ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - L'angolo della psicologia

DISSONANZA COGNITIVA E DISINFORMAZIONE : VERITÀ DIFFICILI, BUGIE CONFORTANTI

a cura di Luca Alberelli
 

Un fumatore incallito che minimizza i danni che il suo vizio gli sta provocando, ritrovandosi spesso a raccontare dello zio che è vissuto fino a 84 anni nonostante fumasse come un turco; una persona pigra che abbandona l'ennesimo impegno prima di aver ottenuto dei buoni risultati, sostenendo che in fondo non era poi così importante; una donna che inizia una relazione clandestina con un uomo sposato, convincendosi che lo sta aiutando a liberarsi dall'oppressione di quella strega della moglie. Situazioni di questo tipo hanno qualcosa in comune: la tendenza a mentire a se stessi per giustificare i propri comportamenti e ridurre uno stato di tensione interiore.

Che ci piaccia o meno siamo tutti portati a divenire poco sinceri con noi stessi in particolari circostanze, a causa della nostra natura; l'uomo tende infatti a ricercare coerenza tra il proprio modo di pensare e le proprie azioni, e quando questa coerenza viene a mancare si crea una spinta a ripristinarla che può andare a totale discapito della verità.

Lo psicologo Leon Festinger coniò il termine “dissonanza cognitiva” per descrivere alcune dinamiche psicologiche che, se non adeguatamente comprese, possono alimentare una tendenza inconscia all'autoinganno per ripristinare “la coerenza”.

Ci troviamo in uno stato di dissonanza cognitiva quando due “idee-cognizioni” (siano esse: opinioni, conoscenze, credenze, valutazioni, atteggiamenti... ecc) che ci riguardano sono incongruenti tra di loro (si contraddicono), per motivi di logica interna, o perché entrano in contrasto con delle norme sociali-culturali o con delle esperienze del nostro passato. Affinché la discordanza tra idee-cognizioni produca gli effetti della dissonanza cognitiva è però necessario che ci sia un collegamento con delle azioni concrete, che presuppongono una decisione. In situazioni di questo tipo le persone si sentono a disagio perché devono ristabilire una coerenza tra il loro comportamento (che contraddice il loro modo di pensare) e il loro sistema di credenze (le loro convinzioni, i loro valori, i loro principi... ecc). Per ridurre il disagio solitamente finiscono per ridimensionare la loro visione dei fatti adattandola al loro comportamento, raccontandosi delle bugie consolatorie.

Ad esempio, un fumatore potrà sperimentare uno stato di dissonanza cognitiva tra l'idea che il fumo faccia male, e il fatto che sta continuando a fumare (il che presuppone l'idea che il fumo non faccia poi così male). Per ridurre la tensione  interna e ripristinare la coerenza con buona probabilità tenderà ad accogliere informazioni che supportino la sua decisione di fumare (e l'idea che in fondo il fumo non faccia così male), sminuendo o ignorando una serie di evidenze scientifiche che dimostrano il contrario.


Lo psicologo Leon Festinger ebbe modo di osservare fino a che punto la dissonanza cognitiva possa portare alcune persone ad alterare la realtà dei fatti, infiltrandosi in un gruppo millenaristico (una sorta di setta-comunità apocalittica) costituito intorno alla presenza di una presunta veggente che affermava di essere in contatto con “i guardiani dello spazio”: degli alieni provenienti dal pianeta Clarion. Un giorno la profetessa disse ai membri del gruppo di aver ricevuto un messaggio dai “guardiani” che la informava che di lì a poco (il giorno del solstizio d'inverno del 1954) avrebbero scatenato “la fine del mondo” per punire l'umanità per i suoi peccati, ma che un'astronave sarebbe scesa sulla Terra per portare in salvo gli adepti della setta.

Ovviamente nulla ciò che era stato previsto accadde; a quel punto ci si poteva aspettare che il fallimento della profezia avrebbe comportato lo scioglimento del gruppo e la sconfessione della profetessa. Ma avvenne il contrario: il gruppo divenne più coeso, i suoi membri interpretarono la disgrazia scampata come una grazia ricevuta per aver costituito il movimento, e iniziarono un'intensa azione di propaganda e di proselitismo.

L'aspettativa non confermata provocò negli adepti della setta un effetto di dissonanza, inducendoli a cercare nuovi elementi cognitivi (ipotesi che divennero convinzioni) per rinforzare una credenza rivelatasi falsa. Il proselitismo li aiutò nel loro scopo, essendo un potente strumento di costruzione sociale della realtà.

In un “famoso” esperimento sulla dissonanza cognitiva Festinger e collaboratori chiesero ad alcuni studenti di svolgere dei compiti molto noiosi e monotoni per un’ora di fila. Al termine delle prove fu loro chiesto di fare un favore allo sperimentatore, dicendo al partecipante successivo di aver  trovato le prove piacevoli e interessanti (il che sarebbe servito per testare l'effetto di un condizionamento del genere sulla prestazione). In cambio della loro bugia, alcuni studenti ricevettero una ricompensa di un dollaro (bassa), altri ricevettero una ricompensa di venti dollari (molto alta). Come previsto dai ricercatori, gli studenti che ricevettero una ricompensa bassa, in una successiva intervista, sostennero che i compiti erano stati piacevoli e divertenti, mentre gli studenti che avevano ricevuto una ricompensa alta dichiararono di essersi annoiati.

A produrre modifiche nelle opinioni e negli atteggiamenti non era stato il rinforzo del premio elevato, ma il bisogno di mantenere una coerenza mentale; la necessità di trovare una consonanza tra ciò che si fa e ciò che si pensa.

Quando una persona accetta di assumere delle posizioni contrarie alle proprie convinzioni per un guadagno pressoché nullo viene a trovarsi in dissonanza perché la ricompensa modesta la costringe a mettere in discussione il suo “mondo mentale”, e per ridurla non potrà fare altro che operare a quel livello, cambiando le proprie convinzioni. Se invece la ricompensa è molto alta la dissonanza non insorge perché la ricompensa stessa diventa una motivazione sufficiente a giustificare il proprio comportamento.

La dissonanza cognitiva può risultare particolarmente insidiosa anche a livello collettivo-sociale perché la tensione da essa ingenerata può portare diverse persone a scegliere di orientare selettivamente la propria attenzione verso informazioni che sostengono le proprie opinioni e i propri pregiudizi, evitando o ignorando le fonti di informazione che potrebbero mettere in discussione i loro punti di vista precostituiti, alimentando così un fenomeno noto come “esposizione selettiva”. La tendenza a diffondere e a fomentare delle fake news, o a lasciarsi abbindolare dalle conclusioni semplicistiche veicolate da alcune fake news, piuttosto che metterle in discussione con le proprie capacità di pensiero logico, ha alla sua base fenomeni di questo tipo.

Riflettendo sui risultati dei suoi studi Festinger arrivò a sostenere che: “...un uomo con una convinzione è un uomo a cui è difficile far cambiare idea: digli che non sei d’accordo con lui e si girerà dall’altra parte; mostragli dei fatti o dei dati oggettivi e lui metterà in dubbio le tue fonti; fai appello alla logica e lui non coglierà il punto”.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati