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Terra
a cura di Daniela Grazioli
ARTICOLO DI ASTROLOGIA IN LINEA
 
Ogni notte Urano, il cielo, scendeva su Gea, la terra, l’amava e la fecondava. Cielo e terra uniti, nel mito delle origini, generano titani, giganti, esseri mostruosi che Urano, il cielo limpido e trasparente, lucente di stelle la notte e splendente di sole il giorno, rifiuta per la loro bruttezza; e così Gea, la madre-terra, dopo averli partoriti li doveva nascondere nel buio del suo grembo, nel Tartaro oscuro, dove li nutriva e proteggeva. Qui, al sicuro, i titani diventavano sempre più numerosi e pesanti. In seguito, il peso del suo ventre sempre più insopportabile e l’amore per i figli, belli o brutti che fossero, spinge Gea a chiedere il loro aiuto, e Saturno, il più giovane, cresciuto come i fratelli nel silenzio e nell’oscurità del grembo materno, accoglie il suo invito, e nella notte evira il padre Urano, separando per sempre il cielo dalla terra. Questa premessa perché i miti ci parlano e la “terra” insieme al “cielo” abita i miti e le cosmogonie d’ogni tempo e paese, ascoltiamola.
In questo mito delle origini Urano, il cielo, è il freddo e siderale regno delle forme perfette, il sole e le stelle, rotonde e lucenti sfere perfette sono i suoi abitanti, il cielo non tollera disarmonie, i titani e i giganti con il loro aspetto mostruoso, avviliscono e umiliano il suo potere creativo e fecondante. Gea, la terra, ama Urano, il cielo, ma soprattutto ama i suoi figli, che nasconde, nutre, protegge e non abbandona, anzi li ama a tal punto che arma la mano di uno di loro contro il padre. Nel seguito del racconto, delle lacrime e della disperazione di Gea per la sua irreversibile separazione da Urano, non si fa parola, forse non ci sono state lacrime, perché la terra ama, prima di tutto, i suoi figli.

Infatti è Demetra, l’altro grande simbolo della terra, che piange disperata per la scomparsa dell’adorata figlia Persefone rapita da Plutone per farne la sua sposa. Non c’è rimedio al dolore di Demetra, niente importa che Persefone unendosi a Plutone, il re del mondo sotterraneo, sia diventata lei stessa regina, Demetra, versate tutte le sue lacrime, inaridita, disseccata e spaccata dalla sofferenza, non produce più alcun frutto, né filo d’erba, e abbandona l’umanità intera a un destino di miseria e carestia. Solo la restituzione di Persefone alla madre nei mesi estivi e primaverili farà gioiosamente rifiorire la terra, che però torna desolatamente arida e fredda quando, nei mesi autunnali e invernali, Persefone lasciata la madre, ritorna dal suo sposo.

La terra produce fiori, frutti, alberi, che con sollecitudine nutre e guarda crescere: tutti crescono liberi all’aria aperta e alla luce del sole, ma sono suoi: profonde e resistenti radici affondano dentro di lei, e trattengono, impediscono ai suoi figli di andare lontano. La terra è possessiva e possessivi nei confronti di ciò che hanno e di chi amano sono i segni di terra. In cambio la terra c’è, non è come l’aria che non si lascia prendere, il fuoco che brucia e non si può stringere, l’acqua che scivola via, la terra sicuramente c’è, si tocca, si prende e non scappa, sta ferma, è presente, concreta, ha odori, colori, spessori, superfici ruvide o lisce, che si possono toccare, vedere, sentire, odorare… E i tre segni di terra Toro, Vergine e Capricorno, come la terra, sono sicuri, affidabili, concreti, presenti e sensuali, amano i profumi, le carezze, i sapori… La terra è attenta ai bisogni e al ritmo di crescita di ognuno dei suoi figli che, con infinita e costante pazienza, tutti nutre e protegge, secondo il ritmo e il bisogno di ciascuno. Nel deserto i suoi fiori hanno il colore della sabbia e bisogno di pochissimo, sulla roccia sono argentei come la pietra e difficili da raggiungere, nascosti e mimetizzati, confusi con quanto li circonda, possono crescere sicuri e protetti.
I segni di terra conoscono il ritmo e i tempi della natura, il tempo che occorre per nascere e maturare, i bisogni del corpo, la cura, la pazienza e la fatica che la crescita e lo sviluppo di ogni lavoro o impresa comporta. I segni di terra sanno che ogni cosa va seminata in un buon terreno, curata con amore, attenzione e pazienza ogni giorno che Dio manda in terra, senza interruzioni, con metodo, disciplina e sacrificio, solo così potrà crescere sana, robusta e vigorosa.
Definitivamente divisa dal cielo, difficilmente la terra alza lo sguardo più in alto delle cime dei suoi alberi, ogni mese dell’anno ha i suoi compiti, non c’è spazio per impossibili e fantasiosi voli pindarici, quando è il tempo del raccolto si deve raccogliere, quando è il tempo della semina si deve seminare; la terra non ammette salti e improvvisazioni, non ci sono i lampi e i tuoni del cielo che fanno tanto rumore per nulla, la terra ogni disordine lo paga: può costarle la vita di un figlio. Allo stesso modo i segni di terra detestano i cambiamenti, gli imprevisti e la casualità della vita che introduce il caos nel tranquillo e sicuro scorrere del tempo, non c’è complessità del mondo materiale che i segni di terra non affrontino con coraggio, basta che si possa vedere, toccare, sentire… non fa forse la stessa cosa, la terra quando riesce nell’impossibile e incredibile impresa di far sbocciare un fiore nella sabbia del deserto o nella pietra della roccia?