La coppia







Lidia Fassio


Per parlare di coppia bisogna prima di tutto partire dal presupposto che quando ci si unisce, bisognerebbe che le persone fossero “due” e non soltanto da un punto di vista fisico, ma soprattutto dal punto di vista psicologico e di identità il che, automaticamente, ci conduce lontano dall’immaginario imperante della complementarietà, ovvero delle “due metà” che si incontrano e che formano “un intero”.
Infatti, da un punto di vista psicologico non vi è nulla di più ingannevole poiché l’unico rapporto che può comprendere questa idea è il rapporto “simbiotico – fusionale” che riguarda esclusivamente la diade “madre –bambino”.

In Astrologia il segno che si lega alla coppia è la Bilancia e la sua casa corrispondente: la settima. La Bilancia è un segno d’aria, posto sulla grande trinità della “comunicazione e della relazione”.
Comunicare è una parola importante che deriva dal latino “communicare” che significa letteralmente “rendere comune”; questo ci lascia comprendere come le due persone debbano avere ognuna “qualcosa” che deve poi essere messo in comune e come questo non abbia nulla a che vedere con l’idea che uno debba impossessarsi di qualcosa che appartiene all’altro (di qualunque cosa si tratti).

Il concetto suesposto è fondamentale poiché per avere una relazione matura ed adulta, occorre che entrambi i soggetti abbiano delle caratteristiche, delle qualità e – perché no – dei difetti, e che siano disposti a “metterli in comune”.
Il segno scelto per rappresentare l’unione (la Bilancia) ha un glifo che rappresenta una bilancia che ha due piatti e che, sembrano cercare per l’eternità un ipotetico ed ideale equilibrio e di parità che, non appena raggiunto, viene rimesso in discussione.
In effetti, la Bilancia solo per piccole frazioni di secondo può vedere i due piatti in equilibrio perfetto però questo è un ideale e, pertanto, distante dalla realtà; è come se fosse qualcosa che noi continuamente cerchiamo ma è qualcosa di difficile da ottenere perché deve essere costruito e richiede cicliche ri-negoziazioni.

La negoziazione si ha nel momento in cui due persone hanno già preso in considerazione l’idea di essere diverse e, proprio per questo, cercano dei punti di possibile condivisione ma, per arrivare a questo traguardo, bisogna imparare a “comunicare” il che significa costruire conoscenza mentre si trasmettono informazioni.
La comunicazione è anche alla base di un altro principio dell’aria: quello dello scambio che può avvenire solo perché si è diversi, pur potendo contare su opportunità paritetiche.
Senza questi ingredienti di base la coppia ha pochissime possibilità di decollare e di resistere ragion per cui, il concetto stesso di relazione, come si intende psicologicamente, parte dal presupposto che deve essere qualcosa in continuo movimento, in continua evoluzione, dove ogni traguardo raggiunto dai due interlocutori rappresenta un punto di arrivo ma anche un nuovo punto di partenza per una nuova negoziazione; tutto questo è dovuto al fatto che i due coniugi sono anch’essi in continuo movimento poiché cambiano anche i bisogni.

Viene così spazzato via un cardine che è fissato nell’immaginario e che rappresenta la coppia perfetta vista come “immutabile”. Molte persone hanno l’idea che la coppia sia qualcosa che deve funzionare in virtù del fatto che si è stati innamorati; altri pensano che le cose debbano “accadere da sole” ed altri ancora sono convinti che l’amore debba resistere a tutte le prove, poiché quando c’è è una volta per tutte.
In pratica pochi pensano che la relazione sia qualcosa che richiede lavoro ed impegno e non tutti sanno che l’amore non è una relazione ma è uno “stato di essere” e che per essere raggiunto occorre lavorare dentro alla relazione e questo presuppone volontà, sforzo e un grandissimo lavoro su di sé che porti successivamente ad accettare l’altro, con i suoi limiti.
Se tutto questo non avviene non rimane che il fallimento e l’implosione della relazione e la caduta dell’amore.

Per capire il difficile viaggio che ognuno di noi fa per costruirsi un’idea interna di coppia non possiamo solamente pensare a ciò che consciamente sembra esserci nella nostra testa perché noi nasciamo all’interno di una relazione (quella dei nostri genitori) ed è impensabile che questa non ci abbia lasciato una certa quantità di imprinting che si sono sedimentati nella nostra psiche e che contamineranno il nostro modo cosciente di vedere la coppia, e, soprattutto, il nostro sistema di orientamento e di scelta.

La casa settima – Bilancia – si trova posta sulla croce dei segni cardinali il che ci vuole ricordare che la relazione può esistere solamente se abbiamo risolto il problema tra l’affermazione dell’Io che si contrappone al bisogno di essere protetti amati e nutriti; e quello di appartenere - dipendere contrapposto a quello di essere autonomi ed indipendenti, impressi nelle dialettiche prima – settima e quarta – decima, dove si incrociano il “sistema verticale” – asse IV – X eredità psicologica familiare e il “sistema orizzontale” – asse I – VII noi in rapporto con i nostri partners.
Questo crocevia è impresso dentro la nostra mente e rappresenta una forma di eredità che ci portiamo appresso esattamente come quella cromosomica.

La relazione che abbiamo visto per 20 anni e forse più non è solamente un modello esterno ma è diventato un modello interno che lavora nella psiche e influisce in modo prepotente nei nostri futuri comportamenti all’interno della coppia attraverso modelli, aspettative e risposte automatiche.
Se io ho – ad esempio - una Luna in casa X che quadra un Urano in VII, significherà che ho un grande bisogno di libertà e di individuazione che emergerà proprio nel momento in cui formerò una coppia; indicherà però anche che lo schema in azione a livello inconscio potrebbe arrivarmi esclusivamente sotto forma di eredità psichica da mia madre che, nella realtà avrà vissuto un ruolo molto tradizionale di madre e moglie pur avendo un potente e magari inconscio bisogno di rapporti liberi, meno soffocanti e, sicuramente un modello di coppia anticonvenzionale che avrà sicuramente rimosso e proiettato sul marito.
Questo “modello” diventerà un punto fondamentale nella mia vita di donna poiché se non risolverò questa dinamica profonda – che ho ereditato da lei e che in un certo senso rappresenta il mio destino familiare – sarò costretta a interpretare pari pari il suo destino, come se questo fosse inevitabile.

In effetti per noi è molto importante scoprire quali sono i modelli in azioni e quali gli imprinting familiari ereditati ma, tutto questo, solo per non esserne schiavi e poter scegliere quale deve essere la nostra via.


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