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ALCOL E GUIDA

a cura di Lidia Fassio
 

Il binomio è quanto di più deleterio si possa mettere insieme tuttavia, negli ultimi 10 anni, continuiamo ad assistere al fenomeno di “guida in stato di ebrezza” senza che questo allarmi più di tanto.. e senza alcun accenno di diminuzione.

L’alcool nella nostra cultura non è visto assolutamente come un qualcosa di “negativo”; noi abbiamo un lunghissimo retaggio di consumo di alcool al punto che vi sono decine di luoghi comuni che giustificano il suo consumo e che, spesso sono alibi potenti per chi ne abusa.

 

Concordiamo sul fatto che un bicchiere di vino o di alcol non sia affatto da bandire e che non sia né dannoso né pericoloso, ma ciò non ha nulla a che fare con le “bombettine superalcoliche” - a cui spesso si aggiungono pillolette di vario genere - che vengono somministrate ai giovani nell’arco delle pochissime ore che vanno dalle 21 di sera del sabato alle 6 del mattino della domenica, ora in cui chiudono quasi tutti i locali e i loro frequentatori si mettono alla guida di un’auto per far ritorno a casa percorrendo anche distanze abbastanza grandi in condizioni assolutamente non idonee.

Ogni settimana, soprattutto nella notte sabato, si registra un elevato numero di incidenti stradali la cui causa è da ascriversi all’uso esagerato di alcool e di  altre sostanze che accelerano il così detto “sballo” e fanno da detonatore all’alcool.

 

Inutile dire che gli effetti dell’alcool sulla guida sono impressionanti: innanzitutto c’è un aumento dell’euforia che porta ad una sottovalutazione del pericolo; in secondo luogo vengono messi in scacco i riflessi che rallentano con  tempi di reazione più lunghi del normale e del dovuto; a questi segue un aumento della possibilità di entrare in uno stato di sonnolenza, soprattutto in inverno quando fa freddo e i ragazzi salgono in macchina ubriachi con il riscaldamento al massimo; le capacità di concentrazione in questo caso rimangono bassissime e si entra in una sorta di trance ipnotica; è provato, inoltre, che c’è una profonda alterazione del senso della velocità: chi beve tende ad andare più forte di come va da sobrio e, infine, si registrano profonde alterazioni delle capacità visive per cui si ha una maggior facilità all’abbagliamento (e si guida quasi sempre di notte) ed una tendenza a viaggiare al centro della strada proprio perché l’alcool tende a dare un effetto “restringente, detto a tunnell”.

Tutto questo può amplificarsi ulteriormente quando si aggiungono altre sostanze (ecstasy e cocaina soprattutto) che, oltre ad potenziare gli effetti dello “sballo” tendono a dare un senso di benessere che porta a sopravvalutare le capacità in una fase in cui vi è stanchezza per la notte trascorsa a ballare con la musica a volumi elevatissimi.

 

E’ indubbio che l’alcool sia in qualche modo “premiato” nella nostra società anziché combattuto: mentre è forte la prevenzione per le droghe, comprese quelle leggere, l’alcool continua ad essere venduto dallo Stato che, pertanto, risulta assolutamente incoerente e non credibile nella sua battaglia di “prevenzione e disincentivazione”.

Combattere l’abuso di alcool è difficile perché, socialmente, viene considerato una sorta di “promotore”, qualcosa che aumenta il bisogno di stare insieme  ma, soprattutto, qualcosa che “rende l’uomo particolarmente forte e virile: insomma è una droga da grandi”. Le pubblicità hanno molto effetto sui giovani che si trovano così ad associare con facilità “alcool e conquista” il che fa aumentare di molto il desiderio di provare e di farne uso e, conseguentemente,  abuso.

Del resto, culturalmente l’alcool è considerato la “droga dei popoli dominatori” e, anche se non ce ne rendiamo conto e se abbiamo perso la tracce nella storia, in realtà l’alcool è stato ed è un vero e proprio flagello; in effetti, la lotta per produrre, controllare e sottoporre l’alcool a imposizioni fiscali, ha avuto un ruolo incredibile nei secoli XVIII° e IXI°; ci sono studiosi che sostengono che alcool e schiavitù sono andati a braccetto a lungo, in quanto zucchero e rum  sono stati la causa del soggiogamento di intere culture. In effetti, per produrre alcool ci vuole zucchero e le due cose sono state una vera e propria ossessione per l’economia europea di quei due secoli a danno di quelle che avevano zucchero e uomini per coltivarlo.

 

L’alcool, a bassi dosaggi, ha l’effetto di stimolare la libido e l’aggressività facendo credere ai consumatori che i limiti siano tutti superabili; a questo si aggiunge una facilità verbale altrimenti non possibile; ciò di cui nessuno parla però sono gli effetti che si verificano con l’eccesso, ovvero: riduzione della consapevolezza, facile canalizzatore e catalizzatore della rabbia repressa, regressione infantile con perdita della potenza sessuale, perdita del controllo motorio in generale e, in ultimo, perdita della stima di sé.

 

Ci sono studiosi che sostengono che l’alcool resta il problema vero delle società ricche e che, in un certo senso, rappresenta lo squilibrio e la tensione esistente tra l’individuo e il collettivo, tra la libertà e il condizionamento.

L’alcool viene considerato una “droga maschile”, in quanto reprime tutte le energie femminili e permette un maggior scarico delle energie maschili quali l’aggressività e la violenza sessuale.

Tra le altre cose si sospetta che l’alcool sia così incentivato socialmente e legalmente perché permette di mantenere lo stile repressivo del dominio che tiene così le masse in una condizione di sudditanza e di irresponsabilità  facendole restare lontane dalla presa di coscienza che le porterebbe a liberarsi da molti condizionamenti ed obblighi imposti dall’alto.

 

Forse sarebbe interessante andare a ricercare il perché dell’aumento di consumi di alcool in questi ultimi tempi? Chi beve alcool di solito ha grandi inibizioni e trattiene molta rabbia all’interno: questa sostanza – in particolare i superalcolici – consentono una canalizzazione della stessa e la sensazione di maggior libertà dovuta al temporaneo effetto disinibitorio.. e, siccome sono i nostri giovani a bere molto alcool, sarebbe interessante cercare di comprendere cosa inibiscono e perché sono così tanto arrabbiati?




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