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NUOVE LUCI DEL CINEMA CON GIOVE IN BILANCIA

a cura di Francesco Astore
 

I moti dei cinque corpi celesti capaci di influenzare le tematiche che il cinema ci propone sono, come sempre, fedeli ed emblematici. Ma mai come in questi ultimi sei mesi quando, nel firmamento planetario si è inserito Giove, pianeta della vista, dell’immagine e, quindi delle luci della “scatola magica”, nel segno d’Aria della Bilancia, combinandosi con la presenza degli altri quattro corpi celesti fermi sulla loro posizione da molto più tempo. Il pianeta gigante del sistema solare nel segno squisitamente femminile governato da Venere e Proserpina entrambe in domicilio, stimolato simbolicamente da Saturno in esaltazione e dall’occulta trasparenza di Nettuno, si relaziona con quasi tutti i suoi compagni di viaggio in questo 2017, intrecciando un vero e proprio fil rouge su cui sono leggibili i contenuti e le scelte filmiche che si sono proiettati di recente o sono attualmente presenti nelle sale.
 
Alcune di queste creazioni cinematografiche hanno diverse candidature e si apprestano a calarsi nella imminente scommessa della competizione per gli Oscar del nuovo anno.

Giove in Bilancia amplifica le simbologie tipiche del segno mettendo sotto i riflettori la tematica della relazione a due, una chiara manifestazione dell’influenza della signora del segno, la dea per antonomasia dell’unione, Venere. Non manca la riflessione sulla giustizia, umana, con tutti i suoi limiti, la tensione verso un ideale di civiltà che reclama pari diritti e diremmo anche giustizia universale, come ricerca di equità, punto cardine del segno ed espressione dell’esaltazione di Saturno - giustizia.

Il pianeta provvede, inoltre sul piano estetico, a regalarci inquadrature fotografiche, tonalità cromatiche e invenzioni figurative di grande pregio e che sono il dono di Proserpina, signora della pittura, della luce e del colore, in domicilio base nel segno. Non sono carenti neppure stupende colonne sonore, eco dell’enigmatico Nettuno, dio della musica, ospitato in trasparenza nel segno e che trovano un grande impatto emotivo nei contenuti prescelti.

Per esempio nel bellissimo Animali notturni, in cui il regista, ex fashion designer di grido, Tom Ford, si cimenta nella sua seconda prova di regista, con la storia di una raffinatissima vendetta ordita genialmente con l’espediente di un racconto nel racconto e che intende punire una separazione spietata e feroce. 

O ancora in Allied, film del collaudato Robert Zemeckis, dove si narra dell’incontro tra due abili spie coinvolte in un complotto ordito in Marocco per l’assassinio di un gerarca nazista nella seconda guerra mondiale.

Nel Cliente di Asghar Farhadi si descrive invece, sullo scenario di un Iran ancora sprofondato in una mentalità di arcaico predominio maschilista, la vicenda di una coppia di coniugi, attori per passione, che, a seguito di un fatale scambio di persona dalle terribili conseguenze, scopre una dolorosa crepa del loro rapporto a due.

Quindi ancora in Arrival del regista Denis Villeneuve, la dualità che Giove in Bilancia celebra, si contrassegna nella linea di comunicazione/raccordo che unisce la scienziata (Amy Adams, qui come per Animali notturni di cui è pure protagonista, esibisce un performance magistrale) addirittura a un’entità aliena, con la quale entra in contatto.

Ricordo che la casa 7^, cosignificante della Bilancia, esprime il rapporto con gli altri in genere, la società, ma estende questo suo significato agli “altri” come possibili e diversi abitanti di altri mondi, quei fantomatici “alieni” la cui enigmatica trasparenza di Nettuno nel segno, conferma.

E mentre scrivo non posso non pensare alla recentissima scoperta di un sistema planetario “alternativo” nella costellazione dell’Aquario, formato da sette pianeti ruotanti attorno a una stella centrale con ruolo di guida come per noi fa il Sole, in cui la vita è probabilmente ospitata. L’informazione zodiacale che è proiettata nel cinema come pura fiction si rende reale nelle scoperte e nelle evidenze della contemporaneità.
 
