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CLAUDIO BAGLIONI. QUANDO I POETI CANTANO

a cura di Luna
 
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Appartengo ad una generazione davvero molto particolare. Una generazione che ha prodotto e/o visto cambiamenti sociali, artistici, tecnologici e di costume talmente profondi da non essere paragonabile a nessuna delle precedenti.

Le persone nate dal 1937 al 1957 hanno in comune Plutone in Leone. Gli americani la chiamano la "Me generation". Troppo giovani per partecipare alla II guerra mondiale, hanno deciso, una volta diventate adulte, di combattere una guerra diversa, più radicale e duratura. Hanno rivoluzionato tutto. Ma proprio tutto. La massima parte degli epocali cambiamenti avvenuti negli ultimi 70 anni sono dovuti a questi uomini e queste donne. I concetti legati al sociale, alla famiglia, alla tecnologia, alla scienza, all'arte, alla musica (solo per citare i più importanti) vengono smembrati e rielaborati. Un nuovo Rinascimento, ma molto più profondo e complesso del precedente.

Sono partita da lontano per poter dare un contenitore adeguato a ciò che voglio esprimere parlando di musica, cantanti e canzoni.

Penso alla colonna sonora della nostra vita, alle musiche ed alle canzoni che l'hanno attraversata ed accompagnata. Penso alla gratitudine che provo nei confronti di alcuni cantanti (soprattutto italiani) che sono stati in grado di dare forma e sostanza alle nostre emozioni attraverso la musica e le parole. Uno dei miei preferiti in assoluto è Claudio Baglioni.

Il cantante nasce a Roma il 16 Maggio 1951 alle 04.20 am. figlio unico di un maresciallo dei carabinieri e di una sarta. Il suo Sole Toro si colloca nella I casa, congiunto a Marte, trigono a Saturno e largamente quadrato a Plutone. Il risultato di questa combinazione astrologica lo vediamo nell'essenza stessa dell'artista: tranquillo, umile, un po' schivo ma anche determinato e costante. E' vero che la congiunzione Sole-Marte, i due pianeti che simboleggiano il maschile, gli danno una struttura caratteriale granitica, ma si trovano comunque in un segno femminile. Tutto questo non ne cambia la sostanza ma le modalità di espressione. Baglioni non è un aggressivo, non lo è stato e probabilmente non lo sarà mai.

Anche la quadratura di Plutone a Sole e Marte, smorza il grande potere di questa congiunzione. Plutone è il pianeta alchemico per eccellenza. Fra le sue affascinanti simbologie troviamo la capacità (o meno) di trasformarci, di prendere la materia grezza (l'Io) e, attraverso gli eventi della vita, trasformarla (consapevolezza del sé) nel prezioso e scintillante oro. Se, come in questo caso, lo troviamo non come alleato ma come avversario, la trasformazione sarà incerta, lenta e dolorosa. Un'ulteriore complicazione deriva dalla difficoltà di cambiare tipica dei segni fissi (Toro, Leone, Scorpione, Aquario).

Penso ai primi anni del successo del cantante, per capirci ci troviamo ai tempi di "Questo piccolo grande amore". All'epoca, nel nostro bel paese, il mondo della musica era diviso fra i Beatles ed i Rolling Stones. Fra il melodico ed il rock. Metà Italia seguiva ed imitava i cantanti americani ed inglesi, dichiarando guerra totale al genere melodico. L' altra metà abbracciava il genere "pop", una via di mezzo fra la musica nostrana del dopo guerra e quella più moderna importata dall'estero.

Baglioni viene accusato di essere un artista troppo "popolare", quasi banale (forse non avevano letto i testi delle sue canzoni). Viene contestato perché non percorreva il facile filone della contestazione sociale che molti suoi colleghi avevano scelto di seguire. Lui non fa una piega e prosegue a scrivere i suoi testi e la sua musica seguendo sempre l'argomento principe della nostra vita: amore, emozioni e dintorni. Certo, cerca di raffinarsi, scava dentro di sé alla ricerca di significati, di spunti, di nuove armonie, ma senza mai tradire la sua vera natura.

Alla fine degli anni '80 la sua vita ha una svolta. Baglioni si stanca di essere Baglioni. Si allontana dalla scena pubblica e come dirà lui stesso: "A volte c'è bisogno di riempire la propria vita con dei vuoti". In quel periodo Urano, Nettuno e Saturno si oppongono alla sua tenerissima Venere cancerina. Questa Venere rappresenta un modo di amare un po' infantile, egoista e bisognoso di continue rassicurazioni, di costanti tenerezze. Quei transiti tremendi la rendono molto più assertiva e coraggiosa. Nel 90, proprio mentre sta ritornando nel mondo della canzone con il mitico album "Oltre" ha un brutto incidente automobilistico dove, oltre al resto, si ferisce la lingua, suo principale strumento di lavoro. In quell' album troviamo "Mille giorni di te e di me", "Noi no", "Dagli il via" canzoni eterne che danno prova di una maggiore maturità raggiunta dell'artista. La sua musica ed i suoi testi sono più raffinati, più complessi ma anche più intimi. Nel 1995 scrive "Io sono qui" il cui testo non è autobiografico... di più. "Dove sono stato - in tutti questi anni - io me ne ero andato - a lavarmi i panni - dagli inganni del successo - a riscoprirmi uomo - io sempre lo stesso - più grigio ma non domo".

