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IL CONTENIMENTO EMOTIVO

a cura di Lidia Fassio
 

Si sente spesso parlare di “contenimento” ma, psicologicamente parlando, forse è bene approfondire questo argomento in modo da comprendere al meglio la sua specificità.

Alla parola “contenere” il dizionario Zingarelli dice: “accogliere, racchiudere, comprendere all’interno” ed è proprio da queste parole che possiamo iniziare.
In effetti in psicologia si intende proprio accogliere, sostenere e contenere le emozioni del bambino in modo che possa sentirsi rassicurato e, al tempo stesso, possa imparare a sua volta a contenerle senza sentirsi fagocitato da esse.

La parola “contenimento” è stata utilizzata da Margaret Mahler (psichiatra, psicologa e psicanalista viennese, collaboratrice di Anna Freud) per indicare tutto quell’insieme di cure e di attenzioni che una madre offre al suo bambino a partire dalla nascita fino alla fine della prima fase evolutiva (3 – 4 anni).

Il bambino che si inserisce nel mondo dopo la lunga fase uterina ha bisogno di stimoli sensoriali che, per essere efficaci e costruttivi, devono avvenire in un contesto relazionale (diade madre bambino) che sia in grado di essere percepito e di avviare un rapporto emotivo che darà significato alle esperienze. Il bambino  ha un fortissimo bisogno di affetti e questi – positivi o negativi che siano – coinvolgono le persone da cui dipende per la sopravvivenza, ovvero le persone che si prendono cura di lui.
Attraverso il cibo (seno o biberon) il bambino impara ad esistere, a percepire amore, tenerezza, benessere e sazietà che giungono a lui attraverso una madre amorevole e piena di cure, mentre, se c’è trascuratezza o incuria imparerà a percepire assenza, inadeguatezza, fame, frustrazione e paura.

Così, giorno dopo giorno i bambini registrano sulla propria pelle numerose sensazioni che si trasformano e vengono convogliate in emozioni; sensazioni puramente fisiche quali caldo, freddo, morbido o ruvido verranno trasformate in reazioni emotive che daranno senso a ciò che accade al corpo.
Tutto nel bambino passa prima attraverso le sensazioni e le emozioni: solo successivamente potrà avvalersi di pensieri e concetti astratti.

Ogni percezione sensoriale si inserisce in una sorta di codice duale che viene memorizzata come “buona, piacevole e dunque da accogliere – oppure cattiva, spiacevole e quindi, da rifiutare”; ogni singola cosa viene registrata come gratificante e confortevole o come frustrante e fastidiosa; sarà proprio questo codice a consentire al bambino di procedere più avanti nella vita ad un “controllo incrociato” delle sue memorie   archiviate come positive o negative.

Senza dubbio le memorie vengono registrate in modo incrociato e così, la sensazione di gratificazione che deriva dalla poppata sarà affiancata dall’emozione percepita e corrispondente “gioia, gratificazione”. Sarà proprio attraverso questo primo collegamento“sensazione-emozione” che la ragione e la logica affonderanno le loro radici per dare, successivamente, un senso a tutte le esperienze.
Le emozioni hanno tonalità variabili e si intrecciano indissolubilmente con la parte cognitiva della nostra psiche ed è proprio da questo magico incontro che deriva la soggettività pressochè unica di ogni essere umano.

Da alcuni anni si è molto parlato dell’importanza delle emozioni nell’equilibrio psichico di un individuo fino a ritenerla primaria: un tempo invece esse erano considerate disturbanti e, senza dubbio inferiori, rispetto alla parte cognitiva: sarà invece proprio dalla sintonizzazione affettiva che nascerà il contenimento che consentirà l’instaurarsi della funzione dell’attaccamento, importantissima per la stabilizzazione affettiva ed emotiva e, più avanti, per la scelta del partner.
Senza dubbio uno schema di attaccamento sicuro stimolerà il bambino a cercare sempre un contatto con il suo mondo interiore e sarà proprio questo che alimenterà il desiderio di conquistare tutti gli spazi anche quelli più angusti ed oscuri della personalità.
Se invece, l’attaccamento sarà insicuro, rifiutante, ambivalente o invischiante il rapporto con le emozioni risulterà complesso e questo creerà problemi nella regolazione dell’umore e della tonalità affettiva da adulti.

Tutto questo meccanismo non potrebbe nascere senza l’instaurarsi di un clima di intimità tra il bambino e la figura di contenimento; è dalla capacità di quest’ultima di decifrare i segnali affettivi che giungono dal figlio che nascerà la capacità di riconoscere le emozioni, di contenerle e di capirne il significato, imparando a viverle come un mondo profondo che tende ad informarci dell’esistenza di un mondo più sottile di quello percepito dalla realtà dei cinque sensi.

Proprio dal contatto continuo con la madre e dalla capacità di soddisfare i bisogni della sua creatura inizia il percorso vero di conoscenza delle emozioni e degli stati d’animo che da esse derivano; la mamma che comprende le necessità del figlio lo aiuta ad entrare nel delicato processo di elaborazione dei sentimenti che accompagnerà e darà senso all’intera vita.

Senza l’inserimento del bambino in una realtà umana e sociale tutto questo non sarebbe possibile: infatti, dopo la nascita il bambino ha bisogno di interagire con l’ambiente e con altri esseri umani ed è da questo che prende vita la capacità di comprendere ed utilizzare le risorse del mondo interno ed esterno per adattarsi sempre meglio e modularsi sulla base delle esigenze.

