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TIPI PSICOLOGICI. GLI IPOCONDRIACI : COME RICONOSCERLI

a cura di Elena Cartotto
 

Già Moliere nel 1600 con la sua celebre commedia “Il malato immaginario” aveva affrontato  questo male oscuro del corpo di origine, come fa notare lo psichiatra Andreoli, prevalentemente mentale. Ne “Il Malato immaginario” il protagonista è l’ipocondriaco Argante circondato da medici incapaci e farmacisti furbacchioni, tutti felici di potersi approfittare delle ansie dello pseudo malato  al fine di ricavarne un buon tornaconto personale. Scrive Moliere ironizzando: “Quando la lasciamo fare, la natura si tira fuori da sola pian piano dal disordine in cui è finita. È la nostra inquietudine, è la nostra impazienza che rovina tutto, e gli uomini muoiono tutti quanti per via dei farmaci e non per via delle malattie”.

L’ipocondria era comunque già nota nella Grecia classica tanto che Ippocrate definì il “Male degli ipocondri” come una sorta di disturbo dello stomaco e della mente, all’origine non solo di fastidi digestivi, ma anche di angosce profonde come la paura di morire. La localizzazione nell’addome di questo malessere era perfettamente in linea con l’idea che nella pancia convergessero passioni e sentimenti di ogni tipo. A tutt’oggi nella post modernità scientifica ed iper-medicalizzata si ritiene comunque che nella pancia ci sia una sorta di secondo cervello.

La diagnosi è riconosciuta in modo unanime dal noto un manuale americano DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). Qui l’ipocondria viene definita come “La preoccupazione legata alla paura oppure alla convinzione di avere una malattia grave basata sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto” inoltre “la preoccupazione persiste nonostante la valutazione e la rassicurazione medica appropriata’”, e ‘la durata dell’alterazione è di almeno 6 mesi’.

L’ipocondriaco è ossessionato dal proprio corpo, anche perché inizialmente non ha la minima percezione di avere un problema mentale; altre volte ne diventa consapevole, ma senza poter fare nulla per arginare l’angoscia che lo sovrasta. In realtà il vero problema sembra essere l’incapacità dell’ipocondriaco di ammettere con se stesso, e poi con gli altri, le proprie debolezze, il senso di fragilità che lo pervade a livello psichico, e così per catalizzare aiuto e attenzione, sposta tutto sul piano fisico.

L’attenzione costante e spasmodica al corpo, ai suoi sintomi e a dolori molto ben descritti, spesso con dovizia di particolari, finisce però, come fa notare il Dr. Andreoli, per allontanare l’ipocondriaco dalle relazioni personali e della realtà concreta della vita con i suoi problemi e le sue soddisfazioni. L’ipocondriaco che all’inizio riusciva a catturare l’attenzione di familiari e amici, si ritrova sempre più solo con se stesso. Dopo un numero elevato di visite mediche, di esami, di controlli, di rassicurazioni, il suo stato d’animo non migliora, anzi, s’incupisce ulteriormente non avendo trovato una spiegazione logica ai suoi disturbi fisici. Di conseguenza chi vive accanto ad un ipocondriaco, infastidito dal lamento continuo di un malato immaginario che per altro spreca un sacco di soldi per farsi dire che non ha nulla, finisce per prendere le distanze.

Nella vasta sintomatologia delle ipocondrie rientra un po’ di tutto: l’affanno con mancanza di respiro, le palpitazioni, la scarsa regolarità intestinale, i dolori alle giunture e via dicendo. Alcuni studi psicologici sostengono che l’ipocondria nasconda problematiche psichiche molto profonde: in questo caso la malattia immaginaria svolge una funzione di mascheramento, quasi ci fosse in atto una censura, perché è più facile ottenere comprensione e vicinanza se si manifestano disagi fisici piuttosto che mentali, anche se poi, come si è visto, anche l’ipocondriaco finisce per allontanare gli altri da sé.

Oppure alla base di questa problematica potrebbe esserci un particolare rapporto maturato nell’infanzia con le figure d’attaccamento. La madre, ad esempio, può rispecchiare un’immagine di debolezza in modo sistematico, ripetitivo, sia con messaggi espliciti che con atteggiamenti iperprotettivi. Questo potrebbe essere il caso di Carlo Verdone noto e geniale ansioso con tendenze ipocondriache, per altro magistralmente delineate in uno dei suoi film più riusciti “Maledetto il giorno che ti ho incontrato”. Verdone racconta che fin da quando era ragazzino sentiva le telefonate della madre alle amiche intercettando termini quali glaucomi, cancri, aritmie. La madre dell’attore poi era ansiosa a sua volta e appena vedeva comparire due macchie sulla faccia del figlio pensava subito al peggio. Lui è così cresciuto ossessionato dalle malattie.

