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PROTESTA, RIBELLIONE ... MA NON RIVOLUZIONE

a cura di Sandra Zagatti
 

Il 13 gennaio scorso, presumibilmente intorno alle 21.30, c’è stato il tragico incidente della Concordia, splendida nave della Costa Crociere, davanti all’Isola del Giglio. Il bilancio, tuttora provvisorio, è di tredici morti e ancora una ventina di dispersi. Senza contare il rischio ambientale altissimo (e i fondali già parzialmente contaminati).
Il 18 gennaio, poco dopo le ore 14, è esplosa una conduttura del metanodotto La Spezia-Parma a Barbarasco, frazione di Tresana (Massa Carrara). Un cratere largo 25 metri e profondo 10, fiamme estese per mezzo chilometro. Dieci i feriti, di cui quattro ancora molto gravi; tre case spazzate via, stalle incendiate e animali morti, scuole e aziende chiuse, abitazioni al freddo.
Il 16 gennaio inizia la protesta in Sicilia: un fatto di natura completamente diversa rispetto a quelli sopra citati e tra i quali pure si inserisce, rispondendo anch’esso alle simbologie planetarie che, da circa un paio d’anni, stanno caratterizzando una delle fasi più critiche e conflittuali della nostra storia recente.

Pur nelle differenze di manifestazione e gravità, questi eventi “rispondono” infatti della quadratura Urano-Plutone… nonché dell’imminente ingresso di Nettuno in Pesci.
Che Urano abbia a che fare con incidenti ed esplosioni è cosa nota, e Plutone è purtroppo facilmente associabile al carburante che sta inquinando i fondali del Giglio e con le condutture “sotterranee” del metanodotto. Ma c’è anche il metano, appunto, a parlare di Nettuno; assieme al mare e alla stessa nave, in cui persino il nome – Concordia – sembra un triste e paradossale omaggio al Nettuno ideale…
E per quanto riguarda gli eventi in Sicilia, mi ha colpito l’emblema del “Movimento dei Forconi” che vede questi attrezzi incrociati sull’immagine della Sicilia, ricordandomi quanto un forcone somigli al “tridente” nettuniano; mentre l’altro movimento alla base della protesta, “Forza d’Urto”, non ha bisogno di commenti per rappresentare Urano. Qui, il simbolo di Plutone si esprime tecnicamente in modo perfetto come ricettore della quadratura crescente di Urano, cioè come quel potere politico e finanziario verso cui è indirizzata la ribellione, con particolare riferimento all’aumento del prezzo dei carburanti. Della scarsa trasparenza plutoniana (ma forse anche della nebulosità nettuniana) c’è traccia pure nei sospetti di “infiltrazioni” non solo politiche ma persino mafiose, all’interno dei movimenti; e sul rischio, purtroppo verosimile, che certi fenomeni di protesta spontanea, popolare e non-schierata vengano manipolati o strumentalizzati, almeno in parte, ho già detto in merito al movimento degli “Indignati”.

Pur inizialmente uniti (stavo per scrivere “concordi”…) sulle finalità, tra i due movimenti e tra esponenti interni agli stessi sono emerse in fretta separazioni sui modi e mezzi da utilizzare: c’è infatti chi insiste sulla linea dura e chi invece propone un dialogo più efficace con le istituzioni, ritenendo controproducente un comportamento che danneggia anche (se non soltanto) cittadini e lavoratori. Una diversità di vedute e approcci che in fondo non fa che descrivere, ancora una volta, la delicata dialettica tra ribellione e protesta, o meglio tra la rivoluzione “costi quel che costi” fomentata da Urano nel segno attivo e impaziente dell’Ariete, e la ristrutturazione (“distruzione costruttiva”) invocata da Saturno nel più diplomatico e comunque opposto segno della Bilancia…

