche altre che creano imbarazzo perché sono difficili da padroneggiare, pensiamo alla passione, alla gelosia che agisce al di fuori della razionalità, alla paura che ci paralizza: queste emozioni, quando eruttano, sembrano sfidare prepotentemente e violentemente la nostra volontà obbligandoci a reazioni istintive e, pertanto, non padroneggiate dall'IO.
Marte è un pianeta che simboleggia molto di ciò che è tabù nella nostra società: affermazione, sesso, difesa, rabbia; la stessa aggressività richiede un duro lavoro prima di essere padroneggiata in modo efficace, perché se è vero che c'è un'aggressività normale e come tale sana ed utile rivolta alla difesa personale vi è però anche un'aggressività pericolosa che tende alla sopraffazione degli altri e, a volte, il confine tra le due è molto sottile.
È chiaro che noi tutti siamo portatori di aggressività, indispensabile per salvaguardare la nostra vita e Marte - unitamente a Plutone - è il pianeta più predisposto alla nostra difesa personale e a tutto ciò che concerne la sopravvivenza ma, proprio per questo, è molto collegato al grande regno dell'istinto, perché nella prima parte della nostra vita è proprio la natura istintiva che si fa carico della nostra incolumità e sopravvivenza, almeno fino a che non saremo in grado di gestire la nostra vita con responsabilità e razionalità, attraverso scelte coscienti e programmate.
Marte si è collaudato in migliaia di anni di storia, dallo stadio animale in poi, assicurandoci buone capacità di difesa aiutando e sostenendo Plutone nell'imprescindibile compito di salvaguardia della specie. E' chiaro che, proprio per questi motivi, tutta la prima parte della nostra vita è caratterizzata da una parte istintiva predominante, prepotente e a volte arrogante.
Nella seconda parte - simbolicamente da quando cominciamo ad agire coscientemente la nostra volontà personale e la nostra capacità di scelta - la funzione di Marte si modifica sensibilmente. La stessa struttura dello Zodiaco sembra suggerisce simbolicamente questo cambiamento poiché mentre nella prima parte dello stesso, dalla casa prima alla casa sesta, noi abbiamo come primo pianeta Marte seguito da Venere il che ci informa del fatto che l'istinto è prevalente sulla scelta e sulla razionalità; nella zona sopra l'orizzonte e nelle case dalla settima alla dodicesima ci troviamo di fronte ad un rovesciamento: abbiamo prima Venere e poi Marte, e questo indica che nello Zodiaco è innata la predisposizione a rovesciare queste energie per far sì che, ad un certo punto della nostra storia, l'azione lasci il campo alla scelta e alla strategia, impedendo all'istinto di "reagire" in modo automatico e compulsivo.

Un'altra importante funzione di Marte è quella di essere responsabile di buona parte della nostra salute fisica e psichica e questo lo fa collaborando con il nostro obiettivo finale mettendosi definitivamente al servizio del Sole; nella prima parte della vita, Marte, pur collaborando con il nostro Sole, mantiene però una forte indipendenza per cui, nelle situazioni a grande complessità, quelle in cui noi potremmo essere a rischio, Marte reagisce a schemi istintivi rapidi, efficaci ed infallibili, tesi a difendere l'intero sistema, mentre nella seconda parte della vita può rientrare nei ranghi, smettere di essere un "soldato di ventura" e cominciare a seguire i dettami dell'IO e le modalità che quest'ultimo sceglie di usare.
Ed è così che lo Zodiaco ci informa che ad un certo punto della vita possiamo dirigere la nostra aggtessività e la nostra rabbia, usandola quando ci serve e non a sproposito perché acquisiamo la capacità di agire e non di reagire, di non essere provocati ma di provocare - e per "provocare" si intende la capacità di far accadere le cose; se non si è in grado di far accadere qualcosa, non ci si può neppure sentire forti e potenti. Marte da modo di capire se si può contare o meno su una forza personale, ma se la sua energia non è coordinata dalla coscienza dell'IO e se non si riesce a contenere la parte istintiva, questo produrrà pian piano una frustrazione perché non darà modo di essere sicuri di possedere una forza atta a permettere di padroneggiare ciò che accade.