Ritroviamo ancora tutti questi simbolismi declinati in modo diverso in Silence, del vero “mostro sacro” del cinema, Martin Scorsese, opera abbastanza epica, in cui due monaci cristiani, stretti nel loro credo nel Dio unico, provano la fede mettendosi sulle tracce del loro padre spirituale, un missionario scomparso nelle terre incantate e insieme infide del Giappone del 1600. E si confrontano con la possibilità di culti alternativi, fedi per loro “aliene”, che mettono in gioco la necessità di una mediazione o meglio di un’immersione totale per ritrovare una divinità universale (ancora una volta l’insistente Nettuno in trasparenza in Bilancia).

Infine nel capolavoro assoluto Moonlight, in cui il giovane regista statunitense Barry Jenkins, prova a spezzare le catene dell’omofobia, mettendo in scena un racconto dagli spunti autobiografici costituito da tre capitoli dell’esistenza sfortunata di un gay afroamericano, che muove i suoi passi di bimbo, di adolescente, quindi di uomo, nella realtà feroce di un’America priva di senso di appartenenza familiare e percorsa dall’aridità sentimentale.

Anche qui il giovanissimo attore di appena 26 anni Trevante Rhodes, nel ruolo principale, offre una recitazione di primordine, intensa e ispirata.

Il geniale cineasta riesce a dare corpo alle violente emozioni dei protagonisti nei cromatismi intensi, a volte abbacinanti, che innalzano poi un’aura poetica su tutto il film.

La celebrazione estetica appare addirittura eccessiva con l’espansivo Giove, corpo celeste dell’immagine, proprio nel segno che rappresenta l’eterna bellezza dell’Arte.

In Animali notturni ad esempio, in cui il bello non coincide necessariamente con l’esatto, la perfezione, la giovinezza o la simmetria delle forme. Nella prima scena del film (in cui si respira un’atmosfera vagamente felliniana), si assiste a un’esibizione che, al primo impatto, è addirittura sconcertante, mostrando signore molto avanti negli anni, in veste di majorette, completamente nude, disfatte, che richiamano, col loro sorriso beffardo, quasi un sottile senso di sfida alla morte.
Giove in Bilancia riceve un quadrato da Plutone nel Capricorno e dunque è sollecitato in maniera lievemente perversa dal dio degli inferi nelle sue modulazioni stilistiche: ecco dunque che può eccitare il gusto per il morboso, pur in una soddisfazione artistica impeccabile.

È probabilmente la ferale opposizione che Giove riceve da Urano in Ariete a spezzare la visione tutta “mezzi toni”, “mezze tinte” o armonia, un po’ troppo aerea e distaccata che la Bilancia in sé, diciamo allo stato puro, possiede. La lesione uraniana, indubbiamente molto dura, costringe in un certo senso la Bilancia a venir fuori dai suoi canoni troppo rigidi, formalistici e freddi, sconvolge le sue strutture e ha il merito, sia pure con modalità tormentate, di umanizzarla.

Il bel Saturno in Sagittario formando un sestile, spesso quasi al grado con Giove (da ottobre 2016 fino a marzo 2017, poi ancora tra luglio e settembre del medesimo anno), consente un intreccio benefico tra le simbologie di giustizia bilancina con quelle di “lontano” e di “diverso da sé” del Sagittario. Senza contare che in questo caso si verifica un mutuo scambio tra un segno simbolicamente signore di Saturno (la Bilancia), con un segno di cui è signore Giove (il Sagittario). Questo singolare assonanza planetaria ha il merito di evidenziare le simbologie di entrambi i segni in una sorta ottimismo temperato dalla razionalità (espressione perfetta del sestile appunto, tra Giove a Saturno).

La giustizia cara al settimo segno, riesce a trionfare in quasi tutti questi film.

