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MAL DI BANCA

a cura di Fabrizio Cecchetti
 

Bail in e bad bank sono due terminologie che sono entrate di prepotenza nel linguaggio comune solo da poco tempo. Per la maggior parte degli italiani, e forse anche di altri popoli non anglosassoni, esse appaiono un po’ misteriose ed arcane non solo perché straniere ma anche per il loro legame con i complicati e spesso oscuri meccanismi del mondo finanziario. Cosa vogliano esattamente significare quindi risulta sfuggente, ma non per questo devono essere trascurate perché ci rimandano a qualcosa che finirà per avere prima o poi delle ripercussioni sui nostri soldi, sui nostri risparmi, sulle nostre stesse vite.

Cominciamo a fare allora un po’ di chiarezza partendo dalla prima delle due denominazioni. Con bail in si vuole intendere letteralmente una procedura di “salvataggio interno” di una banca che sta per fallire o che versa in crisi estrema. In altre parole con questo meccanismo i debiti e le sofferenze di un dato istituto di credito vengono risanati non più con il denaro pubblico, bensì utilizzando il denaro versato dai clienti: gli azionisti in primis, poi gli obbligazionisti e infine, come ultima linea di difesa, i correntisti con deposito superiore ai 100.000 euro.

Con il termine bad bank, invece, ci si riferisce a uno strumento bancario che serve a smaltire l’enorme quantità di crediti deteriorati (cioè difficili o addirittura impossibili da riscuotere) e titoli tossici (cioè titoli in apparenza dotati di valore, ma in realtà nulli o quasi) accumulatisi nella data banca e persino nell’intero sistema creditizio.

Sia il bail in che la bad bank sono stati introdotti da poco o stanno per esserlo anche nel nostro paese in relazione al difficile processo di unificazione del sistema bancario dell’Unione Europea indotto dalla crisi dei debiti sovrani (ossia degli Stati) che si è scatenata sul nostro continente tra il 2010 e il 2011 in conseguenza, a sua volta, del cataclisma finanziario americano del 2008.

Il primo dei due strumenti in particolare (che è stato adottato dal nostro paese in linea con le direttive europee a partire dal 1 gennaio di quest’anno) sembra aver avuto subito un impatto negativo sulla credibilità delle banche italiane nei mercati finanziari internazionali. Da quando il bail in è stato recepito dal nostro sistema anche i più grandi istituti di credito italiani hanno accusato, infatti, pesanti perdite dei propri titoli finanziari. Nei primi due-tre mesi del 2016 abbiamo assistito a un preoccupante attacco speculativo che ha fatto pericolosamente vacillare non solo il sistema bancario italiano, ma anche quello europeo a cui è legato. E’ evidente che senza l’aiuto dello Stato, e sulla scorta della crisi drammatica delle banche popolari scoppiata l’anno scorso (Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Etruria, Banca Marche e Cassa di Risparmio di Chieti), i mercati hanno fiutato una possibile fragilità del nostro sistema creditizio e quindi una chance da sfruttare per guadagnarci su o semplicemente intravisto una situazione di precarietà da cui proteggersi.

Il rischio per i risparmiatori, e più in generale per il tessuto economico non solo italiano, è insomma quello di essere più esposti ai fallimenti delle banche, specialmente di quelle meno solide e attrezzate. Da qui ecco la richiesta del nostro governo rivolta alle autorità europee di poter utilizzare lo strumento delle bad bank in modo da depurare e rendere più sani, oltre che attendibili, gli istituti di credito nostrani.

A prescindere dalla riluttanza con cui questa richiesta è stata accolta da Bruxelles, dovuta alla ferrea volontà di non concedere agli stati dell’Unione alcuna occasione di intervenire con i soldi pubblici in ambito finanziario, è possibile spiegare sul piano astrologico queste odierne incertezze del settore bancario? Ed è soprattutto possibile scorgere grazie alle stelle un’eventuale rasserenamento della situazione in questo complicato sistema dove circola spesso nebulosamente e fugacemente grandi quantità di denaro? Per riuscire a rispondere in modo certo ed esaustivo a questi interrogativi, in realtà, bisognerebbe avere a disposizione una teoria astrologica complessiva nella quale sono individuabili alcune corrispondenze basilari come, ad esempio, i segni e/o i pianeti che rappresentano simbolicamente il denaro, il mercato, il credito, le banche … Il fatto è che, purtroppo, una teoria del genere non ce l’abbiamo, tutt’al più possiamo affidarci ad associazioni interessanti ma un po’ disorganiche, colte qua e là dalle intuizioni e dall’esperienza di vari astrologi che hanno fatto scuola: A. Barbault, L. Morpurgo, ecc.