Indubbiamente Marte ha delle qualità che non sono facili da maneggiare. Un tempo Marte era considerato "malefico". Questa è indubbiamente una visione che non può essere accettata sul piano psicologico poiché nella psiche non vi è nulla di cattivo; quello che abbiamo dentro ci appartiene e, se esiste, ha una sua precisa ragione di essere. Se c'è un eccesso di aggressività incontrollata e Marte viene agito in maniera violenta e distruttiva, significa che a monte qualcosa non è andato per il verso giusto e sarà proprio su questo che bisognerà lavorare perché gli esseri umani sono tutti dotati di capacità di difendersi, ma non è vero che questa debba automaticamente sconfinare in una capacità di offendere o di fare violenza.
Forza e paura sono due sentimenti strettamente connessi che si istaurano nell'infanzia attraverso meccanismi primitivi e semplici, ma molto conflittuali: doversi difendere per sopravvivere e non sentirsi impotenti, ma al tempo stesso aver bisogno dell'approvazione e del sostegno per potersi sentire amati e accettati; voler prendere quello di cui si ha bisogno, sapendo però che si dipende dagli altri per cui non li si può sfidare più di tanto, questi sono temi interni che creano lacerazioni, ambivalenze e conflitti molto grandi.
Simbolicamente, è l'atavico conflitto tra la prima casa e la settima, tra Marte e Venere che sostengono il doppio movimento dell'identità che deve prendere le distanze dagli altri per affermare le proprie differenze ma, conntemporaneamente, deve avvicinarsi agli altri per trovare disponibilità, cure, accettazione e riconoscimento.

Gli studi di Lorenz sull'aggressività portano alla conclusione che l'aggressività nella normalità non è diretta alla distruzione degli altri, ma è diretta alla difesa personale. Quando questa passa dalla difesa personale alla distruzione o alla sopraffazione altrui, allora si è entrati in un altro campo, quello in cui ci sono bisogni di rivendicazione, bisogni di potere per cui siamo già nel grande regno di Plutone.
Agli essere umani fa piacere provocare qualcosa. Se pensiamo di non provocare nulla da nessuna parte, cresciamo in un modo stentato, abbiamo la sensazione di non avere alcun potere e quindi, di non padroneggiare la vita.
È importantissimo per un individuo sentirsi capace di produrre, di far accadere qualcosa nel mondo. Se il raggio di azione personale viene costantemente limitato dall'esterno, ci si sente frenati nella vitalità, nella conquista e questo accende un grande senso depressione. Noi siamo portati istintivamente ad allargare i nostri confini e a rifiutarli se invece ci vengono imposti dall'esterno. Se riusciamo ad ottenere ciò che vogliamo in modo determinato ma non ostile, parleremo di affermazione, se invece dobbiamo aggredire parliamo di sopraffazione.
Per capire se si riesce ad agire nel primo o nel secondo modo dobbiamo prima comprendere la funzione che Marte ha nel definire i confini personali e, successivamente nel difendere questi confini in modo autonomo il che implica una rinuncia alla dipendenza e alla protezione.
I confini sono molto importanti perché stabiliscono lo spazio che definiamo "nostro" e, per questo da proteggere; basta osservare cosa accade quando siamo aggrediti : ci alteriamo, urliamo e tendiamo ad allungare le mani. Questo simboleggia il tentativo di tenere lontano l'altro e questa modalità, da un lato è una difesa, ma dall'altro è un ridefinire, un ribadire il proprio confine. Quando ci arrabbiamo, cerchiamo di spostare il nostro confine, magari riappropriarci di uno spazio che non abbiamo più perché è stato invaso da qualcun altro; in ogni caso, quando siamo in questa situazione urtiamo contro il confine di chi sta dall'altra parte e, l'unico desiderio è quello di ristabilire un confine "sicuro".
È il momento in cui c'è bisogno di delimitare il nostro spazio vitale. La reciproca delimitazione rappresenta un processo dinamico e continuo tra le persone: se c'è flessibilità funziona bene, senza traumi, se invece non c'è flessibilità...si arriva inevitabilmente al conflitto. Nelle famiglie in cui c'è un adolescente, il problema più grande riguarda proprio la ridefinizione e la nuova delimitazione dei confini, perché l'adolescente comincia a smontare uno per uno i confini posti dai genitori; dal vestire, agli orari, a come si mangia, tutto viene messo in discussione. C'è un confine al giorno da muovere e questo sbaraglia tutto l'assetto familiare, che, in questa fase deve "trattare" e ridefinirsi.
Ci accorgiamo di quanto sia importante questo tema solo quando qualcuno viola i nostri confini; molto più difficile è accorgerci quando violiamo e "sconfiniamo" in quelli altrui, per cui, quando questo accade, sono gli altri a segnalarcelo. Ci sono parecchie violazioni quotidiane, persone che si avvicinano troppo, che non rispettano la privacy e fanno irruzione; ci sono confini nelle parole, nei pensieri, nei nostri segreti; ogni area della vita ha dei confini e Marte li governa tutti e cerca di difenderli in ogni modo.
Diventiamo furiosi e distruttivi quando dobbiamo realmente abbattere dei confini ed abbiamo paura; quanto più abbiamo paura tanto più manifestiamo rabbia ed aggressività che servono per tenere a bada gli altri. Urlando forte cerchiamo di fare in modo che gli altri rimangano dentro i loro confini e non intacchino i nostri.
La fiducia nelle nostre capacità ritornerà solo quando avremo stabilito un nuovo confine.
Chi crede in sé e sa di poter provocare qualcosa sa anche dove sono i suoi confini, per cui non ha bisogno di distruggere nulla, se invece prevale la paura di non provocare nulla si diventa furiosi, oppure si mettono confini rigidissimi, che sono una corazza protettiva visibile. La corazza è indubbiamente un confine solido e ben difeso, ma è anche impossibile da spostare, perché, come tutte le cose che difendono finiscono per imprigionare dentro ad un limite.
I confini hanno dunque un ruolo molto importante nell'educazione dei bambini, ma perché si strutturino ci sono fasi in cui si vive un'incessante dinamica che spazia tra la difesa e l'attacco: lo strumento privilegiato in questo periodo di conflitto sarà la RABBIA.

