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A VOLTE RITORNANO - GIOVE E SATURNO : LA LEGGE CHE NON DIMENTICA

a cura di Sandra Zagatti
 
In questi giorni sono tornati in prima pagina due eventi particolarmente drammatici risalenti a trent’anni fa, che i giovani d’oggi forse hanno confuso tra le tante notizie di cronaca nera ma che nessuno, tra gli adulti, credo abbia dimenticato. Mi riferisco ai delitti del Circeo e all’assassinio di Pasolini. Due fatti orribili, entrambi di una violenza inaudita ed ancor più intorbiditi da note di perversione sessuale e accanimento sadico, che rendono ancora più oscuri i contorni in cui si sono svolti e che hanno trovato analogo riscontro anche negli esiti giudiziari.

Dei tre giovani e mostruosi “rampolli della Roma bene” che la notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 violentarono, seviziarono e massacrarono di botte Maria Rosaria Lopez, rimasta uccisa, e Donatella Colasanti (sopravvissuta ma forse anche lei psicologicamente ferita a morte), lasciandole poi rinchiuse in sacchi di plastica dentro il bagagliaio dell’auto parcheggiata davanti alla pizzeria in cui spavaldamente avevano terminato la baldoria, solo due furono arrestati e condannati: Gianni Guido e Angelo Izzo, mentre Andrea Ghira, proprietario della villa al Circeo in cui ebbe luogo il “festino”, riuscì a fuggire e non fu mai trovato. I sospetti di una rete di protezione, dovuta alle famiglie autorevoli o a gruppi criminali altrettanto potenti, sembrano purtroppo e fin troppo verosimili, alla luce di una latitanza trentennale ed anche delle diverse evasioni tentate e spesso riuscite dai due carcerati. Ed oggi, improvvisamente, i telegiornali annunciano che Angelo Izzo è stato nuovamente arrestato dopo aver ucciso, soffocate in sacchetti di plastica, Maria Carmela Linciano e sua figlia Valentina Maiorano, di soli 14 anni. Anche qui, morbosi contorni di una sessualità frustrata e follemente, violentemente, compensata. E ci chiediamo, sconvolti, assieme a Donatella Colasanti: come è stato reso possibile che lo facesse ancora? che ci faceva libero, nemmeno sorvegliato, nonostante le sue terribili colpe, le sue mille e provate menzogne, le unanimi ed allertanti perizie psichiatriche?

E non è tutto. Nello stesso anno, a un mese dal massacro del Circeo e ad una manciata di chilometri di distanza, nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini rimase vittima di un’aggressione incredibilmente feroce e brutale. Anche lui massacrato di botte, presentava ferite gravissime alla testa e su tutto il corpo: già in emorragia cerebrale, morì per schiacciamento del cuore quando l’auto del suo aguzzino gli passò sopra. E lui, il suo aguzzino, era un ragazzo dall’aria fragile ma dal temperamento aggressivo: Giuseppe Pelosi, detto Pino, diciassette anni, arrestato la notte stessa, processato e condannato in fretta perché reo confesso, a dispetto di incoerenze e contraddizioni di ogni tipo, e tuttora in carcere. Eppure anche lui, in questi giorni, fa di nuovo parlare di sé con rivelazioni sorprendenti, affermando di non essere stato solo quella notte all’Idroscalo di Ostia: non denunciò mai i suoi complici perché minacciato nella persona dei suoi genitori, e solo ora che sono morti, e che anche lui è un uomo, trova il coraggio e sente il dovere di parlare. E noi, anche qui, ci chiediamo: ma perché allora nessuna istruttoria seguì quella veloce e parziale confessione? perché non si approfondirono le voci, le tracce, le incongruenze?
Impossibile per noi rispondere, su questioni così complesse e che riguardano realtà politiche, culturali, giudiziarie e chissà cos’altro di quasi trent’anni fa, di tempi ormai davvero andati.

Ma i tempi a volte ritornano, insieme ai pianeti. “Quasi trent’anni” è un periodo che non può non ricordarci qualcosa: e infatti Saturno, allora ai primi gradi del Leone, sta ormai raggiungendo nuovamente quelle posizioni, richiamando l’attenzione sulle responsabilità, sugli eventuali sensi di colpa e comunque sul necessario senso del dovere degli individui (Leone) coinvolti. E c’è di più. Come già detto, questi delitti sono avvenuti a distanza di un mese l’uno dall’altro, dunque in un quadro astrologico sostanzialmente analogo anche se diversificato nei dettagli. Ma per eventi del genere, per violenze così gravi e cupe nell’intensità del momento e pure nel tempo, non basta certo prendersela con Marte, tanto meno con Saturno che semmai ne ha rappresentato l’aspetto di sofferenza e frustrazione subita. La notte del massacro al Circeo il Sole era congiunto a Plutone, intorno ai 10° Bilancia; la notte dell’assassinio di Pasolini Plutone era sempre lì, e il Sole era nel suo segno, lo Scorpione, più o meno intorno ai 10° come una sorta di eco… Sugli stessi 10° Bilancia, oggi, proprio in questi ultimi giorni, sta transitando Giove, o meglio “ritransitando” nel suo moto retrogrado, quasi ad evidenziare la necessità, per la legge (Giove) e per la giustizia (Bilancia), di ritornare… sul luogo del delitto, di rivisitare eventi esteriori ed interiori, colpe ed errori compresi, portando alla luce la verità che Plutone, allora, aveva oscurato, intorpidito, offeso, e successivamente anche occultato.
I transiti valgono per ogni cosa, non solo per ogni persona. Se lì dove dominava Plutone nell’autunno del 1975, opponendosi con tutta la sua oscura potenza a Giove in Ariete, se proprio lì oggi transita Giove, incontrandosi al Nodo Sud che ci parla del karma personale e collettivo, allora possiamo davvero sperare: che forse il sonno del destino non sia tanto lungo, quanto per fortuna è la sua memoria.




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