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LA PSICHEDELIA E I PINK FLOYD

a cura di Lidia Fassio
 

Questa nuova interpretazione del rock iniziò negli Stati Uniti allorché i movimenti hippie passarono dalle droghe naturali a quelle sintetiche. In pratica, stiamo parlando dell’LSD che iniziò a dilagare tra i giovani e, ovviamente, nei gruppi musicali dell’epoca.

L’avamposto della psichedelica fu l’ACID ROCK una sorta di improvvisazione in cui i musicisti tendevano a creare melodie surreali che cercavano di rappresentare un nuovo stile di vita. In particolare vi furono alcuni gruppi che vennero accreditati tra i migliori ma che ebbero scarsa fortuna in Italia: tra questi ricordiamo i Jefferson Airplain e i Grateful Dead che sono considerati un vero monumento alla civiltà hippie di San Francisco e veri iniziatori della psichedelia degli anni ’60.

La filosofia sottostante a questo movimento musicale era di tipo religioso; si considera infatti che abbia avuto origine tra la cultura individualista e libertaria della "Frontiera" e quella comunitaria e spirituale del "Mormoni"; forse anche per questo questi gruppi non divennero famosi in Europa, perché rappresentavano pienamente una cultura americana. Furono però questi gruppi, unitamente a Bob Dylan e ai Byrds quelli che guidarono il movimento giovanile verso il country rock (di cui parleremo prossimamente).

In queste musiche venivano rappresentati i "viaggi catartici", i famosi "trip" che avevano a che fare con una fuga dalla realtà quotidiana considerata insopportabile e, al tempo stesso, rappresentavano una possibilità di superamento delle terribili nevrosi urbane che facevano la loro apparizione devastando la personalità e l’individualità.

L’opera della psichedelia fu in pratica un tentativo di ricerca psicologica sugli stati di alterazione mentale (allucinazioni psichedeliche) e gli stati di alterazione psichica (le nevrosi tipicamente prodotte dallo stile di vita delle città industriali).

Le band psichedeliche furono le meno comprese dall’industria discografica che, in realtà non le accettò mai pienamente tentando sempre di renderle più vicine al fenomeno "beat"; la cosa imprescindibile di queste band era però l’originalità della musica; non si accettava che venissero replicati suoni di altri.

Questa musica non fu mai interamente compresa perché fu sempre associata al fenomeno hippie che non rappresentò mai la classe intellettuale americana; essi rappresentavano la classe borghese media che era preoccupata della guerra in Vietnam e che, pertanto, sognava un mondo senza armi. Essi erano in contraddizione con gli intellettuali di sinistra che, invece, prendevano in considerazione la possibilità della guerriglia urbana come una necessità per poter "cambiare il sistema". Gli hippie furono così considerati una faccia della controcultura pacifica; in effetti, con il 1968 la protesta si spostò decisamente più sulla violenza e i movimenti pacifisti furono by passati dai movimenti ben più aggressivi e violenti che trasformarono la psichedelia IN "ACID POP" nuovamente molto più influenzata da gruppi come i Rolling Stones, i Seeds, Jimi Hendrix e, infine i Doors ( di cui parleremo prossimamente).

I PINK FLOYD

In Inghilterra, il fenomeno della psichedelia fu interpretato soprattutto da questo gruppo; negli anni ‘63 – ‘64 stava entrando appieno anche lì la cultura dello "sballo" e i Pink Floyd divennero il vero punto di riferimento per questa musica. Indubbiamente il gruppo fu ispirato dalla tenera follia di Syd Barret che trasferì pienamente nella sua musica soprattutto nei primi dischi che possono essere considerati dei veri e propri capolavori in questo genere.

"The piper at the gates of down" è un vero e proprio "inno" ad atmosfere e sensazioni che consentono di percepire dimensioni non terrene ma, forse, parallele a quella terrena; dentro alle loro musiche vi sono dimensioni intergalattiche che danno la sensazione di viaggiare in lande sconfinate alla ricerca di una dimensione interiore.

E’ incredibile come i loro pezzi, nonostante abbiano scandito gli anni 70, sono ascoltabili ancora oggi senza che vengano avvertiti come "vecchi" o superati: nessuno oggi penserebbe che "the dark side of the moon" ha 35 anni anche perché i suoni sono fusi e mischiati quanto in "the division bell" che di anni ne ha solamente 11.