Stupisce solo apparentemente il fatto che la rivolta siciliana sia iniziata a un anno esatto di distanza da quelle in Nord Africa. Pur tra mille variabili e differenze, in comune c’è la stanchezza, la disperazione e il dissenso della “base” nei confronti dei “vertici” della piramide sociale. Uso questi termini simbolici perché ritengo inesatto e persino fuorviante parlare di “popolo”, laddove definizioni del genere sono a rischio di malintesi politici e comunque non rispondono alla realtà odierna. Perché l’Italia non è composta più solo da braccianti e operai (o, se vogliamo, di autotrasportatori, agricoltori e pescatori) che combattono contro il “padrone”, e nemmeno è un insieme variegato di persone forzatamente unite nel comune ruolo di utenti, contribuenti, consumatori. In questo momento, e non soltanto in Sicilia, ci sono anche imprenditori e lavoratori autonomi a protestare, a tentare di sopravvivere (e quindi a mantenere posti di lavoro), ad essere piegati dalle tasse crescenti, dalla spietata mancanza di credito bancario, di incentivi o agevolazioni alla produzione, dal costo del carburante e della vita; e ci sono famiglie gravate da mutui o ipoteche nel tentativo di mantenere una casa, e giovani coppie che non riescono a creare una casa o una famiglia propria.
E quindi non c’è un’Italia omogenea, ma al suo posto ci sono gli italiani: ognuno con il proprio lavoro, la propria famiglia, il proprio orticello da difendere… ma stanchi di provare a farlo solo fregandosi l’un l’altro.

E’ vero che non bisognerebbe evadere le tasse ma non è altrettanto vero – comunque non sicuro o automatico – che, se tutti le pagassero, queste potrebbero diminuire; tant’è che molti evadono proprio perché sono troppo alte e in tale dinamica perversa è difficile dire quale sia il cane e quale la coda. E’ vero che gli italiani dovrebbero accettare tutti qualche sacrificio e smettere di dirlo agli altri protestando invece quando tocca a loro, perché solo insieme possiamo fare uscire il nostro Paese dalla crisi… ma in fondo nemmeno questo governo ha avuto il buongusto di cominciare dando l’esempio, cioè partendo dai “tagli agli sprechi” (spese inutili o privilegi vari) invece che dalle imposte, e non può stupirsi se gli italiani si dimostrano stanchi di promesse e poco partecipativi. Né che un termine così incoraggiante come “liberalizzazioni” indori la pillola di quelle che risultano invece ulteriori imposizioni: sembrano Urano ma vengono vissute come Saturno, mentre Plutone docet.
Gli italiani (ma dovrei dire tutti i “popoli”) sono individui, tutti diversi ed ognuno unico e speciale come l’astrologia ci insegna. I pregi e difetti esistono negli individui e non è per semplice somma, tanto meno per media, che si può restituire dignità a una nazione, a un territorio, a una bandiera… o all’umanità. Non è un caso che proprio in occasione del tragico incidente alla Costa Concordia si sia parlato tanto del Comandante, del suo errore e della sua viltà, ma anche di singoli individui, marinai, camerieri o passeggeri che si sono distinti per coraggio, altruismo ed efficienza. Li hanno chiamati “gli eroi della Concordia”, e una volta tanto i titoloni enfatici dei giornali sono stati anche un giusto e meritato riconoscimento, quasi un’onorificenza, per chi ha fatto il proprio dovere ed anche molto di più.

Nettuno deve ancora entrare in Pesci ma si è già fatto notare, perché spesso i pianeti lenti anticipano i loro movimenti epocali sullo Zodiaco con segnali programmatici o ammonitori, che dovrebbero servire a farci riflettere su ciò che va cambiato e sul modo di cambiare in meglio, anche se nell’immediato possono risultare scomodi, dolorosi o violenti. Basti pensare al terremoto e tsunami in Giappone, e al conseguente disastro alla centrale nucleare di Fukushima, dell’11 marzo 2011: solo un giorno prima dell’ingresso di Urano in Ariete.
In questo momento, Nettuno sta manifestando il suo potere di “contagio” ma, se riuscissimo a guardare oltre la superficie, potremmo leggere il paradosso – anche il rischio – sempre sotteso nelle espressioni planetarie più istintive. La protesta siciliana si era già estesa in Calabria, in Sardegna, in Puglia, in Campania, e adesso il blocco dei Tir è ormai un fenomeno nazionale. Il risultato è l’apprensione dei cittadini, il panico e l’assalto alle provviste, che accelera l’esaurimento delle merci nei negozi, mentre la mancanza di disponibilità fa aumentare i prezzi… anche del carburante. E già cominciano i furti.

