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VENERE IN SCORPIONE PORTA LUCE TRA SATURNO E PLUTONE

a cura di Sandra Zagatti
 

L’8 settembre Venere entra in Scorpione, dove formerà un lungo anello di sosta: la fase di retrogradazione inizierà il 9 ottobre, sui 13°, e porterà il pianeta a rientrare in Bilancia dal 9 al 30 novembre, dopo di che riprenderà il suo passaggio in Scorpione fino al 7 gennaio. A parte il momentaneo ritorno in Bilancia, resterà quindi in Scorpione per un tempo almeno quattro volte più lungo di un suo transito medio. 
Quando i pianeti veloci rallentano, acquisiscono necessariamente una dignità astrologica maggiore perché in un certo senso reclamano attenzione sulle simbologie del pianeta transitante e del segno transitato. E questo transito sembra caratterizzarsi per la sua particolarità non soltanto per la durata in sé, ma per il ruolo che Venere assume all’interno delle complesse e pesanti configurazioni  del periodo.

Mi spiego. La Croce a T dell’estate si è sciolta, con il ritorno di Urano in Pesci; anche Giove lo seguirà, proprio contemporaneamente all’ingresso di Venere in Scorpione. Nel cielo si ripropone dunque come protagonista la quadratura tra Saturno e Plutone, e la particolarità di cui accennavo è che Plutone è nel segno di Saturno, Saturno nel segno di Venere, e Venere nel segno di Plutone: una sorta di ricezione indiretta, che l’astrologia classica definisce mirabilmente come “traslazione di luce”, laddove Venere agisce da tramite tra Saturno e Plutone, favorendo così una comunicazione altrimenti difficile, se non impossibile, tra due pianeti in quadratura. In pratica, accade qualcosa di simile a una “mediazione diplomatica”, quando tra due avversari interviene un terzo personaggio che ascolta le richieste di entrambi, comprende le rispettive motivazioni e tenta di trovare una soluzione comune, di favorire un dialogo, di individuare una direzione che li avvicini tra tante che li allontanano… Insomma porta “luce”, cioè una visione diversa della realtà, costruttiva ed evolutiva, dove fino a quel momento c’erano tenebre e quindi cecità, stasi distruttiva.

Non è un dettaglio secondario che sia proprio Venere a rivestire questo ruolo. In un momento  così confuso e critico, mentre le relazioni sociali e gli stessi rapporti sentimentali mostrano il proprio fallimento a tanti livelli, degenerando nella violenza e scontrandosi con tante contraddizioni culturali, o strettamente psicologiche laddove individuali, Venere sembra volersi riaffermare come simbolico “principio di relazione”, e lo fa proprio dal segno della trasformazione. Come se ci chiedesse di riscoprire le risorse e le capacità affettive interiori e ci offrisse l'opportunità – non semplice né, forse, indolore – di guarire l'anima del mondo ricordandoci che la cura è sempre nascosta nella malattia. E la malattia del nostro mondo attuale è sintetizzabile con il termine “separazione”. Che si traduce e si esprime nell'incapacità di rimanere radicati su valori antichi e contemporaneamente di rinnovarli e rinnovarci, sperimentando così solitudine, alienazione, senso di abbandono e di incomunicabilità non soltanto a livello di relazioni istituzionali, nella politica, nella religione, nei costumi, nella convivenza tra razze e culture diverse, ma nella stessa patria, nella famiglia, nella coppia.