Non solo Verdone, però, fa parte dei personaggi celebri dichiaratamente ipocondriaci. Da Darwin a Hitler il campionario è vasto: il primo si convinse di aver contratto una malattia da un parassita tropicale: per curarla faceva lavaggi intestinali con acqua gelida e monitorava le sue flatulenze. Il secondo era schiavo del suo medico personale, utilizzava fazzoletti sterilizzati durante i rapporti sessuali per la paura di essere contagiato dallo scambio di umori e si faceva iniettare ormoni provenienti da sperma di tori prima di avere rapporti sessuali con Eva Braun.

Saltando qua e là nei talenti e nel tempo si scopre che tra gli ipocondriaci famosi ci sono anche Adele, Paolo Villaggio, Maria De Filippi, Marcel Proust, Andy Wharol, Marco Mengoni, Woody Allen, Mika.

Un fattore astrologico, in particolare, colpisce tra i parametri considerati e probabilmente sottesi a questo disturbo, ossia la presenza in tutti costoro di uno stellium di segno o di casa o di entrambi. Sono temi fortemente sbilanciati a causa di questi accumuli planetari o convergenze in un solo settore e questo, forse, spiega da un lato la necessità di controllare ossessivamente tale surplus energetico anche se ciò poi avviene in maniera scompensata, e dall’altro l’importanza data ai propri sintomi, quasi che lo stellium, a prescindere dal segno e dalla casa in cui capita, costituisse una sorta di fattore di accrescimento del problema.

Il controllo sul corpo è alla base dell’ipocondria e naturalmente ciò induce ad ipotizzare valori planetari importanti o comunque rimandi significativi attraverso aspetti o per governo di casa, al settore sesto, collegato alla salute, al corpo, alla maniacalità tipicamente virginiana con le sue ossessioni salutistiche. Può risultare illuminante a riguardo, nell’ottica di capire meglio questo disturbo, anche la posizione di Venere, sempre per il suo significato di salute, oltre che di Mercurio per l’origine mentale dell’ipocondria.

Verdone, ad esempio, ha uno stellium in casa 11^ e una casa 6^ governata proprio da Mercurio che si trova non solo in Sagittario, e quindi in caduta, ma in cattivo aspetto con la congiunzione Luna/Giove. L’importanza dell’elemento materno nelle sue fissazioni salutiste sembra proprio quindi rientrare in questa costellazione, dato il coinvolgimento della Luna che in trigono a Urano segnala, per altro, nonostante l’aspetto positivo, un forte temperamento ansiogeno del soggetto.

Stellium anche per la cantante Adele che, almeno una volta a settimana, organizza un check-up per se stessa ed il suo staff e solo chi viene dichiarato sano sembra possa avvicinarla. Uno stellium giustappunto in casa 6^ con la congiunzione Luna/Saturno/Urano in opposizione a Venere/salute in 12^. Mercurio è sempre in 12^ isolato.

Altro ipocondriaco, altro stellium, trattasi stavolta del re della commedia in celluloide Woody Allen, con stellium in 4^ in Sagittario comprendente Mercurio in conflitto con Saturno. Luna in casa 6^, tanto per restare in tema, il cui trigono con Venere tra 2^ e 3^ casa ha, però, probabilmente sdoganato la nevrosi ipocondriaca trasformandola in narrazione brillante.

Stellium in Sagittario per Maria De Filippi con Mercurio e Venere, governatori della casa 6^, congiunti stretti in 12^ e quadrati secchi ad Urano.

Di Hitler è ben noto lo stellium in Toro in casa 7^ con Marte, governatore della 6^ strettamente congiunto a Venere e quadrato a Saturno. Il suo Mercurio cuspidale tra 6^ e 7^ è totalmente leso da Urano.

Marco Mengoni ha un mega stellium in 5^ in Capricorno parzialmente leso da Marte; dello stellium fa parte anche Urano che governa la casa 6^.

Un altro cantante ipocondriaco è Mika che ha uno stellium in Sagittario con Giove e Urano congiunti in casa 6^ lesi da Venere/salute, ma recuperati con un bel trigono da Marte. Il suo Mercurio è totalmente leso dalla congiunzione Luna/Nettuno.

Stellium in Vergine per Paolo Villaggio e in Leone per Andy Warhol.

Marcel Proust fu ossessionato dal padre, luminare nel settore degli studi sull’igiene: a nove anni era già ipocondriaco e soffrì per tutta la vita di un’asma psicosomatica. Anche per Proust stellium, parzialmente leso da Marte, in Cancro, comprendente Mercurio governatore della 6^. Curiosa, invece, la sua splendida Venere in 6^ parte di un Trigono a Stella: una porta forse su quella gioia delle piccole cose che la sua incredibile attenzione al particolare seppe cogliere, trasformandolo nella conchiglia della vita umana capace di trasmettere il suo tenue rumore di fondo all’infinito.




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