ASTROLOGIA IN LINEA
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PRIMAVERA DI FUOCO

a cura di Sandra Zagatti
 

“I fiori della primavera
sono i sogni dell’inverno raccontati,
la mattina, al tavolo degli angeli.”
(Khalil Gibran)

Tunisia, Egitto, Algeria, Albania… e adesso Libia. Popoli affamati e mortificati nei loro diritti da regimi dittatoriali, che urlano rabbia e dolore, che chiedono ed esigono, che esplodono. Moti di ribellione inizialmente guardati con solidarietà, per lo sforzo di contenimento pacifico pur nelle inevitabili violenze; poi guardati come esempio, come simbolo e come rischio. Spontanei, organizzati, pilotati, usati… si è detto di tutto, e almeno in parte nulla è escluso. L’unica cosa certa, adesso, è che questi popoli sono anche sterminati da una reazione di inaudita violenza. Gli aggiornamenti dalla Libia parlano di almeno 10.000 morti e molti più feriti. Un massacro. E un emirato islamico costituito da Al Qaida nell’est del Paese; chiusure di forniture energetiche; petrolio alle stelle; borse in caduta; migliaia di europei in evacuazione, altrettanti e crescenti profughi che fuggono verso l’Europa e in particolare l’Italia. In più, l’evidenza ormai conclamata dal pericolo che una tale tragedia umanitaria diventi – anche – una tragedia sul piano politico, sociale, economico. E noi che inorridiamo, soffriamo, ci allarmiamo, ci chiediamo cosa sta succedendo; cosa mai potrà accadere…

Capita spesso, purtroppo. Certe cose hanno alle spalle storie antiche e complesse, tempi lunghissimi in cui si accumulano nodi e contraddizioni, in cui non si vede o non si vuol vedere, non ci si interroga o non si vuole rispondere. I compromessi sostenibili diventano equilibri precari, e all’improvviso (almeno così sembra), arriva la classica goccia che fa traboccare il vaso e ci si accorge che i vasi comunicanti sono molti, troppi per essere arginati o riparati in tempi utili. E tornare indietro non si può.
In tal senso, tutto è “cominciato” con l’ingresso di Giove in Ariete, che a fine gennaio ha inaugurato le prime rivolte in Nord-Africa. Di per sé sembrerebbe davvero una goccia, anzi una miccia insufficiente a giustificare una reazione così esplosiva, per quanto inserita nell’orbita di quadratura a Plutone. Ma Giove è un pianeta davvero capace di far “traboccare” le situazioni critiche, portandole a maturazione come fossero frutti sugli alberi, pronti ad essere colti o a cadere a terra; a precipitare. Ed è appunto il terreno astrologico in cui si è inserito Giove a fare la differenza. Ad essere stato preparato, a partire dal 2008, dall’opposizione tra Saturno e Urano: lunga, insistente, inesorabile nel suo confronto-scontro tra vecchio e nuovo, tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione, tra valori sicuri (o rigide istituzioni autoconservatrici) e utopie incerte (o ribelli e legittime istanze di libertà).

La vita non può rimanere identica e immobile, ma quando il cambiamento è frenato, rimandato, evitato o comunque non veicolato da una consapevole e costruttiva volontà, è inevitabile che si imponga nel modo peggiore: cioè forzatamente e caoticamente, non di rado violentemente. E non si pensi che la crisi economica “scoppiata” appunto nel 2008 c’entri solo marginalmente con ciò che sta accadendo in Nord-Africa. Se pure non sono eventi collegati in senso causale, lo sono in quanto epifenomeni di un sottofondo destabilizzato; come accade per le isole, gli iceberg o certi funghi, distanti e relativamente autonomi in superficie ma collegati al di sotto. E lo sono comunque come effetti, proprio perché i legami commerciali, politici e finanziari con la Libia (e con i Paesi arabi, mediorientali, orientali…) sono tali e tanti da risultare ormai grovigli e da renderci non solo dipendenti e minacciabili, ricattabili, ma ancor più vulnerabili in un contesto già delicato. E infatti non è una menzogna che il momento peggiore della crisi sia stato, se non del tutto superato, almeno arginato e contenuto, e che qualcosina di positivo si stia muovendo in Europa e in Italia. Ma certo ci vorrebbe stabilità, e comunque non ci vorrebbe anche una crisi energetica o altre emergenze…

