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IL BISOGNO DI COMPRARE QUALCOSA ...

a cura di Lidia Fassio
 

Senti spesso un impulso irrefrenabile ad acquistare qualcosa? In particolare, ti capita quando sei frustrata o quando hai litigato con qualcuno? Come ti senti dopo aver comprato qualcosa in queste situazioni? Se ti senti in colpa, se non trovi soddisfacente ciò che hai fatto, forse c’è qualcosa che devi sapere…

Uno dei problemi che spesso affligge le donne è il bisogno di acquistare qualcosa, una compulsione interna tanto forte che quando appare… sembra impossibile opporre resistenza.

Tutti noi abbiamo sperimentato il senso di gratificazione che può derivare dall’acquistare un bel vestito, o qualcosa che ci piace, soprattutto quando ci si trova in un momento di frustrazione o immediatamente dopo un periodo di crisi in cui appare profonda la voglia di “cambiamento”.

Di fatto, nella normalità delle cose, qualsiasi crisi rappresenta un impulso interno al rinnovamento che molto spesso coincide, soprattutto per le donne, con un voler apparire diverse, nuove, come se l’intero mondo “esterno, quello dell’immagine”, dovesse partecipare e godere del rinnovamento che avviene all’interno.

Ecco che allora un bel vestito, una nuova pettinatura o il rinnovo parziale del guardaroba può essere in perfetta sintonia con ciò che è già accaduto nel profondo e non farà altro che farlo emergere in superficie.

In alcuni casi, soprattutto quando la crisi è profonda e tocca soprattutto i valori, non si possono più indossare le cose di prima.. c’è qualcosa di interno che lo impedisce e che si manifesta attraverso la sensazione di “non star più bene in quella pelle”.

Astrologicamente parlando i transiti dei pianeti, soprattutto dei lenti, sulla Venere natale rappresentano un fortissimo bisogno di cambiamento nel modo di essere e dunque, coincidono con un voler apparire “nuovi e diversi”, poiché nuovi e diversi si è a livello di valori, di gusti e quindi anche di “senso estetico”.

Dietro a questo apparire esternamente diversi dovrà però esserci un grande movimento interiore perché solo in quel caso si è sicuri che si tratta di una perfetta sincronicità tra il proprio essere “dentro” e il come si vuole apparire “fuori”.

Venere infatti, rappresenta il senso di valore personale che è legato a doppio filo al  senso di autostima – quello legato all’essere -  però è anche in sintonia con ciò che “piace”, con ciò che si desidera e che si vuole attrarre nella propria vita e che, una volta conquistato, non solo gratifica, ma aumenta anche il senso di compiacimento e di benessere. Venere è anche collegata all’immagine che si vuole dare di sé che, in un certo senso, è un vero e proprio messaggio che permette agli altri di conoscerci.

Venere, infine, simboleggia anche l’armonizzazione e questo principio riesce ad essere attivato in maniera corretta quando c’è verità tra i due mondi ovvero, quando l’immagine esterna riflette in maniera precisa i valori dell’anima.

Per questa ragione, quando ci sono transiti importanti su questo pianeta, qualcosa dentro sta modificando i nostri valori personali, cambiando profondamente anche i criteri di scelta poiché cambiano anche i nostri gusti ed è per questo motivo che ciò che ci piaceva prima può non riflettere più il nuovo modo di essere per cui si presenta il bisogno di armonizzare l’immagine esterna con ciò che di nuovo si fa formalizzando all’interno.

Molte volte però le donne lamentano nel bisogno di acquistare cose nuove qualcosa di diverso che somiglia molto di più ad un impulso irrefrenabile, qualcosa contro cui è difficile lottare e ancor di più vincere, poiché non è mosso da alcun principio razionale ma da una compulsione interna pressoché incontrastabile.

In questo caso possiamo constatare che gli acquisti si rivelano quasi sempre inutili  perché non riflettono il bisogno di rinnovamento interno, ma sono il sintomo di una grande insoddisfazione o… molto più semplicemente di bisogni e di impulsi che cercano  soddisfazione in una direzione sbagliata che, ovviamente, non gratificherà.. ma lascerà nuovamente vuoti e insoddisfatti.

