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IL "CODICE CONTESTATO"

a cura di Lidia Fassio
 

Proprio mentre sta per uscire l’attesissimo film, il libro di DAN BROWN continua a vendere e a fare scalpore generando controversie che si trasformano in dibattiti televisivi e in tavole rotonde in cui si cerca di trovare il vero significato delle teorie esposte nel romanzo.

E’ indubbio che questo libro stia avendo un successo clamoroso e questo può essere in parte accreditabile al fatto che si tratta di romanzo avvincente che tiene incollati per ore ed ore, ma sicuramente anche per un’altra ragione molto più profonda: il libro ha messo l’accento sulla questione della “sacralità del femminile” nella chiesa cattolica, una ferita sempre aperta tesa a mantenere inalterato un dogma ormai “poco credibile” ma che non vuole essere affrontato.

 

Dan Brown ha colpito nel segno inserendo nel suo “thriller” una serie di idee molto affascinanti che hanno colto nel segno; la cosa più interessante è che questo romanzo può essere considerato un vero “viaggio dell’eroe” al femminile. La storia si dipana in chiave metaforica consentendo una lettura “simbolica” che da tempo  sembrava essere superata.

Non vi è dubbio che il libro usi un linguaggio intriso di simboli archetipici che esprimono un viaggio eroico in cui i protagonisti trovano sé stessi salvando anche “segreti preziosissimi” da mani poco rassicuranti.

 

Ciò che però costituisce la struttura portante del romanzo è il tema della Donna e, forse proprio nel momento in cui il mondo ha particolarmente bisogno di ricontattare ed esprimere “l’energia femminile” ma, soprattutto, del  “femminile sacro” che ha bisogno di ritornare all’onore del mondo dopo secoli di abbandono e di discredito che hanno portato al collasso la Terra, la Natura, l’Acqua bloccando la capacità di trovare relazioni a tutti i livelli, cose queste che sono sotto gli occhi di tutti.

 

In una parola, il libro auspica il “Risveglio della Dea” e, forse, è veramente questa la motivazione che lo ha reso così interessante e famoso: tra l’altro, per effetto della sincronicità, il libro è uscito nel momento in cui in cielo è stato avvistato il nuovo pianeta XENA che dovrebbe essere proprio il simbolo della Grande Madre, in coincidenza con la grande crisi del patriarcato che si sta sgretolando tra divisioni, impossibilità dialettiche, assurdi tecnologici e nella dissoluzione totale dei valori che sono i soli a reggere l’impatto con il tempo.

 

Forse è di questo che si tratta: Dan Brown ha riscattato la figura della Maddalena e la mostra come donna forte, emancipata, che ha sostenuto le idee di Gesù e lo aiutato a diffonderle; è lei che è rimasta accanto a lui nel momento più tragico della sua vita scrivendo anche il suo “vangelo” in cui spiega la sua vita con il Maestro.

Questo libro sostiene la tesi che Gesù fosse il primo vero “femminista” della storia  mentre la Chiesa per ovvi motivi di potere ha poi travisato il suo messaggio “stravolgendone ” i significati originari per motivazioni tutt’altro che religiose.

 

Certo, la Chiesa ha  ammesso il culto di Maria, madre di Gesù, tuttavia questo simbolo non ha mai reso giustizia alle donne perché in Maria vi è l’esaltazione della purezza e della castità che non può trovare accoglienza nelle donne che vivono una vita normale, fatta anche di quotidianità, di materialità e di “fisicità”.

 

La figura della Maddalena riporta ad un femminile sacro in cui le donne sono forti, intelligenti ed indipendenti esattamente come le voleva l’antico mito di verginità sumerico ed egizio che nulla aveva però a che fare con la sessualità ma che, al contrario, rappresentava una reale Integrità psicologica, un senso di “Non Appartenenza” se non alla terra e all’universo. La parola verginità significava originariamente “una in sé stessa” ed era l’appellativo di tutte le Grandi Madri che erano figure centrali della mitologia sacra matriarcale e che avevano la caratteristica di autonomia oltre a quella di forza, potere, fecondità  e creatività.

