In quale Dea ti riconosci?







Lidia Fassio


La psicologia femminile è estremamente complessa ed è fatta di stadi attraverso cui ogni donna deve inevitabilmente passare per sviluppare parti di sé, che immettono in fasi successive in cui vi è maggior consapevolezza e maggior conoscenza delle qualità che appartengono al femminile: affettività, contenimento, emotività e relazione, nonché di quelle che deve sviluppare per diventare un essere completo: individualità, indipendenza e capacità di perseguire obiettivi personali.
Spesso però le donne sottovalutano il fatto che la residua cultura patriarcale in cui viviamo è andata favorendo solo alcune di queste qualità, negandone e rifiutandone altre che sono per loro altrettanto importanti. Spesso, nel cercare di adeguarsi ai ruoli che la società richiedeva, le donne hanno finito per denigrare la loro natura più intima e profonda.
Nell'Olimpo greco esistevano sei Dee che rappresentavano sei diverse componenti psicologiche femminili, tutte derivate dalla frammentazione di un'unica Dea, la potente e minacciosa Grande Madre, che aveva dominato incontrastata tutto il culto della fase matriarcale durata oltre duemila anni e che, aveva da poco lasciato il passo alla nascente cultura patriarcale greca fatta di Dei e di eroi maschili, in cui si cercava di esorcizzare la paura che il nome stesso della Grande Madre suscitava. La conoscenza dei simboli che queste sei Dee incarnano, consente alla donna moderna di comprendere meglio quali sono le sue attitudini interne e di sentirsi perfettamente normale anche se privilegia alcune caratteristiche, che magari non sono così ben accettate nella cultura in cui vive.
Vi consigliamo quindi di leggere attentamente la descrizione del mito di ognuna delle sei Dee. Scegliete quella nella quale vi riconoscete o che maggiormente vi rappresenta, oppure che vi più è "simpatica". Di seguito troverete una descrizione del tipo di donna che è collegata a questo mito e che quindi rappresenta - almeno in gran parte - il vostro carattere.

Per ognuna di esse abbiamo inserito anche una corrispondenza astrologica, che ogni donna potrà riscontrare nella posizione della sua Luna nel Tema natale.

LE DEE VERGINI...

Nell'antica Grecia, le Dee si dividevano in due categorie: quelle Vergini e quelle Vulnerate. Il termine "Vergine" nella cultura greca, aveva un significato molto diverso da quello che gli viene attribuito oggi; Vergine significa non contaminata, pura, non manipolata e non intaccata e, con questo aggettivo, veniva indicata una categoria di donne (dette anche Etarie), che sceglievano di appartenere solo a se stesse e di non lasciarsi contaminare dal rapporto con la società, con gli uomini o con i figli. Difficilmente si sposavano pur avendo rapporti, poiché pensavano che la loro trasformazione non dovesse passare attraverso un'altra persona: erano donne indipendenti che perseguivano con costanza e determinazione gli obiettivi e le mete che si erano prefissate senza scendere a compromessi. Queste donne privilegiavano quindi la parte più razionale della loro natura e meno quella sentimentale.

...E QUELLE VULNERATE

II termine "Vulnerata" sta invece ad indicare quelle donne che vivevano ruoli più tradizionali, anche molto più accettati nella cultura greca, che diventavano mogli e madri ed erano portate a far dipendere il loro benessere dai legami affettivi, poiché erano meno indipendenti ed autonome sotto il profilo psicologico.
Il loro equilibrio dipendeva essenzialmente da fattori esterni a loro piuttosto che da quelli intemi. Rappresentano pulsioni e desideri presenti, nella maggioranza dei casi, nelle donne più giovani: sono quindi riferite a stadi che le donne vivono nella prima parte della vita, allorché la spinta biologica (associata alla Luna) è molto più prepotente, anche perché tende a soddisfare uno dei più grandi bisogni lunari che è quello della sopravvivenza della specie. Le Dee olimpiche erano spesso in contrasto tra di loro e questo si può naturalmente ricondurre ai vari aspetti conflittuali interni che ogni donna si trova a vivere.
Astrologicamente parlando ciò avviene allorché la loro Luna natale segnali combinazioni con pianeti dalla natura molto differente. Ad esempio: una donna che abbia una Luna congiunta a Giove, quadrata a Nettuno e trigono a Urano si sentirà costretta in un rapporto molto esclusivo che possa soddisfare il suo bisogno di fondersi (Nettuno), con la sua natura materna (Giove), però avrà delle forti spinte di ribellione poiché ci sarà sempre una parte di lei che propenderà verso una libertà psicologica che prescinde da qualsiasi legame (Urano).
Parlando in termini di Dee è come se all'interno fossero attive in lei sia Persefone, sia Demetra che Artemide e ognuna fosse in contrasto con le altre due per avere la superiorità. Questo spiega anche perché possiate ritrovare parte di voi stesse in una Dea e parte in un'altra. E' il grande gioco della vita e dei suoi mutamenti che anche gli antichi greci conoscevano bene.
Ma ora vi lasciamo alla descrizione mitologica delle sei Dee, prima di leggere i profili di donne relative. Buon divertimento.

