2 Casa Zodiacale







Daniela Grazioli


Se la prima casa si riferisce alla scoperta di sé, la 2 casa riguarda l’uso di ciò che si è scoperto di essere e perciò di possedere. In modo molto improprio e superficiale si dice che la 2 casa è quella dei beni, del denaro, e di conseguenza della sicurezza.
La cosa è molto più articolata e complessa. Scoprire ciò che si “è”, è in un certo senso scoprire anche ciò che si ha. Il campo d’esperienza a cui si riferisce la 2 casa è appunto l’esperienza del “possedere”, l’esperienza che spinge a dire “è mio”, “mi appartiene” e successivamente il problema di come usare ciò che si possiede per esprimere al meglio ciò che si è. Anche in questo caso abbiamo 3 livelli d’esperienza che sono in relazione ai 3 cicli di sviluppo ed evoluzione del “sé”.
Alla nascita il primo e più importante possesso dell’individuo è il corpo, i cui confini sono tracciati dalle carezze materne, è un “bene” perciò plasmato e nutrito dall’amore; in questo senso l’atteggiamento di accoglimento della madre, più o meno amorevole e protettivo, è fondamentale nello strutturare e valorizzare questo primo possesso dell’individuo e di conseguenza anche la sicurezza e la fiducia di poterci contare e saperne fare buon uso, che poi si estenderà ai successivi e più lontani possessi.
All’inizio il corpo del bambino “chiama” e la madre “risponde”, è più o meno in questo modo che si forma la famosa “fiducia di base”, così importante in seguito nella vita di ogni uomo. In questa primissima fase sono gli istinti ad indicare che uso fare del corpo, poiché nel neonato non c’è ancora consapevolezza del suo possesso. Più avanti, in seguito al processo di separazione-individuazione, il bambino comprende che ci sono alcune cose delle quali può dire “mio” ed altre no. Fa l’esperienza di avere un nome suo, un corpo che può rispondere ai suoi ordini, delle qualità: questi sono i primi e fondamentali possessi che eredita dai genitori.
L’uso e la gestione di questi beni è guidata soprattutto dall’istinto, in questo senso le esperienze di piacere/dispiacere provenienti dai sensi, quali il gusto, la vista, l’olfatto, il tatto, appartengono alla 2 casa, poiché sono molto istintive.
Il 2 livello, o livello sociale, riguarda il possesso e la gestione sia di oggetti, denaro e altri beni materiali, sia di beni non materiali quali il prestigio, il potere e così via.
Anche in questo caso ciò che si possiede è un’eredità del passato, perché in gran parte frutto dei progressi dei secoli precedenti. Come usare, gestire, incrementare o meno tali “beni” sono il problema e l’esperienza fondamentale che la 2 casa ci richiede. Tali possessi infatti possono diventare degli strumenti al servizio del sé individuale, essere usati cioè per consolidare e realizzare più sostanzialmente la propria individualità, oppure l’individuo stesso può diventare strumento dei suoi “beni” e dedicare la propria vita ad accumulare, conservare e difendere ciò che possiede, siano questi beni materiali o immateriali. In questo modo il mezzo diventa il fine, e l’individuo invece di usare i propri beni/mezzi in modo significativo per la realizzazione del suo essere/fine, si identifica con essi e ne diventa uno strumento, poiché la sua vita trova significato solo nel possederli. I possessi invece vanno usati, e con l’uso che ne fa l’individuo comprende e dimostra chi è, a se stesso e al mondo.
Al terzo livello di sviluppo del sé, quello spirituale c’è il superamento di ogni forma di attaccamento, materiale e non materiale, anche alla propria vita, l’ultimo e il più prezioso di tutti i beni, che si dovrebbe dedicare all’evoluzione umana.


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