La capacità di contenimento da parte della madre è fondamentale perché insegna al bambino sia la funzione delle emozioni sia la possibilità di contenerle utilizzandole senza tuttavia “sentirsi in balia di esse” ma riconoscendo la loro ricchezza sapendole gestire.
La madre che prova empatia (capacità di percepire ciò che sente l’altro) è in grado di rispondere in modo  congruente alle sensazioni del bambino per cui quest’ultimo collegherà in modo preciso sensazioni fisiche a stati d’animo imparando a sua volta a leggere i sentimenti e le emozioni altrui.

L’empatia è dunque fondamentale per l’evoluzione psichica di ognuno di noi ed è importantissima nelle primissime fasi della vita perché è proprio da essa che si formano l’attaccamento, il senso di sé e il senso di appartenenza, tutti simboli ritrovabili nella casa II ed assolutamente necessari a formare la “base sicura”.
Il primo nucleo di sicurezza nasce dal rapporto madre figlio che permette al bambino di capire i suoi stati interiori e di dare un senso al suo mondo ricevendo nel contempo sostegno e amore.
Se la mamma riesce a capire e contenere ciò che passa nel mondo emotivo del bambino, allora lui saprà capire un giorno i suoi stati d’animo e diventerà capace di esprimerli e di rendere ricco e fantastico il mondo in cui vive.
Senza contenimento il mondo può sembrare triste ed angusto perché si instaura un senso di aridità in quanto costringe la mente ad attestarsi unicamente sulla realtà.
E’ perciò fondamentale che vi sia questa dimensione emotiva in modo che il bambino possa addentrarsi nelle profondità dell’anima che saprà così informarlo di ciò che accade per poi comunicarlo all’esterno. 

Tutti noi sappiamo che la Luna è legata alla figura di contenimento, al femminile ma anche al modello emozionale che abbiamo introiettato: solo la dimensione empatica può permettere ad un individuo di andare al di là delle apparenze e di entrare in contatto con le emozioni e i sentimenti altrui.

In effetti le emozioni non vengono quasi mai comunicate con le parole ma sono piuttosto espresse attraverso la gestualità, l’espressione del viso, i gesti, la voce e la postura.
Essere empatici significa cogliere le espressioni e le colorazioni delle emozioni, significa “sentire” e “rispondere” in modo adeguato a ciò che l’altro comunica.

Sappiamo quanto può essere toccante un sorriso o un semplice sguardo di un innamorato, ma sappiamo anche cogliere sfumature quali la paura, la rabbia o l’espressione di altre emozioni.

La sfera emotiva appartiene alla parte più antica della nostra psiche: nasce dal sistema limbico, il nostro secondo cervello dopo quello rettiliano legato agli istinti; pur essendo la parte più sensibile ed intensa della nostra natura, può dare filo da torcere in quanto, in particolari occasioni, può essere difficile da contenere soprattutto quando rilascia improvvisamente emozioni potenti in grado di destabilizzare il mondo della ragione, non permettendo più l’equilibrio tra ragione e sentimento.

La capacità di contenere è legata al modo in cui prima la madre e poi il padre gestiscono loro stessi il mondo emotivo. Se ad esempio un genitore non è in grado di contenere e canalizzare bene la sua rabbia, non riuscirà mai ad insegnare al figlio a fare questa delicata operazione.

Se ci troviamo di fronte a rapporti dinamici Luna Marte o Sole Marte possiamo essere certi che le difficoltà su questo fronte ci saranno e il bambino avrà spesso la sensazione di essere sopraffatto dalla sua rabbia senza che possa arginarla. In entrambi i casi infatti, il bambino si è spesso trovato dentro alla spigolosa situazione che il genitore non riuscisse a trattenere certe manifestazioni e ne fosse preda.

Quando ad esempio la Luna si trova legata a Plutone può essere difficile trattenere emozioni e pulsioni distruttive perché, anche in questo caso, le stesse hanno spesso scavalcato le intenzioni coscienti della madre così come un giorno, scavalcheranno quelle del figlio.

Se invece la Luna è legata a Nettuno possiamo avere una “iperemotività” che rende la vita scomoda in quanto, in situazioni di particolare stress, può disarmare completamente la parte razionale creando stati di ansia particolarmente perniciosi. Anche in questo caso la figura di contenimento non è stata in grado di mettere confini precisi tra sé e il bambino e questo ha permesso che l’ansia permeasse il mondo psichico del bambino rendendolo insicuro.

In questi casi sarà necessario  apprendere una modalità più consona per riconoscere, stabilizzare e gestire le emozioni in modo non distruttivo in quanto esse rappresentano l’energia psichica fondamentale per la nostra vita; sono il carburante necessario a vivere, ad agire e a comportarci in un modo preciso e non è possibile portarle appresso come un qualcosa di scomodo da inibire o reprimere.

Sono proprio le emozioni e gli affetti che permettono di rendere ricca la vita, facendo palpitare il nostro cuore e sollecitandolo a rispondere in modo adeguato a ciò che si “sente”, ragion per cui non possono essere relegate nei meandri dell’inconscio perché, nel caso, si ribelleranno ed usciranno nel modo più disturbante possibile.

Senza dubbio molta della capacità di contenimento in astrologia dovrà essere assegnata al pianeta X che, attualmente è ancora poco conosciuto, ammesso che Eris (l’ultimo pianeta scoperto) sia in realtà il simbolo della creatività e del potere femminile che l’umanità attende da tempo.




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