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NOVAK DJOKOVIC - IL NODO IN GEMELLI E LE TRAPPOLE DI MERCURIO RETROGRADO

a cura di Melissa Rhys
 
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Probabilmente non sapremo mai come Novak Djokovic, tennista numero uno della classifica ATP da quasi sette anni - un dominio senza precedenti nell’epoca moderna di questo sport – aveva immaginato (e, conoscendo il suo approccio professionale, programmato meticolosamente) la fase conclusiva della sua carriera prima che la pandemia sconvolgesse i suoi piani come quelli di tutti noi. Che avesse in questi anni un appuntamento con il destino, anche se il suo tema era solo marginalmente toccato (Giove a 18° Ariete in Terza) dall’epocale congiunzione cardinale tra Saturno e Plutone, era segnalato chiaramente dal passaggio del Nodo Nord in Gemelli (e delle eclissi correlate) prima sull’opposizione natale tra Mercurio, signore del Sole, e Saturno, signore dell’Ascendente, e poi sul Sole.

Se l’aspirazione dichiarata era quella di consolidare con il numero e la qualità delle vittorie conquistate la posizione di superiorità rispetto ai due grandi rivali, Roger Federer e Rafael Nadal, e di mettere così un’ipoteca definitiva sul titolo di GOAT (Greatest of All Times, il più grande tennista di tutti i tempi), ce n’è sempre stata un’altra, rimasta sottotraccia, quella di conquistare finalmente anche il cuore degli appassionati come hanno fatto da sempre i suoi antagonisti. Djokovic, rispettato unanimemente come atleta, è sempre stato, al fuori della sua terra natale, la Serbia, un personaggio controverso. A testimoniare come questo aspetto non secondario della rivalità sportiva rappresenti per lui un cruccio persistente e doloroso, c’è la presenza di Lilith stretta al discendente nella casa dei nemici palesi in un segno incline a coltivare rimpianti e risentimenti come il Cancro.

Sicuramente Djokovic, a dispetto di un Mercurio in domicilio, è un Gemelli atipico nonostante ne manifesti alcune caratteristiche classiche. È un poliglotta che parla quattro lingue, inglese, francese, tedesco, italiano, oltre al serbo e agli inizi della carriera, come testimoniano alcuni filmati della BBC, aveva mostrato doti non comuni di intrattenitore, imitando con successo colleghi e colleghe a Wimbledon. Ma questo lato più giocoso ed estroverso sembra essere passato progressivamente in secondo piano, almeno in pubblico, di fronte alla concentrazione maniacale sugli obiettivi richiesta dalla competizione ad alto livello. Non senza sofferenza però, come racconta Mercurio in Quinta congiunto a Chirone.

Del resto, il Sole di Djokovic, isolato in Quarta in un tema ricco di aspetti, a dispetto dei traguardi raggiunti, sembra condannarlo ad un ruolo perpetuo di outsider, di under dog che lo limita e al tempo stesso lo esalta. Lo abbiamo visto più volte nelle rimonte, nelle vittorie in recupero che sono una sua specialità e nella capacità di esaltarsi di fronte al tifo contrario del pubblico. Ma la vera chiave per comprenderlo, come per molti altri sportivi, compresi i grandi rivali Federer e Nadal, è nel rapporto con il padre. Ci sono stati altri padri ingombranti nella storia di uno sport come il tennis che premia la precocità, basti pensare a quelli di Agassi, Graf, Seles, ma nessuno come Srdan Djokovic ha mantenuto la stessa influenza oltre l’adolescenza e la prima giovinezza. Le sue esternazioni, non solo le ultime legate alle vicende del visto d’ingresso in Australia, hanno spesso creato imbarazzo al figlio, lasciando però sempre il dubbio di fondo che al primo fosse consentito dire quello che di sgradevole, per ragioni diplomatiche e di opportunità, non era permesso al secondo.

Il rapporto certo è profondo e altrettanto conflittuale: il Sole di Djokovic è in Quarta, nella casa del padre, mentre Saturno, altro simbolo di un’autorità patriarcale radicata nella tradizione famigliare, governa l’Ascendente e oppone dall’Undicesima la congiunzione Mercurio/Chirone in Quinta. L’espressione del talento e della personalità individuale passa attraverso le forche caudine del conflitto/adesione a un modello sovrapersonale di cui il padre è l’incarnazione ma tutta l’ambivalenza dell’opposizione si manifesta nelle scelte contraddittorie di Djokovic dal punto di vista politico e religioso.

