IL LEADER

Una tra le figure più interessanti del mondo del lavoro è il “leader”; un tempo si diceva che leader si nasce, eppure, oggi sono presenti nel territorio varie  scuole di formazione che insegnano a diventare leader e ad incrementare il potenziale di persone che si trovano in questo ruolo.

Cerchiamo prima di tutto di comprendere chi è un leader e quali sono le caratteristiche che fanno di un soggetto normale un individuo con queste capacità.

Sicuramente oggi c’è la richiesta di possedere strumenti sempre più efficaci che possano aiutare un soggetto ad organizzare il lavoro e a tenere insieme un gruppo e tutto ciò nasce dall’esigenza di essere sempre più incisivi e meno dispersivi nel mondo del lavoro ma, per altro verso, nasce anche da un vuoto che la nostra società, così competitiva e così aggressiva, ha prodotto nell’ambito delle figure di autorità.

In effetti, seppure può essere contestato da alcune parti della società, il leader è una figura di primo piano di cui spesso si avverte la mancanza quando ci si ritrova con “capi” che non hanno certe caratteristiche. Indubbiamente c’è voglia e bisogno di autorità e  di competenza: di certo però non c’è voglia di poteri repressivi o di autoritarismi che sono quanto di più lontano da ciò che deve proporre e rappresentare un vero leader che, al contrario, deve mostrarsi come una  persona abile che sa prendersi le responsabilità, che è in grado di governare grazie al consenso, che sa dirigere con la persuasione e che riesce a motivare le persone aumentando in loro la consapevolezza.

Così, mentre la persona autoritaria allontana il consenso, inibisce la volontà e produce resistenza attorno a sé, il vero leader si propone come un soggetto sul quale molte altre persone possono far conto, il che non significa che sia un ”guru con dei seguaci”, ma un punto di riferimento positivo che alimenta la crescita e la fiducia delle persone che cooperano con lui.  

Se da un lato è certo che un leader esercita sicuramente anche un potere, è però altrettanto vero che questo gli è riconosciuto  attraverso il consenso che gli viene dato è altrettanto vero che il leader mette al centro del suo potere anche rispetto dell’individualità altrui e il diritto di ognuno di sentirsi  protagonista della propria vita.

Questa modalità di esercitare la leadership laddove viene applicata sta dando risultati eccellenti che stanno spingendo le aziende a liberarsi dei vecchi schemi autoritaristi per creare figure professionali in grado di stimolare e motivare i gruppi premiando la libertà individuale, la responsabilità civile e il senso dell’equità.

Il leader poi deve avere delle qualità personali quali il carisma, la facilità nella comunicazione e la capacità di influenzare senza manipolare; saranno proprio queste carte a dargli credito e consenso presso gli altri e la garanzia che il potere che gli viene accordato darà i suoi frutti; a queste potenzialità si possono poi aggiungere degli strumenti che, una volta acquisiti, possono implementare le possibilità innate.

Però non è possibile definire se sono più importanti le prime o le seconde, altrimenti si torna all’antico dilemma tra cultura e natura che tanto riempie i dibattiti di psicologia.

E’ indubbio che nel leader i due fattori si intersecano e, insieme conducono ai grandi risultati; infatti, nonostante molti si siano cimentati nella ricerca di particolari tratti di personalità che possano definire un “leader”, questi non sono stati mai trovati, almeno non in modo univoco da poterlo definire. Nonostante questo si sono individuate alcune caratteristiche che tutti i leader presentano tipo una intelligenza leggermente superiore alla norma; una discreta estroversione che aiuta nelle relazioni con gli altri e, infine, un certo orientamento verso il potere; la differenza la faranno poi la situazione ambientale, le risorse e le opportunità che mettono alla prova un leader giorno dopo giorno. 

Tra l’altro, tutte le scuole di pensiero convergono sul fatto che non esistano “leader assoluti”; secondo le stesse, un leader deve essere flessibile e aperto ai cambiamenti e deve tenere sempre in debito conto la situazione e le richieste che pongono le situazioni esterne e le persone su cui esercita la sua influenza.

Un leader per essere considerato valido deve essere in grado di utilizzare al meglio le risorse interne ed esterne: deve quindi, a seconda della situazione, essere partecipativo o autorevole, deve consultarsi o decidere in modo autocratico e la scelta dipenderà dalla complessità della situazione che deve affrontare e dal momento.

Ad un leader viene richiesta efficienza ed efficacia in tempi brevi e che le stesse siano finalizzate alla crescita del gruppo e del bene comune.

Un buon leader deve poter ottenere fiducia e saperla aumentare nei suoi collaboratori.

Anche se oggi vi sono ancora molti leader che usano l’autoritarismo e l’inganno per ottenere risultati, è però provato che queste qualità presentano altissimi costi in termini di partecipazione e di affidabilità.

In effetti, tutte le scuole psicologiche concordano sul concetto che un buon leader deve essere chiaro e diretto, in grado di promuovere la crescita individuale e il benessere collettivo e non deve inibire o compromettere le capacità delle persone con cui coopera.

A livello astrologico è indubbio che un buon leader deve avere qualità solari a cui si affiancano un buon Giove ed un buon Saturno e/o Plutone. Le qualità solari danno generosità e apertura nonché fiducia in sé stessi e negli altri che può essere sostenuta in maniera positiva da Giove che, oltre ad essere interessato alla crescita personale, ha anche una buona disposizione verso l’incremento della consapevolezza altrui. Saturno e Plutone da parte loro, sono in grado di fornire un buon uso dell’autorità e del potere personale; gli aspetti positivi in genere mettono al riparo il soggetto da paranoie di potere e da bisogni di compensare sensazioni di incapacità e di paura sperimentati nell’infanzia.