La rabbia
Per comprendere meglio i simboli di Marte dobbiamo affrontare la tematica della rabbia, dei suoi significati e del ruolo che essa ha nella nostra sopravvivenza.
Marte rappresenta la nostra forza attiva di difesa.
La difesa fisica viene attivata dal dolore, dalla frustrazione e dalla paura, emozioni che servono a metterci i allarme e a farci capire che qualcosa sta aggredendo il nostro corpo o la nostra psiche; dolore fisico e dolore psichico, al loro apparire, fanno scattare la rabbia che attiva la voglia di difesa. Significa che per imparare a conoscerci bene, dobbiamo dare molte attenzione alla nostra rabbia anziché odiarla o ignorarla: dobbiamo riconoscerla, accettarla per poi riuscire a decodificare che cosa è che vuole sottoporre alla nostra attenzione e, infine, giungere a offrirle spazi di trasformazione.
Non esiste altra strada poiché il processo di trasformazione della rabbia deve prima passare attraverso la sua accettazione. Occorre poterle dare voce, e ci saranno fasi nella vita in cui la rabbia dovrà uscire, qualunque situazione psicologica si voglia trasformare, prima dovremo affrontare la rabbia che si stipa tra noi e la situazione psicologica in questione.
La rabbia è l'emozione che viaggia più vicino al nostro vero essere. Il Sole è il nostro cuore, e quello che sta più vicino al nostro cuore è Marte, e Marte difende la nostra identità usando la rabbia come mezzo per comunicarci che qualcosa non va. Vuoi dire che ogni volta che sentiamo la rabbia siamo molto vicini a noi stessi e questa emozione sta difendendo qualche cosa che è nostro, profondamente ed intimamente nostro.
Se però viene disattesa questa sua funzione, allora la rabbia diventerà sempre più potente fino a prendere il sopravvento su ogni altro sentimento.
Se il meccanismo funziona bene noi sentiamo la nostra rabbia e sappiamo che è scattata per qualche motivo, sentiamo frustrazione, dolore, perché ci hanno pestato i piedi, ci hanno dato un calcio, ci hanno feriti oppure, ci hanno dato un calcio psichico, o hanno pestato i nostri diritti, la nostra integrità, o hanno bloccato ed impedito di agire la nostra volontà: lì ci arrabbiamo tantissimo.
Ci arrabbiamo quando qualcuno preme contro la nostra volontà, quando ci impediscono di dire o fare quello che vogliamo, quando dobbiamo trattenere o modificare le nostre vere intenzioni e modalità di agire.

