ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Il Fatto

REFERENDUM SI – NO : NON LO SO E RESTO A CASA

a cura di Lidia Fassio
 
Il 12 giugno siamo chiamati a dare il nostro parere sulla possibilità di abrogare o meno 4 articoli della legge sulla “fecondazione assistita”. Il tema è difficile da comprendere e, di certo non sarà argomento su cui tutti avranno le idee chiare, anche perché i giornali e i media non sono riusciti a fare una buona informazione, chiara ed efficace.
Inoltre, alla campagna referendaria è stato dato un taglio prettamente politico su un argomento che, per buona parte ha quasi esclusivamente implicazioni morali che molto dipendono dalla visione filosofica della vita e dal valore che personalmente si può dare ad un ovocita o ad un embrione.

Come avevamo già anticipato parlando degli organismi geneticamente modificati, i grandi risultati della scienza ci metteranno sempre più di fronte a scelte di carattere morale ed etico i cui parametri sappiamo benissimo che non possono prescindere dalla filosofia di vita che contempliamo, dalle cose in cui crediamo e che, pertanto, hanno valore per noi.
Sono referendum in cui non basterà fare una scelta razionale, ma bisognerà mettere in discussione che valore diamo ad una potenziale vita, qualcosa che è solo il seme di un futuro uomo o di una futura donna.
Se è vero che la legge ha molta difficoltà a regolamentare argomenti che non sono universalmente condivisi, è pur vero che alcune linee guida devono essere date almeno per impedire che si possa degenerare e che vi possano essere utilizzi non propriamente consoni delle nuove potenzialità della ricerca scientifica.
Tuttavia vi sono implicati temi di non facile risoluzione: infatti, se per alcuni è molto importante sapere che fine fanno gli ovociti che sono stati prelevati e non utilizzati, per altri questo sembra non rivestire alcun interesse e non è motivo di indagine o di preoccupazione.

Indubbiamente la presenza dei pianeti Urano in Pesci e Nettuno in Acquario ci sta portando rapidamente di fronte a problematiche che non possono entrare ad incastro nella logica del “giusto o dello sbagliato” in quanto molto dipende dalla concezione ideale e spirituale della vita che, come ben sappiamo, non è e non può essere uguale nelle persone.
In effetti, ad un’occhiata più profonda, dobbiamo pensare che effettivamente il problema deve essere posto su un piano molto profondo che riguarda scelte che devono essere prese sulla base della concezione della parola “vita”.
Come sempre la politica cerca di sfruttare le divisioni ideologiche portando il dibattito su un piano di “modernità o non modernità” quando in realtà il livello di confronto sta tra visioni molto diverse della vita e della procreazione che sarebbe troppo banale definire giuste o sbagliate.
E’ ovvio che per alcune persone la vita è tale anche quando è ancora materia “inanimata” e, per esse è molto difficile stabilire quando, in quale preciso momento si passa dallo stato inanimato a quello animato e pertanto ritiene che si debba dare la massima importanza anche alla prima cellula che si è formata perché ha già all’interno tutta l’informazione che darà forma e sviluppo alla vita.
L’embrione per queste persone non può dunque essere sperimentato, studiato o usato per fini impropri e non concernenti la procreazione, ma deve essere utilizzato ed impiantato in modo da garantirgli la potenzialità di esprimersi al meglio.
Per altre persone, questo discorso non ha alcun senso perché considera la vita come tale solo nel momento in cui passa dallo stato embrionale a quello fetale per cui non riesce a pendere in considerazione le ragioni del primo gruppo di persone e le boccerà come limitanti e retrograde.

Per questo sarà sempre più difficile legiferare su temi che portano con sé divisioni su un piano etico – morale e spirituale che, forse, oggi non sono ancora così sviluppati e che pertanto sembrano creare grandi problemi in quanto quelli che voteranno “sì all’abrogazione” vogliono prendersi la palma del liberalismo considerandosi all’avanguardia nel rispettare le libertà personali e, pertanto, considerano oscurantisti quelli che non sono d’accordo con questa visione; quelli che invece votano “no all’abrogazione” tendono invece a considerarsi come gli unici che si fanno carico del significato della vita e, come tali, quelli che assicurano i diritti all’embrione.
Purtroppo, la legge deve dettare linee di massima che non possono prendere in considerazione casi individuali che possono essere diversissimi l’uno dall’altro e, proprio per questo, sarebbe opportuno pensare che il dibattito non sarà facile e che qualunque cosa prendesse in considerazione, non avrebbe mai il pieno consenso popolare.