DEMETRA

il suo mito è strettamente legato a quello di sua figlia Persefone. Demetra è la Dea della natura e delle messi, signora di tutti i raccolti. La storia di Demetra inizia proprio dal rapimento di sua figlia Persefone, nata dal suo matrimonio con Zeus. Persefone viene rapita dal fratello della madre (Ade), signore del Regno dei Morti, con il consenso di Zeus. Esiodo racconta della bellissima Demetra in preda alla follia per nove giorni e nove notti alla ricerca disperata della figlia. Saputo del rapimento, Demetra provò un dolore immenso e si sentì terribilmente oltraggiata come donna e come madre e decise di rifugiarsi in un tempio a Eleusi e di rimanere in assoluta passività fino a quando non le fosse stata restituita la figlia. Poco a poco tutto intorno divenne desolazione e morte; ovunque vi furono carestie poiché niente poteva pm nascere e crescere senza l'opera di Demetra. Solo allora Zeus ordinò a Ermes dì riconsegnare Persecene alla madre. Quando Demetra riabbracciò la figlia restitui la fertilità alla Terra.

ERA

E' la bellissima moglie di Zeus, signora del Matrimonio. Lei è incarnata nel ruolo di moglie. Il mito ci parla di questa Dea alla quale Zeus concesse una luna di miele di oltre trecento anni, alla fine della quale lui tornò alle sue consuete infedeltà, che scatenavano l'ira funesta di Era, che ogni volta si scagliava contro l'altra" o contro i "figli dell'altra". Era fu umiliata tante volte dal marito e i miti la ricordano proprio per le sue collere inarrestabili e vendicative. Di tutte le Dee dell'Olimpo è quella che mostra le più grandi esasperazioni ed emana una forza di potente intensità nella gioia e di cieca distruttività nel dolore. La differenza tra Era e le altre due Dee sta nel fatto che questa reagisce alle umiliazioni con l'attività anziché con la passività.

PERSEFONE

II suo mito inizia quando lei giovinetta, mentre stava raccogliendo fiori in un prato, viene rapita dal terribile ed invisibile Ade che la portò nel Regno dei Morti per farne la sua sposa. Persefone rappresenta il mito della trasformazione attraverso il rapporto con un uomo. Lei viene usata, prima come una fanciulla innocente, quasi adolescente, ignara di tutto, soprattutto ignara di sé, della sua sessualità e di quanto vuole dalla vita; poi la si vede invece profondamente trasformata quando assume la funzione di Regina degli Inferi. Infatti, nel periodo che trascorse con Ade, prima di ricongiungersi con la madre, Persefone aveva mangiato i semi di melograno (simbolo delia sessualità e delia trasformazione) e per questo Zeus decretò che ella non poteva più restare solo nel regno dei vivi, ma doveva trascorrere un terzo del suo tempo ("quattro mesi all'anno) in quello di Ade. Persefone in pratica non scelse nulla, ma con la sua passività lasciò che tutto accadesse.

ARTEMIDE

Era una Dea lunare che veniva presentata come simbolo della Luna crescente (i Greci dividevano la Luna in tre Dee. Ecate era il lato oscuro e quindi la Luna Nuova, densa di mistero e di magia, Demetra, la Luna piena con il suo simbolo di fertilità, Artemide, la Luna crescente con tutte le promesse future ed aveva il suo regno sulla Terra). Era anche la Dea della caccia, dei luoghi e degli animali selvatici e proteggeva le donne durante i dolori del parto. Artemide era un'arciera, famosissima per la sua infallibilità nel colpire un bersaglio; viveva nei boschi insieme alle ninfe ed era nota per aver spesso soccorso le donne in difficoltà. Non venne mai toccata dal bisogno di avere un uomo o di averne l'approvazione: esiste per sé ed è interamente separata da lui e rappresenta la solidarietà al femminile, la capacità di prefiggersi delle mete e di riuscire a portarle a termine.

ATENA

Era la Dea della saggezza e dei mestieri, votata al celibato, protettrice degli Eroi. Veniva rappresentata sempre con elmo e corazza che simboleggiano appunto le sue capacità di guerriera e di stratega. Il mito racconta che Atena era nata dalla testa di Zeus già adulta. A differenza di Artemide è molto conservatrice e non si schiera mai dalla parte delle donne e non ha alcuna considerazione per i deboli o gli oppressi. La corazza è uno dei tratti simbolici più interessanti della Dea: rappresenta infatti le sue difese intellettuali che la proteggono da tutti i sentimenti e da tutte le emozioni. Non lascia che nulla la tocchi o la penetri ed è proprio questo che la rende così lucida in ogni situazione.

ESTIA

L'ultima delle tre Dee Vergini ed anche la meno conosciuta, poiché non è mai stata rappresentata (di lei non esistono disegni o statue) sebbene fosse presente in ogni casa e in ogni tempio. Estia era la Dea del focolare e del tempio e simboleggia un tipo di saggezza che si acquisisce solo nella seconda parte della vita. Non abitò mai sull'Olimpo, non si lasciò mai coinvolgere nelle guerre e in nessuno degli scandali che regolarmente investivano le altre Dee, poiché rifiutava qualsiasi competizione per questioni di potere, di ambizinone o di prestigio. Era tenuta in grande considerazione da Zeus il quale, in cambio del regalo di nozze, le aveva concesso il privilegio di rappresentare il Fuoco Sacro in ogni casa, in ogni tempio e in ogni città della Grecia.

LE RISPOSTE

DEMETRA

Incarna il simbolo di Madre, l'istinto materno che si realizza nella gravidanza e nell'accudimento dei figli, colei che nutre, che da sostegno e che vive essenzialmente per questo. Le donne ohe hanno questo tipo di pulsione sacrificano qualunque cosa per i loro figli (questo è simboleggiato dal rifiuto di fecondare la terra) e quindi sacrificano spesso la loro indipendenza e la loro vita.
Queste donne sono terribilmente possessive e avvolgenti e possono, proprio come Demetra, diventare depresse qualora i loro figli, ormai cresciuti, pensino di abbandonare il nido. Devono riuscire a mettere in luce la loro possessività per evitare di diventare fagocitanti, poiché, avendo rinunciato alla loro vita, creano delle dipendenze affettive che impediranno ai figli di intraprendere la strada della loro autonomia. Le donne che si riconoscono in questa Dea hanno molto probabilmente una Luna in Toro, oppure una Luna in Casa seconda in aspetto con Giove che le spìnge in direzione della maternità come unico scopo della vita. Sono sicuramente ottime in questo ruoLo, forse le migliori dello Zodiaco, però devono sviluppare anche la capacità di diventare madri di se stesse, onde evitare di investire tutto sui loro figli, soffrendo poi di depressioni quando il loro nido sarà vuoto.

ERA

La donna che incarna Era ha come desiderio primario quello di diventare una moglie, poiché si sente del tutto incompleta senza un uomo accanto, però, questo tipo di donna non si accontenta di un uomo qualsiasi, poiché desidera al tempo stesso il prestigio, l'onorabilità e il rispetto che il marito e il matrimonio le possono portare. Lei non vuole vivere con un compagno, vuole un riconoscimento ufficiale del suo stato sociale ed è felice solo quando lo raggiunge. E' ambiziosa e dopo il matrimonio spingerà il marito affinchè questo si realizzi e diventi sempre più importante ed affermato. Anche il potere le interessa, seppure di riflesso. Non ama né artisti né sognatori, vuole un uomo di successo poiché la sua mira è quella di elevarsi socialmente e di frequentare ambienti e persone giuste.
Una caratteristica di queste donne è la chiara ostilità che mostrano verso le altre donne che vengono viste tutte indistintamente come "potenziali rivali". Sono estremamente gelose e tendono a svalutare le altre di fronte al marito. Qualora qualcosa non vada esattamente come loro pensavano si scatena la vendetta e la crudeltà e questa si dirige proprio sulle altre poiché, essendo dipendenti emotivamente ed economicamente dal marito, sono costrette a scaricare indirettamente la loro collera e il loro biasimo. Questa donna è spesso ben rappresentata dalla Luna Scorpione e dalla Luna in casa ottava o in aspetto dinamico con Plutone. Per giungere a scatenare questa violenza cieca e distruttiva occorre però anche un aspetto con Marte. Queste donne hanno bisogno di riconquistare fiducia nelle loro possibilità e devono quindi cercare una realizzazione personale e trovare soddisfazione in qualcosa di creativo, altrimenti tutta l'energia che possiedono si trasformerà in distruttività verso se stesse e verso gli altri. Devono inoltre imparare a sublimare la rabbia anziché alimentarla fino a farla diventare incontrollabile.