Tornando a Saturno-Urano, è interessante notare i tempi perfetti di questi cicli, negli eventi recenti che hanno messo in discussione il potere di Mubarak in Egitto e di Gheddafi in Libia, rispettivamente dopo 29 e 42 anni: appunto il tempo necessario per il ritorno di Saturno e l’opposizione di Urano a sé stesso… Da questo punto di vista, non è detto che le cose stiano rientrando, visto che Saturno tornerà diretto in primavera e in estate ripasserà sui gradi in cui era ai tempi dell’insediamento di Mubarak (6 ottobre 1981); e che Urano sarà opposto alla sua posizione nel tema del colpo di stato di Gheddafi (1 settembre 1969) dalla prossima primavera e per un anno. E’ difficile dire cosa potrà ancora accadere, come potrà reagire il complesso e intricato meccanismo che chiamiamo società moderna ma che è soprattutto una società consumistica e materialista. In teoria, l’ingresso di Urano in Ariete è di per sé promettente in termini di ricerca, sviluppo e promozione delle cosiddette “energie alternative”, e almeno finora la quadratura di Plutone in Capricorno poteva rappresentare il potere economico del petrolio, i ricatti, le minacce e l’irrigidimento di chi detiene questo potere e non ha alcuna intenzione di perderlo; ma ribaltando i ruoli, laddove fossero proprio le fonti di energia tradizionale ad essere ridotte in quantità e/o aumentate in prezzo, Urano in Ariete potrebbe facilmente riportare in auge il nucleare, come unica alternativa possibile in tempi brevi.
Già, i tempi brevi. Tipica azione arietina, carente della riflessione sui pro e contro, della valutazione obiettiva dei rischi che invece Saturno in Bilancia, dall’altra parte, vorrebbe e potrebbe rappresentare: anche ricordandoci che una vera alternativa richiede necessariamente qualche sacrificio, per costruire – nel tempo – uno stile di vita diverso, un approccio al consumo più sobrio e realistico, in quanto tale davvero più moderno. Peccato che siamo stati educati all’arroganza dei diritti, alla voracità del cosiddetto “confort”, alla disinvolta confusione tra consumo e spreco: per cambiare andazzo, laddove la scelta consapevole è latitante sul piano culturale, sembra quindi necessaria un’imposizione, non una soluzione solo apparentemente alternativa e comunque comoda, per continuare a consumare e sprecare quanto e come ci pare...

Ma veniamo, appunto, alla prossima primavera. A partire dal 12 marzo, quando Urano entrerà in Ariete, e almeno sino a metà maggio, in Ariete transiteranno assieme a Giove anche i pianeti veloci: Mercurio in anello di sosta, Sole, Venere e soprattutto Marte. Un concentrato di energia autoaffermativa, nel segno più impulsivo e bellicoso dello Zodiaco; il tutto controllato, ostacolato o indurito nelle manifestazioni dalle dissonanze di Saturno e Plutone. Inutile negare che si tratta di una configurazione delicatissima, ed anche se le simbologie coinvolte potrebbero esprimersi in diversi modi, ritengo improbabile che le tensioni in Nord-Africa, i loro effetti diretti o collaterali, non abbiano strascichi in tempi così brevi. E se penso all’Italia non è solo perché ci vivo ma perché alla vicinanza di tempi bisogna aggiungere quella geografica; nonché alcune particolari concomitanze che potrebbero offrire occasioni per eventuali disordini, tensioni, fenomeni di protesta o ribellione. Mi riferisco alle ricorrenze istituzionali che si concentreranno a Roma, proprio mentre i pianeti si concentrano in Ariete, e che vedranno una sovrapposizione di eventi politici, religiosi, ideologici: le celebrazioni per l’anniversario dell’Unità nazionale e in particolare il 17 marzo (discussa Festa nazionale per quest’anno), il 25 aprile (Festa della Liberazione e, quest’anno, lunedì di Pasqua), il primo maggio (Festa dei lavoratori e, quest’anno, beatificazione di Giovanni Paolo II), il 2 giugno (Festa della Repubblica, quest’anno con partecipazione internazionale). Anche a prescindere dal significato di tali eventi o dall’importanza di un luogo sensibile ed emblematico come la nostra capitale, è sufficiente ipotizzare la massa di gente coinvolta per sentirsi inquieti: autorità, cortei, pellegrini, forze dell’ordine, gente comune.
Quando le persone diventano folla, tendono a perdere le connotazioni di consapevolezza e autonomia comportamentale, dando vita a un organismo confuso, più passivo che attivo ma anche fortemente “reattivo”, suggestionabile, imprevedibile. La Luna è il pianeta delle folle, ed è appunto il segno governato dalla Luna, cioè il Cancro, a ricevere le dissonanze dall’Ariete, dalla Bilancia, dal Capricorno. Un segno che simboleggia anche il popolo e il suo senso di appartenenza, la razza e il suo senso di autodifesa, le famiglie e il loro senso di precarietà, in generale le realtà più deboli e il bisogno di sicurezza, il diritto alla protezione, che in questo periodo sono sempre più minacciati.

Non credo ci siano dubbi sulla positività del desiderio di democrazia che ha generato le rivolte in Nord-Africa. I dubbi restano, semmai, sulle conseguenze di una tale situazione di disordine politico, sociale, economico, in quegli Stati e nei tanti che ad essi sono collegati. Purtroppo, non sarebbe la prima volta che l’urgenza di ritrovare stabilità viene manipolata da “alternative” niente affatto democratiche, magari da strutture militari, capaci di cavalcare il disagio, la confusione, con promesse mirate a riprendere il controllo. Quanto può reggere, in condizioni difficili e/o senza i giusti appoggi, una nobile istanza? Quanti esiti diversi può avere, se la forza iniziale si disperde nei rivoli dell’inconsapevolezza, rimane istintiva e potenziale, diventando debolezza?
Molti astrologi hanno fatto notare, prima di me, che una simile quadratura tra Urano (sempre in Ariete) e Plutone (allora in Cancro) avvenne intorno al 1930, quando anche l’Europa subì i contraccolpi della depressione economica, esponendo il proprio cuore indebolito al nazionalismo e alla crescita dei poteri dittatoriali. Oggi, la posizione di Plutone fa pensare ad altre forme di potere, che tuttavia potrebbe irrigidirsi in modo analogo di fronte a un’accelerazione dei tempi e a un aggravamento delle circostanze: un conto è la minaccia di esaurimento del petrolio in un futuro non meglio identificato, ben altro conto è l’assalto alle risorse energetiche residue, o meglio al loro controllo politico, industriale, economico. In tal senso, le forme di repressione che hanno insanguinato la Libia appaiono non soltanto tragiche nell’immediato ma allarmanti come emblema di una possibile reazione del potere, quando si sente minacciato, ancor più se riesce a riorganizzarsi dopo l’iniziale sorpresa… Ed è altrettanto possibile che la rabbia del popolo così ferito, o di una sua parte ribelle più bellicosa, si trasformi in qualcosa di più di una rivolta istintiva, strutturandosi in vera e propria rivoluzione. Un’altra inquietante analogia con gli anni ’30 riguarda il rischio che un’eventuale afflusso migratorio di portata eccezionale e di difficile gestione vada a gravare sugli equilibri socioeconomici già precari, provocando nuove forme di razzismo o intolleranza.

Eppure… Non ci sono soltanto le dissonanze nei segni Cardinali, in imminente formazione. C’è dell’altro; qualcosa di completamente diverso e che presenta componenti di speranza nonostante tutto.
L’asse dei Nodi Lunari si sposta con moto retrogrado sullo Zodiaco, al ritmo di un segno ogni anno e mezzo. Il suo passaggio sull’asse Capricorno-Cancro non ha potuto che sottolineare, negli ultimi mesi, la delicata dialettica tra “potere” e “popolo” già descritta. Ma adesso si è spostato sull’asse Sagittario-Gemelli, che ha appunto a che vedere con il rapporto tra vicino e lontano, con il contatto tra culture diverse; tra ciò che è noto, simile, e ciò che è sconosciuto o straniero. Quanto ciò possa essere fonte di arricchimento o, viceversa, di destabilizzazione, lo spiega purtroppo assai bene la storia recente. L’ultima volta che i Nodi hanno coinvolto questo asse zodiacale è stato nel 2000-2001, quando anche Plutone era in Sagittario e il mondo venne sconvolto dall’attentato alle Torri Gemelle: da un lato, emerse la violenza delle componenti organizzate dell’integralismo islamico, l’odio per l’Occidente e tutto ciò che ben conosciamo e che si estese ad altri attentati; da un altro lato, la reazione difensiva diventò contrattacco, con l’invasione dell’Iraq che si trasformò in guerra civile, la destituzione e condanna a morte di Saddam Hussein, nonché la diffusione (spontanea e/o pilotata) della cultura del sospetto, del terrore dello straniero sia come potenziale terrorista che come invasore e colonizzatore di ideologie e culture.
C’è però una differenza, da allora. Oggi i Nodi hanno compiuto solo mezzo ciclo ed è il Nodo Nord, non quello Sud, a transitare in Sagittario; questo ribaltamento sembra dunque presentarsi come possibile scioglimento della conflittualità, grazie a una revisione di ciò che significa – o può significare – la convivenza tra popoli diversi. In tal senso, Giove in Ariete potrebbe esprimersi in duplice veste, amplificando l’azione-reazione della dissonanza tra Urano e Plutone, ma anche sostenendo con il suo governo del Sagittario l’opera di fiduciosa e generosa apertura del Nodo Nord. Ed è realistico credere che entrambe le ipotesi si manifestino in qualche modo, portando sempre più l’umanità e la società ad un bivio: tra chi tenta di perpetuare stili di vita materialistici e competitivi, e chi desidera e cerca di promuovere quel cambiamento di valori che chiamiamo – in modi contraddittori ma con significati simili – Fine del Mondo o Nuova Era…

Nella stessa ottica si inserisce l’ingresso di Nettuno in Pesci. Il primo passaggio, temporaneo, sarà proprio tra aprile e luglio; dopo di che il pianeta rientrerà in Acquario e tornerà definitivamente nel segno del suo domicilio l’anno prossimo. Non è superfluo ricordare che Nettuno condivide con Giove il governo di Sagittario e Pesci, tant’è che Nettuno, proprio come Giove, potrà esprimersi in doppia veste. Potrà, insomma, amplificare la confusione e l’imprevedibilità delle “folle”, il contagio emozionale volto a una dissoluzione generale e indiscriminata dello status-quo, nonché – cosa ancor più delicata – l’enfasi ideologica e religiosa di movimenti destabilizzanti, crociate demagogiche o vere e proprie guerre sante. Ma Nettuno in Pesci invocherà contemporaneamente la conquista di uno stile di vita più solidale, di un senso di partecipazione universale che non mortifichi il senso di appartenenza alle proprie radici; e di spiritualità autentica, svincolata dalle barriere confessionali e dall’influenza di Chiese o predicatori messianici (che pure, con questo Nettuno, potrebbero spuntare come funghi, sfruttando il bisogno di nuove direzioni per offrirsi come nuove guide… e facendo così rientrare dalla finestra un potere solo apparentemente cacciato dalla porta).

Insomma, che ci aspettino tempi critici sembra purtroppo evidente. Ma io preferisco definirli tempi cruciali, e tutti noi dovremmo sentircene non solo coinvolti ma responsabilizzati. Tra azione lungimirante e reazione istintiva, tra speranze e paure, tra approccio costruttivo e distruttivo, la distanza è minuscola e insieme infinita, perché l’unità di misura si chiama coscienza individuale. Ecco perché, nonostante tutto, penso con ammirazione e speranza a questa gente che, come i nostri risorgimentali, mette in gioco la propria vita per renderla migliore; penso alla mia Italia con orgoglio e tenerezza, nonostante lei; penso all’umanità con amore, nonostante gli uomini. E penso ad un futuro più luminoso per il nostro pianeta, nonostante le ombre del presente.
La primavera che aspettiamo non ci aspetterà: proviamoci noi a creare, a diventare, la nostra nuova stagione.




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