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GIULIO L'IMMORTALE

a cura di Luna
 
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Certo, prima o poi doveva capitare. Prima o poi anche lui doveva lasciarci. Ma non succedeva mai. Ricoveri, gravi crisi cardiache, i giornalisti già con il coccodrillo pronto nel PC. Ma lui sopravviveva a tutto. Usciva dall’ospedale sulle sue gambe, sorridente e più vitale che mai. Davvero un immortale. Oggi però (erano le 12.25) il buon Dio si è accorto che avere urgente bisogno di un uomo serio ed affidabile al quale chiedere consiglio e l’ha chiamato a sé. Gli ha detto: “Giulio, vieni su da me! Sulla terra avete combinato tanti di quei disastri che non so più che cosa fare: se agissi d’impulso vi farei sparire tutti in un batter d’occhio, ma poi so che mi pento. Dimmi tu come è meglio agire. Tu di crisi te ne intendi, sei intelligente, caparbio, scaltro e sagace, so che mi darai un buon consiglio”.

Andreotti non ha saputo dire di no. Sì, proprio lui: Giulio Andreotti l’eterno, l’inaffondabile, il mitico Giulio Andreotti ci ha lasciato, ma non ha riposto le armi, è semplicemente andato a risolvere problemi più importanti lassù, dove c’è n’era più bisogno.
Andreotti può piacere o non piacere, ma nessuno potrà astenersi dal ritenerlo un uomo dalla mente raffinata. La sua intelligenza e le sue capacità sono stata riconosciute da amici e nemici, i primi con rispetto, i secondi con grande invidia.

E’ ancora più interessante sapere che Andreotti arrivava dal “niente”. Lui non apparteneva al gotha dell’intellighenzia romana oppure alla classe nobile, o semplicemente borghese della sua città. Lui nasceva a Roma il 19 Gennaio 1919 alle ore 07.00 del mattino da una famiglia semplice, non certo povera, ma davvero “normale”. Il padre muore quando lui ed i suoi fratelli sono ancora bambini. La madre manda avanti la famiglia con la pensione destinata alle vedove di guerra. Giulio però si impegna, studia, va avanti con serietà e determinazione, tipico atteggiamento di un Capricorno con ascendente Capricorno. Frequenta il Ginnasio e, successivamente, il Liceo con le Borse di Studio destinate agli orfani di guerra. Quando però deve iscriversi all’Università, invece che scegliere medicina (la sua vera passione) sceglie Giurisprudenza, perché è una facoltà che non prevede l’obbligo di frequenza e gli consente di andare a lavorare come avventizio presso l’Amministrazione Finanziaria per potersi mantenere. Quando viene chiamato per il servizio di leva viene visitato dal medico militare Dott. Ricci che lo dichiara non idoneo per il corso allievi ufficiali in quanto affetto da oligoemia e deperimento organico. Aggiunge anche che, occhio e croce, mancano solo sei mesi di vita prima che Andreotti passi a miglior vita. Nel corso di un’intervista Andreotti ha dichiarato che, una volta diventato Ministro della Difesa (1959-1966), andò a cercare quel medico per dimostrargli l’infondatezza della sua diagnosi, ma, purtroppo, scoprì che era stato il medico a passar miglior vita…

Non potendosi comperare molti dei libri richiesti dai suoi studi, va ad effettuare le sue ricerche presso la Biblioteca Cattolica del Vaticano dove viene notato e successivamente preso in simpatia da Spataro e poi dal grande De Gasperi. Comincia così, ancor prima di laurearsi a pieni voti nel 1941, la vita politica del più grande statista italiano. La Democrazia Cristiana farà di lui una bandiera, spesso sventolata ed a tratti ammainata, ma sempre presente nella vita del Parlamento. Certo, la sua è una figura controversa, molte luci e troppe ombre sul suo operato durato 60 anni, ma nemmeno lui si è mai dipinto come un santo. Sono convinta che, al di là di un facile populismo che dipinge tutti i politici come una massa di delinquenti, non sia facile, quando si prendono decisioni ad altissimo livello, rimanere innocenti come colombe. Quando sei costretto a scegliere fra due mali necessari, sei già una brava persona se, per il popolo, scegli il male minore. Mi ricordo un detto che sentivo da bambina: “Al più onesto dei politici… tre anni di galera…” ma ricordo anche un altro detto appartenente agli indiani (quelli americani) che diceva: “prima di giudicare qualcuno devi prima indossare i suoi mocassini per almeno 3 lune”. (per lune si intendevano i mesi). Credo che entrambi i motti esprimano una grande verità.