La funzione di Venere, nell'individuo e nella società, è di primaria importanza, proprio perché strutturando il senso di identità e di valore personale permette di rapportarsi agli altri in modo paritario, rispettoso delle differenze ed anzi bisognoso del confronto quanto della condivisone. Non ha nulla in comune con la Luna, che cerca fusione emotiva e tende ad instaurare rapporti “gerarchici”, cioè fondati sul bisogno e sulla dipendenza: Venere, che non a caso ha il proprio domicilio primario in un segno d'Aria, esprime la propria simbologia e il proprio significato nella maturità di rapporti costruttivi e liberi, in quanto scelti da individui consapevoli del proprio valore, dei propri diritti, ma anche dei propri limiti e doveri, quindi sulla base di una “attrazione” necessariamente biunivoca, fatta di scambio, confronto, arricchimento reciproco. La funzione di Venere è anche razionale, e di conseguenza relazionale; ma indubbiamente non emotiva. Direi anzi che tanti problemi, nelle esperienze d'amore, nascono proprio dalla confusione tra emozioni e sentimenti...
Relazionarsi, confrontarsi, condividere ciò che unisce e collaborare grazie a ciò che distingue (ma non per questo separa) sono tutte dinamiche venusiane, che richiedono il superamento delle fissazioni narcisistiche nella comprensione di occupare un posto importante nel mondo... ma non tutto il posto! Perché oltre a noi ci sono gli altri, altrettanto unici e speciali, e degni di amore. Il senso di identità e dignità personale non può dunque rinforzarsi e realizzarsi se non mediante il senso di partecipazione affettiva e sociale (cosa sostanzialmente diversa dal senso di appartenenza lunare): il che significa che, per Venere, esistere in quanto individui ha un senso solo in relazione agli altri individui. Non “tutti” in modo indistinto e fusionale, ma “ognuno” sul piano intellettuale e morale, che diventa “qualcuno” sul piano sentimentale. Non a caso il segno della Bilancia, appunto domicilio primario di Venere, segue quello della Vergine che è il segno della discriminazione e selezione razionale e funzionale..
Questo almeno in teoria. Perché in pratica, purtroppo, Venere viene raramente integrata e vissuta nella sua essenza di equilibrata e costruttiva “reciprocità” ma, come dicevo, assai più spesso confusa con la Luna (fusione o dipendenza) o persino con Marte, suo opposto-complementare (passione o predominio). Anche per questo, forse proprio per questo, il suo lungo passaggio in Scorpione appare così importante, perché nel segno della ri-generazione Venere tenterà di integrare le valenze Saturno-Plutone, interpretandole a modo suo e quindi trasformandole, emancipandole dall’inerzia involutiva che ne ha preso possesso e creando un risultato maggiore e migliore della semplice “somma” dei transiti separati.
Non sarà facile, certo; proprio perché Venere avverte, in questo periodo, il passaggio di Saturno nel proprio domicilio e la quadratura di Plutone, che ne stanno manifestando le espressioni peggiori.

Da parte sua, Saturno porta sempre dei limiti, e se questi possono essere il naturale e giusto prezzo da pagare per una relazione davvero paritaria (in cui i partner interagiscono, necessariamente mediando tra le rispettive esigenze e peculiarità), è purtroppo altrettanto possibile che tali limiti gravino semplicemente su uno dei due partner, o addirittura su entrambi, frustrando l’energia vitale dell’amore con i freni del senso del dovere o di colpa, dalla paura del rifiuto o della delusione, dalla percezione di inadeguatezza che blocca sul nascere il desiderio di felicità, pensando di non meritarla. L’amore potrebbe far crescere, potrebbe costruire, mantenere e rinforzare con Saturno, invece spesso muore per mancanza di volontà, per incapacità di crederci, per mero pessimismo che vorrebbe prevenire la sofferenza ed invece ne fa un’alternativa inevitabile al piacere (Venere). E’ così che Saturno inserisce distanza e freddezza dove dovrebbe esserci complicità e desiderio…
E Plutone non è certo meno distruttivo, quando si esprime in modo involuto. Con Venere ha un rapporto di attrazione-repulsione, in quanto sono simbolicamente opposti (come Venere e Marte tra Bilancia e Ariete) sull’asse tra seconda e ottava casa, dove la seconda rappresenta le sicurezze, gli attaccamenti, le risorse materiali e affettive a cui possiamo attingere, mentre l’ottava rappresenta il senso di precarietà, di impermanenza, i distacchi e le perdite, ricordandoci che le uniche risorse stabili sono quelle interiori… Plutone porta spesso nelle relazioni valenze contorte legate al potere, alla manipolazione, al tradimento, alla non-trasparenza: anche con Plutone è difficile un vero rapporto “paritario” perché di solito uno dei due partner è dominante, e l’altro tende a sperimentare impotenza e passività, oppure a tentare di adattarsi abiurando alla propria autenticità nel timore di essere lasciato. Eppure, la grande opportunità degli amori plutoniani è quella di “entrare dentro” la relazione, vivendola in modo davvero profondo, passionale, emozionale: ma per farlo è necessario, prima, entrare dentro a sé stessi e quindi conoscersi nell’intimo, scoprire le proprie ricchezze nascoste e non solo le proprie fragilità, per utilizzare quelle e superare queste in un processo di trasformazione quasi iniziatico, una sorta di catarsi in cui anche le dinamiche di potere, i rancori, le menzogne, il dolore e tutti gli aspetti oscuri di Plutone, vengono sublimati in una rigenerante presa di coscienza.

