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CONTROLLO E BLOCCO

a cura di Lidia Fassio
 

Il compito dell’educazione è quello di aiutarci a crescere, orientarci nella vita, sviluppare le nostre capacità e peculiarità ma, soprattutto, di farci imparare a riconoscere, controllare e gestire pulsioni ed emozioni in modo da poter vivere in un contesto “sociale” rispettando le norme che regolano la convivenza e la cooperazione.
Senza dubbio, proprio la casa sesta e il segno della Vergine hanno un occhio di riguardo rispetto a questo problema e, pertanto, tendono a disciplinare e ad organizzare cose e persone in modo che possano “funzionare insieme” pur vivendo situazioni, capacità e potenzialità diverse tra loro, trovando però una  modalità che permetta un vivere comune e un fare ciò che serve al mantenimento e alla crescita del sistema senza enormi difficoltà.
In fondo, questa tematica l’hanno incontrata ed affrontata  tutte le comunità di persone, a partire dalle prime tribù della preistoria e della storia, fino ad arrivare alle società complesse del giorno d’oggi.

Dalle vecchie società matriarcali, passando attraverso la sofistica civiltà greca riconoscibile nella filosofia degli eroi, fino alla civiltà ebraica e alla filosofia giudaico cristiana si è andati via via organizzando la vita sociale con codici di comportamento, leggi e ordinanze che hanno dato sempre più importanza alla ragione, alla logica, al “logos”, all’etica e alla forma con autorità che stabilivano  regole più o meno valide a migliorare la vita sia individualmente che socialmente. Ideali, principi e valori universali erano i grandi ispiratori che illuminavano i legislatori che, a loro volta, chiedevano agli individui di riconoscerli e di interpretarli nella vita di tutti i giorni.
Alcune deroghe alle regole erano previste in tempi, luoghi e modi particolari ma, fuori da questi spazi, ogni trasgressione, se scoperta, veniva punita.

Restare dentro alle regole è sempre stato considerato doveroso al fine di creare delle strutture sociali organizzate che permettessero tranquillità, lavoro e crescita a partire dalla famiglia fino ad arrivare alle comunità e alle città: in pratica, il senso e il bene comune dovevano e devono essere rispettati.

Sicuramente la filosofia giudaico cristiana ha operato molto in profondità sul mondo occidentale e sui suoi individui dedicando particolare attenzione al senso della morale imposto dalla religione che, a tale scopo ha introdotto il concetto di  peccato (che altro non era che la rottura dell’unità tra l’uomo e la divinità); nel tempo, quello che era rappresentato dall’autorità patriarcale e che influiva sulla psiche collettiva, ha permesso alla psiche individuale di dar vita a quell’istanza che più di duemila anni dopo la psicanalisi ha chiamato “Super IO”. Si tratta di una costruzione specifica della filosofia patriarcale che si è incarnata in ognuno di noi – dando vita ad una vera e propria forma psichica -  che ha la sua origine nell’immagine del potente e temuto Jahvè che consegna le “tavole della legge” a Mosè – primo patriarca – il quale, a sua volta, le passerà agli altri patriarchi che, nel tempo, le consegnano ai capi tribù e, infine, ai padri.
Senza dubbio questo primigenio atto simbolico ha preso vita dal bisogno di poter avere un maggior controllo sulle popolazioni utilizzando strumenti che potessero lavorare sul “senso di colpa e del peccato ” a cui tutti sono sensibili.
Iniziarono così ad essere ipervalutati il controllo, la ragione e il timor di Dio e della sua legge che arrivava ovunque per schiacciare e comprimere il lato istintivo ed emotivo (visti come femminili e quindi disorganizzanti dell’ordine e della disciplina), in grado di perturbare i corpi e le menti ma, soprattutto, di disturbare l’ordine sociale e pubblico.

Possiamo ipotizzare che, alcuni de grandi conflitti con cui ancora oggi ci dibattiamo, nascono proprio da quella fase della storia dell’umanità, primo tra tutti quello che vede di fronte il grande bisogno di libertà e di espressione (tipicamente umani) che si scontrano con il bisogno di essere riconosciuti ed inseriti in un contesto sociale il che comportava l’obbedienza ai patriarchi e ai capi, il rispetto delle regole e l’aderenza a canoni considerati “normali e comuni a tutti”.
Per cercare di risolvere la lotta interna l’uomo ha sviluppato il “controllo” che, inizialmente appariva più un “blocco” che veniva posto sugli  istinti in modo da non incorrere in gravissime punizioni. La paura era dunque il deterrente primario, quello che ha permesso a tutti i capi di imporre la disciplina e l’obbedienza.
La paura faceva scattare il bisogno di controllo e questo ha avuto una grande funzione nello sviluppo delle società.

