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QUANDO I NOSTRI “AMICI” SI AMMALANO

a cura di Lidia Fassio
 

Desidero affrontare questo argomento in una giornata in cui una mia carissima amica ha vissuto in modo estremamente doloroso la morte della sua amatissima cagnetta.

Una delle situazioni più tragiche che può accadere a  chi ha in casa un animale amato è  quella di trovarsi a decidere se far praticare l’eutanasia in un momento di grave malattia del loro amico.
Una mia carissima amica, un po’ medianica, mi ha sempre detto che lei sa che gli animali non hanno paura della morte; secondo lei, loro riescono a comunicare quando è giusto fare quello che deve essere meglio e, con il loro sguardo, riescono a farsi comprendere e al tempo stesso a rassicurare i loro padroni; gli animali sono più sereni di noi in quanto sono molto più vicini al ciclo naturale dell’universo e, una volta che hanno avuto dalla vita l’affetto e l’amore di cui hanno tanto bisogno e che hanno ricambiato in maniera straordinaria, possono congedarsi con molta dignità e serenità.

La mia amica ricorda spesso che gli animali, quando vivono in natura, “si ritirano” per morire, a dimostrazione che per loro non è così drammatico e che, quando capita, preferiscono morire in totale solitudine, come se la dignità degli ultimi momenti dovesse essere rispettata ad ogni costo.
Per loro, dunque, la vita non può e non deve essere considerata come qualcosa da mantenere a qualunque costo e, se sono gravemente malati e vivono in un appartamento o in un giardino, potrebbe essere giusto non farli soffrire ma decidere per loro, dato che non possono avere il libero arbitrio di allontanarsi dal loro territorio, come fanno i loro compagni più selvatici.

Spesso la mia amica sciamana mi ha detto che i cani tendono a prolungare la loro vita quando non stanno bene solo perché vedono i padroni soffrire e, per alleviare le loro angosce, si fanno carico di tutto, cercando di tenere duro.. come se fossero loro ad accompagnarci a lasciarli andare; a volte già da tempo non mangiano più, però si comportano come se nulla fosse e come se stessero più o meno bene, anche se, a vederli, dimagriscono e non hanno una bella presenza.

Quello che è certo è che  sono in grado di insegnarci che, anche quando non si è più in perfetta forma, è bene fino a che si può, cercare di godere delle piccole cose che la vita offre; la passeggiata quotidiana, un pallido raggio di sole o  una carezza rassicurante; in questo gli animali sono incredibilmente saggi perché ci ricordano che è bene vivere le cose che si hanno al momento, piuttosto che rimpiangere ciò che non si è fatto dopo.

Negli Stati Uniti ci sono i “comunicatori telepatici” che vengono in aiuto ai veterinari olistici; queste persone sembrano essere in grado di capire quando un animale vuole andarsene e quando invece non è pronto.

Un’altra cosa bellissima è che quando in casa un animale è ammalato, gli altri animali presenti lo sanno e sembrano rendersi utili per colmare il vuoto che si creerà:  quelli che restano sono molto preoccupati per gli umani; loro sanno che sono loro che soffrono perché non riescono a congedarsi con facilità.

Forse, queste piccole cose serviranno a noi uomini a decidere con maggior facilità quando abbiamo in casa un amico in difficoltà, senza essere troppo aggrappati a loro che, nel caso, finiscono per doversi ancora fare carico della nostra sofferenza.




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