L’assurdità di una tale situazione assume anche in questo caso le beffarde sembianze del cane che si morde la coda. Le proteste, pur legittime, contro una vita sempre più cara hanno l’effetto di amplificare il problema, e non è detto che sia solo un passaggio necessario al fine di risolverlo. Pochi giorni di blocco dei trasporti sono stati sufficienti a creare il caos, evidenziando quanto siamo dipendenti dai consumi: eppure è stata proprio l’epoca del consumismo ad oltranza a portarci qui; quell’epoca di cui a parole invochiamo il superamento ma alla quale, nei fatti, non vogliamo e non sappiamo rinunciare nemmeno parzialmente.  Ci concentriamo sull’aumento dei prezzi dei carburanti perché senza carburante non arrivano le merci, le aziende si fermano e con esse le automobili, e pensiamo che ottenendo prezzi più sopportabili potremo riprendere la nostra vita e il nostro lavoro, a tutto vantaggio del Paese. Da entrambe le parti – la “base” e il “vertice” – sembra insomma solo una questione di denaro: troppo denaro che manca, tanto denaro da chiedere, poco denaro da spendere; mentre nessuno ricorda che in Italia la percentuale di trasporto su gomma supera ancora l’80%, che siamo secondi solo agli Stati Uniti per numero di automobili a famiglia, che l’inquinamento è in progressiva crescita (e in tal senso Plutone parla chiaro, ma auguriamoci che non si metta a gridare tramite le acque della splendida Isola del Giglio)…
Vogliamo la rivoluzione per continuare come prima, quindi paradossalmente per tornare indietro: a quel mondo sicuro e tutto sommato comodo, seppur distruttivo, che esisteva “prima della crisi”; dimenticando che Urano in Ariete non accetterà un bluff, visto che il termine “crisi” significa “scelta” e quindi richiede un movimento in avanti, che parta dall’interno e si manifesti all’esterno in modo conseguente e coerente.

Non a caso, come ho già detto in altre occasioni, Nettuno in Pesci andrà a sollecitare ulteriormente la Croce Mobile, già innervosita da Marte in Vergine che darà il cambio, in estate, a Giove in Gemelli. E in tal senso non credo che la questione possa risolversi in fretta, tanto meno che possa essere arginata ai confini italici o europei. Considerando che gli Stati Uniti sono associati al segno del Sagittario, e che stanno attraversando una crisi per quanto possibile persino più grave, l’”effetto contagio” di Nettuno non vedrà certo un freno – semmai un amplificatore – in Giove in Gemelli.

In un processo di metamorfosi talmente complesso ed esteso da poter essere davvero definito “fine del mondo”, limitarsi a protestare dal basso non basterà; né basterà che chi sta in alto continui ad applicare schemi di salvataggio (o auto-salvataggio) ormai desueti, inefficaci o persino controproducenti. Aumentare le tasse o i prezzi al consumo, quando manca denaro, è una contraddizione in termini che sarebbe risibile se non fosse tragica, eppure sembra che nessun governo sia in grado di proporre altro che questo, che nessun politico – foss’anche all’opposizione o in cavalcata populistica – abbia voglia di smuovere davvero le acque nettuniane e parlare di natura, di coscienza civica o ecologica, di energie alternative, di vera solidarietà e collaborazione, in questa era globale ancora divisa da interessi di parte e accomunata solo dall’incertezza, dalla paura, dalla coabitazione su un pianeta fisicamente, culturalmente e moralmente malato…

Tutti dovremmo tentare di essere (no: diventare!) “eroi della concordia”. Perché, mi dispiace dirlo, ma il vero problema non è il prezzo del carburante. E’ invece uno stile di vita, un modo di vivere, un sistema socio-economico talmente inflazionato da ingoiare sé stesso: non come un cane che si morde la coda, ma come un buco nero.




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