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USCIRE DALLA PROPRIA COMFORT ZONE

a cura di Luca Alberelli
 

La comfort zone è lo stato psicologico corrispondente alla routine e al nostro bisogno di ricreare situazioni in cui per svariati motivi ci sentiamo “a nostro agio”. Siamo all'interno della nostra zona di comfort tutte le volte che ci muoviamo in un territorio conosciuto, e abbiamo l'opportunità di mettere in atto un repertorio di schemi comportamentali familiari e di abilità consolidate, in una condizione generale caratterizzata da bassi livelli di ansia e di stress. 

La creazione di zone di comfort è un processo automatico che si attiva ogni volta che dobbiamo inserirci in un ambiente nuovo, e ci ritroviamo a compiere una serie di piccole azioni per adattarci, ridurre lo stress iniziale, e sentirci maggiormente a nostro agio. Soffermarsi nella propria zona di comfort di per sé non è negativo e può avere dei vantaggi: ci permette infatti di ridurre lo stress, di rilassarci, e talvolta anche di essere più produttivi (considerando che non vengono spese energie per nuovi adattamenti).

Questo meccanismo adattivo può però diventare controproducente se viene impiegato in modo esasperato, portandoci a restare eccessivamente ancorati alle nostre abitudini, a causa del senso di familiarità e di sicurezza che queste ultime ci trasmettono. Rimanere all'interno della nostra zona di comfort ci consente di limitare l'esposizione ai rischi e di ridurre la portata di alcuni eventi imprevisti, e può alimentare la nostra percezione di controllo sull'ambiente. Ma una sosta troppo prolungata in questi “territori abituali” potrà avere l'effetto di limitare i nostri orizzonti conoscitivi e di rendere monotoni e stagnanti alcuni ambiti della nostra vita, inclusa la sfera relazionale.

È importante considerare che non tutte le persone hanno la stessa propensione ad adagiarsi nella loro comfort zone, e che questa tendenza non dipende necessariamente dalla pigrizia; diverse variabili di personalità possono spingere in questa direzione. Le persone con marcati tratti ossessivi, per esempio, hanno una forte propensione a restare nella loro zona di comfort perché temono i cambiamenti e avvertono un forte bisogno di continuità e di stabilità; problematiche di tipo fobico spingono ad evitare particolari tipi di esperienze; sub-personalità “depressive” possono ostacolare l'interruzione di relazioni disfunzionali...ecc. Generalmente parlando, alcuni dei meccanismi di difesa che si mobilitano per proteggerci dalle emozioni e dai pensieri negativi possono indurci a restare ancorati alla nostra zona di comfort, indipendentemente dalla nostra volontà, per proteggerci da un'eventuale esposizione a fallimenti e rifiuti.

Ciò significa che se il nostro sistema difensivo (che si è strutturato in base ad una “logica infantile”) si irrigidisce eccessivamente (non risponde adeguatamente alla situazione attuale), un'esagerata tendenza all'autoprotezione potrà spingerci a rimandare eventuali cambiamenti, ad arrenderci ai primi segnali di difficoltà, o a sperimentare dei blocchi che interferiscono con la piena realizzazione dei nostri potenziali. Ripetendo gli stessi schemi, le stesse attività e gli stessi copioni per lunghi periodi, non solo non potremo migliorare, ma correremo anche il rischio di assistere al deterioramento delle nostre abilità. Per crescere dovremmo piuttosto cercare di metterci ciclicamente alla prova, affrontando situazioni che ci permettano di sviluppare nuove capacità di adattamento e nuove abitudini. Sarebbe quindi bene non adagiarsi mai troppo sugli allori, per lo meno negli ambiti più significativi della nostra vita.

