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DAIMON E TRANSITI

a cura di Luca Alberelli
 

Ognuno di noi in particolari momenti della nostra vita ha avuto la sensazione di essere chiamato a percorrere una determinata strada. Suggestioni di questo tipo possono manifestarsi nitidamente già durante l'infanzia, quando i bambini, sulla scia di una fascinazione, capiscono cosa faranno da grandi. Ma non sempre la chiamata è così vivida e precoce; talvolta si realizza attraverso una serie di spinte progressive verso un determinato approdo, che solo gradualmente porteranno a comprendere qual è il percorso più adatto alla propria essenza-individualità.

Secondo Socrate, Platone, Aristotele ed altri filosofi del periodo ellenistico, le chiamate alla nostra vocazione sono mediate dall'intercessione di un daimon (demone): lo spirito guida affidato ad ogni uomo fin dalla nascita allo scopo di aiutarlo a compiere il proprio destino. Questo concetto è stato ripreso in ambito psicologico da Carl Gustav Jung e da James Hillman, due terapeuti sui generis che hanno valorizzato la dimensione mitico-archetipica dell'inconscio, abbracciando una visione dell'uomo particolarmente ampia ed inclusiva.

Secondo Hillman ciascuna vita è formata da un'immagine unica e irripetibile che esprime la sua essenza e “chiama” verso il proprio destino. Ogni persona è caratterizzata da un'unicità che chiede di essere vissuta, e che già presente (in forma potenziale) prima ancora di poter essere vissuta. Per certi versi siamo simili ad una piccola ghianda in cui è possibile scorgere (nonostante le limitazioni del nostro ego), l'immagine della futura quercia (insita nel progetto del nostro Sé).

Il daimon agisce come un intermediario tra il Sé e l'Io per ricordarci la nostra vocazione e guidarci verso il nostro destino. La sua intelligenza trascende l'ego e si manifesta a livello intuitivo ed immaginativo, permettendoci di afferrare l'immagine di ciò che potremo divenire. Essendo dotato di un'ostinata volontà, preme per la realizzazione creativa della nostra unicità, anche quando ciò può diventare scomodo per l'Io; per questo motivo ascoltare la sua voce richiede fiducia e coraggio.

Allineandosi al pensiero di Aristotele, secondo cui la felicità è condizionata dalla realizzazione del proprio demone, Hillman sosteneva che per poter raggiungere una condizione di benessere e di armonia interiore dobbiamo accogliere e mettere a frutto la chiamata del nostro daimon, dedicandoci con passione a delle attività che siano affini alla sua natura.

Per riconoscere la voce del daimon dalle quelle provenienti dalla molteplicità dei complessi e delle subpersonalità che popolano il nostro mondo interiore, dobbiamo raffinare l'ascolto interiore e venire a patti con l'invisibile, facendo leva sulle nostre capacità intuitive. Solitamente i messaggi che provengono dal daimon si distinguono dagli altri perché innalzano il nostro livello di consapevolezza, e ci lasciano con la sensazione che ciò che è stato rivelato (attraverso intuizioni ed immagini) sia particolarmente significativo. Mentre i messaggi che provengono dai complessi o dalle subpersonalità sono in genere più vaghi, e non sono accompagnati da momenti di illuminazione della coscienza. Ciò nonostante, a causa di una serie di possibili fattori ostacolanti (di carattere intrapsichico, relazionale – famigliare o karmico- evolutivo) le modalità attraverso cui il daimon cerca di farsi strada nella vita di un individuo non sono sempre facili da comprendere. A volte la sua voce emerge con la forza di un'annunciazione solo in seguito ad eventi molto sfavorevoli, la cui utilità potrà essere compresa solo col senno del poi.

La conoscenza dell'astrologia può aiutarci a divenire più ricettivi nei confronti dei messaggi del nostro daimon, e ad interpretarli in chiave simbolica, mettendoli in relazione alle diverse tappe del nostro processo di individuazione. Un tema natale può infatti essere pensato come una mappa simbolica del Sé (l'archetipo che rappresenta il nostro massimo potenziale espressivo e la totalità della nostra psiche), mentre i diversi transiti scandiscono le tappe del processo di autoconoscenza che dovrebbe idealmente portarci ad avvicinarci sempre di più alla realizzazione del nostro progetto.

I punti di svolta più significativi in relazione alle chiamate del nostro daimon sono in genere contrassegnati dai transiti di Urano, Nettuno e Plutone rispetto al Sole di nascita. I pianeti transpersonali possono infatti essere pensati come tre grandi registi che impostano i cambiamenti e le trasformazioni più importanti della nostra vita, mentre l'archetipo solare simboleggia (tra le altre cose): l'essenza del nostro progetto esistenziale, la luce della coscienza, e i processi di integrazione psichica che definiscono il nostro senso di identità.

Solitamente i cambiamenti che il Sé vuole impostare durante i transiti di Urano rispetto al Sole sono quelli che la coscienza fatica meno a comprendere. In questi periodi della nostra vita potremo distinguere con maggior chiarezza le chiamate del nostro daimon, e trovare il coraggio di realizzarle, liberandoci dai condizionamenti che potrebbero ostacolarci. Urano favorisce il risveglio e l'illuminazione della coscienza, stimolando i processi di rinnovamento; per questo motivo i suoi transiti coincidono spesso con delle svolte radicali in relazione alle chiamate del nostro daimon.

Durante le prime fasi di un transito di Nettuno rispetto al Sole, la coscienza può incontrare delle difficoltà a discriminare chiaramente la voce del daimon: il suo intento di solito non si presenta come una meta nettamente inquadrata, ma piuttosto come un'urgenza indefinita che turba, accompagnata da un innegabile senso di importanza. I transiti di Nettuno comportano un lento e progressivo dissolvimento delle barriere che separano l'inconscio dalla coscienza. In questi periodi di grande movimento interiore (a livello emotivo ed immaginativo) la voce del daimon tende a farsi sentire soprattutto sotto forma di immagini oniriche; mentre le chiamate inerenti a vocazioni artistiche o spirituali potranno divenire particolarmente intense.

Durante i transiti di Plutone rispetto al Sole può essere necessario dover superare una fase di ambivalenza, o uno stato depressivo (più o meno intenso), prima che la voce del daimon riesca ad emergere chiaramente, innescando un profondo rinnovamento. A volte l'intento del daimon comincia a prendere forma solo dopo aver provato la sensazione di aver “toccato il fondo”, o dopo essere stati costretti ad affrontare degli aspetti ombra della propria personalità.
 
Spesso i transiti dissonanti di Urano, Nettuno e Plutone rispetto al Sole, comportano delle crisi tramite cui è possibile intravedere meglio “la ghianda” (l'immagine di ciò che potremo essere), mentre i transiti armonici rendono più agevole il processo di assimilazione.

Per raggiungere una condizione di integrità e sentirci autorealizzati dovremo divenire sempre più abili ad afferrare le intenzioni del nostro daimon e a non bloccar loro la strada, soprattutto in corrispondenza di questi transiti.

Quando riusciamo ad essere congruenti con la voce del nostro daimon le cose “scorrono meglio” e proviamo un senso di vitalità e di benessere. Esprimendoci creativamente in ambiti che siano congeniali alla nostra essenza potremo ritrovarci ad entrare con una certa facilità in uno stato di flow (flusso), durante il quale siamo talmente concentrati e assorbiti da quello che stiamo facendo da perdere la cognizione del tempo. In momenti come questo il daimon ci sta comunicando che siamo dove dovremmo essere.




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