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PAPA FRANCESCO : CHI SONO IO PER GIUDICARE

a cura di Lidia Fassio
 

In questo periodo di grandi fermenti economici e culturali si affacciano però anche  temi “sociali” che non possono essere ignorati: la società sta cambiando rapidamente e, insieme ad essa, cambiano i costumi e le abitudini per cui si palesano nuove realtà che richiedono l’attenzione dei legislatori e di coloro che studiano questi fenomeni sotto il profilo sociologico, psicologico e spirituale.

Spesso l’Italia non è al passo con i tempi e, per questo, viene spesso bacchettata dall’Europa perché stenta a prendere provvedimenti adeguati alle nuove richieste.
Ovviamente ci sono differenze tra i compiti dello Stato - che deve essere assolutamente laico formulando leggi che possano essere seguite da tutti evitando discriminazioni e rispettando le legittime differenze - e quelle della Chiesa che, come sappiamo deve occuparsi dell’orientamento spirituale e morale dei suoi seguaci salvaguardando la loro “anima” rispettando i dettami della fede.

Tra Stato e Chiesa vi sono dunque logiche diversità per cui vi sono leggi del primo che non sono in linea con la seconda, come ad esempio il divorzio che pur facendo parte della legislazione italiana ormai da tantissimi anni non è ammesso dalla Chiesa per cui molti cattolici si trovano ad essere assolutamente in regola con lo Stato se divorziano e si risposano ma, sono “fuorilegge” per  la Chiesa che dato che non ammette il divorzio tantomeno può prevedere un nuovo matrimonio e, per le medesime ragioni, non può concedere loro neppure l’eucarestia in quanto rei di aver violato l’indissolubilità del matrimonio. Certo la Chiesa si trova da un lato a non poter cancellare con un colpo di spugna i punti essenziali su cui sono costruiti e suoi fondamenti e i suoi dogmi ma, dall’altra, sa che non è eppure possibile ignorare ancora per troppo tempo un fenomeno sociale di così ampia portata; sa che i cattolici divorziati e gli omosessuali sono impazienti di avere delle risposte per cui, dato che sono tanti, stanno pressando la Chiesa  ad interrogarsi su queste tematiche valutando se esistano o meno le condizioni per fare delle aperture andando incontro alle esigenze di queste persone che vogliono a tutti gli effetti far parte della comunità cattolica.

Proprio in questi giorni si sono aperti a città del Vaticano i lavori del “Sinodo della famiglia” e, pur con le dovute cautele, Papa Francesco ha sollecitato i vescovi ad essere maggiormente sensibili alle nuove realtà di  quelle frange dei cattolici che, per il fatto di essere divorziati o omosessuali, fino ad oggi non hanno potuto accedere al sacramento dell’eucarestia.  

Il primo punto, meno controverso, è quello di trovare una formula per dare la possibilità ai divorziati di accedere all’eucarestia e pare che il dibattito si sia infiammato parecchio lasciando chiaramente emergere due linee di condotta opposte: 

- quella conservatrice che si appella al vangelo e al fatto che una persona divorziata che si sia risposata o, ancor peggio, che conviva con un partner diverso dal marito o dalla moglie, non possa avere accesso al sacramento in quanto, tutto ciò metterebbe in discussione l’indissolubilità del matrimonio che è uno dei cardini fondamentali della dottrina;

- quella progressista che si mostra sicuramente più aperta e disponibile quanto meno a fare delle valutazioni caso per caso; in effetti quest’ala sa che non fare nulla per chi ha già vissuto con dolore la separazione e che, magari con grande difficoltà si è rifatto una relazione e una nuova famiglia è impossibile, oltre che discriminante.

Ovviamente i conservatori sono rigidi e inflessibili e sostengono che la Chiesa non può modificare i suoi dogmi a richiesta e, di conseguenza, non può mettersi al pari con i tempi. Questi pensano che essa debba essere un punto di riferimento solido di valori immutabili quale, appunto, quello della famiglia. Questi vescovi sostengono che se la chiesa mutasse sotto pressione le sue posizioni millenarie, potrebbe andare incontro al suo dissolvimento e alla labilità dell’idea stessa di Dio, il che sarebbe come certificare l’inutilità della fede.

Per contro, vi sono i progressisti che, contrariamente a quanto succedeva in passato, sono più numerosi dei conservatori, il che lascia pensare che effettivamente vi sarà una maggior attenzione a queste tematiche che ormai sono sotto gli occhi di tutti; i progressisti sono capitanati dal cardinale Peter Erdo – che è anche il relatore del Sinodo – e sostengono che Gesù ha sempre avuto uno sguardo compassionevole verso gli uomini, il che porta all’idea che ci debbano essere delle valutazioni caso per caso prevedendo tuttavia la possibilità di accedere al sacramento per coloro che, pur essendo divorziati, vogliano rifarsi una vera famiglia. Questi vescovi pongono dunque l’uomo al centro del dibattito esattamente come lo stesso è al centro del pensiero di Dio.  Ovviamente non vi è niente che faccia presagire aperture su un eventuale secondo matrimonio sancito dalla Chiesa.

In pratica i progressisti si chiedono se sia giusto impedire la frequentazione della comunità cristiana ai divorziati e agli omosessuali e, in virtù di questo, sostengono con enfasi la loro teoria.

Di certo Papa Francesco ha aperto una crepa nel Sinodo e si aspetta qualcosa di importante anche se, di certo, sarà più facile gestire la questione dei divorziati che non quella degli omosessuali sui quali vi sono sicuramente maggiori riserve da parte di entrambi gli schieramenti.

Ai gay la Chiesa sta  cercando di riconoscere “doti e qualità” che possono rivelarsi importanti nella comunità cristiana anche se, di certo, non c’è nessun dibattito riguardo alle loro unioni e tantomeno riguardo al matrimonio che, invece, resta un atto sacro tra un uomo e una donna.

Vi sono però altri temi sotto osservazione, primo tra tutti quello della contraccezione, tanto caro al mondo occidentale. La Chiesa fino ad ora ha riconosciuto uno spazio solamente alle tecniche naturali, cassando tutti i sistemi meccanici o chimici. Tuttavia, le condizioni di vita sono decisamente cambiate rispetto ad un tempo e le famiglie hanno attenzioni maggiori verso i figli e la loro educazione cosa che porta al bisogno di controllare le nascite in modo da offrire ai bambini le migliori possibilità.

Su questo tema vi sono dibattiti da anni ma la Chiesa non hai mai mutato la sua posizione. Chissà che l’arrivo di Papa Francesco non riesca a scalfire anche questo tabù.

Per ora non ci sono ancora i documenti ufficiali di chiusura del Sinodo ma i vescovi sono stati comunque chiamati a non dimenticare che Cristo sedeva a tavola regolarmente con peccatori di vario tipo ed accoglieva con semplicità coloro che la comunità rifiutava.

I primi passi si stanno muovendo ed anche la Chiesa si dimostra più aperta a venire incontro alle problematiche attuali; forse, se comincerà ad accettare che gli omossessuali sono parte integrante della comunità cristiana, potranno esserci novità anche rispetto alle loro unioni.

Dal punto di vista astrologico è interessante che questo dibattito avvenga proprio con Nettuno in Pesci che, in un certo senso, dovrebbe far cadere molte barriere e, soprattutto, sensibilizzare le menti affinché vengano dissolti i tabù che ancora discriminano  le persone per il loro stato civile o per la loro scelta sessuale.

Senz’altro Nettuno è molto più attento all’uomo e al suo sentire profondo piuttosto che alle regole e ai dogmi e alle appartenenze e ci auguriamo che il mondo, anche quello cattolico, sia pronto a riconoscere che la spiritualità non ha nulla a che fare con l’essere sposato, divorziato, risposato o omosessuale ma sono le motivazioni profonde e l’avvicinamento dell’essere umano a fare la differenza. Nettuno vuole che ogni individuo, al di là delle sue specifiche differenze, senta di far parte di un mondo nel quale deve portare il suo contributo.

Purtroppo però spiritualità e religione non sono la stessa cosa ed appartengono più a Giove e al Sagittario; le religioni sono state anch’esse fonti di grandi divisioni non solo al loro interno ma anche fra esse, cosa che ha poco a che fare con Nettuno e il segno dei Pesci.

L’ingresso imminente di Saturno in Sagittario non depone a favore di grandi cambiamenti e dell’abbattimento di queste divisioni e, soprattutto per quanto riguarda la religione cattolica, potrebbe indicare  irrigidimenti di posizioni. Senza dubbio Saturno potrebbe incrementare la già presente persecuzione dei cattolici nei paesi mussulmani.

Nettuno dovrebbe aprire le menti dei vari capi carismatici religiosi e portarli ad un tavolo di discussione per mettere fine agli integralismi che già tante difficoltà hanno creato nel mondo.




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