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IL PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE: UN VERO “COMPAGNO DI VIAGGIO”

a cura di Lidia Fassio
 

E’ considerato l’unico cane veramente italiano che, peraltro, ha origini antichissime; ci sono documenti dei tempi dell’antica Roma che parlano del "grande cane bianco" che veniva usato dai pastori come "guardiano delle pecore" sui monti.

Columella, nel suo De Re rustica, scritto nel primo secolo dopo Cristo dice: "…. Il pastore vuole avere il cane bianco acciò non venga scambiato con animali selvatici poichè, quando il lupo si lancia all’assalto, principalmente verso il crepuscolo, si richiede che vi sia una differenza tra il colore del cane e quello del lupo perché altrimenti può accadere che il pastore credendo di uccidere il lupo, uccida il proprio cane. Il cane da pastore non deve essere né così leggero come il cane che è destinato a stanare la selvaggina, o correre dietro al cervo e neppure essere così pesante come il cane da cortile. Deve essere potente sì da mostrarsi molto vivace per afferrare, lottare, correre poiché è suo principale ufficio quello di rincorrere il lupo, seguirlo a lungo, quando questi si allontana con la preda, costringerlo a lasciarla e riportarla indietro".

Certo, da questo scritto si evince molto bene che questo tipo di pastore non è addetto al raduno delle pecore ma bensì proprio alla loro protezione e difesa.

Nonostante sia un cane antichissimo ha avuto un riconoscimento dal movimento cinofilo solo recentemente: nel 1940 c’erano iscritti 17 soggetti.

Inizialmente c’erano due razze: il maremmano e l’abruzzese e poi, nel 1951 si è deciso di unirle e da allora, il grande cane bianco si chiama "pastore maremmano abruzzese". Fino agli anni ’70 resta comunque un cane poco conosciuto, quasi trascurato nonostante la sua estrema bellezza.

E’ un cane con un carattere estremamente particolare, molto diverso da quello degli altri cani e, proprio per questo necessita di avere accanto persone che conoscano le sue caratteristiche, che siano in grado di apprezzarle e che si rapportino a lui in modo molto equilibrato.

L’abitudine millenaria di stare da soli giorni e giorni con le greggi li ha resi capaci di prendere decisioni rapide sul da farsi senza può stare all’aperto per tre giorni e tre notti vicino ad una pecora che ha partorito lontana dal gregge, facendo questo in totale autonomia perché i padrone neppure sa che quella pecora ha dato ala luce i suoi agnellini; ed è sempre da solo che decide cosa fare se un lupo si aggira in cerca di guai assumendo il comportamento migliore nei momenti di estrema criticità.

Questa assoluta autonomia ed indipendenza è la sua forza ma, purtroppo, è anche quello che gli ha fatto acquisire la nomea di essere un cane disobbediente, aggressivo e poco docile; in realtà non è affatto vero e questo modo di classificarlo non fa onore alla sua intelligenza e alle caratteristiche praticamente uniche che questa razza possiede. C’è inoltre da tenere presente che è un cane da poco abituato a vivere accanto all’uomo in un appartamento e senza lavorare, ma questo non toglie che sia comunque in grado di amare la famiglia in cui cresce e vive.

Ciò che invece è certo è il fatto che non accetta ruoli di sudditanza, poiché è fiero e sicuro e desidera rapportarsi alla pari con il suo padrone-amico; è forse uno dei pochi cani che non si sogna di considerare il padrone un Dio a cui assoggettarsi.

E’ una razza che mostra sempre estrema responsabilità; i suoi comportamenti non sono mai avventati e proprio per questo non ama essere troppo sgridato e soprattutto non ama essere punito o ancor meno picchiato ingiustamente.

E’ un ottimo cane da guardia e non è per nulla attaccabrighe tant’è vero che se può evita i contrasti anche con gli altri cani e tende anzi a prevenire gli scontri cercando di mantenerli a debita distanza. Nei confronti degli estranei fa lo stesso: cerca di dissuaderli e, quando vede che si allontanano non li insegue e si limita a controllare la situazione.

Non solo non è aggressivo ma anche quando è trascinato in uno scontro con altri maschi, tende semplicemente a stabilire la gerarchia senza troppo infierire; quando l’altro ha compreso … lui molla la presa e lascia che l’altro si allontani.

E’ un cane possente, di grossa mole (un maschio adulto può pesare fino a 55 kg.) è abituato da sempre a combattere contro lupi ed orsi nella difesa del suo gregge e, proprio per questo, non ha paura di nulla, tantomeno degli altri cani; la sua intelligenza e la sua indipendenza lo portano però a non accettare la catena e a non subire in alcun caso sevizie nel qual caso può ribellarsi con estrema forza. E’ il cane che meno si adatta alla follia umana dei "combattimenti tra cani".

Il suo carattere lo porta ad avere bisogno di padroni amici che siano rispettosi della sua libertà e della sua dignità. Non è un cane che fa troppe effusioni tuttavia ama sinceramente il suo padrone e la famiglia che lo accoglie e all’occorrenza sa difendere a spada tratta il suo territorio e tutto quello che c’è all’interno, fino alla morte.

Può vivere anche in gruppo con altri cani: è in grado di rispettare pienamente le gerarchie e tiene fede ad esse fino alla morte del cane più adulto e del capo.

La sua capacità di difendere è innata e non facilmente assoggettabile ai desideri dell’uomo. Non è per nulla abituato al comando di qualcuno e, proprio per questo mostra una decisa resistenza ad essere addestrato, soprattutto se a farlo sono "istruttori" estranei.

E’ un cane che esige dall’uomo "fiducia"; è in grado di decidere, i suoi interventi non sono mai avventati e, se attacca, ha una precisa ragione per farlo. E’ sicuramente la razza che meno si assoggetta a trasformarsi in un automa o in un robot.

Chi decide di passare una parte della vita con un pastore maremmano abruzzese deve conoscere tutto questo e deve essere una persona rispettosa del suo carattere e della sua struttura fisica e psichica. Deve amare la libertà e proprio per questo deve essere in grado di apprezzare l’autonomia anche nel suo animale dal quale avrà gratificazioni straordinarie ma solo se lo tratterà in maniera paritaria.

Deve essere in grado di instaurare un rapporto sincero e profondo e mai pensare di poter fare di lui un servo, un suddito o un cane da tiranneggiare .

E’ un uomo che deve avere forti valori saturniani e/o uraniani ovvero deve apprezzare nell’animale l’indipendenza, l’autonomia e la capacità di iniziativa che desidera anche per sé. Deve inoltre saper amare nell’animale il suo carattere ben preciso e ben definito che, in quel momento, diventa anche una sua personale forma di sicurezza.

I valori saturaniani lo rendono capace di apprezzare il carattere austero e fiero del cane ed anche la sua struttura forte e volitiva.

I valori uraniani sono invece importanti perché permettono di godere di un vero e proprio rapporto di amicizia nel qual caso il cane diventa a tutti gli effetti un compagno sincero ed affidabile, che, in casi estremi, può trasformarsi in un difensore forte, accanito e estremamente coraggioso.




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