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NOVEMBRE 2016: ELEZIONI PRESIDENZIALI IN USA

a cura di Giovanni Pelosini
 

Martedì 8 novembre 2016 sarà eletto il 45° presidente degli Stati Uniti d’America, che molto probabilmente sarà il candidato di uno dei due principali schieramenti politici che dal 1853 non lasciano spazio ad altri partiti.
Infatti, solo sei presidenti americani sono stati scelti dal partito federalista o da quello liberale, e nessun indipendente è mai riuscito a farsi eleggere. Considerando anche le conferme per più mandati presidenziali, i Repubblicani hanno vinto 29 volte le elezioni, mentre 27 volte gli elettori hanno premiato il candidato democratico, confermando un sistema politico ormai stabilmente bipartitico.
Anche quest’anno quindi l’accesissima campagna elettorale terminerà con la vittoria di Donald Trump (Partito Repubblicano) o di Hillary Clinton (Partito Democratico).

I CANDIDATI 2016

Il discusso repubblicano Trump, “simpaticone” dei Gemelli, è un ricchissimo imprenditore immobiliare e personaggio televisivo, roboante e aggressivo, iperbolico nei suoi programmi e nei suoi proclami, inviso a gran parte del partito che lo ritiene un personaggio imbarazzante, specialmente dopo la recente diffusione di sue frasi volgari riferite alle donne. Clamorosa la sua idea di erigere un muro al confine messicano, seguita dalla risibile pretesa di farne pagare la costosa costruzione al governo del Messico. Nel film di Zemeckis Ritorno al futuro il negativo personaggio Biff Tannen fu chiaramente ispirato all’odierno candidato repubblicano. Nonostante tutto, Trump ha ottenuto quasi 13 milioni e mezzo di voti alle primarie, polverizzando ogni record storico del partito e imponendosi su tutti gli altri candidati.

La candidata democratica Hillary Rodham, abilissima Scorpione, già senatrice e donna politica di successo, è l’attuale Segretario di Stato, nonché la moglie dell’ex Presidente Bill Clinton (1992-2000). Sconfitta da Barack Obama alle primarie democratiche del 2008-2009 dopo una agguerrita competizione che le fece ottenere comunque 18 milioni di preferenze, ha avuto filo da torcere anche di recente prima di battere il candidato senatore Bernie Sanders, decisamente meno ambiguo di lei nelle politiche progressiste e sociali, e fortemente sostenuto da moltissimi elettori, soprattutto giovani. In politica ha una certa fama di opportunista: prima sostenne e poi criticò gli interventi militari di Bush in Afghanistan e in Iraq; prima avversò e poi appoggiò le rivendicazioni degli omosessuali sulle unioni civili.

Tutto lascia pensare che, sia nel caso vinca Trump, che nel caso vinca Clinton, un grandissimo numero di cittadini americani rimarrà deluso, mentre tanti elettori voteranno “turandosi il naso” il candidato ritenuto “meno peggiore”, come gli italiani hanno imparato a fare ormai da lungo tempo.

I PARTITI

Il Republican Party fu fondato nel 1854 da esponenti liberal, antischiavisti e progressisti, e soltanto intorno agli anni ’30 si spostò su posizioni conservatrici, che tuttora mantiene. Ha fatto eleggere presidenti degli USA personaggi storici di rilievo come Lincoln, Grant, Theodore Roosevelt, Eisenhower, Nixon, Reagan e Bush (padre e figlio). È familiarmente chiamato Grand Old Party (GOP): il suo colore è il rosso, il simbolo è l’Elefantino.

Il Democratic Party fu fondato da Jefferson nel lontano 1792, e, nel tempo, ha subito scissioni e radicali cambiamenti politici, fino all’attuale assetto su posizioni progressiste. Si pensi che gli elettori del Sud, un tempo schiavisti e da sempre tradizionalisti e conservatori, hanno votato soprattutto per i Democratici addirittura fino agli anni ’80. Grandi presidenti democratici sono stati Franklin Delano Roosevelt, Truman, Kennedy e l’attuale Obama. Il colore del partito è il blu. Il simbolo è l’Asinello.

LA STORIA DEI SIMBOLI

Nel 1828 il candidato democratico Andrew Jackson aveva un carattere ostinato nel portare avanti la sua campagna con toni populisti. Per questo motivo gli avversari lo chiamarono ripetutamente “somaro”, ritenendolo ignorante, stupido e cocciuto come quell’animale. Jackson non mostrò risentimento per questo, anzi fece ironicamente stampare un asinello sui suoi manifesti di propaganda elettorale, e si dichiarò cocciuto e ostinato, ma soprattutto perseverante. Il simbolo funzionò e Jackson vinse le elezioni presidenziali del 1829, essendo anche rieletto nel 1833. Quattro anni dopo, per replicare il successo, i democratici usarono ancora l’asinello nei manifesti elettorali, e, con tale emblema vinsero ancora con Van Buren. Infine l’asinello democratico (Dem Donkey) fu adottato come simbolo ufficiale del partito: un animale testardo ma umile, cocciuto ma diligente, ostinato ma intelligente, capace di lavorare duramente, con perseveranza e dedizione alla causa.