Dobbiamo anche tenere presente che quando il Divo Giulio (uno dei suoi soprannomi) iniziò a frequentare gli ambienti della politica, l’Italia era ridotta ad un cumulo di macerie dovute alla Seconda Guerra Mondiale. La gente era allo stremo, affamata e piena di rabbia. Ma gli italiani avevano anche una gran voglia di ricominciare da capo, e come sempre, il nostro popolo dimostrò la sua grandezza proprio in quel momento di enorme difficoltà. Saremo anche un popolo di santi, poeti e navigatori, purtroppo spesso rappresentiamo anche una massa di furbetti e simpatici mascalzoni, ma siamo anche un popolo che quando tutto sembra perduto è capace di tirar fuori delle capacità che tutto il mondo ci invidia. E’ proprio su questa leva che la Democrazia Cristiana sollevò l’Italia intera dal caos e dalla miseria, per trasformarla, nell’arco di 20 anni, nell’Italia del “boom economico”. Quel partito aveva la regia di Giulio Andreotti. Non fu certo lui da solo a muovere tutte le leve, ma non si può sindacare sul fatto che fu uno dei maggiori protagonisti della rinascita del dopoguerra. Il suo partito crebbe a dismisura e fino agli anni 80 fu sicuramente, nel bene e nel male, il principale interprete della vita politica del nostro paese. Quello che accadde dopo è noto a tutti e non farò certo l’elenco dei suoi Ministeri e di tutte le carice istituzionali, ma è interessante vedere come fino alla sua morte, lui sia stato sempre sulla cresta dell’onda.

E’ stato un grande uomo, certo non un uomo pulito fino in fondo, ma, come già scritto, non si può entrare nella politica senza essere implicati in qualche strana faccenda. Parliamoci chiaro, per quante schifezze possa aver combinato lui ed il suo partito, sembrano innocenti marachelle confrontate con gli scandali che ogni singolo partito italiano ha al suo attivo negli ultimi anni della vita politica italiana. E’ vergognoso dunque l’atteggiamento che alcuni Onorevoli (si fa per dire…) hanno tenuto in parlamento, quando, chiesto il minuto di silenzio che si normalmente si adotta per la morte di chiunque, nel caso di Andreotti hanno urlato a pieni polmoni: “Vergogna, Vergogna”. Livelli di inciviltà che colpiscono nel profondo. Allo stato dei fatti, è una vergogna soltanto averli votati, averli messi là a rappresentarci. Personalmente, non mi sento rappresentata da persone volgari, meschine ed incivili. Giulio Andreotti non lo avrebbe mai fatto. Neppure nei confronti del peggior nemico. Questo lo ha sempre contraddistinto. Un’eleganza innata nel modo di essere, di parlare, di pensare. Un uomo davvero raffinato, acuto ed ironico. Sono passate alla storia, oltre che entrate a far parte del dire comune, le sue battute.  Quando Indro Montanelli  scrisse “In chiesa De Gasperi parlava con Dio, Andreotti con il prete”, il divo Giulio replicò: “Sì, ma a me il prete rispondeva”.  E’ risaputo che, salvo impegni che lo portavano lontano, Andreotti tutte le mattine alle 07 si recava con la moglie Livia in chiesa a sentire la prima messa. Si mormora che ne sapesse più lui sugli affari del Vaticano che i 7 Papi che ha visto passare durante la sua lunga vita.

Se guardiamo il suo tema natale non ci stupisce affatto né la sua intelligenza, né la sua perseveranza, né la sua ambizione. Già il fatto che sia un Capricorno con Ascendente Capricorno ci dà l’immagine di una persona granitica, un autentico monolite ma con le ruote ed un motore. Un Sole isolato il suo, e questo è facilmente spiegabile con una figura paterna scomparsa troppo presto. Un uomo che ha dovuto faticare molto per capire chi davvero egli fosse (Sole isolato in casa I^) ed ha reso, di conseguenza, pressoché impossibile scoprirlo agli altri. Quel naturale distacco che ha sempre espresso nei confronti delle situazioni e spesso delle persone, è perfettamente coniugabile con i suoi Venere, Marte ed Urano in Aquario. Lucida e pragmatica intelligenza tipica di un Mercurio in Capricorno. Un Mercurio con molti aspetti: trigono a Saturno (cervello infaticabile ed inossidabile), opposto a Giove e Plutone (una sua “leggera” tendenza a non dire la verità fino in fondo). Non si discute sul suo carisma. Chi lo ha conosciuto personalmente (alcuni miei amici) mi hanno raccontato che aveva un’incredibile capacità di raccontarti la più clamorosa delle bugie guardandoti negli occhi senza nemmeno sbattere le ciglia. Sono altresì convinti che, collegato alla macchina della verità, avrebbe battuto la macchina stessa raccontando seraficamente che aveva visto spesso gli asini volare. 

