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WELBY : DIGNITÀ NEGATA

a cura di Penna Bianca
 
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Piergiorgio Welby, Piero per gli amici (e noi gli siamo amici), afflitto da grave distrofia muscolare, dolorosissima, totalmente debilitante ed irreversibile, vuole poter morire in santa pace. Ora si ritrova intubato, collegato a spie-monitors, ventilazione respiratoria forzata, monitoraggio di tutte le funzioni vitali dalle più semplici alle più complicate. Non ne può più! Chiede pietà al cielo e agli uomini. Il cielo non si è ancora espresso, ma un giudice romano è stato categorico: richiesta inammissibile! Piero comunica con gli  occhi attraverso uno speciale computer: soffro, aiuto, basta, voglio farla finita! Ma non è padrone ne’ della propria vita ne’ della propria morte. E’ giusto tutto questo?

 

Sulla questione si sono aperti dibattiti televisivi con l’intervento di esperti, medici, psicologi, giuristi di chiara fama e perfino starlette in cerca di notorietà. Parole, parole, parole e caramelle che non vogliamo più... insomma, oggi si è deciso che un uomo non è padrone della propria vita: la stessa dipende da capricci giuridici, norme da interpretare, codici e codicilli complicati. Ma stiamo scherzando?

 

Piero Welby s’è rivolto al presidente della Repubblica con una lettera di 15 pagine in cui narra il proprio calvario: nel ‘ 63 la diagnosi: distrofia muscolare progressiva; fra crisi di crescente gravità arrivo al 14 luglio del ’97: insufficienza respiratoria: coma. Si risveglia tracheotomizzato e da allora respira con l’ausilio di un ventilatore polmonare. Rivolgendosi ancora al Presidente: La giornata continua con l’allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mounth, trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute di pulmocare... e, tralasciando gran parte del tormento quotidiano, arriviamo al punto in cui Welby assicura: Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giorbnata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono ne’ un malinconico ne’ un maniaco depresso, morire mi fa orrore – purtroppo, ciò che mi è rimasto non è più vita... Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo; ma sono italiano e qui non c’è pietà. Com’è difficile morire in un Paese dove il Governo fa miracoli e la Conferenza episcopale fa le leggi!.

 

 L’altra sera su La 7 un’ospite di Ferrara asseriva che la Costituzione italiana dava pieno diritto a Piero Welby di decidere della sua sorte sospendendo medicinali e accanimento terapeutico, solo che il medico che si fosse azzardato ad attuare la procedura avrebbe rischiato la bellezza di 18 anni di carcere per omicidio. Fantascienza? No! Fanta-vita-moderna!.

 

Welby nasce il 26 dicembre 1945 a Roma. E’ un capricorno atipico, dato che la quadratura di nettuno al sole lo rende molto più sensibile ed empatico del solito. Non conoscendone l’esatta ora di nascita, non posso fare un’accurata analisi caratteriale, ma sono del parere che Piergiorgio non si sia arreso subito di fronte alla propria disastrosa condizione fisica; la sua venere in sagittario sestile a giove gli ha sicuramente dato la fiducia e la forza necessaria per sperare in una risoluzione del suo spaventoso problema, e anche di fronte all’inesorabilità della diagnosi, ha trovato dentro di sé la forza per resistere a qualcosa a cui, presumo ognuno di noi, si sarebbe arreso subito.

 

La sua parte emotiva, delegata alla luna, è espressa nel segno della bilancia, congiunta a nettuno e trigono a urano; certamente un tipo di emotività equilibrata, idealistica e dinamica, ma mai oltre misura; il fatto che Welby “implori” di staccare la spina ci può dare la misura della sua disperazione: lui possiede una dignità, un  equilibrio psichico, che supera qualsiasi confronto, ma si sa, anche gli angeli possono perdere la pazienza e la fede. Fra l’altro, negli ultimi due anni, il transito di urano ha toccato in quadratura l’opposizione radicale fra mercurio in sagittario e urano in gemelli, andando, a mio avviso, ad esacerbare il sistema nervoso e neuro-vegetativo di Piergiorgio. Dubito fortemente che la legge umana (in questo caso esente da qualsiasi pietà) consentirà a quest’uomo di dare un taglio definitivo alle sue sofferenze, per cui, non ci rimane che appellarci alla giustizia divina.

 

Auguri Welby, siamo con te.




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