12 Casa Zodiacale







Daniela Grazioli


Con la 12 si chiude il cerchio delle case, si conclude il ciclo di esperienze che l’individuo deve affrontare per giungere a una compiuta consapevolezza di sé come essere individuale, sociale ed infine, in casa 12, “universale”.
Tuttavia, poiché la sequenza delle case è un cerchio, il punto della fine coincide con il punto d’inizio di un nuovo ciclo di esperienze che, se tutto è andato bene, si svolgerà ad un livello di consapevolezza superiore, oppure riproporrà in forme diverse, ma nella sostanza uguale, i nodi restati irrisolti. E’ implicito perciò nel genere di esperienze di 12 casa, il “fare esperienza” di qualcosa che inevitabilmente termina, ma che al tempo stesso contiene i germi di un altro inizio.
La casa 6, opposta alla prima, è una casa di passaggio, di esperienze “critiche”, crisi che preparano l’io all’esperienza della relazione di casa VII, infatti solo l’apprendimento, che si attua in casa 6, della disciplina e dell’umiltà necessarie a superare tali “crisi” rendono l’io capace di sperimentare e vivere realmente una vera relazione. Le esperienze di casa 6 portano l’individuo a conoscere se stesso nella sua natura più profonda, svanite le appaganti ed espansive sensazioni di casa 5, l’io scopre la sua capacità di resistere, gestire e superare prove che, piccole o grandi che siano, non gli restituiscono mai l’alloro della gloria e del successo, ma lo costringono a un confronto che gli svela il nocciolo duro della sua personalità, e lo lasciano solo e nudo, senza i luccicanti vestiti degli “averi”, degli “amori”, etc. indossati nelle case precedenti, pronto all’incontro con l’altro.
C’è nella 6 casa una sorta di pulizia di tutto ciò che di superfluo e inutile l’io si è portato dietro dalla case precedenti, allo stesso modo in casa 12, che è la sesta dopo il Discendente, c’è la medesima opera di pulizia e smaltimento di tutto ciò che di illusorio, superficiale ed insignificante l’io ha accumulato nelle case sopra l’orizzonte.
Nella X e 11 casa l’individuo ha avuto l’occasione di partecipare, contribuire, essere un membro della comunità, può darsi che abbia accettato passivamente ogni cosa, restando chiuso nel piccolo mondo delle proprie comodità, può darsi che si sia ribellato perché incapace di ritagliarsi un proprio spazio sociale, oppure si può essere completamente identificato con la sua posizione e dominato dai bisogni sociali, abbia soffocato la propria natura.
In ogni caso in casa 12 l’individuo si trova necessariamente a confronto con i suoi successi e fallimenti, di nuovo nudo e solo deve fare i conti con i fantasmi del passato, che neppure la sua posizione e potere sociale (casa X) o la sua fiducia ed impegno per un domani migliore (casa 11), possono mettere in fuga.
Esperienze di assoluta impotenza, di ineluttabilità, esperienze “fatali”, la cui causa completamente oscura sfugge ad ogni indagine, spogliano l’io delle sue vesti sociali, più o meno brillanti, perché di nuovo nudo e spoglio si prepari al successivo inizio.
Si riparte, ma con qualcosa di più o di meno, dipende dall’uso che l’individuo ha fatto della somma delle sue esperienze, di cui deve render conto in casa 12. Nel primo caso i cerchi delle case formeranno una spirale in cui il centro è sempre lo stesso, mentre la circonferenza diventa via via più ampia, riflesso di una maggiore consapevolezza del significato del proprio esistere in quel luogo e in quel tempo; nel secondo caso verrà data in forma diversa un’altra opportunità.
Il compito che le esperienze di casa 12 pongono all’individuo è quello di concludere in modo significativo il processo avviato in casa 1, gli sforzi, le lotte, i successi e i fallimenti, sparsi come i pezzi di un puzzle lungo il percorso del ciclo si devono comporre in unico significativo disegno. E’ probabile che non tutti i pezzi del puzzle vadano a posto, quasi sempre resta qualcosa di non fatto, di lasciato in sospeso, in questo caso l’insegnamento che si deve assimilare mediante le prove di casa 12 è imparare a lasciarsi alle spalle il non finito, l’incompiuto, e concludere bene sulla base di ciò che è stato fatto. “Conclusione” che ci portiamo dietro ad ogni inizio, poiché non si riparte mai da zero, ma nelle promesse del nuovo ciclo c’è l’essenza del vecchio.


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