Secondo la più geniale, e per alcuni controversa, astrologa italiana che ho appena citato, ad esempio, il denaro è da ricollegare a Giove, ma non la liquidità finanziaria che lei vedeva attinente piuttosto allo Scorpione e alla Casa ottava, sua cosignificante. Leggendo in modo superficiale queste associazioni potremmo desumere che L. Morpurgo non avesse un’idea chiara e coerente su come codificare astrologicamente questo strumento basilare della nostra economia: da un lato Giove (esaltato nel segno del Toro) e dall’altro il segno dello Scorpione (che sta in opposizione al Toro). In realtà, se ci si appropria della concezione dialettica tra opposti su cui s’incardina il pensiero dell’autrice, sotto questi due collegamenti apparentemente disarticolati scopriamo le tracce di un percorso logico e analogico veramente illuminante.

Come avevo spiegato in un mio articolo precedente, il legame tra Giove e il denaro passa attraverso l’idea che ci sia un “ponte” simbolico tra Giove e uno dei beni materiali più preziosi dell’umanità, specialmente quando è scarso: il cibo. Non a caso riferendoci ai soldi usiamo spesso il termine grano o grana ricordando tempi ormai lontani nei quali si adoperava questo alimento basilare addirittura come moneta. A rafforzare questo legame c’è l’esaltazione del pianeta nel segno del Toro, tradizionalmente connesso al piacere della buona tavola; un godimento che a sua volta deriva dalla necessità fondamentale degli esseri viventi di mangiare, di integrare le energie perdute, ma anche di nutrire la prole e di accumulare peso per affrontare meglio i periodi di ristrettezza alimentare.

Cosa c’entra allora lo Scorpione in tutto questo discorso? C’entra eccome, perché a differenza del gioviano Toro che mira a soddisfare immediatamente la fame e più in generale a preferire i rassicuranti beni immobili, lo Scorpione indica l’esigenza di seminare oggi (ad esempio semi di grano o di orzo) per ottenere un nuovo raccolto domani, di rischiare una piccola parte del proprio nutrimento adesso per farlo fruttare in un futuro non troppo remoto. In altre parole, l’ottavo segno allude al bisogno del contadino (e del capitalista) d’investire una fettina del proprio benessere e della propria sicurezza attuali per ricavare nuova ricchezza più in là nel tempo, quando sarà giunto a maturazione ciò che ha seminato.

E non finisce qui il contributo dello Scorpione nella genesi e nell’utilizzo del denaro come lo conosciamo ora poiché esso rappresenta un’altra esigenza che si è imposta fin dall’antichità e che è in assonanza con l’esaltazione di Mercurio nel segno: scambiare beni con il prossimo superando le difficoltà pratiche del baratto. Al posto del puro e semplice scambio di un bene con un altro, che risultava sempre troppo macchinoso (Giove), si preferì a un certo punto l’uso molto più agile e preciso (Mercurio) di un bene che faceva, per così dire, da intermediario (Mercurio): la moneta. Uno strumento per l’appunto piccolo e leggero (Mercurio), facile da trasportare e da conteggiare (Mercurio). L’invenzione del denaro sotto forma di moneta stimolò senza dubbio anche il commercio (Mercurio) tra i vari popoli e dunque anche quell’attività molto nomadica degli antichi mercanti che è, del resto, tipica di chi ha forti valori Scorpione-Casa ottava. Come si può intuire da questo ragionamento, la natura “liquida” e quindi fluida dei soldi che si spostano di tasca in tasca ha molto a che fare con questo segno d’Acqua troneggiante al centro dell’autunno.

L’opposizione schematica Giove-Mercurio che abbiamo visto svilupparsi tra il Toro e lo Scorpione non si ritrova solo tra questi due segni, ma anche tra i Gemelli e il Sagittario e tra la Vergine e i Pesci. Altre due polarità dello Zodiaco che ci possono venire in aiuto per identificare le radici astrologiche del credito e delle banche. Per quanto riguarda il primo dei due strumenti dell’economia moderna direi che esso è sostanzialmente riconducibile all’effervescente spirito commerciale e al potente slancio espansivo che si esprimono al meglio proprio sull’asse Gemelli-Sagittario. Chiedere un prestito in denaro specie se consistente, per riuscire a costruire una casa più bella e spaziosa, oppure per ampliare la propria attività e i propri affari, significa essere abbastanza fiduciosi di poter prima o poi restituirli con gli interessi richiesti. Così come altrettanto ottimisti (o forse un po’ incoscienti) occorre essere per concedere il prestito stesso, anche se si chiedono preventivamente delle solide garanzie.

La medesima etimologia del termine credito ci rimanda al desiderio di prestare fede in qualcuno che promette di ritornarci (anche con gli interessi) quanto gli abbiamo affidato. Qui, al contrario dell’asse Toro-Scorpione, è il piccolo e astuto Mercurio a far partire la dinamica dell’opposizione Gemelli-Sagittario. E’ la sua voglia di realizzare scambi commerciali, di ottenere dei profitti e di far girare il denaro che ha favorito le condizioni per conseguire le cose desiderate nel presente (Gemelli), e non in un domani troppo lontano (Sagittario), anche se così facendo ipoteca di fatto il proprio futuro. Senza la fiducia incrollabile nella provvidenza e nella fortuna, senza l’ingenua convinzione di poter sempre contare sulle proprie capacità e sulle infinite possibilità di crescita, tipiche dell’opposto Giove domiciliato trionfalmente in Sagittario, nessun sistema di credito, d’altra parte, si sarebbe potuto sviluppare nel corso della storia. Questo fatto ci ricorda ancora una volta l’importanza di quella dialettica tra opposti zodiacali che determina quel moto levogiro, segnalato a suo tempo dalla Morpurgo, capace di dettare la direzione degli eventi sul nostro pianeta.

Il terzo asse Giove-Mercurio da analizzare, collocato tra i Pesci e la Vergine, è quello che sembra invece meglio rappresentare sia la fondazione che il compito delle banche nella nostra società. L’esigenza di mettere da parte i propri risparmi e di depositarli in un posto sicuro è molto antica e deriva in modo abbastanza evidente dal bisogno, ancora più remoto, emerso già nei primi agricoltori di conservare il proprio raccolto nel granaio o in un luogo riparato per riuscire ad affrontare i rigori dell’inverno attingendovi quando era il momento. Si tratta di un bisogno, quello dei contadini, molto banale che tutti i testi astrologici associano invariabilmente al metodico e accorto segno della Vergine. Quasi nessun astrologo collega questo segno all’esigenza di salvaguardare il proprio gruzzolo depositandolo presso alcune persone e/o istituti fidati. E’ un vero peccato perché tale corrispondenza potrebbe spiegare molte cose che altrimenti resterebbero per sempre oscure. Una di queste riguarda il tipico ruolo di intermediario assunto dalla banca, riconducibile ancora una volta alla natura mercuriale del segno. Il denaro custodito nel caveau di un dato istituto, ad esempio, non appartiene a un unico possidente (Toro), che poi lo presta o dona a chi vuole, bensì appartiene a numerosi risparmiatori (Vergine) che desiderano preservare (Vergine) e magari incrementare un poco il proprio gruzzolo (Giove-crescita in Pesci opposto) tramite il classico sistema degli interessi passivi. Vista la capacità di difendere, gestire ed accumulare ingenti quantità di soldi (Giove) racimolati dai vari clienti (Mercurio), la banca ha in seguito assunto nel corso dei secoli un altro compito molto importante: erogare dei prestiti a soggetti, privati o aziende, che glieli richiedono.

Ecco di nuovo la funzione creditizia che riemerge dietro le simbologie della polarità mercurial-gioviana: distribuire denaro prestandolo a soggetti ritenuti meritevoli, ossia in grado di ripagare nel tempo il debito con gli interessi attivi dovuti. Il meccanismo del credito che sull’asse Gemelli-Sagittario era affidato al fiuto finanziario (Mercurio) e alla generosità un po’ avventurosa (Giove) dei singoli individui, a un certo punto nel corso della storia venne realizzato da persone specializzate e riconosciute da tutti: i banchieri (asse Vergine-Pesci).

Grazie all’invenzione della banca la gente ha potuto arginare progressivamente il timore di perdere i propri soldi e la propria sicurezza economica (Giove in Pesci-paura), ma anche aumentare le probabilità di ottenere delle risorse finanziarie cospicue in modo rapido e tempestivo (Mercurio in Vergine-efficienza), sempre che si fosse in possesso dei requisiti necessari.

L’ossessione moderna di accelerare e moltiplicare il volume degli affari spinse, infine, questo istituto ad esercitare un’altra funzione, oltre a quelle abituali di deposito e di credito: favorire gli investimenti, occuparsi cioè di servizi finanziari atti ad agevolare l’emissione di strumenti che gli investitori avrebbero sottoscritto alimentando il mercato dei capitali. Questo ampliamento delle attività bancarie che contempla la gestione e la promozione dei titoli finanziari, tra cui quelli ad alto rischio, sembra una sorta di chiusura del cerchio a livello astrologico, un ritorno all’asse Toro-Scorpione da cui eravamo partiti. Con la differenza che qui, al posto del desiderio edonistico gioviano di godere dei frutti della campagna e di espandere la propria ricchezza col baratto, troviamo il trionfo definitivo del denaro e dell’affarismo frenetico e amorale di Mercurio.

In base a quanto ho cercato di mettere in luce possiamo finalmente farci un’idea astrologica di ciò che è successo e che sta succedendo negli ultimi tempi nel settore creditizio, sia in Italia che nel mondo. Nel 2007-’08, quando è esploso il bubbone dei titoli subprime e c’è stato il fallimento clamoroso di alcuni colossi bancari americani, tra cui la Lehman Brothers, lo scenario celeste era davvero molto parlante. Urano e Plutone, i due pianeti lenti più incisivi sul piano collettivo, stavano cominciando ad entrare in reciproca rotta di collisione ponendosi rispettivamente tra gli ultimi gradi dei Pesci e gli ultimi gradi del Sagittario; nei segni, cioè, dove dominano l’esigenza gioviana della crescita e il desiderio nettuniano di superare i limiti fisici che la frenano, così come la fiducia gioviana nel futuro e la tendenza a concedere credito a chiunque, anche sul piano finanziario. Il fenomeno celeste che rese ancora più duro e drammatico l’urto tra Urano (la volontà realizzativa) e Plutone (la sete di profitto), entrambi affascinati dal folle sogno dell’arricchimento infinito (Pesci-Sagittario), fu però l’intrusione pressoché simultanea di Saturno transitante alla fine del segno della Vergine: in opposizione ad Urano e in quadratura a Plutone. Un passaggio planetario che ha senza dubbio favorito la presa di coscienza della spiacevole realtà a cui tutti siamo sottomessi: l’impossibilità di superare impunemente i vincoli regolativi di ogni sistema, in questo caso specifico finanziario. E non basta, questo transito saturniano ha toccato direttamente il segno che, come abbiamo visto, rappresenta con ogni probabilità le banche stesse e i suoi funzionari: la Vergine.

Ora, mi riesce assai difficile pensare che la formidabile crisi del sistema creditizio mondiale, subentrata allo scoppio della bolla immobiliare statunitense e quindi in seguito all’insolvenza del debito accumulato dai possessori dei mutui subprime, sia del tutto scollegata da questo passaggio di Saturno in Vergine, radicalizzato dall’opposizione di Urano in Pesci (congiunto a Giove nel 2010) e dalla quadratura un po’ più larga di Plutone in Sagittario. Anzi, direi che ne è la matrice astrologica, e la controprova di questo assunto la troviamo proprio nell’attuale incertezza in cui versa il settore bancario e creditizio soprattutto in Europa, alle prese con l’enorme massa di crediti deteriorati e di titoli tossici presenti ancora nella “pancia” (Vergine-intestino) di molti istituti dopo l’incredibile abbuffata di debiti contratti dai possessori di mutui nei primi anni 2000, attuata come sappiamo per sostenere la crescita un po’ claudicante dei mercati azionari. Il cielo odierno, infatti, mostra una triangolazione dissonante Giove-Saturno-Nettuno che ha iniziato a formarsi già alla fine dell’estate del 2015 e che si preciserà ancora meglio nei prossimi due mesi. Una triangolazione in cui è Giove ad occupare il segno della Vergine in opposizione a Nettuno in Pesci, mentre Saturno in Sagittario forma un doppia quadratura con entrambi. Forse non si tratta di una configurazione catastrofica come quella che nel 2008-’10 ha innescato la grande recessione che sta tuttora affliggendo l’economia mondiale, specialmente in occidente, ma è senza dubbio indice di un grave stato di malessere dell’apparato che dovrebbe supportare e mantenere in salute la cosiddetta economia reale: quello creditizio, appunto.

La presenza di Giove in Vergine, a differenza di Saturno, riflette molto bene il bisogno di alleviare questo malessere o persino il tentativo di curare la malattia delle banche attuali, gonfie giovianamente di debiti, illiquidità e sofferenze varie, tramite il congegno delle bad bank, ad esempio.

Il problema di fondo più preoccupante, diffuso un po’ in tutte le banche d’investimento europee (e probabilmente anche statunitensi, anche se non se ne parla molto), è che nessuno sa con esattezza quanto possano valere i miliardi di titoli tossici detenuti e/o circolanti nel sistema creditizio mondiale. Una cifra di sicuro enorme, spropositata che per ora sembra soltanto far capolino qua e là, ma che potrebbe prima o poi rivelarsi in tutta la sua anomala consistenza gettando nel caos il settore bancario internazionale e l’intera economia del pianeta.
Ecco qui emergere il rischio implicito nell’opposizione stabilita da Nettuno in Pesci nei confronti di Giove in Vergine: il sollevamento di uno tsunami inarrestabile nel sistema creditizio e finanziario che potrebbe dissolvere in un amen i risparmi della gente.

Un altro grosso problema è rappresentato dal fatto che in questa fase le autorità competenti, quelle che dovrebbero controllare e mettere in sicurezza il suddetto sistema, appaiono distratte e/o sin troppo fiduciose che tutto il pasticcio si sistemerà da solo, senza l’intervento dello Stato. Tale atteggiamento, del resto, sembra perfettamente coerente con il pensiero libertario e ottimistico propugnato ora da Saturno in Sagittario, il quale sembra preoccupato seriamente soltanto dalle difficoltà sempre più insuperabili incontrate nell’alimentare la crescita economica globale.

La disattenzione o sottovalutazione del rischio d’infezione connesso ai famigerati titoli tossici e dalla massa enorme di crediti insolvibili, è stata palese ad esempio nella mancata vigilanza della Banca d’Italia sulle attività poco chiare degli istituti di credito popolari come quella di Vicenza, delle Marche e dell’Etruria. Non ci vuol molto a capire che se tale noncuranza fosse praticata da autorità ancora più potenti e cruciali, come ad esempio la Banca Centrale Europea, potrebbero crearsi le condizioni ideali per una crisi senza precedenti dell’intera unione monetaria.

Per il momento, la strategia più importante messa in atto da questo organismo continentale è quella del cosiddetto quantitative easing, ossia l’alleggerimento quantitativo. Una politica monetaria di tipo ultra-espansionistico annunciata da Mario Draghi (presidente della BCE) proprio con il tacito avvallo del transito di Saturno nel largheggiante segno del Sagittario all’inizio del 2015. Grazie all’abbondantissima creazione di moneta a debito e alla sua immissione nel sistema finanziario ed economico, infatti, la BCE ha garantito sia un certo drenaggio dei famigerati titoli tossici, che una liquidità sufficiente per evitare la tanto temuta stretta del credito. Nonostante il varo di questo provvedimento piuttosto eccezionale, visto lo statuto assai rigido della BCE e l’aperta ostilità della Germania in proposito, gli effetti positivi nel 2016 non sono stati così cospicui come ci si attendeva: la disponibilità creditizia rimane sempre alquanto modesta e la tendenza alla deflazione (ossia al ribasso dei prezzi), viceversa, troppo spiccata.

La triangolazione negativa che si è instaurata attualmente tra Giove-Saturno-Nettuno su buona parte dei segni Mobili, d’altronde, riflette con chiarezza questo andamento: la mancanza di fiducia (Giove leso da Saturno e Nettuno) impedisce alle banche (Vergine) di concedere prestiti con facilità, rallentando di fatto la liquidità in circolazione (Nettuno leso da Saturno) e trattenendo l’inflazione dal crescere fino a un tasso ottimale (ancora Giove leso da Saturno e Nettuno).

La configurazione celeste complessiva di questo periodo presenta, certo, anche un trigono seppure ad intermittenza tra Giove-Plutone che attenua fortunatamente l’impatto della succitata triangolazione disarmonica. In che modo questo aspetto planetario possa mitigare le difficoltà attuali del sistema creditizio è senza dubbio connesso alla natura dei due pianeti ma, nondimeno, anche ai segni coinvolti: la Vergine e il Capricorno. Se è vero che Plutone, signore indiscusso dello Scorpione e dei Gemelli, rappresenta l’impulso irrefrenabile a trar guadagno da ogni circostanza, anche dalla più torbida e rischiosa, allora il suo sontuoso aspetto con Giove ci indica che qualcuno in questa fase stagnante riesce a guadagnare comunque enormi capitali. Viceversa, se Giove signore incontrastato del Sagittario e del Toro, corrisponde al bisogno fortissimo della gente di accrescere il proprio benessere e la propria sicurezza materiale, allora il suo fastoso trigono con Plutone ci mostra che tale esigenza può essere soddisfatta soltanto investendo i propri soldi con smaliziata competenza. Giove, però, è in Vergine e non ha lo slancio ottimistico dei giorni migliori (dato che è in esilio ed è molto afflitto), sicché spinge la massa dei piccoli risparmiatori a rischiare poco e ad impiegare il proprio denaro in operazioni finanziarie scarsamente redditizie, ma garantite; oppure un po’ più azzardate, ma tuttavia calcolate con estrema attenzione. Plutone, d’altro canto, è in Capricorno e perciò (anche se largamente afflitto da Urano) sta stimolando in modo discreto i grandi operatori del mercato a rastrellare enormi quantità di denaro e/o di titoli finanziari proveniente dai piccoli e medi risparmiatori (Giove in Vergine) per poi, forse, utilizzarlo in qualche colossale investimento, magari pericoloso e incerto.

E’ il caso, ad esempio, dell’industria petrolifera (Plutone-combustibili fossili) che sta cercando di attirare a sé disperatamente, ma senza dare nell’occhio, ingenti capitali per poter resistere al crollo del prezzo dell’oro nero (ma anche del gas naturale) e al simultaneo aumento dei costi di estrazione e di trasporto (specialmente nel caso dei combustibili non-convenzionali come quelli ricavati dalle rocce di scisto o dalle sabbie bituminose).

Cosa bolle esattamente nella pentola a pressione del sistema creditizio globalizzato è difficile da conoscere ed è altrettanto difficile prevedere se il suo coperchio possa, a un certo punto, saltare; magari a breve distanza di tempo. Osservando l’insieme dei transiti attuali si evince soltanto che l’ormai vicino mese di giugno (o al massimo il seguente mese di luglio) potrebbe riservarci una fase critica particolare del credito, magari connessa con la questione mai risolta del debito greco (quadrato tra Giove-Saturno) e/o dei profughi-immigrati provenienti dai paesi più afflitti da guerre e ristrettezze (Nettuno leso da Giove e Nettuno); oppure collegata con il voto sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea (quadrato tra Giove-Saturno); oppure ancora in allacciamento con la fragilità di quelle banche italiane che non potranno liberarsi di buona parte delle loro sofferenze per via di alcune scelte effettuate dal ministero del Tesoro (Saturno in Sagittario) volte a favorire i più forti operatori del settore, anziché quelli più deboli (Nettuno in Pesci).

Vorrei segnalare poi un secondo momento di alta tensione in campo finanziario e/o energetico che potrebbe esplodere o almeno iniziare a pesare in novembre-dicembre di quest’anno complici gli aspetti negativi che Giove, entrato nel frattempo in Bilancia, instaurerà dapprima con Plutone in Capricorno e subito dopo con Urano in Ariete. Può darsi, cioè, che nei mesi indicati le attuali incertezze paralizzanti del sistema creditizio nazionale e internazionale finiscano per sfociare in vistose ricadute negative nell’approvvigionamento dei carburanti e/o nel mercato dei titoli finanziari (Plutone leso), ma anche nella produttività industriale e soprattutto nel tasso di occupazione (Urano leso). Ciò costituirà probabilmente l’occasione giusta perché alcune tra le massime istituzioni mondiali (specialmente statunitensi ed europee) diano un’accelerata alle procedure volte a stabilire quegli accordi di libero scambio Trans-Atlantico (il cosiddetto TTIP) che dovrebbero rafforzare le strutture dell’economia occidentale ormai da tempo scricchiolanti. Un tentativo di restaurare una vecchia supremazia degno del poderoso trigono tra Saturno in Sagittario e Urano in Ariete che si disegnerà sulla volta celeste a partire dalla fine di quest’anno e per buona parte dell’anno seguente.




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