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IL SOGNO NEL CASSETTO … AIUTA A VIVERE MEGLIO?

a cura di Lidia Fassio
 

Da sempre la psicologia ha messo l’accento sulle capacità della nostra psiche di produrre sogni e fantasie, è una prerogativa del nostro lobo destro che non vuole vivere dentro a spazi obbligati e ristretti e quindi si avventura, intuisce, sogna, vede prima e crede che ci siano moltissime cose che possano realizzarsi in futuro; fin da bambini possediamo questa capacità che, nel caso dell’infanzia, serve anche per allontanarsi da una realtà troppo limitante o difficile. In fondo, il futuro non è altro che una valvola potente immaginata e organizzata sulla base della realtà presente proiettata nel lontano.

La mia attenzione però vuole andare a cadere sull’utilità di coltivare i sogni e sul bisogno di credere di poter raggiungere gli obiettivi prefissati e sul tipo di possibilità che queste prerogative portano nella nostra vita.

Personalmente posso dire che le persone che hanno un contatto con la realtà troppo forte spesso vivono grandi frustrazioni perché non riescono a staccarsi neppure un attimo da questa parte per entrare in contatto con l’altra che, effettivamente, serve a noi umani a pre-vedere e a fantasticare, nonché a spaziare in lungo e in largo a livello mentale per trovare nuove opportunità pur con i semplici mezzi che abbiamo a disposizione: queste qualità sono importantissime sia per la salute della nostra psiche, che può allentare di tanto in tanto le tensioni che nascono dal rapporto con il mondo ordinario, sia per la capacità di creare e dar forma a ciò che si è visualizzato, processo importantissimo che non può essere evitato se non a spese dell’integrità psichica.

Psicologicamente parlando creare è la logica conseguenza dell’immaginare e fantasticare così come "il futuro" è semplicemente il modo in cui noi fantastichiamo e creiamo il mondo e le cose.

Nessuno può vivere se non è in grado di creare sogni e dar vita a desideri; sono queste le operazioni che danno la forza e capacità di tollerare anche le situazioni più pesanti, perché vengono viste come temporanee ed utili per il fine che si vuole perseguire e raggiungere.

L’idea quindi di realizzare il nostro sogno e di vederlo un giorno calato nella realtà può fungere come una sorta di "oppiaceo" che ci permette di lenire il dolore che il vivere quotidiano porta con sé e può aiutarci a vivere meglio e a tenere ferma la nostra psiche su un progetto che prima o poi .. si avvererà…

Astrologicamente parlando questa possibilità è data dalla relazione tra i pianeti della casa nona Giove e Nettuno che ci spingono in continuazione a non accontentarci di ciò che abbiamo, alimentando la nostra curiosità e il bisogno di crescere e di migliorarci spaziando e trovando cose nuove da immaginare per poi conquistarle sul piano pratico.

La nostra mente ha due grandi potenzialità: quella legata al lobo destro simboleggiata dai pianeti Giove e Nettuno, dalla casa nona e dal segno del Sagittario che riguarda le funzioni simboliche e analogiche, rappresentata da quella parte di noi che non vuole stare dentro ai confini del mondo reale e pratico e che vuole andare al di là dei limiti; e quella razionale e logica che, invece, è legata a Mercurio e Saturno che hanno bisogno di controllare costantemente che le cose siano verificabili, fattibili e soprattutto realizzabili.

Entrambe le componenti sono fondamentali ed escluderne una delle due è negativo per l’equilibrio della nostra psiche che, da un lato deve avvalersi della possibilità di spaziare e di immaginare e di creare anche fantasie e sogni – che sono utili al nostro umore e alla nostre spinte verso la crescita - e, dall’altro, deve semplicemente essere in grado di valutare cosa è fattibile e cosa no, sapendo discriminare quando si sta nel mondo della realtà e quando, invece, si sta sognando; tuttavia, il sogno e la fantasia sono armi potenti anche per il cambiamento… giacché la realtà è - spesso - il frutto di ciò che prima è stato ipotizzato e sognato. Quanto più si spazia a livello di pensiero, quante più opportunità si vedono e si colgono. E’ esattamente come nella cultura: quanto più si aprono possibilità a livello culturale, quanto più si aumenta il proprio potenziale; se, invece, si sta dentro ad piccola realtà c’è anche un senso di chiusura verso il mondo.

Noi non potremmo neppure impegnarci se non avessimo il senso del futuro.

Il punto per noi è non vedere le due cose come alternative o contrapposte ma, bensì, come necessarie ed integrabili; solo allora saremo realisti e al tempo stesso fantasiosi, aperti pur essendo valutativi.. esplorativi vedendo però dove stanno i confini, in grado di scegliere se le nostre capacità ci permettono di superarli o meno.




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