Trionfa persino in Arrival, quando la protagonista si ritrova virtuosa e consapevole esecutrice del proprio destino. Anche se di un destino crudele si tratta.
Ancora a proposito di questo bel film dalla dimensione mistico – profetica in certi suoi momenti, vorrei rilevare le notevoli concordanze con il panorama dei transiti che l’hanno visto nascere. E dell’influenza in apparenza non percepibile, ma nella sostanza formidabile, di Nettuno in Pesci, il lontano da sé per eccellenza.

Non dimentichiamoci della compresenza della rotonda e femminile Luna, pianeta simbolicamente esaltato nei Pesci e esemplificativo del fluire della vita nel cosmo!

In Arrival accade tutto in una sorta di eterna contemporaneità che riporta al giro iniziale, al punto di partenza chiudendo alla fine della storia una sorta di cerchio: il cerchio appunto dell’eterno ciclo nascita- vita- morte- rinascita. È sempre la Luna a parlare, collegata con la casa 12^, settore dell’infinito e con i Pesci segno collegato astrologicamente con l’ultimo mese di gravidanza.

Le astronavi che approdano sulla Terra sono a forma di guscio lunare, anzi hanno proprio la dimensione di una mezza luna piatta, diversissima dal tradizionale disco volante e lontanissima dal veicolo a forma di razzo. Gli alieni hanno, sì forma di mostri enormi (Nettuno/Giove - casa 12^ ), ma vengono con scopi di aiuto e di beneficio per gli esseri umani cui consegnano un messaggio, una sorta di mappa di orientamento del fluire del Tempo nella rotta dell’Universo (Luna in esaltazione, Venere in trasparenza nei Pesci). Impossibile non notare l’attenzione al linguaggio, alla necessità di decodificazione e traduzione che Saturno nel segno della lingua, il Sagittario, mette in atto. Codici linguistici che il mutuo scambio Giove – Saturno fa sì che si prestino ad essere decrittati.

Lo Scorpione, di cui Plutone è indiscusso signore, pur non “visitato” ora da alcun pianeta, è molto stimolato dal trigono di Nettuno in Pesci e dal sestile di Plutone in Capricorno, che portano in rilievo i sentimenti profondi e tempestosi, il desiderio di vendetta da assaporare fino in fondo, anzi ad ogni costo (in special modo in Animali notturni, nel Cliente e anche in Allied). Scorpionico anche il senso del mistero, il brivido dell’imprevisto che l’insistente Nettuno sprigiona, avvicinando l’impalpabile linea di confine tra bene e male e lo scontro tra le forze chiare, spirituali, elevate e le forze oscure, materialistiche, infere; diremmo ancora riportando alla luce l’eterna duplicità esistente tra l’amore sacro e  l’amor profano. 

Nel film Allied compare l’unanime corrispondenza dello Scorpione con l’onorata professione della spia, grazie alla sollecitazione indiretta che Plutone invia sul segno. Mentre le due spie (interpretate in modo impareggiabile dal duo Brad Pitt – Marion Cotillard), scoprono di nutrire via via sentimenti più profondi l’uno per l’altra, corre parallelo al crescere di questo amore, la sensazione della impossibilità di una sincerità assoluta e cristallina, anche in due compagni così intensamente coinvolti dal giogo della passione.

Si noti infine, come Saturno Sagittario non più in aspetto negativo di quadratura con Nettuno in Pesci esprima probabilmente una maggiore libertà e scioltezza che i valori mistico – religiosi dei due segni possono raccontare. Senza ostacolarsi troppo a vicenda. E si tratta di una religiosità missionaria, terrestre, concretamente volta al progresso civile dell’umanità quella del Sagittario; autenticamente protesa verso l’infinito, situata in una sfera filosofica di comprensione globale della vita e che contempli la coesistenza con altri mondi alieni, quella dei Pesci.

Il trigono celeste che finalmente si stabilisce tra Saturno Sagittario e Urano in Ariete sembra ricostruire, in tutti e sei i film analizzati la necessità di una nuova struttura, che in Animali notturni, Allied, Arrival, Silence e il cliente corre verso una strada di solitudine, scelta, subita o accettata con coraggio (ancora la casa 12^), unita alla volontà di incamminarsi verso mutate condizioni dell’esistenza.




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