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LA COPPIA PASSIONALE

a cura di Lidia Fassio
 

L’idea di entrare in una grande “passione” è qualcosa che affascina e che seduce; noi tutti sogniamo di poter vivere nelle relazioni intime la nostra parte “passionale” e, con questa parola, intendiamo qualcosa di potente e di avvincente che ci distolga dalla quotidianità e dalla banalità della realtà per trascinarci in luoghi sconosciuti, in grado di farci vivere emozioni e sensazioni nuove ma, soprattutto.. intense.

 

Pochi  sanno però che la parola “passione” non ha solo risvolti fantastici, ma contiene in sé anche qualcosa di “drammatico e di oscuro”: astrologicamente la parola passione ha molto a che fare con il segno dello Scorpione e con il pianeta Plutone che ci parlano di tonalità oscure e dense che colgono e colpiscono l’anima distogliendola dai suoi propositi ideali per farle vivere struggimenti ambivalenti e non certo luminosi.

 

In effetti, se consultiamo il dizionario della lingua italiana scopriamo che alla parola “passione” c’è scritto “sofferenza dell’anima” e “travolgente ed intenso sentimento amoroso che ha risvolti un po’ folli”; insomma niente di positivo, ma anzi, una sensazione di sgradevolezza, un qualcosa che sembra portare in una dimensione infera e magmatica più che favorire quei voli pindarici a colorazione rosa che siamo soliti pensare collegati all’innamoramento.

 

Le coppie molto passionali sono quindi fortemente segnate da queste dinamiche che, se nel lato luce consentono di spingersi oltre i confini e i limiti nella normalità facendo vivere in modo molto intenso i sentimenti, nel lato ombra sottolineano ed aprono la possibilità di contattare antichi drammi tra i quali spicca in primo luogo quello della gelosia che viene alimentata dalla paura e che può portare all’aggressività.

 

Tra le varie dinamiche plutoniane infatti, la gelosia occupa un posto importante da non sottovalutare; ovviamente non basta Plutone perché, nel caso deve essere accompagnato da Marte e da pianeti affettivi.

La gelosia è vissuta nell’immaginario collettivo in modo ambivalente.. “un po’ di gelosia fa bene all’amore, perché lo mantiene vivo” – si diceva un tempo – ma, troppa gelosia “distrugge completamente la relazione” perché costringe la coppia a vivere in una tensione costante e in un clima di sospetto e di possesso che non può portare a nulla di positivo perché altro non fa che alimentare la rabbia e l’aggressività.

 

Chiaro che, come sempre accade quando si parla di emozioni intense.. sarebbe importante la giusta misura, che certo non è facile da trovare; tra l’altro la gelosia scatena indissolubilmente paura e rabbia che, anch’esse, possono  essere naturale espressione della capacità di reazione e difesa, ma possono spingersi fino a diventare distruttive e feroci facendo saltare i limiti del rispetto della libertà e dell’integrità altrui.

 

Infatti, quando la gelosia entra troppo prepotentemente dentro ad una relazione ci si trova nell’eventualità orribile in cui uno dei partner può diventare “ostaggio” dell’altro che lo tratta né più e né meno come fosse una sua proprietà; in questa situazione non vi è nulla di fantastico che abbia a che fare con l’amore perchè, questo tipo di passione, non solo non porta a crescere.. ma si candida a far accadere qualcosa di drammatico.

La domanda che viene spontanea è: “si può vivere dentro ad una relazione importante, senza provare gelosia; a che cosa serve la gelosia in un rapporto passionale”?

 

Se guardiamo ai grandi pensieri filosofici sull’amore, scopriamo che esso non dovrebbe comprendere la gelosia, in quanto l’amore vero – così come lo intendono i filosofi - è atto di generosità verso l’altro ed è sempre qualcosa che fa crescere e che spinge alla libertà e alla libera espressione di sé.. L’amore nella filosofia perde completamente le connotazioni egoiche per spingersi interamente nel territorio dell’altro, per farlo crescere e vederlo soddisfatto e felice.

Questo sarebbe fantastico sul piano ideale; sappiamo però bene che un conto sono gli ideali che coltiviamo e che dovrebbero in ogni momento ispirare azioni e comportamenti che sono prettamente “mentali”, ed un altro è confrontarsi direttamente con la parte istintiva ed emotiva che si gioca interamente sul piano della realtà del vissuto in cui questo lato che tanto ci avvicina alla primitività dell’uomo di cro-magnon..è invece molto vicino alla nostra vita e si manifesta nella dura lotta che la parte razionale ingaggia con quella istintiva, sicuramente meno nobile, ma non per questo meno potente.