Il termine “controllo” è complesso e viene quasi sempre interpretato nella sua connotazione negativa e privativa, qualcosa che è finalizzato a congelare l’immediatezza e l’esuberanza; tuttavia, il controllo ha anche un lato molto positivo che ognuno di noi ha bisogno di sviluppare perché porta alla padronanza di sé e alla possibilità dell’Io di riuscire a mettere ordine nella psiche organizzando tutte le istanze fino a dirigerle verso gli obiettivi che ritiene più efficaci ed in linea con il progetto del sé.

Senza dubbio il controllo è necessario e ce ne rendiamo conto soprattutto quando sperimentiamo sulla nostra pelle il mancato controllo degli altri, quando veniamo invasi psicologicamente, emotivamente o fisicamente e vorremmo che ognuno avesse invece imparato a  restare dentro ai propri confini evitando irruzioni pericolose e disturbanti per gli altri.

Più che di controllo dovremmo però parlare di autocontrollo, qualcosa che impariamo ad utilizzare fin da piccoli proprio a partire dalla fine della fase edipica,  in cui ci viene richiesto di passare dallo stadio di immediatezza (con  il suo bisogno di soddisfare subito ogni pulsione e bisogno) alla capacità di attendere e di spostare la gratificazione nel tempo, cosa che richiede di  trattenere, controllare o bloccare un impulso e che, a grandi linee, determina il passaggio ad una fase psichica più matura indispensabile per diventare un giorno adulti.

Di certo sappiamo che possiamo fare questo a livello individuale poiché non abbiamo il controllo sul mondo, sulle calamità naturali o su ciò che accade agli altri; sappiamo però che è fondamentale controllare la nostra vita in modo da aprirci alla possibilità di fare scelte precise e di onorarle.

Il controllo non è però la meta finale della vita anche se è un primo, importantissimo passo; l’obiettivo sarà la “padronanza di noi stessi”, ovvero la capacità dell’Io di riconoscere e gestire tutte le istanze psichiche.

Per arrivare a questo obiettivo dobbiamo percorrere tre stadi:

1. Il primo consiste nell’introiezione delle regole che servono a stabilire cosa si può e si deve fare e cosa non si può e non si deve fare; questo è il primo passo per la costruzione del Super Io – simboleggiato da Saturno -  che, però, è ancora totalmente esterno in quanto fornito dalle figure di autorità che incontriamo in famiglia e nella società. Queste figure operano attraverso un sistema di premio-punizione. (Astrologicamente possiamo vedere questo passaggio nella fase di casa VI  che corrisponde all’educazione primaria del bambino che – attraverso la famiglia e la scuola – apprende cosa è considerato  buono per sé e per la società attraverso il sistema del premio e, per contro, impara cosa è negativo quando viene punito). In questa fase mancano ancora la capacità di valutazione e di scelta (che si conquisteranno in età e fasi successive) per cui  il Super Io non è “maturo” ed è ancora sottomesso totalmente al giudizio e alla valutazione esterni per soddisfare i quali blocca le pulsioni impedendo certe azioni e certi comportamenti per paura delle eventuali punizioni ma, agisce allorchè è certo di non essere scoperto e quindi di non pagare.

2. Il secondo passo consente la conquista della consapevolezza di ciò che è giusto o sbagliato senza però aver ancora acquisito appieno la possibilità di farsi carico delle proprie azioni in quanto manca ancora il senso di responsabilità che si ottiene solo con la strutturazione del pensiero ipotetico deduttivo. In questo caso il super Io è sviluppato a metà e, il senso di autorità è in parte interno ma manca ancora la possibilità di appoggiarsi ad una vera morale personale e ad una capacità di giudizio che consentirà di darsi delle “regole personali”, sottoscrivendole e rispettandole.

