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L’AMORE PER L’INSOLITO…

a cura di Lidia Fassio
 

In tema di animali voglio affrontare nel nostro magazine il discorso degli animali “insoliti”; con questo termine intendo quegli animali che, fino a poco tempo fa, nell’immaginario collettivo avevano sollevato curiosità ma mai una grande simpatia; anzi, hanno quasi sempre suscitato emozioni che andavano dal timore, alla paura fino ad arrivare al ribrezzo; mi riferisco in particolare ai ragni “tarantole e vedove nere”, ai serpenti, alle iguane o ancor meglio ai pirana che oggi occupano piccoli acquari casalinghi, apparentemente innocui anche se non del tutto; questi animali sono diventati molto di moda negli ultimi quindici anni per cui si trovano abbastanza frequentemente ad aggirarsi tra le mura domestiche.. Non è più così inusuale andare a trovare un amico e scoprire che dentro ad una teca ha una tarantola che poi lascia libera alcune ore al giorno; magari ve la fa vedere e vi dice che è fantastica.. bellissima, con un sacco di qualità che, magari voi, faticate a vedere e trovare..e, non ultimo, vi invita a prenderla in mano……

 

Quando mi trovo a pensare alle persone che hanno animali particolari anche molto pericolosi o velenosi mi chiedo cosa può spingere psicologicamente a tenere in casa un animale che, prima di tutto, sta dentro ad una teca.. e che fa vita del tutto riservata.. ma ciò che solletica la mia inquietudine è il doverli nutrire – come nel caso dei grandi serpenti – di animaletti vivi che bisogna quindi mettere dentro la teca per farli uccidere !!

 

Tutto questo mi lascia un po’ perplessa.. perché, mentre trovo sacrosanto che in natura il serpentello vada a caccia e  si butti a “pesce” su appetitosi topolini per consumare un lauto pasto .. diventa molto meno lecito e scontato che  questo avvenga in casa e che, anzi, sia proprio l’uomo a  comprare animaletti vivi per vederli diventare il pasto di un altro animale… 

 

Certo tutto questo può essere comprensibile se pensiamo alla grande diversità che c’è tra una personalità ed un’altra e se prendiamo in considerazione che c’è  anche chi ha un discreto gusto del macabro per cui non si fa grossi problemi se vede la teca sporca di sangue o se assiste mentre il pirana addenta metà pesciolino rosso che si dibatte forsennatamente in attesa della morte o ancora,  se trova in giro per casa la pelle della tarantola che, essendo cresciuta, ha lasciato il suo vecchio look non in un guardaroba ma in un angolo della stanza o della cucina….padronale!!

 

Certo è che siamo tutti diversi e ciò che è sotto gli occhi di tutti è il fatto che ognuno può esprimere e soddisfare le proprie diversità; non per niente siamo nell’era dell’acquario. Nonostante ciò, credo che dobbiamo fare alcuni ragionamenti, riflettere e porci alcune domande rispetto al concetto di   “libertà” che – per essere tale -  non può essere a senso unico ma deve essere molto rispettoso anche del diritto degli animali a vivere nel loro ambiente e, soprattutto, a vivere liberi e non dentro ad una “teca” o ad un appartamento..

 

Gli animali domestici sono ormai abituati da tempo alla nostra compagnia e, in un certo senso, si sono adattati ad acquisire certe abitudini dai loro compagni a due zampe; dubito fortemente che un pitone, un’ iguana o una vedova nera siano così felici a vivere in un ambiente totalmente estraneo e, pertanto, credo che siano ancora ben lontane dal trovarsi a loro agio tra le pattine di un pavimento incerato o tra le lenzuola di un letto con le lenzuola a fiori: forse l’era dell’acquario ci richiama a rispettare la diversità in senso lato e non a pensare che la diversità debba essere vissuta ad ogni costo anche quando va a  scapito della libertà e della dignità degli animali che sono, comunque, nostri compagni di viaggio.




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