ASTROLOGIA IN LINEA
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EBBREZZA DA PROFONDITÀ O DA SCALATA ?

a cura di Sandra Zagatti
 

Era un uomo tra i più potenti del mondo, Direttore del Fondo Monetario Internazionale, nel pieno di una carriera strabiliante e si stava già riscaldando per la corsa all’Eliseo. Adesso è agli arresti domiciliari, cinto di braccialetto elettronico, con un’accusa di stupro che l’ha costretto a dimettersi e probabilmente, comunque andrà il processo, a rinunciare alle sue ambizioni professionali e politiche.
Mi riferisco ovviamente a Dominique Strauss-Kahn, DSK per gli amici e colleghi più vicini. Gli stessi che sono caduti dalle nuvole alla notizia del suo arresto e che rifiutano l’idea che un uomo del suo calibro, della sua intelligenza, si sia macchiato di un reato così squallido e, per giunta, in modo così stupido. Persino la moglie lo difende, ed è pure saltata fuori la dichiarazione di un’attrice porno, fiera di aver avuto rapporti sessuali con lui, insieme ad un’amica, e pronta a descriverlo come persona educata, rispettosa, insomma un vero gentiluomo… ammesso che una tale testimonianza sia utile alla difesa, e pur concesso che sia vera.

Come sempre accade, l’opinione pubblica si è divisa in colpevolisti e innocentisti: i primi che ricordano i disinvolti costumi sessuali di DSK e parlano di “ossessione”, sostenuti da ex amanti che spuntano come funghi; i secondi per gridare al complotto. Ora, che il personaggio fosse scomodo e, come tutti i potenti, avesse nemici, è più che possibile; né si può escludere che le sue intenzioni di lasciare l’economia per la Presidenza della Repubblica abbiano allarmato la controparte fino a pensare di renderlo inoffensivo, danneggiandone irreversibilmente l’immagine. Per quanto plausibile in linea generale, l’idea di un tranello sembra comunque un po’ tirata, almeno nelle dinamiche di questa brutta vicenda, ma anche in tal caso resterebbe lo stupore nei confronti dell’ingenuità con cui avrebbe abboccato. Lasciando quindi agli inquirenti il compito di appurare la verità, l’interrogativo si sposta dal piano giuridico a quello psicologico: cosa spinge una persona più che adulta, colta e intelligente, con doti strategiche e diplomatiche indiscusse, che gode stima meritata nel suo delicatissimo lavoro, a rischiare tutto in modo così grossolano e (anche nella migliore delle ipotesi) moralmente discutibile? Come può una persona così in confidenza con il potere e con il controllo, essere in balìa delle proprie pulsioni fino a tal punto?

Ho già detto altre volte che Saturno in Bilancia sta assumendo vesti di giudice legale e morale, additando spesso – e pur non sempre a proposito – vizi, colpe e malcostumi sia individuali che sociali, ma nello svergognamento di personaggi pubblici e potenti Saturno interviene senz’altro dopo Plutone in Capricorno: vero artefice di questa impietosa caduta di maschere. D’altra parte, non possiamo negare che DSK sia in buona (si fa per dire) compagnia, e sono tanti i casi di esponenti politici che, nell’era di Plutone in Capricorno, hanno messo a rischio la propria carriera, si sono dimessi o, peggio, sono stati condannati per reati sessuali. Solo per citare alcuni casi italiani, ricordo ad esempio Piero Marazzo: giornalista e politico, coinvolto in un brutto affare di droga e festini trans quando era Presidente della Regione Lazio, nel 2009. Nel 2010 ci fu il caso, più veniale, dell’allora sindaco di Bologna ed ex vice Presidente della Regione Emilia Romagna Flavio Delbono, in cui l’ex segretaria Cinzia Cracchi si trasformò da amante in accusatrice per reati di peculato, truffa aggravata, abuso d’ufficio, uso illecito del denaro pubblico. Ci sono poi i fatti, fatterelli e fattacci del nostro premier, Silvio Berlusconi, dalle varie escort al caso Ruby, dai festini gaudenti alle accuse di rapporti con minorenni: anche qui abbondano i sospetti di complotti (come per DSK e per Marazzo), ed anche qui si tratta di attendere che venga fatta chiarezza, sul piano legale e al di là delle simpatie politiche, ma è indubbio che i danni inflitti alla sua immagine da ciò che la moglie definì una vera e propria “malattia”, sono irreversibili. Uscendo dall’Italia, e per citare i casi più recenti, abbiamo la condanna per stupro dell’ex Presidente israeliano Moshe Katsav; l’accusa di molestie e aggressione sessuale per il Sottosegretario di Stato francese Georges Tron; l’arresto con analoga accusa di aggressione sessuale per Mahmud Abdel Salam Omar, imprenditore ed ex Direttore della Banca di Alessandria… C’è poi il caso di Jhon Edwards, già candidato democratico alle Presidenziali americane del 2008, che si presentò bello, talentuoso e marito devoto, mentre oggi è incriminato per appropriazione di fondi elettorali e dirottamento degli stessi nelle tasche dell’amante di allora, per comprarne il silenzio sulla loro relazione e – pare – su un figlio. E a proposito di figli illegittimi, sembrano ormai spuntare come funghi per Arnold Schwarzenegger, ex Governatore della California, ex culturista, ex Terminator del cinema e per l’occasione rinominato “Inseminator”…

