Capelli corvini, occhi da gatta, outfit da “bad girl”: Shannen Doherty, prematuramente scomparsa, a soli 53 anni, il 13 luglio 2024, si portava dentro la magia della sua Luna in Scorpione e di quel Plutone dominante all’ascendente cucito addosso come un vestito perfetto per una donna come lei; una donna che è riuscita a trasformare, con grande abilità, le mille maschere di Plutone nella propria professione: quella di attrice.
Dura dal cuore tenero, così dicono gli amici intimi, ironizzava sulla sua cattiva reputazione dicendo che se l’era faticosamente guadagnata: qualche eccesso, le sue liti, pare furibonde, sui set, che la esponevano a critiche e licenziamenti fulminei, la guida in stato di ebrezza che una volta le è costata la sospensione della patente e un giro per le scuole di Los Angeles a raccontare dei pericoli dell’alcool. Per non parlare dei tre matrimoni, di cui uno lampo festeggiato con un pigiama party, dell’ultimo marito che l’ha tradita in piena chemioterapia e che lei ha cacciato di casa, delle sue migliori amiche tra idilli e rotture, dei rapporti complicati con le altre co-star, come quello con Alyssa Milano, che nutrivano di gossip e dicerie i tabloid.
Nata il 12 aprile 1971 alle 16.16 a Memphis, diventa famosa a livello planetario nella serie tv “Beverly Hills 90210”. Siamo negli anni’90, i protagonisti sono i ragazzi della buona borghesia americana di allora nei loro vissuti di amore, amicizia, sesso, tradimenti, malattie, dipendenze. Nel ruolo di Brenda, celebre come “fidanzatina d’America” per il suo tormentato amore con il personaggio di Dylan, interpretato da Luke Perry, Shannen Doherty cattura l’attenzione di moltissime adolescenti di cui diventa l’icona caotica e ribelle. Lei stessa racconta che una fan l’ha ringraziata per “il riscatto delle brune” che ha introdotto nel mondo televisivo perché in genere erano sempre le bionde “ad essere le più belle e ad avere il ragazzo”.
In realtà la carriera di Shannen Doherty inizia ben prima: bambina prodigio di Hollywood viene lanciata a soli 11 anni in un’altra serie cult: “La casa nella prateria”. Suo mentore il grande Michael London, sceneggiatore, produttore, regista e primo attore, nell’indimenticabile parte di Charles Ingalls. Suggestiva storia di pionieri e frontiere che ha incollato milioni di telespettatori alla televisione, non sorprende l’exploit infantile di Shannen in questa serie televisiva se si pensa che la sua Luna significante l’infanzia è in casa 2^, settore del denaro e dell’immagine, al trigono di Venere, la piccola fortuna, in 6^, casa del lavoro quotidiano. Posizione, per altro, molto indicativa della sua realizzazione non tanto nel cinema o nel teatro, ma proprio nelle serie tv, perché la “serialità”, in qualunque modo la si voglia intendere, appartiene proprio alla casa 6^. A ciò si aggiunga un altro fatto curioso: Michael Landon era Scorpione e il suo Sole si congiungeva alla Luna di Shannen in casa 2^: fu proprio lui a scoprirla e a darle spazio, svolgendo in questo modo esattamente la funzione del Sole, ossia dell’astro per antonomasia capace di dare luce. Sotto l’attenta regìa di Landon brillarono le qualità interpretative, artistiche, interiori, tipicamente lunari di Shannen Doherty. L’attrice ha dedicato un tributo a Landon nel podcast “Let’s Be Clear” che ha realizzato tra il 2023 e il 2024, ricordando i suoi incoraggiamenti paterni che risuonano tipicamente scorpionici: “Segui il tuo istinto, non lasciare che nessuno ti scavalchi e difendi sempre ciò in cui credi” le disse una volta Landon per stimolare la sua combattività.
Shannen Doherty era Ariete ascendente Vergine con Luna in Scorpione, e di combattività ne aveva da vendere, dato che i tre segni in questione condividono il dominio di Marte: Ariete e Scorpione per domicilio, la Vergine per trasparenza. E c’è ancora di più: il Marte dell’attrice si trova nel Capricorno, suo segno d’esaltazione, in casa 4^ molteplicemente aspettato. È un Marte su cui sembra poggiare, anche visivamente, tutto il tema natale. Trigono a Saturno in 8^ e doppiamente quadrato al Sole e Urano, fa sestile a tutti e due i pianeti femminili: Luna e Venere. Shannen Doherty era simbolicamente un’amazzone, una guerriera. La sua fortissima impronta marziana era resa ancora più forte dal supporto di Plutone, congiunto all’ascendente, e dallo stellium, comprensivo del Sole, in casa 8^, casa plutonica per eccellenza. Ha vissuto con un’intensità travolgente com'è tipico dei temperamenti marziano/plutonici.
La casa 8^ è tradizionalmente una casa oscura, eversiva, trasgressiva, tormentata, legata ai concetti di morte e rinascita, è la casa di Caronte, il traghettatore dell’oltretomba. L’8^ ha in sé una quota di azzardo, di rischio, di tendenza alla precarietà e al nomadismo. È un settore che, proprio per l’incontrastato dominio di Plutone, è legato all’inconscio, alla psiche profonda, alla manipolazione, fatta e subita.
Shannen Doherty ha incredibilmente espresso tutte le valenze della casa 8^ nelle sue risonanze con Plutone e Marte, quasi fosse un magnete capace di attirare i simboli a lei più congeniali.
La rivista Rolling Stone la ricorda nel film “Schegge di follia” accanto a Winona Ryder nella parte, a soli 17 anni, della crudele liceale Heather Duke. La scena cult è quella, guarda caso morbosamente plutonica, scorpionica e da casa 8^, del funerale. Shannen Doherty ha guanti neri, un cappello da royal wedding e un sorriso sadico stampato in faccia. Inginocchiata accanto alla bara dell’amica morta, ringrazia il Signore: “Ho pregato molte volte per la morte di Heather Chandler … Lode a Gesù! Alleluia!”. E poiché il filo nero della casa 8^ rimane intatto nell’unire finzione e realtà, perché i simboli, in quanto tali, si esprimono sempre, il funerale, anzi il proprio funerale, è diventato uno degli argomenti affrontati da Shannen Doherty nel suo podcast. Sapeva che la morte l’attendeva al varco e ha voluto, da buon ascendente Vergine, programmare la sua dipartita con tanto di indicazioni precise su chi voleva e non voleva al rito funebre, e sulle sue ceneri che desiderava fossero mischiate a quelle del suo cane e di suo padre e sparse in un particolare luogo di Malibù, E sempre sull’onda della valenza dell’asse 2^-8^ presente nel suo tema, asse che è anche finanziario, Shannen Doherty ha fatto un mea culpa su quella che lei ha definito la sua “sindrome d’accumulo” che l'ha portata ad avere troppe cose; cose di cui ora voleva liberarsi per non lasciare la madre gravata da pesi burocratici e legali. Una madre molto amata e visibile nel tema di Shannen Doherty la cui Luna -madre in casa 2^ fa trigono a Venere in 6^, espressione di forte affettività, ma anche della professione della madre proprietaria di un centro estetico.
La morte nelle sue molte declinazioni, e con delle curiose coincidenze, ha continuato a inseguire Shannen Doherty sia nella vita reale che in quella dello schermo. Michael Landon, il suo pigmalione, muore a soli 54 anni: quel Sole in Scorpione che aveva permesso alla sua Luna di accendersi e vivere di luce propria si spegne all’improvviso. Per altro Landon morirà all’incirca alla stessa età di Shannen e nel suo stesso mese sebbene di molti anni prima. Shannen perde poi il padre che se ne va a 67 anni e questa perdita la devasta come lei stessa racconterà poi. A seguire lo shock per la dipartita inattesa e prematura di Luke Perry, co-star di Beverly Hills, in cui forse intuiva il suo stesso destino. Anche Perry è deceduto alla stessa età di Doherty. Nella fiction i suoi personaggi più noti sono chiamati a confrontarsi con la morte: Brenda Walsh per una possibile diagnosi di tumore al seno, che sarà esattamente quello che toccherà in sorte a lei nella realtà, e poi Prue Halliwell, la strega che ha consolidato la sua fama nella celebre serie Tv “Streghe”, sempre prodotta da Aaron Spelling, sarà quella destinata a morire giovane. La commistione tra finzione e realtà è stata talmente potente a livello di immaginazione collettiva che tutti i fan di “Streghe” hanno rivissuto nella morte di Shannen, quella di Prue. Ciò è stato favorito anche dalla forte coesione del cast della serie che ha pianto Shannen esattamente come i co-protagonisti di “Streghe” avevano pianto la dipartita di Prue. In particolare Holly Marie Combs che nella serie interpreta una delle sorelle di Prue e che nella vita reale era la migliore amica di Shannen Doherty sembrava rivivere nelle parole, negli sguardi, nella totale disperazione quello che era stato il suo ruolo nella fiction, sebbene 23 anni dopo. A titolo di coincidenze sempre curiose il personaggio di Prue Halliwell apparteneva, secondo gli autori, al segno dello Scorpione e la sua data di nascita era il 28 ottobre 1970. Il Sole del personaggio risulta quindi congiunto alla Luna della sua interprete. Astrologicamente è un dato molto interessante se si considera che uno degli archetipi della Luna in Scorpione è proprio quello della Strega.