Un passaggio importante per facilitare l'apertura al cambiamento e la progressiva uscita dalla propria comfort zone è quello di prestare attenzione ai comportamenti di evitamento che tendiamo a mettere in atto nelle diverse situazioni sociali. Così facendo avremo modo di contattare, riconoscere ed analizzare le parti della nostra personalità che tendono a limitare le nostre esperienze per finalità difensive. Imparare ad osservare obiettivamente le nostre limitazioni, mantenendo un atteggiamento non giudicante e compassionevole nei nostri confronti, è un presupposto molto importante per facilitare il cambiamento.

Individuati i nostri limiti e contattata l'intenzione di cambiare, potremo portare avanti delle piccole azioni che ci aiuteranno ad espandere progressivamente la nostra zona di comfort. Considerando che a livello sistemico ogni volta che apportiamo un cambiamento, una forza uguale e contraria tende ad opporsi alla mutazione in corso (per ripristinare l'equilibrio omeostatico e tornare ad una condizione di stabilità), il modo migliore per uscire dalla comfort zone è quello di introdurre dei piccoli cambiamenti nella nostra quotidianità, che una volta automatizzati potranno divenire delle abitudini vincenti. Durante questo processo dovremo tener presente che ogni piccolo passo in avanti potrà avere un effetto cumulativo considerevole (se riusciremo a procedere con metodo), e che una delle maggiori difficoltà che le persone incontrano nei processi di cambiamento consiste nel fare il primo passo. Siccome l'apprendimento di nuove abilità non è quasi mai lineare, per ampliare la nostra zona di comfort dovremo prepararci ad affrontare delle fasi di stallo, in cui potrà sembrarci di non riuscire a progredire. Se riusciremo a persistere, rispettando il nostro ritmo, potremo superare questa fase di incertezza e ritrovarci a fare grossi balzi in avanti repentinamente. Fissare degli obiettivi specifici, non troppo difficili e a breve termine, potrà aiutarci a rinsaldare il senso di autoefficacia che ci aiuterà a resistere nei momenti di maggiore difficoltà.

Astrologicamente parlando, i periodi ideali per introdurre dei cambiamenti che  potrebbero aiutarci ad espandere con successo la nostra comfort zone, sono quelli in cui Giove transita in una casa connessa ad un ambito esistenziale in cui ci sentiamo limitati, oppure forma un aspetto di transito (con particolare riferimento agli angoli armonici) con un pianeta del nostro tema natale che ha una simbologia attinente a quell'ambito (Venere per limitazioni inerenti alle relazioni affettive, Mercurio per quelle inerenti alla comunicazione... ecc). In questi periodi della nostra vita potremo infatti essere più propensi del solito ad avere fiducia nelle nostre intuizioni e nelle nostre possibilità di cambiamento, e dovremmo avvertire il bisogno di ampliare i nostri orizzonti conoscitivi.

Durante i transiti di Urano, invece, l'insofferenza per le nostre limitazioni (negli ambiti esistenziali connessi alla casa o al pianeta che vengono attivati, per passaggio o per aspetto) tende a farsi sentire con la massima intensità, ed è comune avvertire il desiderio dare spazio a delle parti di noi che precedentemente erano relegate nell'ombra, intraprendendo nuovi corsi d'azione. Spesso i transiti di Urano forniscono l'energia necessaria per apportare cambiamenti di maggior portata (talvolta radicali), e possono stimolare le persone più intrepide a trovare il coraggio di fare dei grossi balzi in avanti per uscire dalla propria zona di comfort. A tal proposito è bene tener presente che mettersi alla prova con dei cambiamenti drastici, come ad esempio un trasferimento all'estero immediato, non è alla portata di tutti; per alcune persone potrebbe risultare eccessivamente stressante e avere degli effetti prevalentemente distruttivi.

Siccome anche le nostre abitudini hanno un ruolo importante per il nostro benessere psicofisico, uscire dalla nostra comfort zone non dovrebbe divenire un obiettivo costante, quanto piuttosto una sorta di esplorazione intermittente, che passo dopo passo (e al nostro ritmo), ci permetta di ampliare i nostri orizzonti e di migliorare.




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