Transitando nel segno di Plutone e governando il segno in cui transita Saturno, nei prossimi mesi Venere può dunque diventare la chiave per accedere al lato luminoso di questi due impegnativi pianeti. Lato luminoso fortemente legato all’autonomia e all’autostima, laddove Saturno chiede all’individuo di imparare a stare “sulle proprie gambe” prima di entrare in relazione e proprio per poterlo fare, per poter interagire in modo maturo, responsabile e consapevole; mentre Plutone chiede di conoscersi davvero, di prendere coscienza delle proprie ombre, ferite, rimozioni, così da non aver più timore di ciò che il sentimento può smuovere anche a livello psichico, lasciandosi andare senza rischi di perdizione o dipendenza emotiva perché sempre “centrati”.
Venere agisce come uno specchio, per favorire un processo raffinato e complesso che in psicologia viene chiamato proiezione. Il suo funzionamento è solo apparentemente semplice e lo conosciamo tutti, almeno nei suoi meccanismi iniziali. Dapprima c’è la sensazione-ilusione di aver trovato all’esterno di noi qualcuno di simile, oppure diverso ma meravigliosamente compatibile, comunque la risposta perfetta ad ogni nostro interrogativo, bisogno, desiderio. Questa dinamica è fondamentale per instaurare un rapporto mediante l’attrazione, ma il rischio è di confondere la persona che abbiamo davanti, e che sinceramente crediamo di amare, con ciò che di noi stessi appunto proiettiamo su di lei e che quindi non conosciamo affatto in ciò che è veramente. La successiva fase, di “caduta delle proiezioni”, è altrettanto cruciale ma può essere anche fatale per il rapporto: “tu non sei più lo stesso”, “mi hai deluso”, “non ti riconosco”, sono frasi purtroppo comuni e che ben descrivono il momento critico in cui, assieme allo specchio, si infrange anche l’incantesimo… Ma è proprio in questa fase che l’innamoramento può diventare amore e quindi vera relazione: passando dall’illusione alla realtà (Saturno) e ritirando le proiezioni in modo da differenziare ciò che appartiene al partner e ciò che appartiene a noi e che semplicemente vedevamo in lui con gli occhi del desiderio (Venere) e che così possiamo finalmente integrare, completandoci individualmente e portando ricchezza e verità (Plutone) nella relazione stessa. Rispettivamente e reciprocamente.

Un processo non facile, come dicevo, ma nemmeno impossibile per una Venere in Scorpione; nonché indubbiamente salutare e sempre più necessario in questi tempi di crisi di valori. Ognuno di noi, grazie a questo passaggio planetario, può imparare qualcosa. E tutti dovremmo forse imparare una cosa fondamentale. Cioè non aver paura dell’amore: che non è un evento gratuito ma un processo di costruzione che richiede un progetto comune sulla base di risorse individuali, e la capacità-volontà di mettersi in gioco, rischiando non solo di fallire o soffrire, ma persino di essere un po’ più felici.




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