ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Astrologia e fiori di Bach

FIORI DI BACH : GORSE IL FIORE DELLA SPERANZA

a cura di Corrado Nieli
 

Prima di proseguire il cammino alla scoperta degli altri rimedi, credo sia importante ed interessante, comprendere meglio il processo interiore del Bach uomo e ricercatore.

Come già scritto nei precedenti articoli, Bach pensava che la serie di dodici sarebbe stata completa. In effetti egli aveva individuato i rimedi corrispondenti ai dodici principali tipi d'anima. E avendone sperimentato l'efficacia, iniziò a pensare ad una nuova serie di rimedi. Questo probabilmente perché, nel suo lavoro, aveva spesso osservato che altri stati emozionali e mentali coprivano la vera personalità, impedendo così la guarigione e la più autentica manifestazione di quell'anima. Con Gorse inizia una seconda fase di ricerca per il dottor Bach, una ricerca che porterà ad una serie prima di quattro, poi di sette rimedi, conosciuti come i sette aiuti. Il primo fiore trovato in questa nuova prospettiva è il Ginestrone o Ulex europaeus.

Vorrei però spendere ancora qualche riga su questo nuovo gruppo di rimedi. Nel gennaio del 1933 Bach lascia la sua abituale residenza a Cromer, e non comunicando a nessuno il suo nuovo indirizzo, si rimette in cerca di altri fiori, totalmente assorto negli stati d'animo che aveva nella mente e nel cuore. Nella sua pratica Bach riusciva ad individuare con una certa facilità il rimedio adatto a determinate condizioni dell'anima. In alcuni casi però si accorse che altri stati emozionali cronici, e quindi scambiabili per tratti della personalità, nascondevano in realtà il tipo d'anima sottostante. La cronicità dello stato ha molto a che fare con i sette aiuti, infatti la sua ricerca inizia da questa considerazione: "Si osserverà che alcuni soggetti non sembrano corrispondere a nessuno dei Dodici guaritori; molti di loro si sono tanto abituati alla malattia che questa sembra parte della loro natura ed è difficile cogliere il loro vero sé [...] Tali persone hanno perduto gran parte della loro individualità, della loro personalità, e devono essere aiutate ad uscire dal blocco, dall'impasse in cui si sono fossilizzate, prima di poter capire di quale dei dodici guaritori abbiano bisogno [...] per tornare in perfetta salute". È quindi chiaro che i nuovi rimedi andarono in questa direzione, la direzione che deve portare il soggetto sofferente fuori dallo stato di stagnazione e di rassegnazione nel quale è impantanato. Gorse è il primo fiore della nuova serie e, come tutti gli inizi, ha grande forza e racchiude tutte le caratteristiche della nuova linea di ricerca. Bach scoprì questo rimedio poco prima di Pasqua, poi la sua nuova casa fu scoperta e i pazienti non tardarono ad arrivare, lasciandogli ben poco tempo per proseguire le sue ricerche.

Ecco allora Gorse nelle parole di Bach: "Per quelli che hanno perso ogni speranza e pensano che nessuno possa fare più niente per loro. Per obbedire a un’imposizione o per far piacere a qualcuno queste persone possono anche sottoporsi a varie cure, ma ripetono sempre a chi sta loro vicino di avere ben poche speranze di guarigione".

Dal punto di vista botanico la pianta è fortemente simbolica del rimedio. Infatti analizzando le condizioni di vita della pianta notiamo una chiara corrispondenza con le caratteristiche di disperazione e di rinascita alla vita. Gorse cresce su terreni difficili come i versanti più esposti delle colline, le lande desolate, i pascoli e le brughiere. I suoi fiori sono delicati e sensibili ma al tempo stesso forti, di un colore giallo brillante, che risplende di luce quando, all'inizio della primavera, fiorisce in un paesaggio ancora spoglio. Gorse attira la luce. Il profumo di mandorla che emanano colpì molto Bach, che colse quei fiori straordinari e ne ricavò un'essenza per coloro che soffrono di uno scollegamento con il loro Io Superiore. L'arbusto che produce il fiore, cresce anche fino a due metri di altezza, su un fusto legnoso e ricco di spine. Le foglie spinose si intrecciano fra loro e in gruppo sono così capaci di sostenersi l'un l'altra. Infatti il tipo Gorse lasciato a se stesso non se la cava tanto bene, poiché tende a sprofondare nella sua disperazione e mancanza di fiducia in un possibile miglioramento.