3. Il terzo step riguarda invece l’età matura in cui ogni individuo dovrebbe aver rielaborato i valori ed i principi ricevuti dalle autorità con cui è venuto a contatto abbandonando ciò in cui non si può riconoscere,   stabilendo ciò che trova giusto fino ad  adottare un sistema di ideali e di valori assolutamente personali. In questo caso le cose si fanno o non si fanno perché “personalmente” si ritengono giuste o sbagliate in modo del tutto indipendente dalla valutazione morale collettiva.

Quando questo sistema è strutturato bene non vi sarà mai blocco né inibizione ma bensì decisioni e scelte valutate di cui si vorrà essere responsabili; a quel punto possiamo considerarci “adulti a pieno titolo”, in grado di valutare e di giudicare ciò che è buono da ciò che è cattivo sostenendo opinioni e principi anche laddove non collimano con quelli collettivi ma, soprattutto, rispondendo delle nostre azioni sempre e comunque.
Solo quando il Super Io ci ha condotti a questo stadio possiamo considerarci “padroni di noi stessi e della nostra vita, in grado anche di avere un ruolo nella società in quanto responsabili); questo è quanto desiderano Saturno e la casa X.

Quando invece si è fermi al primo o al secondo di questi passaggi manchiamo ancora di capacità importanti per cui non possiamo sentirci liberi e, questo significa che dobbiamo ancora utilizzare ipercontrollo e, spesso, anche il blocco delle nostre emozioni e pulsioni, perché le temiamo, non siamo sicuri di riuscire a contenerle e a dar loro una direzione che sia rispettosa dei nostri valori e, in queste condizioni, il Super Io si trova in seria difficoltà finendo per reprimere ed inibire ciò che sente pericoloso e che non sa gestire, bloccandolo fino ad impedirne l’accesso alla coscienza.
 
In questo caso il controllo diventa assolutamente negativo poiché diventa blocco che limita totalmente la libertà individuale; il soggetto non ha praticamente valori e principi personali ma aderisce perfettamente ai dettami collettivi allontanandosi sempre più da sé stesso e dalla sua autenticità.

L’incontro con l’autorità è in questo caso complesso e, il più delle volte, le regole sono state messe per impedire di sviluppare la personalità anziché per far crescere;  a questo punto, si finisce per obbedire, sentirsi incapaci di crearsi dei valori e quindi, facilitati ad aderire anche a chi non si sa bene che cosa voglia dirci.

Quasi sempre in questa situazione sono presenti aspetti dinamici di Saturno con il Sole o con Marte che indicano una struttura carente ed una difficoltà di farsi valere.

Da un punto di vista psicosomatico questo è un problema serio in quanto, quando si arriva all’eccesso di controllo o al blocco della parte istintuale si possono aprire tantissime difficoltà dovute ad un sistema nervoso troppo sollecitato e alle conseguenti contrazioni dell’apparato muscolare necessarie per trattenere la rabbia inespressa. In effetti, l’unica modalità per bloccare è contrarre tutti i muscoli che, in questo modo, reggono lo sforzo. Le infiammazioni, le distorsioni e le fratture sono quasi sempre dovute all’eccesso di controllo e, al conseguente bisogno di autopunizione che interviene laddove non ci si riesce ad esprimere.
In effetti, i problemi non elaborati e non risolti causano indurimenti che rendono più difficile il movimento a causa della mancanza di elasticità.

Sappiamo che un eccesso di controllo può però influire – proprio riferendoci alla Vergine – all’intestino che è addetto a selezionare e dividere ciò che è buono da ciò che non lo è. Stitichezza e blocchi intestinali sono anch’essi da riferirsi all’incapacità di lasciar fluire le forze dell’inconscio, mentre, infiammazioni e difficoltà su questo apparato possono evidenziare una incapacità nella discriminazione.

Astrologicamente è importante analizzare l’insieme del tema: laddove è presente un Saturno eccessivamente dinamico, un segno della Vergine o del Capricorno molto abitati ed accompagnati da segnature e difficoltà sulla casa VI, possiamo arrivare ad una diagnosi di blocco e di eccesso di controllo.
Anche le nevrosi sono legate al controllo; indicano da un punto di vista psicologico un tentativo non riuscito di evitare il conflitto tra le forze inconsce (pulsioni) e l’educazione ricevuta che è troppo rigida e non fornisce strumenti necessari all’elaborazione e all’integrazione delle stesse.




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