Da un lato accetta il ruolo di paladino/testimonial della nazione serba, sposandone tutta la mitologia fino a frequentare in pubblico uno dei responsabili della strage di Srebrenica, dall’altro si impegna attivamente in progetti umanitari e di pace internazionali in palese contrasto con i fondamenti del nazionalismo e del panslavismo. Accade lo stesso per la fede: all’adesione dichiarata alla fede ortodossa nella sua forma più conservatrice fanno da contrappunto le frequentazioni con guru dalle convinzioni sostanzialmente panteiste, sempre eterodosse e in qualche caso decisamente grottesche come Pepe Imaz e Semir Osmaniac.

D’altra parte, la Dodicesima gioca un ruolo da protagonista nel tema con un Urano in Sagittario sulla cuspide, che mina alle basi e stravolge l’approccio conservatore di Saturno e un Nettuno in Capricorno, non così lontano dall’Ascendente, che tende a materializzare, rendere letterale la dimensione spirituale. Qui ha con tutta probabilità le sue radici la decisione di non vaccinarsi che gli è costata l’accesso agli Australian Open. Una scelta che viene da lontano se già nel 2018, dopo un’operazione al gomito senza la quale non avrebbe potuto proseguire la carriera, Djokovic dichiarava ad un giornalista del Telegraph di aver pianto per tre giorni a causa dei sensi di colpa per aver dovuto abdicare di fatto alla fede nei meccanismi di autoguarigione naturale del corpo.

Il momento dal punto di vista astrologico è da manuale: il Nodo Nord di transito è sul Sole mentre Marte in Sagittario riattiva in sequenza le eclissi degli ultimi diciotto mesi e si accinge a entrare in Dodicesima. Le decisioni cruciali vengono prese mentre Mercurio in stazionamento retrogrado e Giove in quadrato al Sole vanno a toccare i punti focali di una Rivoluzione solare 2021 particolarmente tesa: il quadrato Saturno/Urano tra Decima e Dodicesima e quello tra Giove e Sole tra Prima e Undicesima. A questo si aggiunge il quadrato sempre di Mercurio dall’Acquario a Plutone natale in Scorpione significativamente in Nona.

Le ricadute saranno pesanti sia dal punto di vista della reputazione, Lilith di Rivoluzione solare congiunge dalla Dodicesima l’Ascendente, che da quello pratico ed economico: Urano, proprio ora in stazionamento diretto, a breve toccherà l’asse Fondocielo/Mediocielo e lo stesso farà il nuovo ciclo di eclissi Toro/Scorpione (la stagione primaverile coincide proprio con l’inizio del prossimo torneo del Grande Slam, il Roland Garros), coinvolgendo l’opposizione natale Venere/Plutone. Al di là del problema di accedere anche in futuro alle competizioni in osservanza dei protocolli pandemici delle varie nazioni, l’ostentato silenzio mantenuto dagli sponsor in questi giorni, da questo punto di vista, non promette nulla di buono.

Se nell’affrontare la situazione nelle prossime settimane Djokovic potrà contare sul trigono di Giove dai Pesci in applicazione al trigono natale tra Marte in Cancro e Plutone in Scorpione congiunto al Mediocielo, un’autentica segnatura da campione, meno favorevoli saranno i successivi quadrati ai pianeti in Gemelli/Sagittario. Il rischio più grave viene però dall’ingresso del pianeta in Ariete che attiverà la Luna in Seconda, punto focale del quadrato a T natale con Marte in Sesta e Nettuno in Dodicesima, e principale indiziata delle reazioni incontrollate in campo - l’ultima il lancio stizzito di una palla, che ha finito per colpire una giudice di linea, a Flushing Meadow l’anno scorso - che certo non hanno contribuito alla sua popolarità.

La vera chiave per il futuro rimane un altro aspetto della Rivoluzione Solare, il quadrato tra Mercurio in Gemelli in Prima e Nettuno in Pesci in Undicesima che richiama la difficoltà del Sole natale isolato di percepire correttamente come si viene visti dagli altri. L’hanno fatto notare nei loro commenti Adriano Panatta e Rafael Nadal. Djokovic può aver pensato di essere impegnato in una crociata - nei fatti e nelle parole dei suoi avvocati più personale che collettiva, a dispetto della cooptazione scontata dei movimenti novax - eppure agli occhi dell’opinione pubblica il suo atteggiamento è sembrato più simile a quello immortalato dalla celebre battuta del Marchese del Grillo, la rivendicazione di un privilegio rispetto ai comuni cittadini, australiani e no. Ancora più significativa per un futuro ormai non più così lontano anche per Djokovic, l’ultima annotazione del tennista spagnolo: “Nessun giocatore è più grande, più importante del torneo che gioca o dello sport che pratica. Il tennis è sopravvissuto al ritiro di Borg, sopravvivrà al mio, a quello di Federer e di Djokovic”. È con questa consapevolezza che il fuoriclasse serbo alla fine dovrà comunque fare i conti.




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