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LA MALATTIA DEL CANCRO

a cura di Lidia Fassio
 

Abbiamo detto spesso che le malattie hanno sia un carattere “individuale” che  “sociale”; con questo si intende che una malattia riguarda sicuramente un problema personale tra il Se’ e l’IO, ma quando comincia ad avere un certo peso nell’ambito di una particolare zona del mondo, suggerisce anche che qualcosa nel modo di vivere di quella società non funziona e che, pertanto, il corpo si incarica di segnalare questa anomalia in modo che si possa “ritornare all’ordine perduto” o meglio, all’integrità..

La malattia è sempre uno sconvolgimento, una separazione dall’unità che richiede un successivo riallineamento per raggiungere la  guarigione.. ovvero il soggetto dovrà “ricollegarsi con ciò con cui era in relazione”.

 

Una delle malattie tipiche della nostra epoca, peraltro in continua espansione,  è il cancro, malattia ad alta mortalità, altamente distruttiva e devastante; il cancro sta raggiungendo percentuali assai elevate di mortalità al punto che è impensabile non vedere in esso qualcosa di fortemente malato negli individui e  nella nostra società.

Da un punto di vista psicosomatico il cancro ha in sé valenze simboliche interessanti che è bene esplorare per meglio comprendere cosa tende ad insegnarci.

 

Il cancro inizia la sua azione con alcune cellule che si “ribellano al sistema generale”, si isolano e formano un loro “centro” che inizia a funzionare in maniera indipendente e separato dal resto e che, a sua volta, dà vita a cellule che rispondono esclusivamente a questo centro. Già in questo primo atto possiamo vedere il simbolo in azione: qualcosa di noi sembra non voler più assoggettarsi alle regole dettate dall’unità e inizia un suo “progetto”  indipendente.

Successivamente il cancro procede con una sua “creazione interna”, si espande e prolifera in maniera molto rapida, senza cedimenti; anche in questo simbolismo è impossibile non vedere un desiderio coercitivo del SE’ di tirare fuori il soggetto da una struttura limitante per procedere ad una rinascita e ad un rinnovamento.

In effetti, il cancro sembra dirci che qualcosa di noi vuole ricrearsi, rinnovarsi, prendere vita e trasformarsi perché non è più corrispondente alle nuove esigenze interne.

 

Ci sono psicosomatisti che sottolineano che il cancro è l’urlo di un SE’ potente e pieno di potenzialità che è incapsulato ed imbrigliato da un IO poco coraggioso che non ce la fa ad apportare i cambiamenti che sarebbero necessari alla crescita per una incapacità o una demotivazione.

In effetti, da un punto di vista astrologico, il cancro è sempre attivato da transiti di Plutone che stanno ad indicare che il SE’ ha in serbo qualcosa di importante per noi..e si sta attivando affinchè l’IO provveda alla trasformazione necessaria; se il soggetto non riesce nell’intento di provvedere ad un rinnovamento generale che consenta poi  di ritrovare motivazioni e senso da dare alla vita, allora nell’arco di un po’ di tempo possono effettivamente mostrarsi i primi segni di una “creatività interiore” che sta a simboleggiare un processo che è in atto e che si sta verificando al di fuori della nostra coscienza e volontà e che potrà diventare evidente uno o due anni dopo con un transito di Giove che si incaricherà di portare alla luce ciò che sta accadendo all’interno.

La proliferazione cancerogena può prendere avvio anche dopo un grande dolore che, se non viene elaborato e lasciato andare, può sedimentare a lungo  con il suo carico di negatività fino a dar vita a grandi conflitti interni che possono poi manifestarsi sul piano fisico nello stesso identico modo, attraverso una sorta di “morte interna” che mette in moto elementi distruttivi che .. volti a riportarci a lavorare sulla nostra rigenerazione.

In questo il cancro sembra ricordarci che noi siamo individui creativi e che siamo chiamati ad esprimere questa potenzialità; quando per troppo tempo restiamo incapsulati dentro a schemi che ci costringono e che umiliano la nostra identità, interviene la parte transpersonale a segnalarci questa anomalia.

 

Ci sono studi che riferiscono che le persone che guariscono da questa malattia spesso hanno operato grandi cambiamenti il che significa che dopo le prime avvisaglie hanno trasformato ritmi di vita, intenti e motivazioni, spesso ritrovando anche un collegamento con una spiritualità perduta che annientava il senso della vita.

 

Rispetto al cancro come malattia sociale è interessante quello che scrive Torward Dethlefsen, celebre autore di “malattia e destino” che sostiene che questa malattia è perfettamente in linea con il “modello di vita occidentale”   che fagocita tutto compreso ciò che è delegato ad assicurarci la vita.. (ovvio riferimento al depauperamento delle risorse terrestri che vengono cannibalizzate senza alcun criterio con il rischio che l’intero sistema possa morire a causa della voracità e incapacità dell’uomo di rispettare l’unità).

 

Sicuramente ci sono grandi ragioni in quello che dice Dethlefsen infatti, il cancro, sul piano personale sembra segnalare un problema di arroganza dell’IO che non si allinea con i desideri del SE’ e compie praticamente un atto di hubris, esattamente come fanno gli uomini che, sul piano collettivo, non riconoscono e non rispettano la Terra e la sua natura rischiando di non trovare più sostanze e risorse. 




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