I Pink Floyd, a detta degli esperti, sembrano essere un fenomeno inspiegabile che ha catalizzato quasi più attenzione nel tempo che non negli anni in cui sono usciti e diventati famosi; come se la loro musica in realtà fosse senza tempo e quindi …perennemente ascoltabile poiché contiene qualche ingrediente misterioso che è in grado di passare attraverso al tempo.

I Pink Floys sono nati nel 1967 il loro primo disco fu pubblicato in Inghilterra il 5 agosto 1967 e si intitolava "The piper at the gates of dawn"; il gruppo era composto da Syd Barrett, Roger Waters, Richard Wright e Nick Mason. Nel 1968 viene sostituito Barrett, sempre più depresso e invischiato in problemi di droga, con David Gilmour a cui il gruppo deve tantissimo poiché diventa il vero leader oltre che autore e il grande musicista del quartetto; insieme a Roger Waters ha firmato i più grandi brani della band. Il gruppo continua la ricerca di sentieri interiori, tuttavia, l’ingresso di Gilmour porta un carattere meno plumbeo quasi più poetico pur mantenendosi intatto nella complessità musicale e nella ricerca dei suoni.

La caratteristiche di questo complesso resta strettamente legata al concetto psichedelico: essi infatti hanno scritto molto sugli stati alterati di coscienza, ma la particolarità sta nel fatto che si sono guardati dentro più che guardarsi attorno. I Pink Floyd a differenza degli altri gruppi dell’epoca non sono mai diventati delle rock star, nel senso che hanno mantenuto un taglio estremamente riservato alla loro vita privata di cui si è sempre saputo pochissimo e si sono dedicati in maniera estremamente professionale alla musica e all’attività quasi che fosse per loro una reale "missione" scontrandosi spesso con i discografici che pretendevano produzioni che loro non volevano fare nei momenti in cui non erano seriamente ispirati. Fu tale il problema con le case discografiche che ne fondarono una loro per evitare di essere soggetti a contratti per loro impossibili da rispettare se non a prezzo della svalutazione dei loro prodotti.

Questo ci fa comprendere perché la loro musica è molto intima e profonda e, l’ascolto è un po’ simile ad un "mettersi davanti ad uno specchio".

Nel bellissimo libro a loro dedicato da Christian Diemoz l’autore scrive: "i Pink Floyd non ti raccontano ciò che sono, perché sanno benissimo che potrebbe anche non interessarti, oppure che potresti non essere così diverso da loro, ma ti spingono a pensare a chi sei in realtà. Lo fanno con testi non certo di facile interpretazione e rumori disseminati lungo tutti i loro album…".

Un’altra svolta fu l’uscita di Roger Water che, a detta degli altri tendeva ad accentrare tutto nelle sue mani fino al punto in cui si arrivò alla rottura definitiva; lui viene definito un artista maniacale al punto da disegnare personalmente anche le copertine dei dischi. In ogni caso con lui i Pink avevano avuto anche la massima quotazione in borsa!

Anche Rogers divenne un po’ paranoico … il massimo lo si vede in "The wall" album in cui lui dà sfogo a tutti i suoi tremendi dolori, a partire dalla morte del padre, passando per la moglie infedele, per i professori tiranni e il sistema educativo castrante.

A differenza di Barrett però, Waters riesce a fermarsi e a non diventare quel "crazy diamon", riprendendo pian piano la sua vita attraverso anni di analisi (per sua stessa ammissione).

La Band ha comunque continuato in maniera discontinua sotto la guida di Gilmour fino intorno al 1994 facendo ancora qualche tour. Oggi, Gilmour ha messo in piedi un concerto suonando i suoi meravigliosi pezzi in modo quasi "classico e sinfonico", accompagnato da artisti particolari che suonano strumenti tipici dell’orchestra sinfonica: violoncello – oboe ed un coro di vocalist veramente impressionante. La musica e i suoni sono riprodotti fedelmente da lui e dalla sua chitarra elettrica impareggiabile.

Sarà a marzo agli Arcimboldi per farci sognare e guardare nell’anima.




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