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INVIDIA E CONFRONTO SOCIALE

a cura di Luca Alberelli
 

L'invidia è un sentimento complesso e difficile da confessare che prima o poi tutti sperimentiamo nel corso della nostra vita, sebbene con una frequenza e con un'intensità variabile.

Il termine invidia deriva dal latino invidere, che significa “guardare male”, in analogia con lo sguardo malevolo (perché associato ad una serie di sentimenti e di pensieri negativi) che l'invidioso rivolge a chi sembra “avere qualcosa in più”: che si tratti di possedimenti materiali, di conseguimenti sociali -lavorativi, di abilità personali, di caratteristiche particolarmente desiderabili di personalità, o dell'aspetto fisico.

Il germe dell'invidia si insinua nella nostra psiche ogni volta che nel confronto con gli altri ci sentiamo in difetto e ci ritroviamo a desiderare qualcosa che  sembra mancarci e che l'altro sembra possedere, in particolar modo quando vengono chiamate in causa tematiche particolarmente importanti per la nostra autostima.

Chi prova invidia e non riesce a far luce sul suo stato d'animo, si ritrova a cercare illusoriamente di ristabilire un adeguato senso di valore personale svalutando gli altri, o cercando di ostacolarli e di danneggiarli in qualche modo: tramite il criticismo esasperato, il sarcasmo, il pettegolezzo maligno;  arrivando in casi estremi a mettere in atto una serie di azioni sabotanti e violente, anche dal punto di vista fisico.

Svalutare chi sembra avere qualcosa in più è una strategia che possiamo mettere in atto in modo automatico per cercare di nascondere i nostri limiti e preservare un livello accettabile di autostima; se però arriviamo a desiderare il male per gli altri finiremo inevitabilmente per danneggiare anche noi stessi. L'invidia infatti avvelena chi la prova, essendo accompagnata da una serie di emozioni negative e di stati d'animo dolorosi (quali: tristezza, rabbia,  frustrazione, senso di impotenza, risentimento, rancore...ecc) che innescano reazioni neurofisiologiche nocive per l'organismo.

Fortunatamente non tutti reagiscono in modo ugualmente distruttivo quando provano invidia, e la consapevolezza delle proprie dinamiche psicologiche può essere di grande aiuto per attenuare le risposte ostili.

Alcune persone si limitano a covare dei pensieri negativi e a provare una forte antipatia nei confronti di chi invidiano; altri esprimono “velatamente” la loro ostilità ai diretti interessati, attraverso il sarcasmo o un criticismo eccessivo e fuori luogo. C'è anche chi, più subdolamente, diffonde pettegolezzi maligni e critiche distruttive sull'invidiato per cercare di metterlo in cattiva luce agli occhi degli altri. Fino ad arrivare ai casi estremi in cui il confronto con l'altro può apparire così schiacciante e destabilizzante da essere percepito come una grave minaccia alla propria autostima, in grado di spingere alcune persone ad agire in modo estremamente ostile per ostacolare e danneggiare concretamente l'altro.

L'estrema distruttività in risposta a sentimenti di invidia è indice di una profonda ferita narcisistica, di gravi mancanze nella strutturazione dell'Io, e di un'autostima gravemente compromessa. Se un bambino non ottiene sufficienti gratificazioni narcisistiche al momento opportuno, ma al contrario viene rimproverato, denigrato o umiliato per il suo esibizionismo, non riuscirà a superare una fase (leonina) di grandiosità e di onnipotenza che è funzionale ad uno sviluppo equilibrato della personalità. I riconoscimenti e l'ammirazione della madre, al contrario, aiutano il bambino a superare questa fase, gettando le basi della futura autostima.

Per effetto della ferita narcisistica “la grandiosità” e “l'esibizionismo” del bambino vengono censurate e relegate nell'inconscio, essendo associate alla vergogna e ad una rabbia molto intensa, che non può essere espressa.
Le persone con vissuti di questo tipo non riescono a provare un senso di gratificazione personale che sia saldamente ancorato alla loro autostima; hanno quindi bisogno di riferirsi costantemente a degli standard culturali e sociali per ricercare riscontri sul loro valore, e tendono a farsi influenzare eccessivamente da immagini stereotipate di successo e di potere. Per questi motivi un confronto al ribasso in ambiti importanti della loro vita può scuotere in profondità le loro sicurezze, portando a galla la vergogna, il senso di umiliazione e la rabbia di antiche ferite: sentimenti che intensificano le reazioni ostili associate all'invidia.

Anche se indubbiamente le ferite narcisistiche e i complessi di inferiorità rendono alcune persone più propense a provare forti sentimenti d'invidia, è pur vero che tutti abbiamo delle insicurezze, e che certi confronti sociali al ribasso possono innescare in modo automatico delle risposte invidiose più o meno distruttive in ognuno di noi. Sebbene non esista un metodo che ci permetta di eliminare l'invidia dalla nostra vita, possiamo sicuramente imparare a gestirla meglio, prestando  attenzione ai campanelli d'allarme che ci provengono dai nostri giudizi, per cercare di interrompere sul nascere certi automatismi.

Quando ci viene il dubbio che l'invidia si stia insinuando tra i nostri pensieri e tra le nostre emozioni, dovremmo cercare di disidentificarci dai nostri giudizi, e di chiederci cosa ammiriamo di una determinata persona, e perché ci sentiamo a disagio paragonandoci a lei. Per certi versi, infatti, l'invidia può essere considerata una forma di ammirazione deviata (perché associata a delle risposte ostili); inoltre la disparità che emerge dal confronto con l'altro è in genere illusoria; non possiamo infatti sapere quanto duramente una persona abbia lavorato per raggiungere certi risultati, apparentemente superiori ai nostri (secondo il nostro punto di vista...), o quanta sofferenza possa nascondersi dietro ad un'immagine di successo.

Se riusciamo a comprendere questi aspetti dell'invidia e a perdonandoci per i sentimenti negativi che abbiamo provato, giudicando impietosamente l'altro, l'invidia può divenire un'opportunità per fare luce su ciò che desideriamo veramente, spronandoci a migliorare.

Essendo collegata ai nostri sé rinnegati (le parti della nostra nascente personalità rimaste in ombra perché non piaciute a chi si prendeva cura di noi), alla percezione dei nostri limiti e delle nostre debolezze, l'invidia è un sentimento riconducibile all'archetipo di Saturno. L'analisi di Saturno in un tema natale può aiutarci a far luce sugli ambiti esistenziali in cui tendiamo ad essere più sensibili nel confronto con gli altri e ad essere più propensi al criticismo e alla svalutazione.

Sebbene Saturno non sia l'unico responsabile dell'invidia (i fattori che rendono alcune persone più soggette all'invidia rispetto ad altre sono molteplici...), riflettere su eventuali aspetti dinamici che il “nostro” Saturno forma con i pianeti personali e con l'Ascendente di chi suscita la nostra invidia può aiutarci a comprendere perché ci sentiamo in difetto nei suoi confronti, stimolandoci ad affrontare le nostre insicurezze e a migliorare.




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