Nell’ultima parte della sua vita, poi spezzata, Shannen Doherty ha interpretato, e in modo sublime, forse il suo personaggio più riuscito, ossia se stessa. L’incontro con la morte della casa 8^ non è stato più trasposto su altri piani, attraversato in un film, immaginato nei funerali, filtrato da maschere, accettato come tributo a quel Sole in 8^ che sembrava volerle togliere per lutto o separazione tutti gli uomini per lei importanti. Shannen Doherty ha ricevuto una diagnosi di cancro al seno nel 2015, all’età di 44 anni. Il tumore, andato in remissione nel 2017, è ritornato più aggressivo che mai nel 2019 diventando un cancro metastatico. A questo punto Shannen Doherty era consapevole che sarebbe morta in tempi non troppo lunghi, anche se ha sperato fino alla fine in nuovi protocolli di cura che le potessero consentire di continuare a vivere e non perché avesse paura di morire. Lei stessa ha detto in un’intervista che sapeva di essere una brava persona, alla faccia della sua cattiva reputazione di “ragazzaccia”, e che solo le persone cattive devono avere paura di andarsene da questo mondo. Inoltre sapeva dove sarebbe andata e chi avrebbe incontrato dopo la morte esprimendo una reale fede nell’aldilà. Il suo dramma era che nonostante tutto sentiva di avere ancora tanta vita dentro di sé e tanta voglia di amare. E questa è la magia del Sole in 8^ che è un sole di Ade, dio dei morti, capace di risorgere e splendere dove uno meno se lo aspetta. Shannen Doherty negli ultimi nove anni non ha fatto di professione l’“ammalata” nonostante gli interventi, la chemio, il cambiamento psicologico e fisico dovuto ai farmaci, la mancanza di lavoro per chi come lei non poteva più rendere come prima sul set, specie in termini di immagine.
Shannen Doherty ha continuato a supportare gli animali che amava immensamente e le donne come lei malate di cancro. Ha rilasciato interviste, ha permesso che i suoi video anche nei momenti che precedevano e seguivano le terapie fossero visibili per dare coraggio a chi affrontava la sua stessa situazione. E l’ha fatto consapevole di vivere in una società più malata di lei che nei suoi intenti avrebbe voluto cancellare la malattia e la morte, come questioni scomode e sconvenienti, dall’orizzonte esperienziale, specie nell’America dei performer.
Ha parlato senza filtri della sua fatica a vedersi di nuovo come donna, ad accettare il suo corpo stressato dalla malattia, della caduta della libido dovuta ai farmaci, cosa che l’ha spinta a rivolgersi a una specialista che, ha detto ridendo, le ha riempito la borsa di sex toys., perché sapeva anche ironizzare su quello che le stava accadendo con il tipico humor di chi ha valori scorpionici.
La sua situazione è peggiorata in pochi giorni, sapeva di non avere un tempo infinito a disposizione, ma pensava ce ne fosse ancora abbastanza per poter chiudere dei progetti che aveva iniziato come, ad esempio, il ritorno ufficiale, risalente a poche settimane prima della sua morte, alla famiglia di "Streghe" con cui preparava un nuovo podcast e forse un possibile film a distanza di quasi 20 anni dal termine della serie. Probabilmente con la sua Luna in 2^ e il suo Marte in 4^, aveva una gran voglia di famiglia e forse la “famiglia” di Streghe, dato che la sua di origine non c’era più e non era riuscita a costruirne una sua che durasse, era ciò che più somigliava a una famiglia vera.
Alla fine, forse, si torna sempre dove si è stati felici.