Questo comportamento diventa ancora più evidente allorché, passata l’euforia temporanea che ha dato l’illusione della gratificazione, appare subito dopo un profondo senso di colpa a cui si unisce il senso di impotenza che, insieme, fanno ripiombare il soggetto in uno stato di angoscia che permette il riapparire ancora più pernicioso del vuoto interno con il successivo bisogno di dover nuovamente comprare qualcosa: un vero e proprio circolo vizioso, una sorta di bulimia da acquisto.

Queste persone, pur sapendo razionalmente che tale comportamento conduce a conseguenze disastrose, non riescono però ad interromperlo e ad evitarlo proprio perché non riescono a controllare l’impulso che è diventato “compulsivo”.

Indubbiamente, in queste situazioni bisogna scoprire ciò che si agita dietro a questa sindrome e che cosa, il sintomo, tende a coprire o a compensare anche se solo in maniera parziale.

Alcune donne parlano anche di veri e propri rituali che vengono messi in atto nella fase  che precede l’acquisto; rituali che tendono a placare l’ansia e far da barriera a pensieri che irrompono nella mente in maniera ossessiva e che spingono successivamente al comportamento compulsivo.

Avviene così una vera e propria lotta tra la parte che desidera e quella che cede alla compulsione.

La psicologia ha legato questo problema alla bassa autostima e ad un vuoto nei sentimenti (entrambi visibili in una Venere lesa che è sintomo di difficoltà nei primi rapporti affettivi nonché di problemi nel definire il senso di valore personale).

Venere è anche legata al benessere, parola che significa “bene – essere” che vede il massimo della rappresentazione nell’idea di “star bene con sé stessi”; possiamo dire che chi riesce ad esprimere bene la funzione venusiana nella vita “sta bene nella sia pelle”, ha un buon rapporto con sé stesso, si valorizza e riesce, al tempo stesso, a dare valore a ciò che fa e a ciò che attrae nella vita sia che si tratti di persone, sia che si tratti di oggetti.

Quando invece non si è in sintonia con questo principio si vive in uno stato di insoddisfazione che richiede continue compensazioni. Venere è un principio edonista che, in positivo, ci spinge verso il benessere e la gratificazione, ma, in negativo può spingerci a cercare nel superfluo un senso di superiorità e di valore che fungono da elementi compensatori di sensi di inferiorità e di svalutazione interni.

Questi “valori” possono poi essere facili surrogati perché nella nostra società sono anche sollecitati e considerati “positivi”, anzi, spesso incentivati ad essere comprati e consumati.

Biologicamente Venere potrebbe essere legata al neurotrasmettitore della “serotonina” che, oltre a fornire il senso di gratificazione e di armonia, serve anche al “controllo degli impulsi”. La serotonina concede il senso di appagamento interno e, quando non vi è una sufficiente produzione di questa sostanza, si fa ricorso a “oggetti esterni” per trovare appagamento.

Astrologicamente parlando per giungere ad una dinamica compulsiva occorrono alcune particolarità tipo una forte sollecitazione della casa sesta e/o particolari dinamiche tra la Venere e Giove da un lato e Saturno dall’altro che possono creare forti bisogni e potenti aspettative alternate però da senso di frustrazione e da un successivo bisogno di controllo.

Dietro a questo tipo di comportamento ci sono problemi nell’ambito degli affetti; generalmente le donne che acquistano compulsivamente hanno alle spalle relazioni difficili nell’infanzia a cui si sono sovrapposte nuove relazioni frustranti che sono incapaci di cambiare o di lasciare e, proprio per questo, tendono a compensare l’insoddisfazione spostando la gratificazione su altri simboli di Venere, più superficiali ed effimeri.

Non possiamo dire che questa sia una sindrome esclusivamente femminile in quanto anche gli uomini ne sono affetti, anche se gli oggetti su cui vengono riversate le attenzioni sono molto diversi: essi tendono a comprare accessori per automobili e motociclette, attrezzature per computer, telefonini, ecc.

Per risolvere questo tipo di problematica bisognerà ovviamente curare l’anima poiché è quella il soggetto sente “vuota e senza valore”; dovrà ripristinare l’amore di sé e il senso di valore personale e, tutto questo, significherà riempire l’interno anzichè l’esterno.




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