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INTELLIGENZA O INTELLIGENZE?

a cura di Luca Alberelli
 

Fin dalle origini della psicologia accademica gli psicologi si chiesero se l'intelligenza fosse una facoltà unitaria che si manifesta in modo equivalente in ogni ambito di conoscenza, o se fosse piuttosto costituita da un insieme di abilità diverse. Ad oggi non esiste un accordo unanime tra gli studiosi, e le diverse definizioni di intelligenza riflettono l'orientamento teorico di chi le ha formulate.

La necessità di definire l'intelligenza e di cercare di misurarla fu in origine dettata dall'esigenza di discriminare i bambini “normali” da quelli con problematiche di ritardo mentale, affinché questi ultimi potessero beneficiare di un'istruzione speciale. Il primo test per la misura dell'intelligenza, ideato da Alfred Binet nel 1904, fu elaborato a questo proposito, prendendo in esame le abilità ritenute fondamentali per la riuscita scolastica. Il criterio di valutazione del test era di tipo comparativo e si basava sul concetto di “età mentale”, ovvero sul livello di intelligenza raggiunto dai bambini “normali” ad una certa età cronologica.

Anche oggi i test psicometrici continuano a basarsi su un criterio comparativo, ma il Q.I. viene calcolato confrontando la prestazione di un individuo rispetto alla media delle prestazioni ottenute da un gruppo campione, assumendo che i punteggi medi riportati dal campione di riferimento siano uguali a 100.
I test per la misurazione del Q.I. hanno il vantaggio di consentire una valutazione comparativa delle persone immediata e obiettiva, ed hanno inoltre dimostrato di avere una buona capacità predittiva dei risultati scolastici. Tuttavia, siccome le abilità prese in esame per la validazione dei test dipendono dalle ipotesi dei costruttori, il quoziente intellettivo potrebbe non essere un indice esaustivo dell'intera gamma di potenzialità intellettive di una persona.

Alcuni studiosi ritengono che il limite maggiore dei test per la misurazione del Q.I sia proprio quello di concentrarsi esclusivamente sulle abilità intellettive maggiormente valorizzate nei contesti scolastici: le abilità linguistiche e quelle logico-matematiche. Entrambe queste forme di intelligenza sono simbolicamente associabili al pianeta Mercurio, ma anche a Giove (per le abilità linguistiche), a Saturno e ad Urano (per quelle logico-matematiche).

Recentemente ho esaminato i temi natali  di circa 350 membri del Mensa, persone con un quoziente intellettivo altissimo, condiviso mediamente dal 2% della popolazione mondiale (fonte: Louise Rodden, rating A-AA). Pur essendo consapevole  dei limiti degli approcci statistici applicati all'astrologia, ero curioso di verificare se la condizione celeste e terrestre di Mercurio (da molti considerato come il principale indicatore di “intelligenza” in un tema natale) potesse risultare determinante e se dallo sfondo emergesse una “costellazione mercuriale” particolarmente favorevole, condivisa da queste persone eccezionalmente dotate.

Dall'analisi dei dati ho riscontrato che il pianeta si distribuiva in tutti i segni dello zodiaco con delle differenze non troppo marcate, all'interno dei due estremi costituiti dalle 21 persone con Mercurio in Toro  e dalle 39 persone con Mercurio in Capricorno.

La distribuzione del pianeta interessava anche tutte le case, con differenze un po' più marcate, tra i due estremi costituiti dalle 19 persone con Mercurio in VII casa, e dalle 46 persone con Mercurio in II casa.

Nel campione tutte le fasi di Mercurio rispetto al Sole (associato all'intelletto dall'astrologia ellenistica) erano rappresentate, e gli aspetti di Mercurio rispetto agli altri pianeti si distribuivano equamente.

Non mancavano inoltre dati apparentemente contro-intuitivi, come il predominio di Mercurio in II casa, o la forte presenza di Mercurio in Pesci (terzo segno per frequenza). Inoltre, molte di queste persone avevano Mercurio combusto e-o retrogrado, e in diversi casi il pianeta riceveva esclusivamente aspetti dissonanti.  Questi risultati sembrano disconfermare lo stereotipo che vedrebbe Mercurio come principale (e per alcuni unico) indicatore intellettuale, ed alcune sue configurazioni come indicatori affidabili di genialità o di ottusità. Com'era prevedibile la condizione di Mercurio, isolata dal resto del contesto, non si è rivelata significativa nemmeno per discriminare le forme di intelligenza più “mercuriane” misurate dai test intellettivi.

Uno strenuo contestatore dell'affidabilità del Q.I. come indice globale delle capacità intellettuali, fu lo psicologo Howard Gardner, ideatore della Teoria delle Intelligenze Multiple, secondo la quale tutti gli esseri umani sono caratterizzati da almeno sette forme di intelligenza tra di loro indipendenti e complementari.  Secondo Gardner oltre all'intelligenza linguistica e a quella logico-matematica (misurate dai test intellettivi) esisterebbero almeno altre 5 forme di intelligenza: musicale, spaziale, corporeo-cinestetica, interpersonale e  intrapersonale. Ogni individuo  è  caratterizzato da una miscela unica di potenzialità intellettive che lo rendono maggiormente predisposto a certe modalità di apprendimento, piuttosto che ad altre. Anche gli studenti con disabilità o difficoltà di apprendimento, spesso carenti dal punto di vista dell'intelligenza verbale-linguistica e logico-matematica, possiedono altri punti di forza su cui bisognerebbe far leva per migliorare le loro performance, adottando approcci educativi olistici che incentivino la creatività.

Dal punto di vista astrologico, generalmente parlando, l'intelligenza musicale può essere ricondotta a Nettuno e a Venere (in seconda battuta), l'intelligenza corporea a Marte, l'intelligenza interpersonale (emotiva) alla Luna e a Plutone, l'intelligenza intrapersonale (autocomprensione) al Sole, e l'intelligenza spaziale a Saturno (confini dello spazio-tempo). Gli aspetti tra questi pianeti con Mercurio (analisi-emisfero sinistro) e Giove (sintesi-emisfero destro), potrebbero essere significativi.

Ma la lista delle corrispondenze astrologiche non può certo fermarsi qui, considerando che ogni segno zodiacale è caratterizzato da una particolare dotazione intellettiva, e che dovremmo prendere in considerazione anche il posizionamento dei pianeti nelle case e le dinamiche tra i governatori . A mio avviso le influenze dei vari fattori astrologici sono molteplici e non mancano le sovrapposizioni.

Per esempio, considerando che la  teoria musicale ha una “struttura astratta” di tipo matematico,  Urano potrebbe essere rilevante anche per l'intelligenza musicale; la prevalenza di segni d'acqua può segnalare una spiccata intelligenza emotiva; il governatore di una III casa ben messo, o un'enfasi sull'elemento aria, possono compensare un “mercurio problematico”;  una II casa importante può incrementare l'intelligenza corporea...ecc.

In conclusione, le moderne teorie sull'intelligenza sembrano incoraggiarci a non essere troppo categorici quando ci esprimiamo sulle potenzialità intellettuali di una persona osservando il suo tema natale.



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