Forse, è proprio questo che ci vogliono evidenziare questi due pianeti : non potremo più avvalerci solamente delle leggi perché non tutti si riconoscono nelle indicazioni del legislatore; ogni individuo sarà così chiamato a responsabilizzarsi rispetto al proprio sentire in modo da comprendere, decidere ed esprimere pareri che riflettano la sua evoluzione e la sua particolare sensibilità personale e sociale e spirituale.

Forse, Urano e Nettuno ci ricordano che è importante considerare ragioni che sono molto più profonde e che non possono avere risposte solo sul piano materiale, perché materiali non sono.
In effetti, nella possibilità o meno di impiantare uno zigote eterologo, le implicazioni sono infinite e, non si sa quanto la scienza sia in grado di dare risposte al di là del piano materiale.
Noi siamo inclini a considerare la scienza come qualcosa di “neutro” che consente l’accesso a nuove opportunità, tuttavia, nella scelta di avere un bambino con un donatore estraneo, ci sono implicazioni psicologiche ben più profonde di quelle apparentemente “asettiche” della scienza.
In effetti, ci stiamo avventurando in un territorio irto di pericoli che prevede una reale interconnessione tra il desiderio della madre di avere un “figlio a tutti i costi”, di per sé un legittimo “diritto alla procreazione” che però dovrà coincidere in maniera chiara con l’altrettanto legittimo “diritto del bambino”.
Se trascuriamo quest’ultimo fatto, la scienza potrà fare ben poco e ci troveremo ad affrontare contenuti e difficoltà che investiranno il piano psicologico.
Infatti, tutto ciò che dovrà essere affrontato sul piano fisico, non potrà essere scisso da una serie di profonde implicazioni etico-morali-psicologiche di cui, oggi, nessuno o pochi sembrano rendersi conto.

In effetti, per la prima volta nella storia, ci troviamo non solo di fronte ad una divisione netta tra sessualità e riproduzione in quanto ora è possibile vivere la prima senza la seconda, grazie ai metodi anticoncezionali, ma ci troviamo anche di fronte ad una ulteriore divisione tra le due proprio perché la fecondazione oggi può avvenire fuori dal contesto intimo della sessualità, in una condivisione con il medico e non con il compagno.
Proviamo a pensare per un attimo alle implicazioni per l’uomo; nel caso di sterilità maschile, lui non sarà il padre biologico del futuro figlio e, in alcuni momenti della vita si sentirà inutile se non addirittura estraneo di fronte alla potentissima coppia madre-figlio unita non solo psicologicamente ma anche biologicamente.
E’ anche molto interessante il fatto che la possibilità di fecondazione eterologa ha portato in Inghilterra molte donne a richiedere di avere un figlio “restando vergini”; in questo modo, anche l’antica fantasia di ERA - la moglie di Zeus - di dare alla luce un figlio per partenogenesi, verrebbe ad essere soddisfatta.
Quali potranno essere però le implicazioni per il nascituro?
Certo, per ora sembriamo ancora molto lontani da tutto questo, ma questi temi stanno ormai bussando alla porta ed impegneranno le nostre generazioni e quelle future e non certo sul piano della praticità.

Al di la’ di come voteremo a questo primo referendum su questi particolari argomenti, sarebbe opportuno invece cercare di sensibilizzare le persone rispetto alle scelte che dovranno essere affrontate che non si caratterizzeranno più solamente sul piano decisionale del “è possibile o non è possibile”, ma implicheranno quesiti morali, etici e spirituali come mai è avvenuto nel passato.
Urano e Nettuno sembrano ripeterci che mai come in questo momento è in discussione il tema vero della libertà che non può essere solo un diritto a fare quello che desideriamo giacchè la libertà personale termina nel punto esatto in cui inizia quella di un altro essere umano che sarà inevitabilmente coinvolto nell’esercizio del nostro diritto. Tutto questo non potrà essere trascurato.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati