Se da un lato il rock ha rappresentato una grande innovazione culturale e una filosofia di libertà adottata da tutti i giovani degli anni ’60, dall’altro ha anche segnato una svolta da un punto di vista di “tragressione e di distruttività”: droga, alcool, vita assolutamente sregolata e senza alcun limite ha caratterizzato molti leader del rock, trasferendosi poi anche nella società: così sull’onda dell’imitazione, l’uso di “sostanze” è diventato un fenomeno d massa. Tra questi “angeli maledetti” – come sono stati nominati - forse il più particolare è Jim Morrison, voce, elemento creativo e capo dei DOORS.
Jim Morrison è nato a Melbourne in Florida l’8 dicembre del 1943 da una famiglia molto tradizionale e, direi anche molto rigida in quanto il padre era un ufficiale della marina americana e la madre, invece, donna legata ai valori della patria e della famiglia, casalinga per ruolo ma sicuramente frustrata e arrabbiata: una donna con sentimenti molto ambivalenti in quanto fortemente combattuta al suo interno tra l’educazione ricevuta e i suoi desideri. La Luna è in Toro in casa IIa ed è quadrata a Plutone e qui possiamo vedere la difficoltà tra una natura istintiva che premeva da dentro e l’immagine da angelo del focolare dall’altra; la decima casa però è in Sagittario ed ha il Sole e Mercurio all’interno; due simboli che indicano che lei ha fatto anche un ruolo paterno.. ma, sottolineano anche la sua vocazione ad ampliare i suoi orizzonti, una forte componente di ambizione personale frustrata proprio dai bisogni della famiglia.
Jim è dunque un Sagittario; sono segnalate due ore di nascita diverse, entrambe comunque tra le 12 e le 14, forse però, la più accreditata potrebbe essere quella delle 13,20 perché mette in rilievo un ascendente Pesci che potrebbe essere particolarmente indicativo visto il temperamento e l’aspetto fisico.
Jim è diventato subito dopo le sue prime apparizioni una sorta di mito; un vero punto di riferimento per le generazioni dei giovani della guerra del Vietnam, e dell’ assassinio di Kennedy e di Martin Luther King.
Vero leader, capace di infiammare le folle con le sue idee e i suoi inni alla libertà divenne però presto un “angelo ribelle” un poeta-eroe maledetto che cominciò a fare sempre più scalpore per le sue trasgressioni e le sue irriverenze verso regole ed istituzioni. L’F.B.I. mise insieme un fascicolo enorme su di lui fino ad arrestarlo per oscenità.
Indubbiamente il modello che offrì ai giovani fu alquanto “discutibile”; se da un lato predicava la libertà scrivendo cose fantastiche, dall’altro offriva un’immagine di sé tutt’altro che libera e tutt’altro che imitabile; divenne alcolista e tossicodipendente a livelli tali da non riuscire più a completare un concerto: niente che potesse più far pensare alla libertà.
Da giovane aveva intrapreso la strada dell’università ma, le sue intemperanze lo portarono presto a ritirarsi e a frequentare la spiaggia di Venice dove incontrò la droga e dove compose molte delle sue canzoni più famose. Anche il nome del complesso fu scelto in quella sede e si legò ad una sua filosofia precisa: lui pensava che esistesse una porta “doors” che permettesse l’accesso ad un altro mondo, quello che andò costantemente cercando fino alla morte.
Questa vita sconsiderata e disperata lo portò ad una morte precocissima nel luglio del 1971 a soli 27 anni; attorno ad essa circola un mistero: egli fu trovato dalla sua compagna Pamela Carson nella vasca da bagno; nessuno però vide il suo corpo perché gli amici che corsero a Parigi per i funerali trovarono la bara già chiusa; l’autopsia non fu mai richiesta e quindi non fu eseguita per cui, il certificato medico è il solo a far fede e recita “morte naturale per attacco cardiaco”.
Questo potrebbe essere particolarmente vero visto che lui era un Sole opposto a Marte e, forse, dentro di lui c’era una rabbia profonda che lo ha portato all’autodistruzione fino al punto che è stato il cuore a cedere ai troppi abusi.
Morrison si era trasferito a Parigi dopo aver lasciato i Doors in piena polemica con loro: “il rock è morto” aveva detto prima di andarsene con l’intenzione di rifarsi una vita come poeta. Partì con la sua compagna ma tutto finì prestissimo e in modo tragico, come altrettanto tragicamente finì Pamela Carson tre anni dopo per overdose.
Da allora è diventato un vero mito…tanto che, sulla sua tomba ogni anno si recano migliaia di giovani in pellegrinaggio.
Morrison è stato considerato un poeta prestato alla musica: celebri sono le sue poesie ed i suoi aforismi tipo “uccidere è il coraggio di un momento; vivere è il coraggio di sempre”.
Il suo tema natale mette in luce chiaramente il grande conflitto con l’autorità paterna che si tramuto’ in un conflitto violento con sé stesso e con la società e le sue regole; indubbiamente il suo Sole opposto a Saturno e Marte e trigono a Plutone indica la grande frustrazione nei confronti di questa figura poco presente nel rapporto con lui ma molto duro, rigido e, forse, anche eccessivamente violento e competitivo con il figlio. Forse un uomo d’altri tempi che voleva che il figlio diventasse “forte” attraverso regole ed educazione che, in lui, diventarono invece rancore e odio represso che si scatenò poi in modo distruttivo e autodistruttivo.
L’asse di opposizione è Gemelli Sagittario e ci riporta quindi ad una difficoltà per lui a dividere il mondo interno dal mondo esterno: forse questo ha segnato in particolar modo la sua vita spingendolo a fare esperienze via via sempre più “limite” alla ricerca di quella “porta” che, forse trovò solo alla sua morte.
Inutile dire che Nettuno è molto forte nel tema di Morrison; trigona Marte e Urano e quadra Mercurio che, a sua volta riceve anche un trigono di Giove, e riporta ancora una volta quel conflitto mente ordinaria, mente superiore di cui il suo tema e la sua vita sono stati intrisi.
Il desiderio di allontanarsi e di fuggire la realtà era elevatissimo e, una volta sperimentati i primi effetti delle droghe pesanti lui non è più riuscito a trovare gratificazione nella realtà… La forza di Plutone a quel punto, anziché dargli il coraggio per vivere gli ha offerto sempre più il coraggio di morire e di mettere fine alla sua sofferenza… uno dei suoi aforismi dice: “datemi un sogno in cui vivere, perché la realtà mi sta uccidendo”.
Al momento della morte i transiti erano indicativi: Plutone quadrava Mercurio dalla fine della Vergine; Nettuno era quadrato a Giove; Urano faceva trigono a Marte e sestile a Sole e Plutone; Marte faceva trigono a sé stesso e a Urano; Saturno si stava congiungendo al suo Urano ed era in quinconce perfetto a Mercurio.
Forse, in quel giorno, tutti i transiti su Mercurio gli hanno fatto perdere anche quel minimo di aderenza alla realtà che avrebbero potuto tenerlo ancora per un po’ al di qua della porta.