Come tutti i Sole di casa I^ ha dovuto cercare se stesso con la paura di non trovarsi. Nel corso di un'intervista dichiarò "non volevo essere trasparente". Pur possedendo ottime doti canore non è uno di quei cantanti che fin dall'infanzia volevano salire sul palco ed esercitare quella data professione. Lui, nel suo piccolo, quando era ancora un bimbetto, saliva sulle sedie delle trattorie e si metteva a cantare, ma così, per intrattenere gli altri commensali, per divertirsi. A 14 anni si convince di aver ricevuto la "chiamata" e si trastulla con l'idea di diventare frate. Un sogno stile "attimo fuggente", dato che, nello stesso periodo, riceve in dono una chitarra. Sacrifica la tonaca sull'altare di Nettuno (arte, musica, creatività) e da lì parte la lunga strada che lo condurrà al giorno d'oggi, giusto in tempo per celebrare i suoi "50 anni a tempo di musica".

50 anni a tempo di una musica di stampo melodico, a volte triste, a volte romantica, sempre intima. Credo che il termine giusto sia "Saudade". L'esatta descrizione della parola l'ho presa pari pari da wikipedia ed è: "In alcune accezioni è una specie di ricordo nostalgico, affettivo, di un bene speciale che è assente, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. In molti casi una dimensione quasi mistica, come accettazione del passato e fede nel futuro."

Credo che la sua umiltà, il suo essere in qualche modo "low profile" derivi principalmente dalla Luna in Vergine. Modesta, lavoratrice, pragmatica ed intelligente, dona a chi la possiede quella capacità di sacrificarsi in nome di un dovere, di una convenzione sociale e non. Una volta ha dichiarato che gli esseri umani sono come i cavalli: forti, liberi e veloci. Ma, esattamente come i cavalli si fanno limitare ed addomesticare dalle "briglie" delle regole, del doversi adeguare, del saper vivere in mezzo agli altri. Per poterlo conoscere ancora meglio ho ascoltato decine e decine di interviste, ho visto un numero imbarazzante di articoli a lui dedicati e mai, dico mai, ho visto o letto in lui un atteggiamento arrogante, o appena venato di superbia. E' un uomo che continua a guardare il proprio successo con incredulità, quasi come se ci fosse inciampato per caso e meravigliandosi che tutta quella fortuna sia capita proprio a lui.

A Settembre gli hanno conferito l'incarico di direttore artistico del Festival di Sanremo 2018 ed in seguito gli viene affidata anche la conduzione dello stesso. La presenza di Saturno che dal Capricorno sarà in trigono al suo Mercurio in Toro (intelligenza, lavoro) gli garantirà la riuscita. Sono convinta che riuscirà a dare al Festival quella vena di poesia musicale con la quale ha riempito la sua e la nostra vita. Lo ha già fatto attraverso la sua musica ed in questo caso, con quella degli altri. Perché, come dice lui stesso: "La poesia è come un'idea, non cerca verità, la crea.“

Per concludere torno all'inizio. Io appartengo, un po' indegnamente, a quella generazione che ha dato luogo a dei cambiamenti così profondi da stravolgere l'intera umanità. Mi vengono in mente le frasi finali del film "Troy", quelle pronunciate da Ulisse. "Se mai si racconterà la mia storia si dica che ho camminato coi giganti. Gli uomini sorgono e cadono come grano invernale ma questi nomi non periranno mai. Si dica che ho vissuto al tempo di Ettore, domatore di cavalli, si dica che ho vissuto ai tempi di Achille." Sostituite Achille ed Ettore con i mostri sacri che hanno dato luogo a tutti questi epocali cambiamenti ed avrete un'idea di ciò che intendo.

Non so perché pensando a Baglioni mi sia venuta in mente la "Me generation", forse per dare un contesto al tutto. Di sicuro c'è che questo artista (insieme ad altri) ha accompagnato l'esistenza di molti di noi. Ha dato musica e parole alle nostre gioie, alle nostre lacrime, ai cambiamenti che abbiamo dovuto fare per sopravvivere alla vita. D'accordo, non è Steve Jobs e nemmeno un luminare della ricerca scientifica, ma c'erano (anche) le sue canzoni quando eravamo tristi, o quando ci siamo innamorati, o quando speravamo in un domani più felice.
Grazie Claudio




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