Gorse è il fiore per coloro che, impantanati nel sentimento della rinuncia e della sconfitta, vegetano in una passiva attesa, nella sola remota speranza che qualcuno li tiri fuori da quella palude. Qui emerge un altro aspetto importante del tipo Gorse negativo: la mancanza di responsabilità. Egli infatti non si assume la responsabilità della sua sofferenza, lasciando agli altri (amici, parenti, terapeuta) il compito di mettere mano ai propri problemi. La persona in stato negativo quando arriva dal terapeuta dice: "Ho provato di tutto, è da troppo tempo che sono malato e ho perso la speranza di stare meglio. Se lei è capace, faccia il miracolo, perché io non ho più speranza". Spesso viene convinta da altri a fare qualcosa, ha un grande bisogno di mobilitare le proprie energie di autoguarigione. Il senso di frustrazione è talmente alto che rinuncia ad ogni ulteriore tentativo. E’ una depressione che non ammette possibilità, in casi limite può anche portare al suicidio. Anzi, credo che sia una forma di suicidio lento e passivo, del tipo: "Se non succede qualcosa mi lascio morire, tanto è tutto inutile".

Dal punto di vista del terapeuta è una persona impegnativa, perché, quando le si fanno notare i miglioramenti ottenuti, minimizza pensando: "Si si, può essere, ma tanto..". È divenuta incapace di accettare la luce. Secondo me c'è sotto una grande paura della vita che è in realtà paura di soffrire ancora. Certamente è una persona che ha provato, ha lottato, ma è stata sconfitta tante volte, perdendo fiducia nella possibilità di riuscire. Così si stabilizza su un livello di sofferenza costante ma controllabile. Il fiore aiuta a ribaltare questo stato psicologico e a rimettere in moto la speranza di vivere bene. Essendo tuttavia questo stato di disperazione ormai divenuto cronico, il rimedio va assunto per lungo tempo. Il soggetto ha bisogno di capire, poco per volta, che puo' ricominciare ad aver fiducia nella vita, in modo che questa consapevolezza abbia tempo di penetrare nella coscienza e si insediarvisi. Scrisse Bach: "Sembra che abbiano bisogno di una maggior quantità di sole nella loro vita per dissipare le nubi". Il Gorse negativo deve prendere atto che avendo perso la speranza, e la capacità di lottare, é egli stesso che si preclude la possibilità di guarire. Deve insomma tornare a farsi carico della propria guarigione e del proprio benessere.

C'è un altro fiore che può essere scambiato per Gorse, ed è Wild Rose. La differenza fondamentale è che Gorse ha preso parte alla vita, ha lottato prima di rinunciare, ed ha perso. Wild Rose non ha mai preso parte al gioco, semplicemente non gliene importa niente di niente. É questo uno stato ancora più difficile da affrontare in terapia. Anche perché non ci pensano proprio a muoversi, nemmeno se sollecitati, come succede invece nel caso di Gorse.

Vorrei ora provare a dare qualche spunto di riflessione sul piano astrologico. Aspetti di Giove e Saturno e i corrispondenti segni e case, credo che siano da indagare. E come non considerare un Marte certamente sconfitto, incapace di esprimere la propria rabbia e quindi di conquistare la sua posizione nel mondo. Inoltre il bisogno di rinnovamento e del lasciarsi andare alla vita, richiama il segno dello scorpione e tutto ciò che è ad esso collegato. Per quanto riguarda il tema centrale tuttavia, ovvero gli opposti speranza-disperazione, mi sento di chiamare in causa Chirone. È questo archetipo, relativamente nuovo, che mi ispira un collegamento col nostro fiore. Scrive la Greene su Chirone: "La polarità Speranza/Disperazione può essere illustrata attraverso il simbolismo della polarità di Sole-Chirone". Come sappiamo Chirone si trova poco al di là delle barriere dell'Io (Saturno) e pertanto funge da mediatore fra l'Io appunto e il transpersonale, ma è anche portatore di quella ferita collettiva, e perciò inguaribile, che il tipo Gorse non è in grado di accettare. Credo che questo sia il punto, la persona in stato Gorse negativo, deve imparare ad accettare che la vita è fatta di vittorie e di sconfitte e che nonostante verremo inevitabilmente sconfitti vale ancora e sempre la pena di vivere e di sperare in un mondo migliore per noi. Perché come scrisse Bach nel suo libro Guarisci te stesso: "In ogni caso è controproducente disperarsi: non importa quanto la situazione possa sembrare grave, perché il fatto stesso che ci sia la vita fisica dimostra che l'Anima che la regola non ha ancora rinunciato alla speranza".




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati