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BJORK

a cura di Francesco Astore
 
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Come una creatura dei freddi cieli del Nord, spirito della polare Islanda, ci appare Bjork: algida e sensuale, eccentrica e misteriosa. Glaciale è l’allure di questa donna dall’aria enigmatica, essere dagli imperscrutabili disegni, Bjork Guðmundsdóttir, si caratterizza come uno dei personaggi più geniali della scena artistico – musicale emersi negli ultimi decenni.

Cantautrice e musicista, attrice/interprete: Bjork si dimostra versatile e artisticamente “promiscua”.

Nasce a Reykjavik il 21 novembre del 1965 alle ore 7,50: il suo Tema Natale accentua e celebra la componente Scorpione, segno zodiacale dove troviamo il Sole, l’ascendente, un proteiforme Nettuno; ma quel che più conta, trattandosi di una donna, è che incontriamo la Luna, permeata di pathos, sempre nello Scorpione.
L’Acqua, elemento zodiacale simbolo di creatività, scorre in tutta la sua ricchezza espressiva, si insinua in profondità, reagisce in ricettività sensibile nel Cielo Astrale di Bjork.
Luna, Nettuno e Plutone, i tre corpi celesti che la logica zodiacale ha designato per rappresentare l’elemento Acqua, invadono lo spazio nell’oroscopo di Bjork in modo quieto e dolce ma all’occorrenza violento e omnipervasivo. La Luna, Signora delle acque dolci, è nell’acquatica Casa 12^ in trigono a un rivoluzionario Saturno in Pesci, mentre Nettuno, dio delle acque marine, è in congiunzione all’ascendente e al Sole. Plutone, signore delle acque sotterranee, infine, dona un magnetico trigono a Venere.
La Luna è la nota onirico- fiabesca in Bjork, Nettuno compone lo spartito di un’inesauribile vena fantastica cui attingere, Plutone rappresenta, invece, la dimensione trasgressiva della cantante.
Con lo Scorpione si incontra qui il segno dei Pesci (e la cosignificante Luna in 12^ Casa), a miscelare al gusto dell’eversione lo sconfinamento in orizzonti diversi. Nettuno trasmutatore delle realtà ne è artefice. Costante è nell’artista una magica immersione in universi mentali e artistici alternativi, che stimolino a percepire e a vedere la realtà contingente in modo differente, sfaccettato, prospettico.

Bjork sta per “betulla” (la traduzione del nome in islandese), nome dell’albero omonimo, dall’ancestrale richiamo al paganesimo delle isole al capo estremo del Nord, culto naturalistico che l’artista ha, in varie occasioni, dichiarato di voler abbracciare.
Esplorando strade non battute, Bjork, ex bambina prodigio, studia musica appunto da piccolissima, imponendosi come un’artista controcorrente già dai primi anni Ottanta in Islanda quando, preadolescente, formerà un gruppo punk-rock tutto al femminile. In seguito, all’età di quindici eccola in un altro gruppo, accompagnata questa volta da musicisti maschili, una band che in seguito sfocerà nei Kukl (il termine, tradotto dall’islandese, significa “stregoneria”). Sarà poi il suo viaggio a Londra (tanto fortunato per lei, e lo conferma il suo Giove nel segno dei Gemelli: l’Inghilterra) a far germogliare i fermenti creativi necessari per far maturare l’identità così peculiare nel personaggio artistico come noi oggi lo conosciamo. Nel 1986, infatti, nella metropoli inglese fucina di tanti nuovi talenti musicali, i Kukl confluiscono nei mitici Sugarcubes, il gruppo in cui si impone la voce acuta di un allora ignota ragazza (Bjork), voce straordinariamente fusa all’incalzante ritmo pop-rock dei pezzi.
Insieme agli Sugarcubes Bjork si fa conoscere in Inghilterra (vale a dire in tutto il mondo) pubblicando il singolo di grande successo Ammæli (traduzione di “compleanno” in islandese) e poi l’Album Life’s too good nell’anno 1988. Gli Sugarcubes diventano il primo gruppo islandese che scala la vetta delle classifiche e il singolo Birthday riesce a conquistare le prime posizioni.

Ma il brano che fa ricordare la cantante delle prime esperienze e che stupisce critica e pubblico per la caratteristica modulazione della voce sarà l’ipnotico Regina tratto dall’album del 1989, Here Today, Tomorrow Next Week!

