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IL TELELAVORO

a cura di Marta Aimonetti
 

Il mercato del lavoro si sta trasformando velocemente e in maniera radicale; le cause sono da ricercarsi nella recessione economica che ha colpito i paesi occidentali causata dell’aumento continuo del costo del lavoro, dall’aumento dei prodotti energetici, dall’affacciarsi sul mercato di mercati quali l’India e la Cina che, letteralmente, aggrediscono il mercato occidentale con la loro concorrenza e, infine, dalla nuove tecnologie che permettono di lavorare "a distanza" esattamente come se si fosse presenti.. in azienda.

Per andare incontro alle nuove esigenze di vita le aziende si stanno attrezzando per portare il lavoro "a casa", in modo da ridurre al minimo le dispersioni di denaro dovute ai costi degli immobili adibiti a spazi lavorativi, ottimizzando al tempo stesso i tempi e le procedure organizzative sia del datore di lavoro che del lavoratore.

Si è così venuta a delineare una nuova formula chiamata "telelavoro" che, in altri paesi è già una realtà, mentre in Italia fatica a prendere quota, a causa di alcuni vizi e virtù del Bel Paese.

Certo, questa formula negli Stati Uniti è una realtà ormai da un decennio e, sicuramente può essere considerata una buonissima opportunità non solo per le aziende ma anche per il mercato dell’occupazione; permette infatti ad un lavoratore di svolgere il suo compito con una grande flessibilità di orario, senza essere costretto a snervanti code in macchina, a difficoltà e costi di parcheggio e ad orari fissi che, nel tempo diventano alienanti e limitanti; una persona che accetta il "telelavoro" può diventare veramente padrone del suo tempo riuscendo a svolgere le sue funzioni in orari del giorno o della notte che possono essere più congeniali alle sue capacità e caratteristiche.

Ci sono persone che hanno difficoltà a lavorare "di giorno", preferiscono la sera e le prime ore della notte in quanto c’è silenzio; quando in casa tutti dormono c’è concentrazione e minor dispersione (pensiamo al telefono); altre persone sono invece "mattiniere" e preferiscono alzarsi alle prime luci dell’alba in modo da trovarsi magari alle 10-11 del mattino con il lavoro già svolto, liberi poi per l’intera giornata.

E’ una situazione ottimale per chi ha bambini piccoli o adolescenti e non può avvalersi di un aiuto esterno continuativo; in questo modo può riuscire a guadagnare uno stipendio senza dover andare fuori casa e senza dover sottoporre il bambino allo stress di una baby sitter o di un asilo nido…e da non dover lasciare l’adolescente solo per tante ore dopo la scuola, situazioni entrambe sempre e comunque problematiche per la crescita.

In Italia, il telelavoro è per ora una piccola "oasi" a cui fanno ricorso pochi liberi professionisti e alcune piccole aziende private.. Le grandi aziende faticano a delegare al lavoratore la possibilità di gestione del suo tempo e trovano difficoltoso rinunciare a controlli, gerarchie, e a tutte quelle forme attraverso cui un certo tipo di potere si è organizzato e consolidato nel tempo.

C’è ancora molta diffidenza da entrambe le parti: da parte dei datori di lavoro c’è lentezza nell’organizzarsi in modo "esterno"; infatti, la gestione del potere è stata sempre "accentrativa" mentre, per il telelavoro bisogna formare nuove figure professionali che possano avvalersi di questa opportunità senza sentirsi sminuite nella loro funzione; da parte invece dei lavoratori regna ancora un certo "sospetto" rispetto al modo in cui verranno tutelati i diritti; c’è, per ora, infatti ancora una certa fragilità sia sul piano legislativo che su quello retributivo e ci sono difficoltà sul modo in cui il lavoratore deve essere considerato: autonomo o dipendente?

In effetti, con il telelavoro i contratti possono essere molto più flessibili e si può spaziare dalle collaborazioni saltuarie a veri e propri rapporti a tempo indeterminato tutelati dalle normative esistenti per gli altri rapporti di lavoro.

Richiede anche una maggior capacità del lavoratore di gestire la sua professionalità e di essere responsabile di ciò che va a definire con un contratto.

Molti ostacoli sono anche da ricercarsi nelle istituzioni sindacali che, con questa formula, vedrebbero crollare il loro potere quasi interamente legato ai grandi contratti di categoria nazionali.

Ciò che è certo è che questa sembra essere una grande opportunità per tutti coloro che amano essere "imprenditori di sé stessi" mettendosi sul mondo del lavoro per le loro effettive capacità e competenze; per coloro che preferiscono gestirsi l’intero tempo senza pendolare per ore nel traffico cittadino e per coloro che possono ritagliarsi del tempo nell’arco delle ventiquatt’ore in modo da soddisfare anche altre esigenze della loro vita.

Le diffidenze pian piano cadranno e, lavoratori e datori di lavoro potranno definire i loro rapporti attraverso contratti che possano essere visionati da figure competenti in grado di essere al di sopra delle parti, che tutelino i diritti di entrambi.

Per meglio comprendere le difficoltà che il telelavoro incontra sui mercati europei, la U.E. sta portando avanti alcuni progetti pilota che consentiranno di far conoscere i vantaggi e gli svantaggi di questa formula e, al tempo stesso, sono in atto vere e proprie indagini che diano strumenti per affrontare la tanta diffidenza oggi esistente in modo da poter offrire quelle garanzie che possano debellare gli ultimi indugi nel far decollare questo progetto che immetterebbe il mondo lavorativo direttamente nel futuro.

Il telelavoro da un punto di vista astrologico può essere considerato una grande opportunità messa in luce dai passaggi dei pianeti in Acquario e, in particolare, da Urano che, ha dato vita al alcune cose interessanti:

spinge l’umanità verso la modernizzazione, attivandosi per applicare al meglio le nuove tecnologie al servizio dell’uomo e, soprattutto, della qualità della vita;

abbassa e cambia il rapporto con le strutture gerarchiche;

consente l’ottimizzazione del tempo;

favorisce un grande risparmio energetico (in termini di affitti, carburante, elettricità, parcheggi);

riduce i problemi di inquinamento (se anche solo un terzo della forza lavoro non fosse costretta ad invadere le strade della città nelle ore di punta, ci sarebbe sicuramente un’aria migliore da respirare ed un decongestionamento del traffico);

aumenta la capacità di mettersi in gioco e di essere imprenditori di sé stessi favorendo la negoziazione e la contrattazione che, di volta in volta, potrebbe essere regolarizzata da contratti flessibili alle esigenze aziendali ma, contemporaneamente garanti di quelle sicurezze e coperture di cui un lavoratore ha bisogno.

Tutto questo è inquadrabile in "un vero progetto acquariano" che, sicuramente, ci immette direttamente in una situazione che può già essere considerata a pieno titolo "FUTURO".




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