 

Ora, un po’ di gelosia sembra essere la garanzia di un vero interesse verso l’altro, ma in fondo, sappiamo che la gelosia più intensa scatta laddove ci sono sentimenti profondi, dove si è creato uno spazio di intimità che non si vuole “condividere” con altre persone esterne; del resto il raggiungere una condizione di “distacco” richiede un processo che si fa a step e che, astrologicamente, comporta la transizione dalla casa IIa (possesso che produce sicurezza) alla Va (esclusività come grande illusione dell’IO) alla casa VIIIa (intimità condivisa a due.. che porta alla conquista del potere personale) che, successivamente consentirà il raggiungimento della casa XIa (condivisione totale di ciò che si è e si ha), ma.. non a caso, la casa XIa non ci parla più di relazione a due e di amore intimo.. ma di amore universale; come a dire che nella coppia, soprattutto quando c’è un rapporto molto intenso e si crea uno spazio emotivo condiviso nel quale si mettono aspettative e sicurezze personali, non è facile superare la barriera del possesso e dell’esclusività, per cui pressochè tutti noi ci confrontiamo con le nostre insicurezze, almeno sul piano relazionale.

 

E’ indubbio che la grande passione accompagna chiunque a percepire il partner  come l’oggetto che permette l’esplosione di forti sentimenti e a percepire l’eventuale mancanza …come causa di distruttività interna.

Da qui, nasce la paura della “precarietà e dell’impermanenza” due dei simboli più profondi della casa ottava che però non sono affatto facili da conquistare poiché richiedono una vera e propria sicurezza interna che origina solo dopo aver ricontattato il potere personale, unico che ci consente di non sentirci più in balia degli altri per sopravvivere.

 

La gelosia cieca origina dalla paura di essere distrutti se l’altro se ne andasse o se ci venisse “portato via” ed è chiaro l’associazione che il geloso fa con la natura contenitiva e rassicurante della figura di riferimento affettivo ed emotivo (Venere o Luna che, quando si trovano in contatto con Plutone, possono essere sintomo di una ferita narcisistica mai superata che si porta dietro una  paura di perdere l’oggetto d’amore).

Questi aspetti ingenerano sempre emozioni ed istinti intensi.. che, possono anche portare un soggetto a vivere l’amore fino alle estreme conseguenze, soprattutto se alimentati poi dall’energia di Marte.

 

Pensiamo a Otello e Desdemona.. il dramma di Shakespeare  in cui lui giunge all’omicidio dell’amata perché travolto, distrutto dai sospetti e dalla paura di non poter sopravvivere al tradimento e all’abbandono; sono questi sentimenti che gli fanno letteralmente “perdere la testa”.

 

Questo è un lato importante; le grandi passioni, gelosia compresa, hanno il compito di “farci perdere la testa” in modo da portarci a comprendere qualcosa in più della natura della nostra parte istintiva che è anche quella più primitiva, quella che è a contatto con i sentimenti primordiali che agiscono sulle sicurezze profonde.. andando a raschiare il fondo del barile.

La dinamiche plutoniane hanno lo scopo di farci confrontare con quei lati di noi che, non essendo cresciuti, mantengono paure profonde che tendono ad eruttare con comportamenti compulsivi quando ci sentiamo sfidati; certo, sul piano razionale, queste reazioni sembrano non avere senso, ma, su quello emotivo profondo, hanno invece un significato molto preciso e mettono in luce paure ancestrali.

 

Le coppie molto passionali devono sapere tutto ciò; devono rendersi conto che proprio la natura e l’intensità dei sentimenti consentiranno quell’andare oltre i confini di ciò che si conosce di sé, sconfinando nel territorio di ADE che è il grande sconosciuto; Ade non è un mostro.. ma sicuramente ci mostra ciò che di mostruoso c’è dentro di noi, sverginando la nostra coscienza con tutte le sue pretese di nobilità e di moralità.

Conoscere questo può dare delle grandi chance che ci consentano di non essere completamente travolti dalla parte distruttiva della passione, ma di mantenere un contatto con questo lato infero in modo che possa essere scoperto senza per questo distruggerci. Sapere che questo lato esiste può esserci utile per evitare di farci perdere la ragione, imparando invece ad utilizzare la ragione e la coscienza per osservarlo e comprenderlo.. in modo da farlo diventare nostro alleato e non nostro nemico.




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