L’asinello è rappresentato con la metà superiore del corpo blu con quattro (a volte tre) stelline bianche, e con le gambe rosse, richiamando così i simboli e i colori della bandiera americana.

Il grande vignettista Thomas Nast (1840-1902) è considerato il padre della grande epopea del fumetto americano, e divenne famoso per i suoi disegni sulla guerra di secessione, la segregazione razziale e per le feroci vignette satiriche pubblicate sul giornale Harper’s Weekly, capaci di mettere in ridicolo personaggi politici e comportamenti sociali. Il potere dei suoi simboli disegnati era elevato: Abraham Lincoln li considerava i migliori mezzi di propaganda nella sua lotta contro la schiavitù; e ci fu anche un tentativo di “comprarlo” da parte di un funzionario corrotto, vittima della sua satira. Nast è famoso per aver creato l’icona di Babbo Natale (Santa Claus) grassoccio, anziano e barbuto così come ancora lo conosciamo; e anche l’immagine dello Zio Sam. Il suo asinello democratico disegnato nel 1870 è considerato l’archetipo grafico del simbolo del partito di Hillary Clinton.

Lo stesso Nast disegnò per la prima volta l’elefantino repubblicano nel 1874. The Herald aveva pubblicato la notizia (poi rivelatasi infondata) della fuga di alcuni animali dallo zoo di New York, e molti cittadini temevano realmente di trovarsi di fronte animali selvaggi in città. In quel periodo molti mostravano di avere un analogo timore a causa dei modi dispotici del presidente repubblicano Grant, ormai al suo secondo mandato. Quindi Nast pensò di disegnare gli animali terrorizzati in fuga dallo zoo per le strade di New York: l’elettorato repubblicano fu raffigurato proprio con un elefante che portava la scritta “Vota repubblicano”. Poco dopo, quando i repubblicani furono pesantemente sconfitti nelle elezioni di mid term, il vignettista disegnò il medesimo elefantino chiuso in una gabbia. Quello stesso elefantino diventò presto il simbolo del Partito Repubblicano, e delle doti di forza, intelligenza e dignità che i suoi sostenitori gli attribuiscono ancora, malgrado Trump abbia mostrato di non amare molto questo tradizionale emblema, che è stato escluso dalle ultime convention.

L’elefantino repubblicano è raffigurato con la metà superiore blu con tre stelline bianche, e le gambe rosse. Come nel caso dell’asinello democratico, il richiamo ai colori e alle stelle della bandiera americana è evidente.

GLI ANIMALI SIMBOLICI NELLA TRADIZIONE

L’elefante è tradizionalmente un animale simbolico di grande significato, soprattutto in Oriente. Esprime solidità, forza e saggezza, ma anche sapienza e purezza. Ha anche fama di essere estremamente intelligente e di avere una memoria eccezionale, ma se ne teme la furia, al punto che in India un elefante infuriato è ritenuto più pericoloso di una tigre. Antica cavalcatura dei sovrani in Asia, fu animale araldico anche in Occidente, dove la sua figura esotica era comunque conosciuta e apprezzata come simbolo di grande potenza, talvolta collegata alle possenti zanne d’avorio e alla forma fallica della sua proboscide. Forse per questo la cultura indiana lo rammenta come creatura lussuriosa molto attratta dalla sessualità. Astrologicamente fa pensare all’Elemento Terra, così stabile, pesante e inamovibile, così concreto e saggio.

Il simbolo dell’asinello è diversamente interpretabile. Anche esso era una cavalcatura regale e divina: si pensi alla sua associazione con Dioniso e con Gesù, che a cavallo di un asino entrò trionfalmente a Gerusalemme; del resto un asinello e un bue avevano assistito alla sua nascita in una stalla. Anche nell’antico Egitto l’asino era un animale dal grande e positivo simbolismo, così come appare anche nell’Asino d’oro di Apuleio, un testo di cultura ermetica greco-alessandrina. Per contro l’asino è anche rammentato come simbolo di ignoranza e di lussuria, soprattutto a partire dal Medio Evo, quando veniva usata come cavalcatura degli adulteri, mostrati così al pubblico disprezzo. Forse in quel periodo l’asino, così come il caprone, furono ritenuti simboli collegati all’atto sessuale e alla cultura pagana da interpretare negativamente nell’ottica dei paradigmi della nuova religione dominante. Astrologicamente in passato veniva associato al Sole e alle divinità solari, ma oggi forse potrebbe avere anche valenze relative ai significati di pianeti trans-saturniani come Nettuno e Plutone.    




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