ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Il Fatto

TOLLERANZA VERSO DIVERSITÀ

a cura di Lidia Fassio
 

I fatti accaduti alcuni giorni fa nei bagni del nostro parlamento tra il ministro Gardini e il ministro Luxuria.. oltre ad aver fatto scalpore e, a mio avviso, molta audience, hanno però introdotto un argomento interessante che merita giustamente una riflessione.

 

Noi tutti tendiamo a fregiarci dell’appellativo di “tolleranti” perché, ci piace molto riconoscerci come persone “elastiche, moderne, assolutamente lontane dai retaggi della superstizione e del pensiero provinciale”.. insomma tutti vogliamo sentirci “cittadini del mondo” aperti a qualsivoglia diversità senza che questa faccia “scandalo” e che ci inquieti.

 

Il fatto in questione rimette pienamente il dito su un problema che se apparentemente può essere messo nel calderone della propaganda politica e dell’insofferenza che i candidati hanno nei confronti della parte avversa, può, a mio avviso, celare qualcosa di più profondo che va al dà della strumentalizzazione che poi ne è stata fatta e del fatto oggettivo in sé.. del tutto fuori luogo.

 

Ciò che è interessante in questa situazione è proprio il tipo di problema che si è creato: Vladimir Luxuria infatti, non è “omosessuale” ed è qui che sta il fulcro della situazione; gli omossessuali infatti, contrariamente a quanto si pensi, sono già più tollerati a livello collettivo.. questo significa che dopo anni di movimentazione e di interazione con gli omosessuali, tutti ci siamo abituati a vederli non più come “diversi” bensì come persone interessanti e curiose, spesso con delle qualità particolari : quindi, “diversi” ma con  una loro precisa collocazione .

Vladimir Luxuria invece si definisce “transgender”, qualcosa che va.. oltre il “genere”; per la precisione, il vocabolo definisce un soggetto che sta tra un genere e l’altro e che non prevede – almeno nel momento in cui si identifica – di definirsi attraverso un intervento chirurgico che lo consegni, per la pace di tutti, ad uno o all’altro sesso.

 

Questa situazione, a livello profondo, genera grande inquietudine perché, molto più di quanto si pensi, le persone hanno un grande bisogno di definire chi  hanno di fronte per cui, quando non possono farlo, restano sospesi con la mente che non si placa ma anzi, scatena ansia ed imbarazzo e spesso, anche  paura.

 

Al di là quindi della competizione politica, la Gardini si è sicuramente lasciata prendere da un moto di impulsività irrazionale, ma il fatto non può e non deve solo essere liquidato così semplicemente: le persone “particolari” ci fanno andare in crisi perché ci ricordano che la natura non sempre è così certa e definita come la mente umana vorrebbe e, tra le altre cose, questi soggetti ricordano a tutti in maniera evidente ed inequivocabile, che in ognuno di noi esiste una parte maschile e una parte femminile.. e che, pertanto, esistono margini di grande ambiguità, sia sul piano della sessualità sia su quello fisico.

 

Indubbiamente, con l’avvenuta “identificazione” maschi e femmine tendono a rimuovere la parte transessuale che c’è in ognuno e, il transgender.. invece,  ci obbliga a vederla.. e non poterla ignorare…. Ci ricorda che esiste!

 

Tra le altre cose i transgender - ma anche i transessuali - hanno in un certo senso il compito di farci riflettere su  “cosa voglia dire essere maschi o essere femmine” o meglio.. su che cosa stabilisce senza alcun dubbio il nostro appartenere ad un genere piuttosto che all’altro: il sesso genetico, quello gonadico, corporeo o quello psichico?. Inoltre, perché in alcune persone il sesso sembra più definito e in altre no? Già l’omosessualità ci aveva posto di fronte il grande problema di una sessualità psicologica che si presenta “diversa” da quella “fisica” ma, nel transegender siamo obbligati a fare un passo più.. ed è questo che ci fa  sentire più inquieti poiché ci ricorda che anche sul piano naturale spesso regna la confusione per cui, anche la natura  non è sempre così “chiara ed inequivocabile” ed è questo che ci lascia nell’angoscia.

 

La Elisabeth Badinter – una sociologa francese - riferisce di un esperimento molto interessante dal punto di vista psicologico: si tratta di “baby X” lo studio fatto in alcune cliniche francesi una ventina di anni fa (ovvio che questo esperimento è stato fatto prima che esistesse l’ecografia a stabilire il sesso del nascituro). 

L’esperimento prevedeva due diversi tipi di situazioni:

 

-      nella prima situazione si comunicava subito il sesso del neonato; si è osservato che, se si diceva che era “femmina”, i parenti iniziavano ad utilizzare appellativi quali “graziosa, sensibile, tratti delicati, dolce e soprattutto bella e fragile”;

-       se invece si diceva che era “maschio”, automaticamente veniva definito dai parenti come “forte, grande, tratti marcati, robusto, dalle mani grosse”; per convalidare l’esperimento il neonato era lo stesso, per cui aveva gli stessi lineamenti e lo stesso peso.. e questo dimostrò che l’atteggiamento dei familiari verso il bebè è assolutamente determinante nell’apprendimento degli atteggiamenti e della definizione del sesso da parte di un bambino;

-       nella seconda, quella più complicata.. non si definiva il sesso del bambino ma si lasciavano i parenti nel dubbio. Il neonato veniva presentato ai parenti vestito di “giallo” senza una “riconoscibilità”.. e, questo fatto,  produceva immediatamente grande ansia.. con gli adulti che continuavano a chiedere, esasperandosi di minuto in minuto fino ad avere vere e proprie esplosioni di irrazionalità.

 

E’ chiaro che gli adulti erano assolutamente inconsci della diversità con cui reagivano nel primo caso, mentre erano visibilmente ansiosi, preoccupati e irritati nel secondo caso.. quando, davanti a loro, si apriva il baratro della non definizione di “genere”.

 

Questo esempio, e quanto è successo nel nostro parlamento, ci ripresenta il problema che la “tolleranza” è un fatto che richiede tempo e che si ottiene dopo aver sviluppato le qualità superiori della nostra mente.. quindi non è innata ed è un fatto di cultura e di educazione nonché di rispetto dell’altro – per intenderci è un fatto da casa XIa - infatti, ogni volta che ci troviamo di fronte ad una vera “diversità”.. non è più una questione di bontà o di intelligenza, ma entrano in gioco pulsioni del tutto inconsce.. che, nostro malgrado, hanno il potere di scavalcare la ragione e il buon senso.

 

Il transgender ha quindi un potere doppio nel generare inquietudine perché mette anche a nudo un sogno - profondamente radicato nella storia degli individui, quello di “avere una sessualità completa”; in fondo il transgender ci costringe a vedere la nostra “incompletezza” e ci costringe a prendere in considerazione “ciò che ci manca”.

 

E’ chiaro quindi, che dietro all’irritazione e all’atteggiamento apparentemente stupido ed intollerante emerge qualcosa di più profondo che muove certe corde che fanno emergere paure e ansie primordiali… ma nello stesso tempo riporta fuori anche la fascinazione e il desiderio di riappropriarci di quello stato di “androginato” che il mito vuole precedente alla divisione in due metà… e in due sessi, la divisione è lo stato di incompletezza a cui ci ha condannati Zeus tagliando in due parti l’androgino che -  nella sua condizione di intierezza e di integrità - si sentiva così potente da sfidarlo; ovvio che con questo gesto Zeus ci ha anche condannati ad andare eternamente alla ricerca della metà perfetta che scacci il senso di nostalgia per l’unità perduta.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati