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TUTTI A CASA

a cura di Luna
 

Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle, continuano a ribadirlo: “Mandiamoli a casa!” Ovviamente si riferisce alla classe politica italiana ed ai suoi amministratori. Ha ragione o torto? In questi giorni non si riesce a fare zapping televisivo senza imbattersi in qualcuno che ci assicura un futuro migliore se voteremo il suo partito. Perché il suo partito è l’unico, onesto, efficiente e con le idee chiare su come uscire da questa tragica crisi. Non dicono come, bisogna andare sulla fiducia. Come se fosse un dogma. Dio non lo vedo, non ci parlo, ma mi fido: so che c’è e ci ascolta. Loro fanno lo stesso: insieme al mio partito, vedrai che ce la sfanghiamo. Faremo le leggi giuste, le tasse giuste, il lavoro per tutti. Ok. Posso anche crederti, ma, per favore, mi spieghi come farai? Qual è il tuo programma, spiegamelo per bene, in modo che io, cittadino comune, lo possa capire. Niente. Mistero assoluto, qualche frasettina ad effetto, un linguaggio politichese a tutto campo, dove, alla fine, non ti spiegano nulla. Ti devi fidare. Devi votarli sperando che sia vero. Un preteso dogma politico inquietante.

Di fronte ad una nazione, dove troppi individui sono, letteralmente, alla fame, questi signori dibattono della qualsiasi, arrogandosi il diritto di parlarci dall’alto delle loro competenze politiche ed amministrative. Ma quali? Se stiamo vivendo la peggiore crisi economica mondiale dopo quella del 1929, qualcuno l’avrà causata. Non credo che sia stato l’impiegata della ditta Mario Rossi, oppure la Signora Pina, pensionata, o l’operaio della Fiat. E non do nemmeno tutta la colpa all’evasione fiscale. Se le tasse fossero accettabili, ed i danari ricavati fossero usati per rendere migliore la nostra società, presumo le pagherebbero tutti e ben volentieri.
E’ invece più probabile che negli ultimi 60 anni di governo si siano avvicendate, al timone di questa povera Italia, persone non all’altezza del compito loro affidato: far funzionare una nazione nel migliore dei modi possibile.
C’era bisogno di gente nuova, non dei soliti politici professionisti, ridipinti e riciclati troppe volte o governi tecnici che avranno forse sanato qualcosa, ma sicuramente hanno messo in ginocchio le classi sociali meno facoltose senza dare niente in cambio.

Ci ha pensato un comico a pensare ad una possibile soluzione affinché  l’Italia finisca di rendersi ridicola di fronte al mondo. Il Signor Giuseppe Piero Grillo, detto Beppe. Un uomo che arriva dalla Liguria, precisamente da Genova, dove vede la luce il 21 Luglio 1948. Un Cancro? Certo, un Cancro. Tanto perché si sappia, molti personaggi appartenenti a questo segno zodiacale hanno governato le nazioni. Un segno troppo fragile per assolvere questo grave compito? Macché. Guardate Angela Merkel. Vi sembra fragile o tenera? Sta tenendo in pugno tutto il mercato dell’economia europea e non sembra poi così tremebonda quando parla con gli altri leaders europei.