E’ stato un grande mediatore, un uomo che ha sempre visto (in tempi record) la soluzione giusta per qualsivoglia problema. In effetti, la congiunzione di Marte ed Urano, per di più nel segno dell’Aquario, conferisce incredibili doti organizzative, una dimestichezza con la gestione spazio-tempo difficilmente eguagliabile. La sua capacità di mediatore, nota in tutto il mondo, ha portato al successo innumerevoli iniziative a livello internazionale. Come al solito, nessuno è profeta in Patria, ed il caro Giulio è stato più riconosciuto ed ammirato fuori dal nostro Paese che non all’interno dello stesso. La malsana abitudine (tutta italiana) di buttare fango sulle nostre faccende e sulla nostra stessa gente, è salita a livelli di eccellenza proprio nei confronti di Giulio Andreotti. I suoi avversari dovrebbero astenersi dall’infamarlo o mancargli di rispetto ora che è venuto a mancare. Non sono certo qui a sostenere che il Divo Giulio fosse un Santo, anzi…. Ma non posso evitare di inchinarmi di fronte alla sua cultura, alla sua sferzante ironia ed auto-ironia, alla sua sobrietà, alla sua leggendaria intelligenza. Parafrasando il detto: “Ponti d’oro a nemico che fugge” affermo “Parole sagge e pacate per un uomo intelligente, controverso e misterioso che è passato a miglior vita”.

Durante un’intervista lui dichiarò a proposito delle intricate vicende giudiziarie che lo hanno interessato negli ultimi 20 anni: “Nella prima parte della mia vita sono stato sfortunato, ho perso mio padre e mia madre molto, troppo presto. Subito dopo però Dio mi ha concesso una vita davvero interessante. Sono stato molto fortunato a svolgere la professione che ho svolto con i risultati che ho avuto. E’ quindi giusto che nell’ultima parte della stessa, io dovessi pagarne il prezzo.” Ditemi voi se non è stato anche un grande filosofo.

Non mi dimentico neppure della sua Luna gemellina, posizione che gli ha conferito la sua sempreverde voglia di scherzare, di prendere le cose con filosofia, con una certa dose di leggerezza, oltre a conferirgli un’eterna giovinezza dell’anima. Credo che Andreotti, da bravo Capricorno, sia nato vecchio per poi morire… giovane dentro. I transiti che lo hanno portato a miglior vita sono parlanti: Plutone congiunto all’Ascendente, Saturno congiunto al Medio Cielo ed opposto al Fondo Cielo, Plutone opposto al suo Plutone in casa 6 (casa della salute) ed Urano quadrato a Plutone. Non ultimo Saturno quadrato alla Venere, questo solo per citare i più importanti.

Giulio Andreotti è morto. I suoi nemici potranno esserne felici, ma credo che il suo esempio di uomo sobrio, elegante, colto, dovrebbe essere seguito da molti che occupano le stesse poltrone che lui ha occupato, ma che la sobrietà, l’eleganza e la cultura non sanno nemmeno dove stia di casa.. Forse è stato un mascalzone, forse, e sottolineo forse, ha mentito clamorosamente in alcune circostanze, ma di sicuro è stato un politico eccellente. A fronte di alcune faccende poco chiare, il suo modo di fare politica ha aiutato davvero la ricostruzione di un’Italia messa a tappeto dalla Guerra. Per tanti anni ha fatto un’ottima politica. La gente lo amava, l’appoggio incondizionato che il popolo ha avuto per moltissimo tempo nei confronti della Democrazia Cristiana era dovuto in massima parte al suo carisma, al suo fascino di politico d’altri tempi.

E’ morto un Re, Viva il Re!




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