Mi fermo qui, anche se temo che sentiremo ancora notizie del genere, più o meno gravi (che dire degli scandali sulla pedofilia nelle Chiesa?) ma tutte imperniate sul rapporto tra sesso e potere. Ammesso che sia così. Ammesso insomma che si tratti di un rapporto diretto o conseguente, una sorta di “ingordigia” a possedere, controllare, dominare, in cui il potere è sinonimo di potenza (anche sessuale) e come tale vuole dimostrarsi e perpetuarsi; e non, viceversa, di una “attrazione fatale” tra opposti, una dinamica inconscia e morbosa che tende a denudare, smascherare, umiliare e insomma distruggere, più che aumentare, il potere stesso… La differenza non è solo psicologica o sociologica, ma direi innanzitutto astrologica, laddove si tratterebbe di tematiche da ottava casa e non da seconda; e, se così fosse, ci sarebbe da chiedersi fino a quanto, in questo passaggio dall’accumulo voluttuoso alla rovinosa perdita, i personaggi coinvolti siano vittime o complici, seppur inconsciamente.

Che il potere sia un’arma di seduzione è fuor di dubbio e lo è da sempre, ma evidentemente risulta seduttivo, inebriante e pericoloso anche per chi lo esercita: insomma un’arma che il “potente” di turno crede di maneggiare con destrezza volontaria ma che spesso gli sfugge di mano o gli si ritorce contro. In fondo, se sono così numerosi i personaggi importanti che non riescono a controllare né, alla lunga, a nascondere le loro pulsioni, c’è davvero da chiedersi quale sorta di “sindrome” ne contamini la pur diversa personalità e le strutture etiche, altrettanto diversificate e che in certi casi sembrano (sembravano) avere anche basi originali autentiche, sia sul piano culturale che su quello comportamentale.
L’astrologia ha un modo tutto suo di rimandare al mittente le responsabilità della “interpretazione”, e lo fa traducendo uno stesso simbolo in modi apparentemente contraddittori eppure ugualmente validi: Plutone (soprattutto in Capricorno), parla senz’altro di potere costruttivo, ma può parlare anche di delirio di onnipotenza, come del senso di impotenza e quindi, forse, del bisogno di continue conferme, di continue prove, di continue affermazioni del potere stesso, anche se ciò induce a spingersi sempre un po’ oltre la soglia del pericolo, delle convenienze, o persino della legge. Ovvio che la ragione non è più nemmeno una comparsa in questo teatro che ha come protagonista l’istinto e come regista la menzogna: un istinto che nasce come sopravvivenza, si trasforma in autoaffermazione, degenera in esaltazione conservatrice… finendo poi in una specie di bulimia autodistruttiva, negata a sé stessi oltre che agli altri. Di nuovo l’asse seconda-ottava casa.

Con questo non voglio dire – e detesto pensarlo – che chiunque si trovi ad incarnare un ruolo importante, pubblico, ad esercitare potere o a rappresentare un riferimento significativo per molte persone, sia d’immagine che reale, abiuri in fretta agli ideali conclamati trasformandosi in un Mr. Hide dalla vita nascosta, morbosa, criminale. Ma tanto meno voglio assolvere i colpevoli per “incapacità di intendere e di volere”, perché sarà pur vero che il potere logora (anche chi ce l’ha) ma c’è sempre un momento in cui il logorio comincia a farsi notare e in quel momento ci si potrebbe – dovrebbe – fermare. Evidentemente, invece, è appunto in quel momento che si comincia a credere di essere invincibili, invisibili come Plutone, arrogantemente insospettabili e, forse proprio per questo, a ritenere lecito ogni azzardo nell’illecito, confondendo il potere con il dominio o la menzogna con la verità.