Giove in Cancro e Casa 8^ trigono alla Luna in Scorpione Casa 12^ (per ricordare solo un transito tra tutti quelli, sfavillanti, che costellano l’anno), è la visibilità conquistata e l’appagamento emotivo ottenuto.

Al di fuori di Sugarcubes il suo nome così inconfondibile si fa però riconoscere e riecheggia soltanto nel 1993, quando la cantante si trasferisce definitivamente a Londra con la pubblicazione del suo primo album da solista Début.
Il nuovo lavoro la consacra a stella di prima grandezza del firmamento pop internazionale, aprendole nuovi orizzonti artistico- professionali e una carriera da solista luminosissima.
Plutone sta andando in congiunzione al Sole natale e in Casa 1^, e lo sarà precisamente l’anno successivo, il 1994, quando il seme creatore plutonico si sarà ormai incarnato in un personaggio inimitabile, originale, a tratti stupefacente.

Bjork è, da adesso, lei sola ad essere la musa islandese, la folle incantatrice dei ghiacci.

E da questo momento ci suggestionerà con il suo tipico modo di cantare emettendo dei suoni gutturali spessi e sottili, rabbiosi e silenti, stridenti e urlati, dolcissimi e dolorosi, affiancandosi, confondendosi, sostituendosi agli strumenti musicali.

Ma questa voce così suadente, questo incantamento come si può spiegare, astrologicamente, nel Cielo di una personalità così tanto caratterizzata da vibranti valori scorpionici?

Il segno del canto sappiamo infatti essere quello opposto allo Scorpione a 180°, ovvero il Toro!

Nel Tema Natale di Bjork assistiamo al tipico fenomeno dello sfruttamento degli opposti, tecnicamente detto “risucchio” in astrologia; ovvero, quando un segno è troppo pieno di fronte a un dirimpettaio segno totalmente vuoto (è il caso del Toro per Bjork) succede che “per nostalgia di recupero” di valori carenti, il segno desideri appropriarsi di significati tipici del segno opposto.
Senza che i significati arrivino però a coincidere con quelli del segno in questione, sia beninteso.
Il fenomeno di questa appropriazione vede trasfigurare, reinventare, dargli una nuova forma a questi stessi significati.

È quello che ha fatto Bjork con il canto taurino.

È vero, Venere, pianeta del canto si trova in Casa 2^, assumendo per cosignificanza valori Toro.

Ma il canto è qui trasformato, plasmato sotto un’impronta vocale nettamente scorpionica.

Ma non solo, anche la visione naturalistica, matriarcale del creato ha radici taurine che Bjork reinterpreta alla luce delle valenze scorpioniche.

Indimenticabili pezzi (entrati a pieno titolo nella storia della musica leggera) come “Human Behaviour” e la poetica Venus as a boy.
E attraversando tutti gli anni Novanta è un’escalation di trionfi. Vale solo la pena ricordare la collaborazione con Madonna nell’album Bedtime stories.

In Homogenic, del 1997 si mette alla prova con combinazioni di musica elettronica estremamente sofisticate: celebre il video di All is full of love in cui due robot dal viso simile a quello di Bjork hanno un amplesso.
Un Urano fortissimo perché esaltato in Vergine la fa muovere in scenari tecnologici freddi, distanti e stranianti.

Poi arriva la partecipazione (e la composizione della colonna sonora) al musical del discusso regista Lars von Trier, Dancer in the dark, che gli vale, nel 2000, il premio come miglior attrice al 53° Festival di Cannes.

Nel 2001 pubblica l’intimistico Vespertine, opera dal grande impatto rivoluzionario poiché, spezzando alcune sonorità e schemi precedenti, rivela uno sperimentalismo quasi funambolico, con cori di voci Inuit tipici della sua terra natia. La creatività artistica trae linfa vitale in questo momento dall’esperienza di madre di Bjork e insieme dal voler affondare radici più profonde nell’amata terra d’Islanda.

Venere e Marte nel Capricorno caratterizzano i richiami nelle sue canzoni per alcuni simbolismi del segno come la spina dorsale e la struttura ossea, quindi l’isola e, infine, la collegano con le ambientazioni tipiche del Giappone, terra appartenente al Capricorno. In questo remoto Paese Bjork sperimenta collaborazioni con gli artisti e suggestioni visive, con le iconografie del luogo tante volte esibite.

Medúlla, album uscito nel 2004, rappresenta il punto d’arrivo di un lungo viaggio melodico/espressivo, culminato nel voler innalzare il suo stile vocale a elemento centrale intorno al quale ruotano poi tutti gli strumenti. Senza far mancare l’accompagnamento di cantanti Inuit per intessere sempre più strettamente il legame con la dimora d’origine.

Nell’agosto di quel fertilissimo 2004, Bjork, circondata da un fluido scenario azzurro, stupenda musa marina, si esibisce, bellissima, nella cerimonia di apertura della XXVII Olimpiade di Atene, intonando la morbida Oceania.
Saturno in Cancro, quell’anno in felice trigono a Nettuno e poi al Sole, è la rappresentazione fedele di un successo che si è avvalso di anni di programmazione, disciplina e infaticabile ricerca.

Tre anni più tardi, con il nuovo album Volta del 2007, Bjork propone una sua audacissima sortita in campo politico – ideologico. In questo lavoro l’artista contesta la politica dell’allora presidente Bush, ed espone il suo pensiero nei confronti delle religioni ufficiali come sistema di potere patriarcale che opprime una visione autenticamente femminile e femminista della vita.
Nella canzone Vertebrae by Vertebrae si investe quasi a sacerdotessa di religiosità pagana: “I set my clock on the moon” dice in un verso della melodia, ovvero “Ho regolato il mio tempo sui ritmi della luna”.
Bjork, senza volerlo e saperlo, si fa involontaria interprete del messaggio zodiacale che vede il ciclo maschile regolato sui tempi del Sole (stella del sistema maschile) appaiato al sistema alternativo al nostro, guidato dall’acquatico flusso della Luna (insistente ispiratrice del complementare sistema femminile).

Si staglia ancora in questo album la canzone d’amore The dull flame of desire (“La flebile fiamma del desiderio”) che Bjork interpreta con l’artista Anthony Hegarty (altro ineffabile talento scorpionico!) e che è la traduzione di un testo del poeta russo Fëdor Tjutčev.

In questo fine anno 2011, l’ultima creazione Biophilia sprigiona, in condizioni di libertà espressiva assoluta, le pulsazioni di un’anima che sembra aspirare a raggiungere una quieta armonia nel cosmo.

I transiti sono in parte negativi in questo momento (Giove si oppone alla Luna, Nettuno quadra il Sole, dissociandone la congiunzione natale) testimoniando la fatica di un progetto ambizioso (e in effetti l’uscita dell’album è stata più volte rimandata). Tuttavia, il pianeta signore del Tema, Plutone, è in congiunzione al Marte radicale in Capricorno e 2^ ma, soprattutto, in stupendo aspetto di sestile alla Luna 12^: la prodigiosa vena creativa vedrà l’approvazione del pubblico e l’adorazione dei fan.
Moon, Crystalline, Cosmogony, Dark Matter, Mutual Core, Solstice svelano con strumentazioni, sonorità d’avanguardia un universo intimo proteso verso una sorta di rifioritura della natura vivente (la morte e rinascita dei martellanti valori scorpionici!).
Atmosfere cangianti e aliene, metamorfosi e rinascita di Madre Natura in un’esplosione di panico ritorno alle origini, per un nuovo inizio purificato e salvifico: questo il messaggio, sintetico, che si ricava dalle melodie e dai testi di Biophilia.
Nettuno, come musica, misticismo, missione da svolgere (ideale e artistica in questo caso) si attiva, probabilmente, in tutta la sua sublime e stravolgente intensità.
Non dimentichiamo infatti che il pianeta del “sublime” transita in Aquario Casa 3^ (la mobilità fisica e mentale), donando un magnifico trigono a Giove Gemelli Casa 8^ (lo sconfinamento fiducioso nell’ignoto).
Il viaggio di Bjork  continua, diventa quasi celestiale (in senso metaforico) e si scopre protetto dalla fortuna, da un influsso di combinazioni nettuniano-gioviali davvero portentose.

Straordinariamente aderenti alla logica zodiacale i testi di alcune canzoni dell’album.

Come ad esempio nella stupenda Cosmogony (Cosmogonia):

Heaven, heaven's bodies
Whirl around me, make me wonder
And they say back then our universe was an empty sea
Until a silver fox and her cunning mate
began to sing a song that became the world we know

Corpi, corpi celesti,
Girano vorticosamente intorno a me e li interrogo
Loro rispondono che il nostro universo era un mare vuoto
Finché una volpe argentea e il suo astuto compagno
Iniziarono a intonare il canto che è divenuto il mondo che conosciamo




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