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LAVORO E VOCAZIONE

a cura di Marta Aimonetti
 

Il lavoro è una parte molto importante nella vita di tutti noi; dobbiamo lavorare perché è l’unico modo per soddisfare le nostre necessità e dare il nostro contributo al mondo in cui viviamo; il lavoro però, non può e non deve essere solo questo perché in esso vi è racchiusa una componente importante della realizzazione di un individuo per cui non può ridursi a mero  mezzo di sopravvivenza.

 

Affinché il lavoro sia parte integrante della realizzazione deve però essere in linea con le attitudini e le capacità personali; ognuno di noi, nel lavoro che svolge, deve vedere riflesso qualcosa di sé, del suo modo di essere e della sua identità e questo accade se siamo stati in grado di cogliere quella  “vocazione” che giunge da dentro e che, se soddisfatta, conduce a ciò che “sentiamo nostro e vero”,  componente fondamentale nel “dare senso alla vita”.

 

Se consideriamo il lavoro da un punto di vista astrologico, vediamo che le tre case di Terra ( seconda, sesta e decima) indicano con chiarezza quali sono le nostre risorse personali (seconda) in che modo siamo chiamati a raffinarle, utilizzarle e confrontarle mettendole al servizio in cambio di ciò che ci serve per soddisfare i nostri bisogni materiali e le nostre necessità quotidiane (sesta), per arrivare ad essere competenti e in grado di assumersi  responsabilità e ruoli che possano contribuire al funzionamento della società che, infine, potrà anche riconoscercele sotto forma di “carriera” che altro non è se non l’entità con cui il mondo stima le nostre qualità e capacità.

Però, alla decima casa si è da sempre dato il significato di “auto – realizzazione” che è un qualcosa in più di una carriera; per essere realizzati veramente, dobbiamo trovare anche “senso, gratificazione e valorizzazione”; il termine, infatti, è molto più completo e lo si incarna allorché ciò a cui si è chiamati “vocazione” viene perfettamente recepito e formalizzato; a questo punto però parleremo di un corredo più grande che contempla anche valori, principi e capacità di fare qualcosa che migliori anche il mondo in cui si vive.

 

Personalmente credo che sia difficile riuscire a fare una grande carriera se il lavoro che andiamo a svolgere non ha a che fare con quello che siamo dentro; forse per questo lo Zodiaco mette a disposizione due case per parlarci di lavoro; la sesta che in effetti ha molto più a che fare con la necessità, con quello che facciamo per vivere e per rispondere ai nostri bisogni; la decima che, invece, è molto più profonda ed intensa, appartiene al terzo quadrante dell’oroscopo quello in cui siamo chiamati a fare qualcosa per il mondo in cui viviamo e, in questo, non possiamo solo vedere un lavoro o una professione, ma quasi una risposta a qualcosa di più grande, legato a motivazioni, ideali e desiderio di servire un progetto collettivo (infatti in decima abbiamo Marte Saturno ed Urano).

 

Oggigiorno nonostante possiamo avvalerci di molti strumenti che alleggeriscono la fatica fisica e mentale, il lavoro continua ad occupare una parte cospicua della nostra vita: 8 ore su 24 sono un terzo del nostro tempo impiegato a questo scopo; considerando che un altro terzo lo trascorriamo riposandoci, possiamo dedurre che metà della nostra vita la passiamo a lavorare, ragion per cui è fondamentale capire sia “cosa facciamo” sia “come lo facciamo”.

Se non ci sono aspirazioni e motivazioni profonde che possano incanalarsi nel lavoro che svolgiamo, la vita sembrerà triste e vuota e, anche se guadagneremo moltissimo economicamente, non saremo mai gratificati e vivremo con la sensazione di sprecare i nostri anni e i nostri talenti in totale assenza di significato.

 

Più che mai per noi occidentali la professione deve essere parte integrante del processo di realizzazione: avendo soddisfatto i bisogni primari e secondari, siamo diventati più complessi e raffinati con una interiorità più esigente che necessita di gratificazioni che devono andare al di là del semplice riscontro economico: ognuno di noi vuole esprimere i suoi talenti e la sua creatività, procedendo in modo da diventare sempre più competente; tutto ciò però diventa impossibile se il lavoro non ci piace, se non ci appartiene e se non soddisfa bisogni più elevati.  Molte delle nevrosi e delle depressioni odierne hanno come movente l’insoddisfazione professionale che genera sensazione di inutilità e autosvalutazione.

 

E’ indubbio che per potersi avviare verso una strada professionale che sia in linea con le attitudini e i talenti personali bisogna essere in grado di individuare abbastanza precocemente “cosa fare da grandi”. Generalmente siamo chiamati a scegliere nella pre adolescenza quando abbiamo ancora poca esperienza per capire e siamo perciò molto sensibili alle influenze esterne; a volte sono gli amici, a volte i genitori che proiettano i loro desideri e le loro aspettative, oppure spingono verso professioni socialmente apprezzate e valorizzate senza però tenere troppo in conto le effettive esigenze dei loro ragazzi, altre volte molto più  semplicemente, i ragazzi non sono in grado di “orientarsi” perché non hanno ancora maturato una reale capacità di percepire cosa si muove al loro interno e, magari, sono delusi e demotivati da incontri drammatici con la scuola e gli insegnanti.

 

Certo, la vita riserva sempre sorprese che, a volte, hanno il sentore di essere vere e proprie “chiamate” a realizzare i potenziali e così, non è difficile vedere persone che a 35 – 40 anni abbandonano ciò che hanno fatto fino al giorno prima per mettersi su una strada nuova, diventando così apprendisti stregoni alla ricerca della propria “anima”; infatti, la realizzazione è qualcosa che ha molto più a che fare con l’anima che non con il corpo e la mente, o meglio, avviene quando i bisogni dell’IO coincidono con quelli del Se’.

La parola “vocazione” traduce letteralmente “essere chiamati a qualcosa” e quanto più siamo fuori rotta, quanto più la chiamata sarà forte ed incessante al punto da non poterla disattendere.

 

L’astrologia – come sempre – è maestra nell’individuare quali sono le risorse, quali le potenzialità e quali i talenti e, oggi più che mai, c’è bisogno di conoscere tempestivamente la direzione da prendere seguendo ciò per cui siamo portati, evitandoci così di percorrere strade che non ci portano da nessuna parte e che ci obbligheranno a tornare indietro per riprendere il nostro cammino dal punto in cui l’avevamo abbandonato.

 

Per i ragazzi e per i genitori questa possibilità è straordinaria: accompagnare per mano i figli a perseguire i loro obiettivi, senza influenzarli con le proiezioni ed aspettative personali significa aiutarli a realizzarsi e, al tempo stesso, significa fare qualcosa di autentico per l’umanità che, ovviamente, ha bisogno di individui che siano gratificati ed in cui l’atteggiamento esterno sia in linea perfetta con il loro interno. Solo chi lavora con passione è in grado di assumersi la piena responsabilità di ciò che sta facendo perché  risponderà ad una reale chiamata che arriva da dentro; in quel momento sarà quel tipo di “eroe” che motiverà anche gli altri a trovare la strada.



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