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EQUINOZIO D'AUTUNNO 2016

a cura di Sandra Zagatti
 

Si preannuncia un autunno politico caldissimo, con diversi e importanti appuntamenti elettorali, relativi non soltanto all’Italia ma che riguardano senz’altro gli equilibri nazionali, europei e internazionali per collegamenti diretti e indiretti.

Da noi, lo sappiamo, ci sarà il referendum per l’approvazione della riforma costituzionale, fissato per il 4 dicembre. Una data inattesa (dopo ottobre, era stato ipotizzato il 20 o il 27 novembre), forse troppo vicina al ponte dell’Immacolata per assicurare una folta partecipazione; ma poiché per un referendum del genere non è richiesto il quorum, è verosimile pensare che questo ulteriore slittamento serva alle parti politiche per trovare accordi o guadagnare maggiori consensi. Bisogna ammettere infatti che questa consultazione referendaria sulla Costituzione, essenzialmente e sostanzialmente parlamentare, è stata caricata fin da subito di valori politici come se si trattasse di un test di fiducia per il Governo, il che rischia di alterare tanto l’informazione sulla riforma proposta quanto le conseguenti e relative letture. Ma al di là delle preferenze, che ovviamente non sono argomento di questa riflessione, è indubbio che l’esito avrà ripercussioni anche a livello europeo, sia sul piano politico che di dinamiche finanziarie. Nel caso in cui il referendum non dovesse essere approvato, si rischierebbe infatti una crisi governativa; e nell’ulteriore caso di elezioni anticipate, non è da escludere un avanzamento dei partiti euroscettici come Lega o M5S. In tal senso (e non solo), come spesso accade, i significati di un voto sono ampi e di complessa lettura.

Ma a proposito di Europa, già per il 2 ottobre è fissato un altro referendum, in Ungheria, per approvare o meno il piano UE di accoglienza; e non sono pochi a credere che, se gli ungheresi decideranno di non accogliere la quota di migranti fissata, incorrendo nelle sanzioni di Bruxelles, ciò potrebbe risultare la classica goccia di troppo nei rapporti con l’Unione.

Per lo stesso giorno era fissato anche il nuovo ballottaggio austriaco per le elezioni presidenziali, dopo l’annullamento del voto del 22 maggio, ma sembra ci sarà uno slittamento sempre per la data del 4 dicembre. In ogni caso, è ovvio che l’estrema destra di Norbert Hofer (che era stato sconfitto per una manciata di voti dal candidato ecologista ed europeista Alexander Van der Bellen) conta di ribaltare il verdetto; e anche qui le ripercussioni sull’Europa sarebbero pesanti, soprattutto in un clima “post Brexit” ancora molto incerto e che valuta ogni cambiamento degli Stati membri come un test a favore o contro. D’altra parte, Hofer non ha mai nascosto le sue intenzioni di chiamare gli austriaci a pronunciarsi in tal senso con un referendum, laddove l’Europa insistesse sul sentiero dell’integrazione e non si limitasse a rimanere un’unione economica.

Se ciò non bastasse a elettrizzare il clima europeo, anche in prospettiva delle elezioni politiche del 2017 in Francia e in Germania, c’è da aggiungere un appuntamento a dir poco cruciale, che coinvolgerà sicuramente tutto il mondo, cioè le elezioni del 45° presidente degli Stati Uniti, il prossimo 8 novembre.

Le differenze tra i due candidati americani e i rispettivi programmi sono notevoli. Donald Trump punta molto sul tema immigrazione, facendo leva sulle problematiche della criminalità e delle spese sanitarie e proponendo una riforma che elimini il diritto di cittadinanza per nascita, collochi solo statunitensi ai posti “di comando” e crei un muro di confine con il Messico; a livello energetico insiste sulle fonti fossili per lo sviluppo industriale, promettendo pure di smantellare l’EPA, cioè l’Agenzia che si occupa della tutela dell’ambiente e dello sviluppo delle energie rinnovabili; per finire con la politica estera, intende allentare le tensioni con Russia e Cina, far pagare di più gli alleati Nato per la difesa e mandare truppe all’estero il meno possibile. Viceversa Hillary Clinton, che pure non si è mai spacciata per pacifista ad oltranza, punta sul tema dell’equità sociale, con particolare riferimento alla tutela di donne e bambini e ai riconoscimenti dei gay, propone una riforma dell’immigrazione che difenda anche i diritti degli immigrati e il loro inserimento, utile per la crescita economica, inoltre incoraggia gli investimenti nella ricerca scientifica e nell’energia pulita, proponendo incentivi fiscali e premi per l’adozione delle fonti rinnovabili. E anche qui, al di là degli orientamenti politici, è evidente il peso che questa elezione avrà sui rapporti internazionali e sulle dinamiche europee.

Ho sintetizzato molto ma solo per presentare i prossimi appuntamenti autunnali. Appuntamenti che, astrologicamente parlando, comprenderanno la congiunzione tra Marte e Plutone il 19 ottobre, la quadratura di Marte a Urano il 29 ottobre, poi la quadratura di Giove a Plutone il 24 novembre (parlo ovviamente dei transiti a orbita zero, che comunque vanno estesi di qualche settimana). La quadratura tra Saturno e Nettuno non è già più precisa ma resterà attiva per tutto ottobre, mentre il sestile di Giove allo stesso Saturno (che governa) copre più o meno precisamente novembre e dicembre. Marte lascia il Capricorno ed entra in Acquario il 9 novembre, formando il trigono esatto con Giove il 2 dicembre. Questi dati, però, ci danno solo una misura approssimativa delle energie in gioco a livello mondiale, né ci dicono granché nello specifico. Ed è difficilissimo fare ipotesi anche perché le variabili sono innumerevoli (temi collettivi, temi dei personaggi coinvolti, temi degli eventi senza ora e pure con le date incerte!), quindi posso esprimere soltanto banali sensazioni, che non hanno una valenza previsionale nemmeno sul piano tecnico e metodologico.

