ASTROLOGIA IN LINEA
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QUANDO GLI ALTRI HANNO QUALCOSA IN PIÙ

a cura di Lidia Fassio
 

La vita ci porta in continuazione a misurarci con gli altri; la competizione è un lato fondamentale della vita anche se, quando è esagerata, ne subiamo anche i limiti in quanto può diventare distruttiva anziché costruttiva.
In ogni caso, gli esseri umani sono strutturati per confrontarsi con gli altri e, in questo modo possono rendersi conto delle loro difficoltà, capacità, nonché di ciò che, invece, devono migliorare per crescere.
Non a caso, astrologicamente parlando, la casa VI e il segno della Vergine hanno proprio questo compito: metterci in continuazione di fronte ai nostri limiti in modo tale da vederli e mettere in atto strategie per superarli e, così’ migliorare imparando ad affrontare le difficoltà e le parti che sono rimaste insicure e fragili ma che sono in attesa di evoluzione.
Fin da quando si è piccoli, si apprende attraverso l’imitazione per cui è importante avere di fronte degli specchi; Mercurio signore sia dei Gemelli che della Vergine è il bisogno di conoscere e, ci sottopone in continuazione a nuovi stimoli che, ovviamente, ci servono per acquisire sempre nuove informazioni e verificare nel contempo dove stanno le lacune e le cose che non sappiamo e che dobbiamo acquisire o raffinare.

Il segno della Vergine però è molto diverso dai Gemelli per finalità, mito e progetto ed anche il pianeta Mercurio si esprime in modo diverso nel sesto segno assoggettandosi più alle esigenze di definire, approfondire e perfezionare piuttosto che quelle di scambiare informazioni.
Chi ha forti valori Vergine ha quindi la necessità di riuscire a definirsi di volta in volta confrontandosi con ciò che ha di fronte; se consideriamo poi le difficoltà che il segno ha nell’esprimersi in modo spontaneo ed immediato per via della scarsa fiducia in sé stesso, allora possiamo comprendere come a volte sia importante per i nativi riuscire a confrontarsi con i suoi interlocutori cercando così di definire il proprio ruolo, le proprie capacità e la posizione personale rispetto a quella altrui.

La Vergine è attenta a tutto ciò che si muove attorno però è anche sempre interessata a capire se gli altri sanno qualcosa in più o se gli altri hanno qualcosa in più; in pratica i nativi scrutano il mondo circostante e cercano di vedere se sono più bravi, meno bravi, più capaci o meno capaci delle persone che frequentano e con cui lavorano. Fanno continue graduatorie e, in questo modo sono chiamati a vedere i loro limiti e a migliorarli; tutto questo è  estremamente positivo in quanto crea stimoli per crescere, raffinare le proprie capacità e qualità e mettersi alla prova per testarsi.

Se però il soggetto è eccessivamente insicuro e non ha un buon senso di autostima e di valore personale allora il paragonarsi agli altri può anche assumere colorazioni meno nobili e, soprattutto, meno positive in quanto viene utilizzato per sminuire sé stessi, finendo per alimentare sensi di inferiorità e di inadeguatezza.
Non è infrequente infatti sentire persone che in realtà fanno quest’operazione con un sottofondo di negatività e finiscono per guardare agli altri come a persone più fortunate di loro e a provare invidia nei loro confronti come se fossero rei di aver avuto di più dalla vita e dal mondo. Una sorta di gap in cui il soggetto è sempre perdente e, come tale, costretto ad avvertire fallimento e limite.

L’invidia non è in sé un male in quanto è per noi un pungolo: nel momento in cui noi vediamo in un’altra persona una qualità che ci piacerebbe molto e che, di conseguenza, ammiriamo sarà proprio il lato luminoso dell’invidia ad aiutarci a comprendere che, siccome la desideriamo dobbiamo trovare gli strumenti per  acquisirla. L’invidia nasce quindi sempre come “emulazione” di qualcosa che un’altra persona possiede e che si vorrebbe.
In effetti, si invidiano sempre persone che hanno qualità o situazioni che riteniamo importanti e sicuramente migliori delle nostre: nessuno si sogna di invidiare difetti oppure condizioni inferiori a quelle in cui ci troviamo.

Proprio per questo possiamo dire che, da quando l’uomo ha iniziato a desiderare di migliorarsi ha sempre guardato oltre il suo steccato e si è mosso per  acquisire ciò che non aveva; non è facile capire se è nato prima l’uovo o la gallina nel senso che non sappiamo se l’uomo ha cominciato a volere sempre di più perché ha avuto la possibilità di vedere attorno a sé situazioni migliori, oppure se è stata la spinta interna individuale a spingere ad avere di più e, di conseguenza a far partire anche il desiderio di emulare coloro che sembravano avere più possibilità di altri. In ogni caso non è importante stabilire quale delle due cose ha avuto il sopravvento ma ciò che è fondamentale capire è che l’uomo non si è mai accontentato ed ha sempre desiderato di più e quindi voluto di più,  ha cercato di sapere di più e di vivere meglio sentendosi così migliore di prima.