 

Nel “Codice da Vinci” è proprio la Maddalena - la stessa donna che la Chiesa vede come  prostituta redenta – la figura centrale: è lei che accompagna Gesù, è lei che lo aiuta a diffondere il suo verbo peregrinando per la Palestina ed è sempre lei che presiede alla sua Crocifissione e che si prende cura del corpo di Cristo dopo la sua morte e nel libro, lei è il Calice, il GRAAL, colei che porta in seno la “stirpe reale”, il figlio di Cristo che fonda - come gli eroi – la sua dinastia, quella dei Merovingi.

Certo, l’ipotesi che la Maddalena fosse la moglie di Cristo ha fatto il botto perché è andata a smuovere due dei principali dogmi della cristianità: la resurrezione e l’assoluta castità di Cristo.

 

Nel romanzo, tra l’altro, si percepisce tra le righe una sorta di “rivalità” degli altri apostoli nei confronti della Maddalena ed anche questa idea dell’autore   potrebbe essere plausibile dati i tempi. Non sembra infatti così accettabile che una donna potesse vivere libera come un uomo e, addirittura, raccogliere le confidenze di un Maestro.

 

Un’altra teoria interessante sta nel fatto che la Maddalena si chiamava anch’essa Maria e, proprio in questo possiamo ipotizzare che il romanzo  contempli il ritorno ad un “femminile completo… provvisto anche della parte carnale” e che Maria e la Maddalena siano in realtà simbolicamente i due lati di una stessa figura; ed anche questo non è lontano dal vero, visto che  la “Grande Madre” possedeva varie sfaccettature tra cui:

 

-         quella carnale di compagna e di madre;

-         quella spirituale che la rendeva figura centrale di un culto religioso  importante quale quello dei “misteri eleusini” in cui la figura della Grande Madre Demetra portava su di sé i simboli di:

-         Donna con le sue passioni ed i suoi istinti;

-         Madre che vive in simbiosi con la figlia Persefone;

-         Dea della Natura, portatrice di vita e di prosperità;

-         Sofia, simbolo di una reale capacità di nutrimento culturale e psicologico; 

-         Madre Spirituale che accoglie le sue creature, le guida e le aiuta ad avere fede nel mistero della vita senza aver paura della morte che, secondo i Misteri Eleusini, è semplicemente un simbolo di trasformazione.

 

Il Codice Da Vinci sostiene che la Chiesa abbia  amputato il simbolo femminile “rovinando” l’immagine e la reputazione della Maddalena distruggendo così  definitivamente le ultime tracce del “culto della Dea” e di un “femminile sacro” elevando unicamente il lato spirituale, per di più assoggettato ad una figura maschile che, nel cristianesimo è l’unica vera divinità insieme a quella di Cristo.

In realtà Cristo dovrebbe essere lo Spirito e Maria l’Anima ed insieme formano una coppia divina completa.

 

Forse oggi che più che mai c’è bisogno di dare un senso a questo simbolo risolvendo la terribile amputazione che è stata fatta al mondo femminile dalle grandi religioni monoteistiche e, il libro di Brown è arrivato nel momento giusto per “essere veramente colto” creando dubbi che porteranno verosimilmente alla riappropriazione di un simbolo per tanto tempo vituperato che, a causa della rimozione, ha causato un fortissimo sbilanciamento energetico che si è manifestato il tutti i settori della vita e del pianeta.

 

Il simbolo della Dea e l’avvistamento contemporaneo del pianeta che lo rappresenta favorirà sicuramente il ritorno alla relazione con il potere del femminile in termini di una nuova capacità di valorizzazione delle donne e dell’energia ricettiva in genere: proprio da questo nascerà una coscienza più evoluta  capace di prendere in considerazione un diverso modo di affrontare la vita e l’esistenza ricreando un rapporto diretto e corretto con la natura, con le emozioni, con la parte istintiva e sessuale che sono state “rimosse” per troppo tempo a scapito di una reale possibilità di unità interiore.




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