Non di rado, di fronte alle accuse, ai sospetti e persino alle sentenze, certi personaggi appaiono stupiti: ci sono quelli che continuano a negare, a gridare al complotto, alla strumentalizzazione da parte dei media o degli avversari (cosa spesso verissima, e di suo altrettanto meschina, ma che non toglie nulla all’eventuale reato); e ci sono quelli che invece si dispiacciono, ammettono le proprie debolezze, chiedono scusa a mogli, fan o elettori, e magari si giustificano con il classico “non pensavo, non mi rendevo conto, non volevo”… Ma perbacco! Hai in mano una nazione, una regione, un’amministrazione politica, religiosa, finanziaria, gestisci equilibri complessi e delicati che coinvolgono migliaia o milioni di persone, hai cultura ed esperienza da vendere… e non sei in grado di amministrare te stesso, in senso morale o almeno comportamentale? di valutare un banale rapporto tra rischi e benefici nei tuoi atti? non riesci a relazionarti con domestiche, cameriere d’albergo, collaboratrici o segretarie senza sentire il bisogno o arrogarti il diritto di trasformarle in amanti, di metterle incinta, di molestarle o, peggio, violentarle?

Eh no. Anche la psicologia, come l’astrologia, può spiegare tanto ma non giustificare tutto; e la vita resta una competenza personale, una questione di coscienza, di responsabilità e di volontà per ognuno. A volte, siamo portati a credere che chi arriva a certi vertici di carriera, chi riveste certe funzioni così importanti, sia necessariamente una persona “dotata di attributi”… ma, fuor di metafora, poco importa che li possieda se non è capace di governarli! Ci sono anche studi casistici a dire che proprio certe persone (di entrambi i sessi) siano più portate a commettere adulterio: pur sorvolando sulle semplificazioni di cui in tal senso godono rispetto alla gente comune (denaro, viaggi, conoscenze), l’accoppiata tra sesso e potere permane, ma sembra non limitarsi a trasgressioni coniugali visto che non risparmia i single.
Chissà, forse è qualcosa di simile alla cosiddetta “ebbrezza da profondità”, che può cogliere i subacquei che si immergono oltre i 30-40 metri: ad alte pressioni la percentuale di azoto delle miscele di aria può diventare tossico, e l’effetto è analogo a quello del troppo alcool, per cui si passa da una lucida euforia al totale offuscamento mentale, alla perdita del controllo e del senso del limite spaziotemporale, con tutte le conseguenze – pericolosissime – del caso. Si tratta di una patologia molto soggettiva, e infatti molti sommozzatori la avvertono già intorno ai 30 metri mentre altri possono superare i 50 senza problemi: sembra comunque che la velocità di immersione aumenti il rischio di incorrere in questa narcosi da azoto… E’ un’analogia che può sembrare fuori luogo ma che a mio parere ben rispecchia – e purtroppo – le “patologie” plutoniane: perché Plutone opera sempre in profondità, anche quando sembra spingere a salire, ad emergere, ad arrampicarsi, come appunto fa in Capricorno.

Indubbiamente ci vogliono capacità reali, impegno, costanza e determinazione per conquistare le vette del potere, ma per rimanerci – lassù in alto – diventa più utile l’umiltà, e aggiungerei il controllo, la misura, la sobrietà. Tutte doti che quasi sempre vengono abbandonate già nel percorso di salita come zavorra e che invece potrebbero evitare tanti danni a chi azzarda scalate ambiziose, essendo legate a Saturno: governatore del Capricorno e, soprattutto, pianeta dell’autogoverno. Sarà che i poveri mortali non hanno tempo né modo di dimenticare Saturno, sarà che devono confrontarsi quotidianamente con fatiche, rinunce, compromessi e frustrazioni, ma ho il sospetto che a conti fatti sia più semplice per loro – per noi – apprezzare il tanto compreso nel poco e magari proteggerlo dai rischi del troppo.




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