Marte è la volontà personale e come tale è in stretta relazione con il nostro volere. Qui urge fare una distinzione, perché spesso il volere è confuso in maniera prepotente con il dovere. Nei processi educativi hanno volutamente invischiato il significato delle due parole: il nostro volere è esattamente quello che vogliamo fare, ed è mosso da un desiderio, da una pulsione, da una spinta interna che cerca una gratificazione. Nella prima parte della vita ci sono grandi pulsioni e il bambino cerca automaticamente di andare verso il soddisfacimento dei suoi desideri. L'educazione ovviamente cerca di imprimere uno stop, cerca di far in modo che il bambino impari a procrastinare e spostare la gratificazione delle pulsioni e entri nel mondo della realtà e della necessità; per questo il dovere riguarda il pianeta SATURNO ed ha a che fare con i nostri compiti, con ciò che la psicologia riconosce nel Super IO.
Man mano che cresciamo abbiamo bisogno di maggior autonomia, maggior libertà di azione, maggiore intraprendenza e vogliamo avere uno spazio più grande dentro il quale muoverci e affermarci: Marte è il pianeta che ci spinge ad andare avanti, a conquistare più spazi per l'IO e, in questo senso può collaborare con Saturno sul piano dello stabilire ogni volta quale è il nuovo "limite personale". Marte, che culmina in decima casa, ha a che fare con l'autonomia, con la forza morale interna che ci permette di stare in piedi con le nostre gambe; ma ha anche a che fare con la difesa della nostra identità, della nostra integrità e, per far questo, deve conoscere lo spazio entro cui può agire.
Questo vuoi dire che il nostro territorio, fisico o psichico, ha un limite "personale" che deve essere difeso da ogni intrusione esterna. Quando ci sentiamo limitati, confinati dentro uno spazio angusto che ci priva dei bisogni profondi, allora sentiamo la rabbia che evidenzia la necessità di conquistare più autonomia, più indipendenza e più libertà, allargando il nostro territorio e difendendolo quando è necessario e quando non vengono rispettati volontà e diritto. Il limite è importante per riconoscere le regole. Nei processi educativi i limiti devono essere chiari, solo così il bambino impara che c'è uno spazio personale ed uno che appartiene ad altri; che esistono delle regole che dovranno valere per lui e per gli altri; così si orienta e capisce fino a dove si può spingere per difendere le sue cose e dove invece non è possibile. Noi impariamo a gestire Marte nella relazione che abbiamo con l'autorità. Vuoi dire che il bambino, non appena comincia ad affermare la sua volontà, impatta con o contro la volontà degli altri. C'è la volontà del bambino, c'è la volontà della mamma, c'è la volontà di tutti quelli che stanno attorno. E' un gioco di volontà, di affermazione e di rispetto di confini. Il bambino impara le regole e i confini proprio dall'esempio che gli altri offrono: se i suoi spazi personali sono rispettati, se i suoi diritti sono rispettati, imparerà a fare altrettanto con gli altri.
Il limite è l'avamposto per imparare la futura disciplina.
Il limite, prima ancora di essere rispetto dei diritti altrui, è una grande sicurezza personale. Questo vuoi dire che impariamo a gestire l'energia e la volontà di Marte proprio nel rapporto tra la gratificazione e la frustrazione. Impariamo ad usare bene la nostra aggressività e a comprendere i nostri limiti se il bilancio frustrazione/gratificazione è sostanzialmente equilibrato.
Se riusciamo ad avere delle gratificazioni - in pratica se riusciamo di tanto in tanto a vincere - allora riusciamo anche a tollerare la frustrazione quando alcune cose non si otterranno. Se questo bilancio non è in pari avremo un rapporto difficilissimo con l'aggressività, perché si oscillerà tra il bisogno e la sensazione di impotenza. Uno dei problemi giganteschi di molte persone è proprio il non saper tollerare la frustrazione; dote fondamentale per centrare una meta. Se si deve realizzare qualche cosa nel futuro, occorre tollerare la frustrazione dell'attesa agendo direttamente ed efficacemente senza vedere il risultato nell'immediato ma sapendo che arriverà nel futuro.
Non solo, tollerare la frustrazione vuoi dire anche tollerare quelle fasi in cui si prova grande rabbia perché il mondo pone dei limiti; si impara a tollerare la rabbia e l'aggressività vedendo come gli altri, in particolare i genitori e gli adulti, hanno tollerato la rabbia del bambino.
Se ci siamo confrontati con un genitore che non sapeva tollerare il nostro urlare e la nostra rabbia, probabilmente neppure noi saremo in grado di tollerare sentimenti simili. Tollerare vuoi dire sostenere, vuoi dire pensare che la rabbia altrui non distruggerà, vuoi dire non reagire, ma pensare prima di agire. Tollerare la frustrazione vuol dire non farsi provocare, vuol dire tenere ciò che è personale sotto controllo e non alla mercé dei bisogni di altri.
Per riuscire a tollerare le provocazioni bisogna saper prima di tutto tollerare i sentimenti ambivalenti interni che sembrano metterci in croce: da bambini, quando un genitore urla o minaccia, nella nostra psiche si scatenano due sentimenti contrastanti: da un lato un sentimento affettivo, perché si è dipendenti dal genitore; dall'altro un sentimento di odio, perché mentre urla lo si considera un tiranno. Questi due sentimenti creano una lacerazione enorme all'IO che non può tollerare che ciò che ama possa anche essere odiato. Ci vuole molto tempo per riuscire a gestire internamente questo senso di frustrazione.
Imparare a tollerare tutto questo dentro di noi, sentire questa grande ambivalenza per cui da un lato si dipende e si ha bisogno mentre dall'altro si vorrebbe urlare e uccidere è molto difficile, soprattutto quando si è piccoli e non vi sono grandi possibilità. A volte però anche da adulti ci si trova in questa situazione e si è presi in una dinamica lacerante quando la persona da cui si dipende per qualche ragione (emotiva, di sicurezza...) é la stessa che fa anche molto arrabbiare perché frustra i nostri desideri. La grande differenza sta nel fatto che da adulti si potrebbe anche agire, mentre il bambino sperimenta tutto questo sotto forma di fantasia.
Queste situazioni vengono vissute quotidianamente: ad esempio quando si discute con un amico e si entra in grosso contrasto perché da un lato gli si vuoi bene e si vuole chiaramente salvare la relazione con questa persona ma, dall'altro, si sente la voglia di insultarlo ferocemente - possibilmente per farlo star zitto. Tollerare è una di quelle imprese in cui moltissimi adulti falliscono, tuttavia, se non siamo diventati capaci di tollerare quello che ci accade dentro, men che meno tollereremo quello che accade fuori.