Tutto ciò è estremamente positivo e nobile e, se siamo arrivati a tutto ciò che padroneggiamo oggi, lo dobbiamo sicuramente alla nostra psiche che mai e poi mai si è accontentata e che, salvo alcune eccezioni, non ha mai fatto tesoro del  motto “chi si accontenta gode”. L’uomo è mosso costantemente da una inquietudine interna che lo spinge a crescere e a guardare oltre in modo da aprirsi nuovi orizzonti; per l’uomo “l’erba del vicino è sempre più verde” ed è così che è sempre stato un pellegrino alla ricerca di raggiungere qualcosa che prima ha visto con i suoi occhi e desiderato con la sua mente.

I problemi iniziano però quando si crea una lacerazione tra il desiderio e le possibilità che si ritengono reali: in effetti, la voglia di migliorare è legata a Giove che ha sempre l’occhio dilatato e che non vuole stare dentro ai limiti imposti dalla realtà per cui spazia per cogliere qualcosa di più e di meglio per poi partire alla conquista mentre, a Mercurio si lega piuttosto il senso del limite imposto dal mondo della materia e della realtà; Mercurio, soprattutto quando  nel tema natale è accompagnato da valori Vergine e/o casa VI può giungere alla conclusione che ciò che desidera non è conquistabile e, pertanto, costringe l’Io ad incassare una frustrazione fortissima a cui si affiancano senso di fallimento e di ingiustizia.

E’ così che l’invidia, quel sentimento che prima ci aveva fatto vedere e sperare di avere la possibilità di raggiungere un traguardo nuovo, si contorce e si corrode caricandosi di frustrazioni negative che obbligheranno a vedere  solo  il limite e a pensare che non ci saranno le possibilità di trasformazione e di superamento dello stesso: in pratica si trasforma in un vero e proprio fallimento.

Questo accade però quando il senso di inferiorità e di inadeguatezza è sedimentato all’interno al punto da impedire alla persona di accedere a quella parte di sé che ha voglia di rimettersi in gioco per apprendere ciò che c’è di nuovo e migliorare la propria situazione.

Se ci troviamo in una condizione in cui ci sembra che gli altri abbiano sempre di più e facciano sempre meglio di noi e,  soprattutto, se ci troviamo troppo sovente risentiti con la perniciosa sensazione di essere meno fortunati e di avere avuto meno dal destino, allora è il caso di correre ai ripari evitando di lasciar cronicizzare questa insinuante modalità di pensiero che non potrà che portare a degenerazioni fino a sperimentare l’invidia nella sua modalità meno nobile, quella che fa male agli altri ma, soprattutto, a sé stessi perché, più di ogni altra cosa, limita e blocca la crescita interiore.

L’invidia ha il compito di portarci a sviluppare in noi stessi proprio quello che ammiriamo negli altri e, quindi, nel momento in cui facciamo paragoni e ci sentiamo di avere meno degli altri, vuol dire che siamo toccati dal “Dio del miglioramento” e dobbiamo onorarlo non certo ritirandoci a pensare che non ce la faremo mai e che gli altri avranno sempre più chances di noi ma bensì  cercando di scoprire i segreti del loro successo e delle loro capacità in modo da cogliere l’occasione per imparare una nuova arte e superare le nostre insicurezze.

I punti in cui siamo più vulnerabili e fallibili non possono essere solo considerati una spina nel fianco ma, come ogni ferita, devono servire da pungolo, da stimolo per affrontare e superare le carenze in modo che, proprio da essi, possano partire nuove ed autentiche possibilità.

L’invidia negativa è un sentimento triste che spinge a denigrare e a sminuire gli altri ma è sempre conseguente al fatto che lo stesso trattamento è già stato riservato a noi stessi; è importante dunque non cedere a questa tentazione e ancor di meno all’idea che non ci siano possibilità e che nel paragone dobbiamo necessariamente essere perdenti per cui non ci resta altro che il fallimento. Tutte le difficoltà sono test e, quindi, laddove vediamo la nostra inferiorità si apre contemporaneamente una grande porta che chiede solo che troviamo il coraggio di avventurarci apprendendo ciò che ci darà gli strumenti necessari per superare il limite.

Quando vediamo persone che ci sembrano vincenti non possiamo limitarci a guardarle superficialmente giacchè, quasi sicuramente sono diventate tali perché non si sono mai arrese, hanno creduto in sé stesse e per questo sono arrivate a risultati importanti e concreti.
 
Ognuno ha la sua storia e non vi è storia fatta solo di positività o solo di negatività: l’astrologia ci dice che tutti hanno delle possibilità indipendentemente da come sono state le vicissitudini della prima parte della vita. Ogni giorno ci capita di vedere persone che si sono “fatte dal nulla” e, questo ci dice che la forza interna, la fiducia e la capacità di non arrendersi sono state le compagne della vita, i veri talenti; l’astrologia ci insegna anche a credere nella ciclicità e nel fatto che ognuno di noi riceverà la “chiamata” ma non dovrà mancarla;  come a dire che dipenderà soprattutto da noi rispondere e metterci sulla strada e desiderare di esprimere il nostro potenziale.




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