PERSEFONE

Questo mito rappresenta la donna giovane che non conosce né i suoi desideri né le sue forze. E' una figura passiva che lascia che gli altri attorno a lei decidano ogni cosa, senza mai opporsi e senza veramente rendersi conto di quanto le sta accadendo. Chi vi si identifica diventa moglie, magari madre, spinta da impulsi inconsci, comportandosi da perfetta spettatrice della vita. Non si conosce, non sì analizza e tende ad aderire all'immagine che gli altri hanno di lei. E' una donna profondamente adattabile perché fluttua, incarnando giorno dopo giorno il ruolo che viene loro richiesto: cercando di fare
qualsiasi cosa ci si aspetta da loro. Hanno una natura molto femminile, ma incarnano il simbolo della donna-bambina, facilmente plasmabile poiché prive di una vera volontà. Questi atteggiamenti spesso sono ben visibili nella Luna Cancro o Pesci e nelle combinazioni Luna/Venere che accentuano i lati di passività e una certa debolezza di carattere mista ad una pigrizia e al desiderio fanciullesco che siano gli altri ad assumersi ogni responsabilità e a prendersi cura di loro. Per giungere alla maturazione queste donne devono riuscire a trasformarsi, così come fece Persefone sviluppando la capacità di diventare attive e di decidere cosa fare.

ARTEMIDE

Costante nel perseguire un ideale, spesso marcatamente individualista anche se preferisce far parte di un gruppo; è quasi il ritratto della femminista anni Sessanta. Qualunque tipo di rapporto instauri deve essere assolutamente paritario e deve lasciar spazio al suo senso di indipendenza e al perseguimento dei suoi interessi. Le donne che si riconoscono in Artemide possono avere una Luna in Sagittario o in Aquario, oppure una Luna in aspetto con Urano e/o Mercurio. Questo tipo di Luna spinge all'individualismo e all'indipendenza e al confronto paritario con chicchesia. Il lato oscuro di questa Dea sta nel fatto che manca di una reale capacità emotiva e affettiva e preferisce i rapporti amichevoli ai legami duraturi. Se una donna ha questi bisogni e non ha modo di soddisfarli può sviluppare delle nevrosi e mostrare un lato di spietatezza verso coloro che le sono vicini.

ATENA

La donna che si riconosce in questa Dea è una donna che vuole realizzarsi in una carriera lavorativa e che non disdegna il potere: è molto efficiente, non ha pietà per nessuno e non concede nulla ai sentimenti. Spesso ha lottato molto duramente per farsi spazio e quando arriva non è pronta a dividere nulla con nessuno. Ha una mente logica ed ha imparato, spesso a sue spese, a non trascurare nulla e a non cedere ai pietismi. Rappresenta quindi la parte razionale della donna che pensa e sa come mantenere il sangue freddo in ogni situazione, mettendo a punto strategie vincenti. E' una donna perfettamente inserita nel sistema patriarcale in quanto si sente esattamente come un uomo in tutti i sensi. Atena odia i deboli e le donne che vi si identificano odiano più di ogni altra cosa la debolezza e la passività femminile, per questo si scagliano frequentemente e con disprezzo contro queste qualità. La loro facilmente è una Luna Capricorno o Vergine (mai in Casa sesta) e in aspetto con Saturno (oppure in Casa decima). Questi segni e questo pianeta mettono in evidenza la razionalità, il bisogno di controllo e l'efficienza, però esasperano il distacco emotivo e l'Incapacità di gestire i propri sentimenti. Il grosso problema sta nel recuperare la loro parte infantile (Atena nasce adulta e non ha madre) e nel ricontattare la loro natura femminile. Queste donne devono imparare a contenere, a giocare e a lasciar fluire i loro sentimenti senza pretendere di filtrare tutto con la testa. Devono imparare a perdere, perché solo cosi diventeranno umane.

ESTIA

Le qualità di questa donna non sono appariscenti, ma incarna la possibilità di essere oompletamente concentrata su se stessa, alla ricerca della propria natura più intima. E' una donna fuori da ogni competizione per il potere e può apparire distaccata e assente. Estia rappresentava il Fuoco, ma non aveva immagine e questo può essere il simbolo di una mancanza di maschera: la donna che vive questo aspetto della psiche può avere una Luna in Casa dodicesima o in aspetto con Nettuno che la porta ad apparire anonima proprio perché non ha alcuna velleità competitiva a livello sociale. Si tratta però di una donna che ha raggiunto una buona comprensione di sé e che si sente completa e gratificata senza alcun bisogno di lasciare un'impronta nel mondo ed è per questo che le persone abituate a valutare gli altri solo dall'immagine possono ignorarla o sottovalutarla. La donna che si identifica in Estia deve imparare a prendersi più cura di sé e ad emanare calore. Deve quindi farsi una maschera protettiva perché solo così potrà avventurarsi all'esterno e avere delle vere relazioni senza dover mantenere un ruolo d'isolamento.


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