Per concludere, Mate rappresenta anche la nostra energia e la nostra vitalità; essere scollegati da Marte significa non poter vivere, non riuscire ad affermare le proprie idee, la propria volontà e senza volontà si entra in un territorio di dipendenza e di sudditanza. Marte, insieme a Saturno rappresenta il nostro Sistema Immunitario; è la parte delle truppe di assalto che entrano in funzione non appena qualcosa di "estraneo" entra nel corpo: è addetto a riconoscere il SE' dal NON-SE'; senza un buon collegamento con Marte le nostre difese si attenuano e possiamo andare incontro a tematiche difficili; tipici sono gli aspetti di lesione Marte Mettuno che spesso rappresentano "malattie autoimmuni" in cui la confusione Nettuniana porta Marte ad attaccare organi o tessuti appartenenti al SE' del soggetto.

Non poter esprimere apertamente Marte significa anche andare incontro a problemi di autolesione: Marte è il maggior responsabile di problemi fisici quali piccoli infiammazioni, ulcere, ernie, tutti simboli di qualcosa di interno che vorrebbe esplodere e che viene invece trattenuto.
Nei processi infiammatori è molto parlante il simbolo del contenuto energetico che preme per trovare un canale di espressione; l'infiammazione ci porta a pensare ad un calore interno che, se non viene canalizzato, esplode.
A Marte si legano anche i meccanismi di autofrustrazione che portano a desideri inconsci di punizione: lussazioni, fratture, incidenti quali tagli, piccole lesioni sono dovuti a reazioni incontrollate a cui fa seguito un meccanismo potente di punizione, tipici dei rapporti dinamici tra Marte e Saturno.
Anche la pressione sanguigna è molto soggetta a tematiche marziane: nei soggetti a pressione alta è interessante il rapporto tra il bisogno del "sangue-emozioni" di esprimersi e il contenimento o il restringimento dei dei vasi che frenano e che rallentano.

In ultimo da un punto di vista psicologico Marte può essere la causa primaria dello scatenamento delle dinamiche di depressione: infatti questa patologia - secondo l'interpretazione Junghiana - si lega ad una energia psichica imprigionata che non trova canali per uscire all'esterno e liberarsi. Vi sono però anche teorie che vedono nella depressione una modalità di aggressione-passiva in cui la rabbia viene agita contro di sé allo scopo di produrre un forte impatto sull'ambiente circostante che, in qualche modo, è costretto a sentirsi in colpa per il disagio che vive il depresso.


Stampa questo articolo


Copyright 2002 © Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati | Privacy | Termini e Condizioni
Il tuo oroscopo del giorno
Ariete
Toro
Gemelli
Cancro
Carta Esotel
Leone
Vergine
Bilancia
Scorpione
Sagittario
Capricrono
Acquario
Pesci