Vediamo in che modo, il Beppe nazionale, arriva nel mondo della politica. Come già detto, Grillo nasce a Genova da Enrico Grillo, proprietario di una fabbrica per la lavorazione dei metalli e da Piera, una pianista. Un’infanzia tutto sommato tranquilla, vissuta nel quartiere San Fruttuoso. Si diploma in ragioneria ed intraprende gli studi universitari scegliendo la facoltà di economia e commercio. Abbandona però gli studi, ed inizia a fare il rappresentante di abbigliamento. Inizia davvero per caso a fare il comico, stupendosi, lui per primo, delle proprie battute durante un monologo improvvisato nel corso di un provino. Inizia a fare il cabarettista e durante un suo spettacolo nel cabaret milanese “La Bullona” viene notato da Pippo Baudo che lo lancia in televisione in alcuni suoi programmi. Attraverso la sua pungente ironia Grillo conquista velocemente la fama e arriva a condurre trasmissioni proprie, fra le quali “Te la do io l’America” e  “Grillometro” dove costruisce il palinsesto del programma sulle proprie esperienze personali.
Diventa testimonial di una nota marca di yogurt e vince, attraverso quegli spot, tutta una serie di premi sia in Italia che all’estero.
Viene invitato spesso in importanti trasmissione televisive e la sicurezza in sé stesso continua a crescere, come cresce e si raffina la sua pungente ironia. Nel 1986, durante il programma popolare “Fantastico 7” si lancia nella satira politica con una serie di battute sul Partito Socialista di Craxi. Tenete presente che all’epoca Craxi decideva il quando, il come ed il perché per tutto ciò che accadeva in Italia. Praticamente un reato di “lesa maestà”. Grillo viene bruscamente allontanato dalla televisione di stato e gli è andata bene, visto che essendo un personaggio molto amato dalla gente, non si sono azzardati a metterlo al rogo.

Lui non si dà per vinto,  prosegue la sua carriera di attore, ma comincia anche a portare nei teatri di tutta l’Italia i suoi spettacoli di chiara impronta politica ed ambientalista ma ancora con toni abbastanza morbidi. Con il passare del tempo ricompare ancora sulla televisione di stato con il programma “Beppe Grillo show” producendo altissimi ascolti, ma sarà proprio questo programma l’ultimo in cui appare sui canali RAI e Mediaset. Si lancia nella televisione francese a pagamento “Canal Plus” dove compie i propri veri passi da novello Savonarola verso il malcostume sociale e politico dilagante in Italia ed in Europa.
Interrotto anche questo veicolo di informazione a causa dell’acquisto della rete da parte del famigerato Rupert Murdoch, Grillo si trasferisce definitivamente nei teatri e nelle piazze italiane.

Nel 2000, apre un blog insieme a Gianroberto Casaleggio. Un sito diventato fra i più “cliccati” al mondo. Nel 2005 il “Time” lo nomina fra i personaggi europei dell’anno per il coraggio e gli sforzi prodotti nel campo della libera informazione pubblica. Il “Sole 24 ore” gli conferisce il “Premio WWW” come miglior sito italiano nella categoria “News ed informazione”

Beppe ormai non ha più freni, né paletti che lo trattengano. Inizia a fare ricerche a tutto campo per scoprire le varie magagne ambientalistiche-politico-economiche presenti nel nostro Paese.
Spettacolo dopo spettacolo, denuncia tutto e tutti, enfatizza, promuove e descrive l’utilità di internet e della rete per poter informarsi liberamente su qualsivoglia questione. Incita gli Italiani a svegliarsi dal torpore indotto dalle informazioni “truccate” di giornali e televisioni. Un autentico rivoluzionario. Indice il famoso “V-Day”. Una manifestazione organizzata il 26 Giugno 2007 per poter mandare… al diavolo questo o quel politico, questo o quel partito, questo o quel personaggio del mondo economico. Seguirà il “Giorno del rifiuto” svolto il 23 Febbraio 2008 dove informa le persone sui retroscena della crisi dei rifiuti nella città di Napoli.

Sarà solo nell’Agosto del  2009 che Grillo si deciderà a diventare un attivista politico a tutto campo fondando il “Movimento 5 stelle”.

E’ complicato descrivere tutte le iniziative intraprese dal “comico” perché le persone non fossero più vittime dell’avidità dei poteri economici e politici. Ovviamente non sempre vi è riuscito, è difficile smantellare ciò è ormai dato per scontato: “Il piccolo deve inchinarsi al potente”. A suo onore si deve però riconoscere il fatto che lui, il “Don Chisciotte dei tempi moderni”, non smette mai di provarci. A mero titolo di esempio citiamo il fatto che gli italiani devono a lui l’abolizione dei costi di ricarica dei telefonini, un malcostume presente solo nel nostro Paese, e non nel resto dell’Europa.

Ovviamente, tutto il vecchio sistema politico non vede certo di buon occhio il partito di Grillo, anzi, non perde occasione per criticare lui, i suoi metodi, le sue dichiarazioni e la sua gente, i famosi grillini. Ora, dobbiamo ammettere che Beppe Grillo ha scarsissime capacità diplomatiche, che non perde tempo in elaborati giri di parole, che ha il “Vaffa” facile, ma io consiglio di andare a guardare, e, soprattutto ascoltare attentamente, i suoi vari monologhi su “Youtube”.  Sono davvero interessanti. Non nego che ha fatto della “parolaccia” una forma d’arte, ma al di là di un rigido perbenismo, i suoi argomenti non sono affatto sbagliati. Può passare per qualunquista, per un demagogo, per una persona che sfrutta il malcontento popolare, ma non si può negare che dice molte, troppe, cose vere.

In una realtà politica italiana, dove non c’è partito che non abbia suscitato scandali o sconcerto, dove la disonestà intellettuale, la mancanza di empatia verso i veri bisogni della gente, il bieco opportunismo o la malversazione di fondi, sono diventati normalità, vedere che i “Grillini” eletti hanno TUTTI rinunciato all’80% dello stipendio dovuto alla carica (circa 12.000 euro al mese)  riducendolo a 2.500 euro mensili fa notizia. Come fa notizia il fatto che pur avendone diritto per legge, il “Movimento 5 stelle” rinuncia al finanziamento dovuto ai partiti. Un finanziamento che ammonta a ben 1.770.000 euro.

Ora, non ho una smodata simpatia verso il tipo di linguaggio sostenuto da Beppe Grillo, ma non si può mettere in discussione il fatto che (almeno per il momento) sta mettendo in pratica ciò che sta predicando. Intanto sostiene a spada tratta il diritto dei cittadini di vivere in un ambiente sano. E’ a favore delle energie pulite, caldeggia automobili che sostituiscano la benzina con altri tipi di carburante non inquinanti. Vuole depuratori, estensione del verde urbano, sviluppo delle fonti rinnovabili, connessione web gratuita per i residenti nel comune, favorisce produzioni locali (I famosi prodotti chilometri zero). E’ contrario alla costruzione di nuove aree edilizie, favorendo invece il ripristino e la ristrutturazione di vecchi edifici. Promuove, quando questo è possibile, il lavoro svolto nella propria abitazione tramite computer, tramite rete (fenomeno, questo, dilagante soprattutto in America e nei paesi anglo-sassoni) Cosa che farebbe risparmiare benzina, produrrebbe meno traffico e, conseguentemente, meno inquinamento. Rivendica il sacrosanto diritto degli italiani di non essere governati da personaggi condannati in via definitiva.

Grillo si definisce come un sostenitore della democrazia diretta e delle iniziative “dal basso”. Ora che il momento di votare si avvicina, io sento attorno a me, la delusione, l’incertezza, questo generale senso di tradimento, presente in molti aventi diritto al voto. Non andare a votare per “protesta” è stupido, non possiamo auto censurarci il diritto di decidere chi ci governerà, ma dobbiamo smetterla di dare il potere a chi ha prima promesso mare e monti agli elettori, salvo poi, aver sistematicamente ignorato le esigenze della gente, dell’uomo comune, i bisogni degli abitanti del Paese più bello del mondo, ma anche il più mal governato.

Do ragione a Beppe Grillo quando afferma che votare per il suo Partito potrebbe costituire un “salto nel Buio”. Ma gli do ancora ragione quando dice che votare per i “vecchi” partiti costituisce un suicidio assistito. Riflettete gente, riflettete.




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