Ad esempio, noto appunto che la quadratura Saturno-Nettuno, da tempo rappresentativa degli allarmi sociali e ideologici nei confronti dei migranti e in generale di ciò che è “diverso” o “lontano”, continua a caratterizzare il cielo del 2 ottobre (referendum ungherese), in cui la Luna per altro va a transitare in opposizione a Urano: forse, se la popolazione voterà contro, sarà per paura dei cambiamenti economici e sociali in prospettiva più che per un’espressione di autonomia già maturata.

Il cielo dell’8 novembre (elezioni americane) è onestamente poco parlante, sembra che nemmeno i pianeti sappiano chi votare! Ma al di là della configurazione generale, e nonostante abbia sempre ritenuto più difficile per gli americani eleggere un presidente donna che uno di colore, guardo la Luna di quel giorno in sestile a Venere, guardo Venere nella decima casa del Novilunio interessato (quello del 30 ottobre, per Washington) e mi dico: chissà che i pianeti femminili non facciano il tifo…

Per quanto riguarda il nostro referendum, La Luna in Acquario del 4 dicembre (con Marte nel segno in sestile al governatore Urano e con la supervisione del trigono di Giove) sembra incoraggiare autonomia decisionale e possiamo quindi augurarci che i cittadini votino in coscienza e sul merito, affrancandosi dalle logiche di partito fin troppo care al passato italico. In teoria sembrano anche significatori di cambiamento, ma è ben difficile ipotizzare in che modo potrebbero esprimersi per noi, perché potrei trovare motivazioni a favore del sì al referendum (cambiamento della Costituzione ma stabilità di Governo) oppure del no (viceversa). E non vorrei che alla fine ci ritrovassimo a confermare il detto sul “cambiare tutto per non cambiare niente”… 

Analogamente, per il contemporaneo referendum austriaco, ipotizzare modifiche e svolte è fin troppo vago. Però, anche se un presidente di estrema destra sarebbe effettivamente una novità nell’Europa occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale, non sembra una configurazione di irrigidimento e chiusura, ancor più considerando l’ascendente Pesci del tema di Novilunio del 29 novembre per Vienna. Quindi accetto e ammetto il rischio di non essere del tutto obiettiva, ritenendo possibile una conferma del precedente voto.

Insomma. Ho cercato ulteriori ispirazioni rilocando anche il tema dell’equinozio (valido appunto per la stagione autunnale) per le diverse capitali: da Roma a Vienna, da Budapest a Bruxelles e persino Washington. Ma, pure qui, avrei potuto dire tutto e il contrario di tutto… ed è normale, inevitabile, forse anche giusto che sia così; e lo dico in coscienza, non per giustificare eventuali anzi probabili carenze mie. Perché l’astrologia, checché se ne pensi, mal si presta a dirci “cosa accadrà” in termini di eventi in luoghi e momenti specifici, ed è già difficile comprenderne i suggerimenti in merito al “cosa sta accadendo” nei termini qualitativi di un tempo dilatato storicamente… ma è quest’ultima l’unica riflessione che può risultare utile. In fondo, che lo scontro tra Saturno in Sagittario e Nettuno in Pesci avrebbe accompagnato una fase di difficile e forzosa integrazione tra popoli, religioni e culture diverse era credibile, sensato, ed è stato infatti ipotizzato non solo da me ma da moltissimi altri astrologi, così come la lunga quadratura tra Plutone e Urano, ormai sciolta, ha accompagnato la profonda crisi economica e di valori degli ultimi anni, con un analogo scontro tra forze conservatrici e spinte di innovazione, più o meno violente in entrambi i casi. Ma i pianeti in cielo riguardano il pianeta intero, e i pianeti lenti lo riguardano anche a lungo, quindi il “cosa, dove e quando” ci sfugge continuamente.

Se tuttavia proviamo a concentrarci sul “perché”, allora l’astrologia apre tante porte alla comprensione, sia pure riconoscibili solo da uno sguardo aperto: che va oltre le faticosissime dinamiche contingenti e prova a individuare percorsi evolutivi. E qui, in questi tempi, nella fattispecie nel prossimo autunno, un po’ ovunque va in scena l’eterna lotta tra l’istinto di autoaffermazione e quello di socializzazione, tra l’Io e il Noi, in tutte le diverse e molteplici coniugazioni; nonché con la paura che sempre e da sempre accompagna tanto l’accoglimento del nuovo quanto l’inasprimento del vecchio. In tal senso la natura è emblematica: ogni scelta è un rischio, e nei periodi di passaggio (quale è appunto questo tempo storico per l’umanità) sbagliare per eccesso o per difetto, arrivare in anticipo o in ritardo sui tempi dell’evoluzione aumenta il prezzo da pagare per ritrovare equilibri, ruoli, significati utili e letteralmente vitali.

Ma la vita, di suo, va comunque avanti. E se in autunno cadono le foglie, solo la pianta con le sue radici può permanere, in fiduciosa attesa della rigenerazione che seguirà.

Speriamo di imparare anche noi la differenza; e la lezione.




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